Originariamente Scritto da
tolomeo
C’è Repubblica al telefono !!!!!!!!
Il giornale di CDB contro i pool milanesi: quando vi prendete Tronchetti?
Dura ramanzina, ieri su Repubblica, alla procura e al tribunale di Milano. Ma come? Voi togati avete una preda come Marco Tronchetti Provera a portata di mano, c’è un pentito che dice che un altro gli ha detto che certi report spionistici erano per l’allora proprietario della Telecom, e voi state lì a indugiare, al massimo tirate fuori un gip che accenna a un teorema polveroso del tipo non-poteva-non-sapere? E quando ce la interrogate per benino, la nostra preda ambita e preferita degli ultimi anni? E quando lo mandate a prendere, l’allora proprietario, per metterlo a San Vittore in attesa di notitiae criminis? Ma insomma, non vedete che tutto è pronto? Prodi gongola, dopo i noti scontri e la rivelazione dei suoi piani segreti di confisca morbida della rete, noi vi appoggiamo e vi facciamo da battistrada buttandola in inchiesta, cioè in caciara, e voi vi grattate la pancia? Per settimane abbiamo battuto sul debito di Telecom e sulle intercettazioni di Telecom, poi abbiamo un po’ mollato lì, anche perché Guido Rossi ha molti amici in città, è stimato in procura, ci ha detto di mettere giù le mani dal malloppo che ai guai di Telecom eventualmente ci pensa lui, e a volte nella vita e nel giornalismo editorial-finanziario bisogna pur stare a vedere che succede, ma non è che penserete di poter evitare il colpo decisivo a un proprietario che ci è scomodo e a una ditta che potrebbe tornarci utile, influente com’è nella Borsa e in un giornale concorrente come il Corriere della Sera?
Su, sbrigatevi, scriveva ieri Giuseppe D’Avanzo rivolto ai magistrati di Milano, i nostri servigi all’indipendenza della magistratura e alla libertà di stampa dovete meritarveli.
Niente di nuovo. Repubblica è spregiudicata, ha fatto campagna per anni a tutela dei diritti di risarcimento del suo editore nei casi Sme e Lodo Mondadori, un giornalismo d’accusa che si esprime attraverso i lamenti della parte civile ma a nome dell’opinione pubblica tutta.
L’ingegner De Benedetti è uomo di mondo, ha raccontato lui stesso a Federico Rampini di aver portato il capo dell’Iri Prodi da Craxi a Palazzo Chigi, perché si discolpasse dall’accusa di non averlo informato della vendita del colosso agro-alimentare, facendogli sospettare un tangentone per gli amici degli amici dei suoi nemici.
E’ dagli anni Ottanta che editoria politica e finanza si stringono nel segno di Repubblica e dei diversi pool ambrosiani, e stringere è la parola giusta visto che si tratta di manette. Tronchetti Provera ha deciso di difendersi così, sulla Stampa di domenica: non ho mai parcheggiato in doppia fila e nutro fiducia nell’azione della magistratura, che aiuto con le mie carte e incoraggio da mesi a fare il suo mestiere. E’ un suo diritto, nonostante la nostra opinione contraria.
A noi non resta che attaccare delicatamente, il che non è poi così difficile, questo ibrido di finanza editoria politica e giustizia al quale sono appese, come a una chimera, le sorti dell’establishment italiano da vent’anni. Per il panettone di stato a buon prezzo, bisognava accompagnare Prodi da Craxi e Berlusconi in galera. Per la telefonite, non andavano bene Agnelli e Colaninno. Ora la chiamata è per Tronchetti Provera e per il baco del Corriere. Diteci quel che volete, e prendetevelo. Siamo un po’ stanchi.
il Foglio