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Discussione: Rifacciamo il PCI

  1. #211
    Ha da venì Baffone
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    Citazione Originariamente Scritto da cciappas Visualizza Messaggio
    io credo invece che questo nuovo partito sarà la pietra tombale della vera sinistra che rimarra ostaggio dei gruppi di centro manovrati dal vaticano e dal capitale........
    in un modo ancora più accentuato di oggi ......che già riesce a rubare alle masse lavoratrici, ogni giorno, vecchie conquiste ottenute dai lavoratori in periodi meno accomodanti.........
    a me per avere pieno orgoglio di tutto il passato basta sapere che l'urss comunista riusciva a mandare il primo uomo nello spazio ed a dare un lavoro a tutti i suoi cittadini..... mentre nel resto dle mondo si moltiplicavano le favelas, si riempivano gli arsenali di bombe atomiche, si facevano guerre e si fometavano rioluzioni con la scusa di portare la democrazia.....e si accendevano le croci del KKK......
    Ti ringrazio per la fiducia che anch'io vorrei avere nel progetto

    Cmq., proprio per evitare la deriva che tu dici è necessario che ogni
    componente veda rappresentata la propria posizione e si riconosca
    nel simbolo, nei principi e negli obiettivi di base.

    Inoltre, ad essere onesti, bisogna ammettere che qualcosa di buono
    lo ha prodotto anche il mondo occidentale ( seppure ad un costo
    che per noi e per qualunque buon comunista è inaccettabile ).

  2. #212
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    Citazione Originariamente Scritto da Angelus Visualizza Messaggio
    Ma come no?
    Ma se più giù ripetiamo il girotondo della Dc con Washington e del PCI con Mosca? E se siamo d'accordo sullo scacchiere bloccato e sulla sovranità limitata?
    Quello che non ci vedrà mai d'accordo è la richiesta di autocritica al PCI.
    La DC ha pagato le sue colpe disintegrandosi in mille rivoli, il PCI cambiando natura, esplodendo in blocchi e rinnegando buona parte del suo passato.
    Tu dici che non è stata fatta luce fino in fondo.
    Beh, finché sarà così quelli che tu citi come "fatti" restano supposizioni, opinioni o testimonianze di singoli.
    vorrei chiarire che non sto chiedendo alcuna autocritica, ma solo di essere intellettualmente onesti ed evitare omissioni e/o rimozioni per quanto riguarda la storia del pci. non ne faccio una questione morale, ma di verità storica.

    no, che non è stata fatta luce fino in fondo. l'inchiesta sui fondi russi al pci, che svelò solo in minima parte anche le strutture clandestine, si arenò per una piuttosto dubbia prescrizione dei reati.

    i fatti (non supposizioni) che avevop tirato in ballo erano:
    - la regalia di togliatti (a disdoro dell'italia) di gorizia e dell'istria a tito
    - la volante rossa che operò fino al (circa) 1950 e ammazzò parecchie persone
    - brigate di partigiani rossi che accopparono parecchi "nemici del popolo" (non fascisti, bada bene) fino al 1948
    - il fatto che circa 2mila partigiani rossi colpevoli di omicidi siano stati aiuttati ad espatriare nei paesi dell'est
    - il fatto che l'opzione armata fu presente nel pci - tanto nella base quanto ai vertici - almeno finché non si parlò di "compromesso storico" (all'indomani del golpe cileno di pinochet)
    - la dipendenza (e non poteva essere diversamente) del pci dalle direttive di mosca, almeno fino ai primi anni '70
    - l'uso delle sommosse di piazza da parte del pci per orientare le decisioni di un governo (i moti di genova del '60)
    - l'uso degli ausiliari di polizia (immediato dopoguerra) arruolati tra i partigiani rossi e che crearono notevoli incidenti di piazza (massa)

    personalmente, non mi pongo il problema se queste cose fossero giuste o sbagliate. semplicemente erano, e chi volesse rinnovare l'idea comunista (qui ancora c'è gente che osanna sperticatamente stalin e le sue maniere draconiane) non può far il finto tonto su questi fatti.

  3. #213
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    Citazione Originariamente Scritto da Piotr Visualizza Messaggio
    Ti assicuro che in URSS e nei paesi satelliti, il Partito Comunista non
    era il partito unico ... posso documentartelo come e quando vuoi ...
    con tanto di simboli, programmi del partito, leaders, ecc ...
    si riferiscono alla DDR nel 1986.

    E' ovvio che il sistema era comunista e che tutti i partiti non potevano
    prescindere dall'essere integranti di un sistema comunista.
    Il Partito Comunista dei Lavoratori ( o Operaio, a seconda del paese ),
    era in genere quello più importante perché si occupava delle questioni
    sindacali in un paese a larga prevalenza operaio e contadino.
    Un Partito Liberale non esisteva, poiché non esisteva un mercato come
    nei nostri sistemi ... né poteva esistere.
    C'era però il Partito dei Popolari, di estrazione cattolica e moderata ...
    molto importante nella DDR.

    Ovviamente, c'erano anche delle profonde differenze ... altrimenti non
    staremmo qui a parlarne, no ?
    come sarebbe a dire che in urss e nei paesi dell'est, il pc non era partito unico???
    stai scherzando, spero!
    certo che puoi documentarmi l'esistenza di altre formazioni, ma - come dici - dall'86 in poi, cioè quando ci si avvicina inesorabilmente, con la perestroika di gorbaciov, al crollo del comunsimo dell'est.
    negli anni dal dopoguerra fino a gorby, non è mai esistito altro partito che il pc. non scherziamo, por favòr... che la cecoslovacchia, l'ungheria, la polonia, la germania est hanno conosciuto le repressioni russe quando poco poco tentarono di alazare la testa. e le fughe dai "paradisi socialisti" sono ben documentate e solo con un elettroshock potrebbero essere rimosse dalla memoria.

  4. #214
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    Non c'è da rifare il PCI perchè oggi non è più necessario e non appartiene al nuovo corso politico che vede la sinistra al governo, piuttosto ci sono troppi partiti comunisti alla sinistra dei DS, ne basterebbe solo uno rimarcare una posizione più vicina al vecchio PCI e c'è ne dovrebbe essere un altro fuori dagli schieramenti per la base extraparlamentare che bene stà solo all'opposizione o meglio ancora fuori dal parlamento.

  5. #215
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    Citazione Originariamente Scritto da pantagruel Visualizza Messaggio
    come sarebbe a dire che in urss e nei paesi dell'est, il pc non era partito unico???
    stai scherzando, spero!
    certo che puoi documentarmi l'esistenza di altre formazioni, ma - come dici - dall'86 in poi, cioè quando ci si avvicina inesorabilmente, con la perestroika di gorbaciov, al crollo del comunsimo dell'est.
    negli anni dal dopoguerra fino a gorby, non è mai esistito altro partito che il pc. non scherziamo, por favòr... che la cecoslovacchia, l'ungheria, la polonia, la germania est hanno conosciuto le repressioni russe quando poco poco tentarono di alazare la testa. e le fughe dai "paradisi socialisti" sono ben documentate e solo con un elettroshock potrebbero essere rimosse dalla memoria.
    Capisco che la messa in dubbio di quello che ti avevano inculcato come un
    dogma assoluto possa sembrarti strana ... eppure è così ...
    confondi il sistema politico con la dialettica politica all'interno del sistema.

    E' come se io ti dicessi che tutte le nostre repubbliche sono dittature
    illiberali perché non si mette mai in discussione l'economia di mercato.

    Non ti sto dicendo che la libertà di pensiero fosse una prerogativa di quei
    regimi ... ma la realtà non era così illibertaria come ci hanno fatto credere
    per tanto tempo ...

    e continui a confondere il periodo della dittatura stalinista con la normale
    vita politica di una Repubblica Popolare ... Cristo ... Khruscev rischiò la
    poltrona e la testa per permettere alla stampa ed all'opinione pubblica di
    venire a conoscienza dei metodi stalinisti ...

    Il caso della Polonia poi è lampante ... come sarebbe potuto nascere un
    sindacato d'opposizione al regime come "Solidarnosc", se non ci fosse stata
    nessuna possibilità di dissenso e dialettica politica all'interno del Paese ?
    Nacque proprio da movimenti cattolici e anticomunisti in genere che
    esistevano e si coagularono con gli scioperi e le proteste dei portuali
    di Danzica.

  6. #216
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    Citazione Originariamente Scritto da Piotr Visualizza Messaggio
    Capisco che la messa in dubbio di quello che ti avevano inculcato come un
    dogma assoluto possa sembrarti strana ... eppure è così ...
    confondi il sistema politico con la dialettica politica all'interno del sistema.

    E' come se io ti dicessi che tutte le nostre repubbliche sono dittature
    illiberali perché non si mette mai in discussione l'economia di mercato.

    Non ti sto dicendo che la libertà di pensiero fosse una prerogativa di quei
    regimi ... ma la realtà non era così illibertaria come ci hanno fatto credere
    per tanto tempo ...

    e continui a confondere il periodo della dittatura stalinista con la normale
    vita politica di una Repubblica Popolare ... Cristo ... Khruscev rischiò la
    poltrona e la testa per permettere alla stampa ed all'opinione pubblica di
    venire a conoscienza dei metodi stalinisti ...

    Il caso della Polonia poi è lampante ... come sarebbe potuto nascere un
    sindacato d'opposizione al regime come "Solidarnosc", se non ci fosse stata
    nessuna possibilità di dissenso e dialettica politica all'interno del Paese ?
    Nacque proprio da movimenti cattolici e anticomunisti in genere che
    esistevano e si coagularono con gli scioperi e le proteste dei portuali
    di Danzica.
    inculcato come dogma??? piotr, in certi punti dei tuoi interventi ti ho apprezzato, ma qui ci stai raccontando le favole.
    personalmente per libertà politica intendo pluralità di partiti e libere elezioni. queste nei paesi dell'est non esistevano.

    guarda che la denuncia del mito della personalità di stalin da parte di kruschov faceva parte di lotte di potere interne all'urss, non di una voglia di democrazia.

    citi solidarnosc, ma dovresti anche ricordare che, nata nel '1980, venne messa al bando l'anno successivo da jaruzelski e potè partecipare alle elezioni solo nel 1989. in più ci fu anche qualche prete fatto scomparire dal regime polacco.
    scommetto che prima della metà degli anni '80 nell'est non trovi alcun riferimento ad altri partiti (che non siano stati eliminati) oltre ai vari pc.

    e torniamo a quel che dicevo, che il dissenso nell'est ebbe modo di esprimersi solo a cavallo del crollo del comunismo, prima erano eliminazioni fisiche e gulag.
    se definisci quei sistemi democratici, devi considerare il concetto di "democrazia" non come solitamente s'intende, ma come "democrazia del proletariato", che è lo stesso uguale di "dittatura di classe".
    visto che dimostri di essere una persona che ragiona, questo dovrebbe esserti chiaro.
    poi, lungi da me l'idea di fare processi o lanciare anatemi contro il comunsimo.
    il comunsimo è stata una delle idee portanti del secolo scorso, che non ha costruito solo cose negative nei paesi in cui era al potere e che ha affascinato folle immense. ma la storia ci dice anche come si è tradotto nella realtà.

  7. #217
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    Citazione Originariamente Scritto da pantagruel Visualizza Messaggio
    inculcato come dogma??? piotr, in certi punti dei tuoi interventi ti ho apprezzato, ma qui ci stai raccontando le favole.
    personalmente per libertà politica intendo pluralità di partiti e libere elezioni. queste nei paesi dell'est non esistevano.

    guarda che la denuncia del mito della personalità di stalin da parte di kruschov faceva parte di lotte di potere interne all'urss, non di una voglia di democrazia.

    citi solidarnosc, ma dovresti anche ricordare che, nata nel '1980, venne messa al bando l'anno successivo da jaruzelski e potè partecipare alle elezioni solo nel 1989. in più ci fu anche qualche prete fatto scomparire dal regime polacco.
    scommetto che prima della metà degli anni '80 nell'est non trovi alcun riferimento ad altri partiti (che non siano stati eliminati) oltre ai vari pc.

    e torniamo a quel che dicevo, che il dissenso nell'est ebbe modo di esprimersi solo a cavallo del crollo del comunismo, prima erano eliminazioni fisiche e gulag.
    se definisci quei sistemi democratici, devi considerare il concetto di "democrazia" non come solitamente s'intende, ma come "democrazia del proletariato", che è lo stesso uguale di "dittatura di classe".
    visto che dimostri di essere una persona che ragiona, questo dovrebbe esserti chiaro.
    poi, lungi da me l'idea di fare processi o lanciare anatemi contro il comunsimo.
    il comunsimo è stata una delle idee portanti del secolo scorso, che non ha costruito solo cose negative nei paesi in cui era al potere e che ha affascinato folle immense. ma la storia ci dice anche come si è tradotto nella realtà.
    Credimi, non sono abituato a raccontarmi né a raccontare balle ...
    in genere mi piace la verità, anche quando non mi va a genio.
    Questo l'ho trovato su Wikipedia digitando "DDR+parlamento" ...
    incredibile ... ... non credevo che riportasse anche questo genere di info.
    Si vede che la fine della Guerra Fredda ha fatto bene anche a noi.

    Sono d'accordo con te che la parola "democrazia" suona male per le
    Repubbliche Popolari ... ma suona male anche la parola "dittatura".
    Diciamo che era una via di mezzo !


    L'ordinamento della Germania Est imitava in pratica quello degli altri Stati socialisti, non senza tuttavia alcune formali maggiori aperture democratiche necessarie a marcare una differenziazione rispetto alla precedente dittatura, il nazismo.
    La guida dello Stato era affidata, direttamente dalla Costituzione, al Sozialistischen Einheitspartei Deutschlands (SED, Partito Socialista Unificato Tedesco), formato dalla fusione dei comunisti del KPD coi socialisti dell'SPD, con la finalità della costruzione di una società senza classi. Non si trattava tuttavia dell'unico partito ammesso. La SED era infatti affiancata da altri quattro partiti: i cristiano-democratici della CDU, gli agrari del DBD, i liberaldemocratici del LDPD e i nazionaldemocratici del NDPD. Il ruolo di questi quattro partiti era quello di raggruppare le classi piccolo-borghesi e contadine intorno al progetto politico operaio della SED. Alla CDU, il secondo partito per importanza, era riservata per legge la presidenza del Parlamento, della Camera di Giustizia e del Tribunale Supremo. Raccolti nel Fronte Nazionale, i cinque partiti controllavano ogni aspetto della vita politica, economica e sociale, centrale e locale, del Paese.
    La Costituzione, approvata il 30 maggio1949 ed entrata in vigore il 7 ottobre dello stesso anno, istituiva un Parlamento con bicameralismo imperfetto, diviso tra la Volkskammer (Camera del Popolo), composta da 500 membri eletti ogni 4 anni e cui spettava il potere legislativo, e la Länderkammer (Camera dei Länder), avente funzione consultiva e di veto nelle questioni attinenti ai Länder. Sei anni dopo la trasfomazione dei Länder in Bezirke (1952), divisioni provinciali soggette ad un molto più stretto controllo da parte del potere centrale, la Länderkammer venne abolita, e il Parlamento divenne unicamerale. Le elezioni per la Volkskammer si svolgevano sulla base della Lista unica redatta dal Congresso del Fronte Nazionale. La suddivisione dei seggi parlamentari era prefissata, sulla base di un'impropria idea secondo la quale i deputati non rappresentavano il popolo, come nella tradizione occidentale, perché dotati di un mandato politico espresso dai cittadini elettori, ma perché rispecchianti socialmente il peso numerico dei ceti componenti l'elettorato. Alla SED erano dunque assegnati d'ufficio il 25% dei seggi parlamentari, agli altri quattro partiti il 10,4% ciascuno, ai sindacati (FDGB) il 13,4%, l'8% sia all'organizzazione giovanile della Libera Gioventù Tedesca (FDJ) sia all'Associazione Democratica delle Donne (DFD), mentre i restanti seggi erano appannaggio dell'Unione delle Associazioni Culturali, comprendente artisti, scienziati e docenti universitari.
    Il potere esecutivo spettava invece allo Staatsrat, il Consiglio di Stato, organo di direzione politica composto da 24 membri da cui dipendevano il Consiglio dei Ministri e il Consiglio Nazionale di Difesa. La funzione egemone della SED si manifestava in un Diritto di Direttiva , praticamente vincolante, del Politbüro del partito verso lo Staatsrat, e soprattutto nell'usuale unificazione nella stessa persona delle cariche di Segretario Generale della SED, di Presidente dello Staatsrat e di Presidente del Consiglio di Difesa, che in situazioni d'emergenza poteva fra l'altro emanare provvedimenti e leggi senza l'autorizzazione parlamentare.

  8. #218
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    LA RELIGIONE E' CONSIDERATA VERA DALLA GENTE COMUNE, FALSA DAI SAGGI E UTILE DAI GOVERNANTI.
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    [QUOTE=il Pasquino;5208108]Questo non è affatto vero perchè prima del ricordato strappo di Berlinguer il PCI era il partito schierato senza alcun ripensamento CON il PCUS!!!


    E chi lo nega! Stai parlando pero' PRIMA del famoso discorso di Berlinguer a Mosca, dove egli annunciava in poche parole la diversita' del PCI riguardo le istanze del socialismo reale. Diversita' che divennero progetto in quella che venne definita la "terza via al socialismo". Ricordo anche che prima di Berlinguer, ai tempi della segreteria di Togliatti, fino a Longo, si era aperto nel PCI un serio e combattuto dibattito che partendo dall'invasione d'Ungheria per passare a quella di Praga, segno' il partito con diverse micro scissioni (il gruppo del Manifesto) sintomo inequivocabile di un dissenso profondo verso la madre Russia ed il socialismo reale. Dimentichi che la situazione politica degli anni 50/60 era ben diversa da quella dei decenni successivi, e la guerra appena finita, con la ferita profonda lasciata dal regime nazifascista, con conseguente riconoscenza verso i fratelli sovietici, non poteva non avvicinare il PCI a Mosca, specie considerando l'ingerenza e la presenza costante e degli americani sul nostro suolo. Insomma altri tempi, diversa situazione politica.



    Certo alla caduta del muro ormai il PCI si era allontanato dall'URSS ma è anche vero che ormai il PCUS non esisteva quasi più e dopo poco scomparve anche l'URSS.


    Veramente il PCI si era gia' allontanato 15 anni prima, all'epoca dello strappo di Berlinguer appunto. Se non si ammette questo allora sei in contraddizione su quanto affermato prima



    Si può rendere merito al fatto che il PCI fu il primo a rendersi conto della caduta ed il primo ad abbandonare la nave prima dell'affondamento. Ma da lì a dire che il PCI non c'entrava niente con il PCUS significa negare che finchè è esistito il PCI apparteneva all'internazionale comunista e che si riuniva sempre all'interno del Cremlino!


    Vedi sopra. Aggiungo che il PCI non ha abbondonato la "nave" prima del suo affondamento, ma l'aveva abbandonato gia' prima per divergenze sulla "rotta" da seguire. Insomma e' innegabile che con la svolta di Berlinguer che si sentiva piu' "protetto sotto l'ombrello della NATO" (parlo del 1974) lo strappo era diventato innegabilmente una scelta politica. "La spinta rivoluzionaria che veniva dall'ESt si era orami esaurita"., ed era necessario trvare altre vie al socialismo.


    E' di memoria molto corta! Ricorda solo gli ultimi annii di Berlinguer e non quando per moltissimi anni era alle dirette dipendenze da Mosca. Il marxismo-leninismo non lo abbandonò praticamente mai ed il comunismo come lo intende lei di tipo democratico non aveva nulla a che vedere con quelle posizioni ideologiche. Tanto è vero che uno slogan della DC era proprio quello che i comunisti sarebebro potuti arrivare al governo quando avrebbero rinnegato il marxismo-leninismo cosa che formalmente non fecero mai e che ancora all'epoca di Berlinguer rispondevano stizziti ai DC di rinnegare a loro volta i loro ideali.




    Come ho gia' detto l'appartenenza al Comitern da parte del Pci e' cosa risaputa, come e' risaputa l'invadenza degli Usa sul nostro territorio, che non e' solo di natura militare ma anche politica. Come ben saprai da sempre l'Italia prima di formare il governo ha bisogno dell'assenso di Washington. Detto questo dimentichi il governo di unita' nazionale, dimentichi il sacrificio di Moro, che non aveva nessun dubbio sulla fedelta' dei comunisti italiani alla democrazia ed alle istituzioni repubblicane. Negare questo significa non sapere cosa accadde negli ultimi 30 anni della storia patria.






    Riveduto e corretto un accidente! o ci si identificava o lo si rinnegava invece non ne volevano sapere!
    Può capire come tutto ciò non tranquilizzasse il resto del paese!



    Ma scusami, c'e' stato lo strappo di Berlinguer da Mosca, oppure no? Se c'e' stato come da tutti riconosciuto, come fece il PCI di Berlinguer a rimanere lo stesso PCI di Togliatti? L'eurocomunismo al quale parteciparono i comunisti spagnoli e con qulache riserva quelli francesi di Marchais, e' stato un cambiamento oppure era lo stesso comunismo che si prefiggeva la "rivoluzione del proletariato ? " La stessa idea di compromesso storico che includeva nel progetto di governo forze sociliste insieme a quelle laiche e cattoliche e' stata una realta' oppure una balla. Suvvia, sei sempre stato una persona equilibrata, continua ad esserlo. Guarda che quei momenti li ho vissuti mica me li hanno raccontati.


    Che rappresentanze una minoranza significativa non vuol dire che meritava per questo il governo del paese!



    [COLOR="Red"]Veramente il PCI era arrivato a prendere anche il 34% dei voti. Dodici milioni di elettori. Tanto minoranza non era. Comunque Berlinguer diceva che in Italia (visto quello che era successo in Cile) il Pci non avrebbe governato neppure con il 51% dei voti, da qui l'idea del compromesso storico adatto appunto alla complessa realta' italiana. Che come si e' visto 30 anni dopo ha visto la sua "goffa" imitazione.




    Ritengo che il disorientamento non è tanto da ricollegare alla morte di Berlinguer quanto alla crisi del comunismo nel mondo.





    E' indubbio che il comunismo era all'epoca in crisi. Per questo Berlinguer aveva iniziato a cambiarne rotta (ricordo i mugugni dei compagni nelle sezioni) ben prima della famosa caduta del muro. Anzi bisogna dare atto al buon Enrico di aver visto anni prima la fine del comunismo applicato sotto forma di socialismo reale. Attento pero', e' fallito il comunismo totalitario dei Paesi dell'Est, non l'idea del comunismo che in certi versi e' ancora attualissima. Certo se applicassimo alla lettera i dettami di Marx e di Lenin alla realta d'oggi, sarebbe pura follia. Ma vedi si parte da quelle idee che sono di uguaglianza e di salvaguardia dei piu' deboli, e si cerca di apllicarle alla realta' odierna, non facendo la rivoluzione 'e chiaro, ma battendosi con i mezzi odierni che sono la democrazia e la liberta' del singolo individuo, per realizzarle.




    I vari D'Alema non sono tanto degli orfani di Berlinguer quanto il frutto di una mancanza di riferimenti distrutti dalla realtà storica della sconfitta del comunismo inteso in senso stretto.



    D'Alema non e' un orfano, ne' tantomeno un comunista, e' un opportunista, cosi come molti degli attuali diessini. Ricordo ancora le parole di Natta prima di morire, riferendosi all'attuale dirigenza dei ds, disse : " Ma come vivono questi "? Si riferiva ai modi sguiati e pacchiani con cui molti dirigenti colorano le loro giornate mondane.





    Il problema è che la distruzione del comunismo da noi è coinciso con la distruzione degli altri partiti di sinistra ad opera dei propri leader corrotti!
    Questo ha creato un vuoto incolmabile a sinistra coperto in parte solo da PRC relegando al limite della extraparlamentarità



    Il problema e' che i socialisti sono stati travolti dal craxismo, mentre i diessini dal liberismo, e dalla corsa affannosa verso il centro. Ecco perche' la sinistra rappresentata dal PDCI e RC oggi in Italia e' definita "radicale" (sic!)




    Così a sinistra è rimasta solo l'alternativa di votare o un partito che si dichiara di sinistra ma che ha gli stessi programmi iperliberisti dell'estrema destra (che all'epoca non aveva nè il PLI nè l'MSI) o il partito dei gruppettari extraparmentari che credono nel pacifismo estremo e nell'ecologismo ideologico, la sinistra dei collettivi e dei no global violenti.




    Su questo siamo d'accordo. Io infatti sono "costretto" a votare RC.




    Insomma siamo senza più un partito veramente della sinistra. Ma il PCI che come tale si richiami agli ideali COMUNISTI non è la soluzione ma solo la via di un socialismo di tipo nord europeo, che non abbiamo mai potuto provare veramente!


    Infatti. Questo era il progetto di Berlinguer. Partire dal comunismo per arrivare nel concreto ad una socialdemocrazia di tipo svedese. Attenti pero' socilademocrazia non di tipo italiano ma vera ed autentica socialdemocrazia, la madre dell' assistenza sociale, della sanita' universale, dell'occupazione totale, della difesa del territorio e delle leggi. Questo era il progetto, conclusosi tragicamente in quella triste notte di Padova. Altro che liberismo e blaaarismo.

  9. #219
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    grazie delle info sulla ddr, piotr. interessanti e certamente esatte, ma permettimi di nutrire ancora qualche piccolo dubbio generale, perché non riesco a capire come tutti quei partiti, anche non-comunisti, abbiano deciso del muro di berlino e cosa sia poi successo negli anni '60.
    ciò non toglie la consistenza delle purghe in russia, praga, l'ungheria, etc etc
    ai tempi di berlinguer, certo si ventilava l'ipotesi dell'eurocomunismo, della condanna per i fatti di praga, ma non si è mai spesa una parola che fosse una sulla situazione interna all'urss.

    cmq, che le repubbliche popolari non fossero dittature... mumble mumble... per "dittatura" intendo partito unico e mancanza di elezioni (quelle tarocche non fanno certo testo), e le rep. pop. mi paiono adattarsi perfettamente a questo schema.
    è un po', mi pare, la questione cubana, che certi comunisti non riterrebbero una dittatura.
    preciso che, rispetto ad altri paesi sudamericani, cuba ha sicuramente dato più dignità e servizi sociali a tutti; che lì non trovi, come nelle favelas brasiliane, discariche a cielo aperto. ma quella di fidel sempre dittatura è.

    mi fa piacere, ad ogni modo, chiacchierare con una persona come te, che si dimostra aperto al dialogo e non ha troppi preconcetti (chi più chi meno tutti ne abbiamo qualcuno, compreso il sottoscritto) che impediscono il pensiero libero dai dogmi.

  10. #220
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    Citazione Originariamente Scritto da un uomo libero Visualizza Messaggio
    E chi lo nega! Stai parlando pero' PRIMA del famoso discorso di Berlinguer a Mosca, dove egli annunciava in poche parole la diversita' del PCI riguardo le istanze del socialismo reale. Diversita' che divennero progetto in quella che venne definita la "terza via al socialismo". Ricordo anche che prima di Berlinguer, ai tempi della segreteria di Togliatti, fino a Longo, si era aperto nel PCI un serio e combattuto dibattito che partendo dall'invasione d'Ungheria per passare a quella di Praga, segno' il partito con diverse micro scissioni (il gruppo del Manifesto) sintomo inequivocabile di un dissenso profondo verso la madre Russia ed il socialismo reale. Dimentichi che la situazione politica degli anni 50/60 era ben diversa da quella dei decenni successivi, e la guerra appena finita, con la ferita profonda lasciata dal regime nazifascista, con conseguente riconoscenza verso i fratelli sovietici, non poteva non avvicinare il PCI a Mosca, specie considerando l'ingerenza e la presenza costante e degli americani sul nostro suolo. Insomma altri tempi, diversa situazione politica
    mi permetto di definire meglio (non prendermi per un presuntuoso, plìs. è che proprio in questi giorni mi sto interessando dell'argomento) alcune tue osservazioni:
    - nel suo discorso a mosca (ma non vorrei confondere) berlinguer non sottolineò le differenze tra il pci e il pcus, ma tra la situazione russa e quella italiana. in sostanza, per conquistare fette di potere in italia il pci doveva adottare la strategia "entrista" sennò sarebbe rimasto sempre ai margini;
    - la defenestrazione del gruppo del manifesto venne espressamente chiesta da mosca ed eseguita dal pci, perché il manifesto aveva assunto posizioni filo-cinesi
    - non è che fu la guerra ad avvicinare il pci a mosca, togliatti e il pci furono a mosca per tutti il ventennio fascista
    - quella che chiami ingerenza americana era dovuta agli accordi presi a yalta e, non ultimo, il fatto che gli americani e non i russi avevano liberato (od occupato, se preferisci) l'italia

 

 
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