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  1. #1
    Dalla parte del torto!
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    Predefinito Vicenza. Sergio Romano: "Grave errore di Prodi"

    Succede l'incredibile: un diplomatico conservatore è più a sinistra della sinistra

    Per due volte, dalle colonne del Corriere della sera,il vicentino Sergio Romano, ex diplomatico e opinionista, aveva espresso la sua contrarietà alla base Usa di Vicenza. Oggi, in un'intervista rilasciata al Giornale di Vicenza, Romano ribadisce la sua contrarietà. «Penso sia un errore, un grave errore. Penso che sarebbe stato preferibile dire no al raddoppio perché questo avrebbe permesso di cominciare a chiarire un problema che abbiamo lasciato impolverarsi col passare del tempo: ovvero la situazione di tutte le basi americane in territorio nazionale. Avevano una giustificazione in un altro momento storico, quando era tollerabile che ci fossero zone extraterritoriali con fortissima sovranità americana. Oggi non mi sembra più che, dopo la caduta dei blocchi, quella giustificazione funzioni ancora. Sapevamo benissimo che uso avrebbero fatto gli americani delle basi durante la Guerra fredda: oggi per quali scopi le useranno? Questo è il punto fondamentale e non è stato sollevato».
    «Vorrei sapere quali sono le strategie politico-militari che motivano questa basi oggi, a cosa serve il raddoppio, vorrei che se ne discutesse pubblicamente. Il governo italiano ha diritto di imporre una consultazione permanente su queste aree militari nel suo territorio - continua l'ex ambasciatore - Forse sono informazioni che non ci sono stare rese note. Chiaro che il problema delle basi comporta una serie di omissis, ci sono cose che restano oscure alla pubblica opinione, ma ci sono cose fondamentali che in una democrazia non possono restare segrete».
    A chi sottolinea le ragioni dell'indotto economico della base, Romano ricorda: «Il problema delle ricadute economiche della base è un falso problema. Io ricordo bene quando gli americani alla fine della Guerra fredda hanno portato via dalla Germania 20 su 30 mila uomini che avevano dislocato lì. Una decisione strategica del governo Clinton: i giornali tedeschi lanciarono l'allarme per la caduta delle attività collaterali. Ma un problema di politica internazionale non è comparabile al destino di famiglie che eventualmente resterebbero senza lavoro o a qualche perdita per l'economia. Qui si tratta di relazioni ben più importanti, del futuro di un Paese in un quadro internazionale». «L'esperienza del Cermis negli anni novanta dovrebbe averci insegnato qualcosa - afferma poi Romano - qualsiasi cosa accada in
    territorio italiano se concerne americani in esercizio di attività militari, sfugge completamente alla giudisdizione italiana. La seconda lezione è che quando i militari vengono giudicati negli Usa si applicano attenuanti paradossali. Hanno messo sul tavolo una questione come questa quando hanno parlato di raddoppio della base a Vicenza? L'Italia ha ceduto ad un ricatto morale: se non dài la base, sei antiamericano. No, invece si può essere contrari alla base ed essere filoamericani. Se non lo capiscono negli Usa, glielo si spiega. Ricorda quando Craxi prese posizione su Sigonella? Una settimana dopo incontrò Reagan, i due si spiegarono direttamente. Gli americani non sono irragionevoli
    ».
    Sinistra Nazionale!

  2. #2
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    quando craxi incontrò reagan la frittata era già fatta. a sigonella craxi sbagliò.
    ma adesso prodi ha ragione.

  3. #3
    Omia Patria si bella e perduta
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    Citazione Originariamente Scritto da Rodolfo Visualizza Messaggio
    Succede l'incredibile: un diplomatico conservatore è più a sinistra della sinistra

    Per due volte, dalle colonne del Corriere della sera,il vicentino Sergio Romano, ex diplomatico e opinionista, aveva espresso la sua contrarietà alla base Usa di Vicenza. Oggi, in un'intervista rilasciata al Giornale di Vicenza, Romano ribadisce la sua contrarietà. «Penso sia un errore, un grave errore. Penso che sarebbe stato preferibile dire no al raddoppio perché questo avrebbe permesso di cominciare a chiarire un problema che abbiamo lasciato impolverarsi col passare del tempo: ovvero la situazione di tutte le basi americane in territorio nazionale. Avevano una giustificazione in un altro momento storico, quando era tollerabile che ci fossero zone extraterritoriali con fortissima sovranità americana. Oggi non mi sembra più che, dopo la caduta dei blocchi, quella giustificazione funzioni ancora. Sapevamo benissimo che uso avrebbero fatto gli americani delle basi durante la Guerra fredda: oggi per quali scopi le useranno? Questo è il punto fondamentale e non è stato sollevato».
    «Vorrei sapere quali sono le strategie politico-militari che motivano questa basi oggi, a cosa serve il raddoppio, vorrei che se ne discutesse pubblicamente. Il governo italiano ha diritto di imporre una consultazione permanente su queste aree militari nel suo territorio - continua l'ex ambasciatore - Forse sono informazioni che non ci sono stare rese note. Chiaro che il problema delle basi comporta una serie di omissis, ci sono cose che restano oscure alla pubblica opinione, ma ci sono cose fondamentali che in una democrazia non possono restare segrete».
    A chi sottolinea le ragioni dell'indotto economico della base, Romano ricorda: «Il problema delle ricadute economiche della base è un falso problema. Io ricordo bene quando gli americani alla fine della Guerra fredda hanno portato via dalla Germania 20 su 30 mila uomini che avevano dislocato lì. Una decisione strategica del governo Clinton: i giornali tedeschi lanciarono l'allarme per la caduta delle attività collaterali. Ma un problema di politica internazionale non è comparabile al destino di famiglie che eventualmente resterebbero senza lavoro o a qualche perdita per l'economia. Qui si tratta di relazioni ben più importanti, del futuro di un Paese in un quadro internazionale». «L'esperienza del Cermis negli anni novanta dovrebbe averci insegnato qualcosa - afferma poi Romano - qualsiasi cosa accada in
    territorio italiano se concerne americani in esercizio di attività militari, sfugge completamente alla giudisdizione italiana. La seconda lezione è che quando i militari vengono giudicati negli Usa si applicano attenuanti paradossali. Hanno messo sul tavolo una questione come questa quando hanno parlato di raddoppio della base a Vicenza? L'Italia ha ceduto ad un ricatto morale: se non dài la base, sei antiamericano. No, invece si può essere contrari alla base ed essere filoamericani. Se non lo capiscono negli Usa, glielo si spiega. Ricorda quando Craxi prese posizione su Sigonella? Una settimana dopo incontrò Reagan, i due si spiegarono direttamente. Gli americani non sono irragionevoli».
    Non è impossibile, già altre volte Romano aveva mostrato una regionevolezza ed ampiezza di vedute non comune, alternata a cadute di stile notevoli. Per me dice queste cose solo perché è un diplomatico in pensione, per cui sa come va il mondo, ma non è tenuto a difendere certe posizioni per partito preso. Ovviamente neanche lui ci dice tutta la verità.
    Del tipo che la base di Vicenza può colpire Parigi come Tripoli o Teheran e che probabilmente è in connessione con una strategia di rafforzamento della presenza militare USA in Europa. Per me ci sono sinergie con l'installazione di sistemi antimissile ultima generazione in Polonia e Repubblica Ceca.
    In conclusione, la presa in giro: l'espanzione a Vicenza è in parte un trasloco dalla Sardegna, però ci scommetto che la nostra sinistra radicale si coprirà di allori per aver fatto sloggiare gli americani dalla Maddalena.

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da dime can Visualizza Messaggio
    quando craxi incontrò reagan la frittata era già fatta. a sigonella craxi sbagliò.
    ma adesso prodi ha ragione.
    ...bel modo di intervenire in un forum, complimenti!

    3 righe, 4 sentenze, 3 punti, 0 maiuscole, poco senso... Se continui così vinci un premio...

    Dai su, presentazione, spiegazione affermazioni fatte, analisi, documentazione e poi se ne parla...

    Ciao ciao

 

 

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