Cresce in tutto il cosiddetto occidente il rigetto per le menzogne cui i cittadini vengono letteralmente ingozzati, come le oche del fegato grasso. Siamo infognati in una “guerra” dai motivi inventati di sana pianta, una guerra che avrà conseguenza spaventose, anche economiche, per tutti, americani ed europei. Paesi sono invasi, popolazioni sterminate in nome di una difesa dal “terrorismo” che anche se fosse veramente tale ( e non false flag, opera dei servizi segreti) avrebbe causato morti e distruzioni in misura infima rispetto a quelle della “guerra infinita”. Il terrorismo, da sempre, è opera di polizia, non di guerra. Non si invadono paesi per combattere il terrorismo: oltrettutto è inutile. Sono menzogne quelle che hanno portato ai crimini contro la Serbia, ( per inciso: oggi in Kossovo bande di delinquenti albanesi ammazzano impunemente i serbi, nel silenzio dei media) contro l’Afghanistan, la Somalia. Menzogne totali quelle che erano alla base del carnaio iracheno. Sono menzogne acclarate: nessuno nega oggi che l’Iraq non c’entrava né con il terrorismo né con le armi di massa. Ma i media prezzolati continuano: guerra al terrore, guerra di civiltà.

Questo macello giova soltanto ad una nazione:Israele. Soltanto ad una ideologia: il sionismo.

Oggi le principali vittime sono i popoli massacrati. Domani lo saremo anche noi, anche se sul piano economico lo siamo già ora. Questo per interesse delle lobby monopoliste dell’impero americano (petrolio, armi, ecc) e soprattutto per gli interessi di Israele e dei deliri dei sionisti.

Chiariamo una volta ancora: l’antisemitismo non c’entra. Sul piano religioso ci è del tutto indifferente se una persona crede si ispira all’islam, al giudaismo, al cristianesimo, se è pagano, buddista o scintoista. Sono affari suoi. Sono affari nostri quando i seguaci di una religione pretendono di condizionare gli altri o si ritengono eletti da Dio ad una qualche missione che li pone sopra agli altri.

I questo senso tutti i monoteismi sono pericolosi in quanto detentori di una verità assoluta.

Il giudaismo non fa proseliti ma pone gli ebrei su un piano particolare. Il tema è molto vasto e ne parleremo ancora. Questa interpretazione della religione ebraica ha dato una possente spinta alla nascita del sionismo, movimento che grazie al grande potere finanziario e politico di parte della diaspora ebraica simpatizzante, ha raggiunto nel secolo scorso traguardi impensabili, sino a fare di Israele una potenza militare di rimordine. A contribuire sono stati in modo decisivo i tedeschi, su grava il ricatto continuo e arrogante della seconda guerra mondiale ( nell’ultimo incontro con la Merkel il premier Olmert ha avuto la faccia di bronzo di chiedere ancora sommergibili alla Germania, sempre tirando fuori l’ “olocausto”, insesauribile miniera di rivendicazioni assai poco morali e molto concrete) e che hanno versato miliardi di dollari ad Israele. Altri miliardi di dollari versano ogni anno i contribuenti americani, altri ne versa l’Europa che esenta, chissà perché, dal pagamento del dazio i prodotti dello Stato ebraico. Si potrebbe continuare.

Gli ebrei in Israele da perseguitati sono diventati persecutori. E il sionismo è diventato un’ideologia altamente aggressiva. Ma il sionismo non può rappresentare tutti gli ebrei così come le stesse comunità ebraiche della diaspora non possono pretendere di rappresentare tutti gli ebrei. E nemmeno pretendere che poche migliaia di cittadini simpatizzanti sino al fanatismo per uno stato estero possano contare nelle loro rispettive patrie di residenza più di milioni di concittadini, sperando che li considerino tali. Il sionismo ha accecato troppi ebrei: è un chiaro eccesso nazionalistico, sottintende superiorità, maggiori diritti, volontà espansionista, maggior ricchezza e potere per tutti gli ebrei sparsi nel mondo. E’ naturale che da molti di loro sia visto con simpatia.

Ma ci sono anche ebrei di grande valore che lo combattono, e ne subiscono le conseguenze: Vanunu, Shamir, lo scacchista Fisher, gli intellettuali Choomsky e Finkelstein e parecchi altri. Per non parlare del più grande di tutti, Israel Shahak, autore della più devastante critica del sionismo e delle regole talmudiche mai scritta da un ebreo. Ed un ebreo, si noti, deportato in campo di concentramento dai tedeschi durante la guerra.

Questo voliamo sottolineare ai farisei pronti a gridare alla bestemmia, all’antisemitismo. Un’accusa che serve a far parlare solo loro.

Naturalmente tutto ciò non impedirà ai sionisti ed ai loro manutengoli di definire antisionista chiunque critichi il loro movimento, chiunque ne abbia abbastanza delle continue ingerenze di certi caporioni sionisti negli affari politici dei paesi in cui abitano, come se rappresentassero milioni di voti e invece rappresentano quattro gatti. Perché la democrazia, di cui sbandierano ogni due per tre i valori assoluti fingendo di credervi, prevede che la maggioranza governi, una volta eletta. Nell’interesse del proprio paese, peraltro, non di altri stati.

Una delle battaglie più continue dei sionisti è quella per il mantenimento della legislazione contro il revisionismo storico, una legge che colpisce in modo ignobile la libertà di espressione e di pensiero. La libertà di pensiero e di parola non può conoscere limitazioni e la storia è sempre revisione. Ma, come ha ben scritto Norman Finkelstein, a loro interessa soprattutto la grande industria dell’olocausto , le continue richieste di “riparazioni” e la legittimazione postuma ed infinita di tutti i crimini del sionismo israeliano. Oggi e non sessat’anni fa, durante una guerra mondiale.

Due uomini politici in Europa negli ultimi tempi hanno preso posizione sulle leggi repressive volute dalle comunità ebraiche: in Svizzera Blocher, per sottolineare l’assurdità di una legislazione stupida più ancora che illiberale e oltrettutto strumento di forzature politiche. In Italia Clemente Mastella, per ragioni opposte: mettere in galera chiunque non si inginocchi davanti alla nuova religione.

L’uno, Blocher, un uomo che alla politica e all’ideale ha dato moltissimo senza prendere nulla ( non ne aveva certo bisogno) l’altro, il democristiano Clemente Mastella, rampollo di quella stirpe più ladrona che padrona che era la DC, prediletto di quel De Mita famoso per aver gestito come tutti sanno i terremotati dell’Irpinia, l’uomo pronto a passare a sinistra o destra al migliore offerente.

L’uomo giusto per certi bassi servizi.

Così ha commentato Maurizio Blondet, con l’abituale caustica prosa.









“Inevitabile: il negazionismo sarà reato punito penalmente.


Inevitabile che a varare questa norma in Italia sia Clemente Mastella, il fondatore del solo partito che, in un mondo dove la giustizia avesse un senso, andrebbe disciolto per legge, avendo come uno scopo quello - criminale - del clientelismo e dell'accaparrento di denaro pubblico.


Ma non è un mondo dove la giustizia ha un senso, e infatti Mastella è ministro della «giustizia», mentre dovrebbe essere reato essere Mastella. Ciò tuttavia è inevitabile, dati i tempi che corrono.


Tempi ultimi, anticristici, dove il Padre della Menzogna impone la sua legge.


I telegiornali hanno intervistato Alessandro Ruben, definito «promotore della legge» di Mastella.


Il lobbista.


Questo Reuben è presidente italiano (con accento spiccatamente israeliano) della Anti-Defamation League (ADL), l'organismo creato dal B'nai Bh'rith, la massoneria riservata agli ebrei.


Ad insediare Ruben in Italia è stato Abraham Foxman, il capo dell'ADL americano.


Lo stesso che nel gennaio 2005 ingiunse al Vaticano di bloccare il processo di beatificazione di Pio XII; e ciò sulla base di un «documento» datato 1946 in cui apparentemente Pio XII ordinava di non consegnare alle famiglie i bambini ebrei, rifugiati presso cattolici, se fossero stati battezzati.


Il documento era stato rivelato da Il Corriere ( manco a dirlo, ndr) pochi giorni prima.


Era scritto a macchina e non era firmato: palesemente un falso preparato ad hoc, una specialità della ADL - la quale avrebbe molto da insegnare a qualunque negazionista in fatto di menzogne.


Il Vaticano ha ceduto, e anche questo è inevitabile.


Il B'nai B'hrit aveva mandato al Concilio osservatori che riuscirono a far abolire la preghiera per la conversione degli ebrei.Nasceva la «sola religione rimasta», quella a cui ormai tutti siamo obbligati a credere. E a prestare culto con atti esterni.




Ruben, con lo spiccato accento israeliano, ha detto che la «libertà di pensiero è sacrosanta» ma che il negazionismo va vietato «perché chi nega l'olocausto ha in realtà altri scopi».


Con ciò, ha dichiarato il vero scopo.

La legge-Mastella sarà usata per soffocare le voci critiche sui crimini d'Israele; e via via, l'attacco alla libertà di pensare sarà esteso ad libitum, secondo il volere del potere.


Inevitabile: Mastella non sa che farsene della libertà di pensiero e di ricerca, essendo il pensiero a lui estraneo, e i suoi delitti tutti volti al concreto.


Non può nemmeno sapere che così ha sancito la nascita del primo «psico-reato», profetizzato da Orwell.


Ora seguirà la psico-polizia, su indicazione di Ruben.


Tutto ciò è inevitabile, e protestare è inutile.


La sola difesa, per il momento, è tacere sull'olocausto.


Non parlarne mai, né per affermarlo né per negarlo.


Non c'è difesa possibile per chi lo nega - la legge è stata fatta appunto per impedire di portare prove eventualmente contrarie alla versione ufficiale - e il silenzio è la sola difesa.




La psico-polizia farà domande: credi all'olocausto?




Non si deve rispondere né sì né no.


La psicopolizia vuole spiare i nostri pensieri, nemmeno l'agnosticismo sarà ammesso.


Tutto ciò è inevitabile.


Tale è il dominio di un popolo che ogni anno, allo Yom Kippur, ripete la cosiddetta preghiera detta «Kol Nidrè».


Essa suona così: «Tutti i voti, gli impegni, i giuramenti e gli anatemi che siano chiamati 'konam', 'konas', o con qualsiasi altro nome, che potremmo aver pronunziato o per i quali potremmo esserci impegnati siano cancellati, da questo giorno di pentimento sino al prossimo».


Con questa «preghiera», questo popolo si libera in anticipo da ogni impegno e voto, si dà il diritto di violare ogni giuramento che pronuncerà nel corso dell'anno prossimo.


Dunque, si dà il diritto di mentire e tradire; si consente e si assolve da ogni slealtà e falsità, si scioglie da ogni promessa fatta a non-ebrei, e dal tener fede ad ogni contratto.

In anticipo.Mastella può recitare il Kol Nidrè con gusto e profitto: sembra fatto apposta per lui, talmudista sans le savoir, e per il suo partitino della disonestà come fine unico e proclamato.E' questa la nuova legge sotto cui dobbiamo vivere.


Loro possono mentire anche sull'olocausto.


Mentire su tutto.A noi non resta che parlare - finchè si può - del loro «oggi», di quel che fanno ai bambini palestinesi, dell'oppressione e della morte che danno alla gente sotto il loro dominio, dell'uranio che hanno sparso in Libano, dei loro attentati false-flag; non mancano gli argomenti, ce ne offrono molti ogni giorno, con le loro atrocità, manovre occulte, volontà omicida.E' l'attualità che deve interessarci, visto che la storia ci è vietata, e la «memoria» è imposta.


Finchè si può, s'intende.


Il Padre della Menzogna ha esteso il suo potere, e i figli della menzogna sono all'opera, insonni.




Parole terribili ma purtroppo spaventosamente vere.

Ma chi crede che si tratti solo di una disputa marginale, che concerne pochi addetti ai lavori, commette un errore madornale.

Israele preme per attaccare l’Iran, ultimo presunto ostacolo verso i suoi piani di dominio ( poi verranno sempre “nuovi Hitler”, nuovi pianificatori di “olocausti”) e quell’attacco questa volta sarà devastante. Si parla persino dell’uso dell’arma atomica, non impossibile nel delirio sionista.

Un’arma simpatica, nella guerra infinita contro il “Terrorismo”. Un’arma che se usata ci porteré tutti alla catastrofe. Non solo Israele. E con il paravento dell’ “olocausto” si vuole impedire sul nascere una denuncia mondiale contro Israele. Un pericolo enorme che concerne tutti.

E che rischiamo di non potere nemmeno denunciare per il diritto di parola viene ogni giorno più restretto.

Ecco cosa scrive Rita Guma, presidente nazionale dell'osservatorio europeo per la legalità:



«Il ministro della Giustizia italiano Clemente Mastella ha lanciato un appello affinchè il negazionismo dell'olocausto diventi reato in tutti i Paesi dell'Unione Europea.
A Dresda per il Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Affari Interni europei a pochi giorni dalle commemorazioni per l'Olocausto che si terranno il prossimo 27 gennaio, il Guardasigilli, incontrando la sua omologa Brigitte Zypries, ha sottolineato l'importanza di una iniziativa comune in questa direzione.
Il ministero della Giustizia rileva che si tratta di una inversione di rotta evidente rispetto alla posizione assunta nel 2003 dal precedente Governo italiano.
Riteniamo ci sia da riflettere attentamente su una tale scelta, anche rimanesse solo a livello di proposta.
Ricordiamo che ad ottobre 2004 il presidente del parlamento europeo, Josep Borrell condannò le proposte negazioniste - giudicate naziste - del delegato generale del Fronte Nazionale Francese di Jean Marie Le Pen, Bruno Gollnisch, eletto deputato europeo, il quale aveva dichiarato che «gli storici non sono d'accordo» su certi aspetti del genocidio degli ebrei perpetrato dai nazisti: vi sono molti campi di concentramento... dove alcuni storici ufficiali dicono che non vi erano camere a gas'.
A gennaio 2005 il parlamento europeo condannava ogni forma di antisemitismo e invitava insistentemente il Consiglio europeo e la Commissione nonché i governi degli Stati membri ai vari livelli locali, regionali e nazionali a fare il necessario per coordinare le loro azioni volte a combattere il razzismo, la xenofobia e l'antisemitismo, anche con la promozione di iniziative fra la società civile.
A nostro giudizio queste condanne e le azioni positive proposte (e realizzate in tutta Europa), così come il continuo ricordo e la testimonianza - dal vivo o con libri ed articoli - hanno un immenso valore, simbolico ed educativo.
Vietare la negazione per legge sarebbe come dire che non è possibile dimostrare il fatto storico.
E' molto grave inoltre aprire la porta in Europa alla sanzione alle idee, che potrebbe accreditare domani scelte speculari, come quella della Turchia, che sanziona con il carcere chi afferma l'esistenza storica del genocidio armeno.
Infatti, se non sono le prove a stabilire la verità storica, ma le leggi, qualsiasi invenzione potrebbe divenire verità storica e viceversa qualsiasi fatto accertato potrebbe essere negato per legge.


GM