No, il problema delle pensioni di adesso deriva dal fatto che le aziende italiane, per una serie di motivi che esulano da questo post, hanno sempre cercato una maggiore flessibilità sulla riduzione dei dipendenti e, molte volte, l'hanno ottenuta tramite interventi statali come ad esempio prepensionamenti, scivolo contributivo ecc. ecc.
Tutti quei pensionati e le relative spese ce le troviamo addosso ora, insieme a quelle della cassa integrazione e a tutte le altre cose che con troppa leggerezza sono state addossate all'inps.
Riguardo alla separazione dei conti e alla facilità con cui avete cercato di tacciare Piotr di impreparazione rispetto ai capoccioni della ragioneria di stato vorrei fare un appunto (non riguarda il tuo post Iannis): perchè i cervelloni della ragioneria non buttano giù quattro conti e ci dicono che cosa cambierebbe tenendo separate l'assistenza e le pensioni (e soprattutto cosa sarebbe cambiato prime se l'avessero fatto dall'inizio) ?
Se anche è vero che questa separazione non diminuirebbe il carico generale che ci tocca sopportare almeno sapremmo a cosa imputarlo e, conseguentemente spero, di quanto realmente tocca rimodulare il sistema pensionistico.
In ultimo quando si paragona il sistema italiano con quelli stranieri per la durata e i limiti di anzianità, vorrei che si facesse anche mente locale sulla quantità di contributi versati: in Danimarca, per fare un esempio, si versa dal 2 al 4% per i contributi pensionistici più altre percentuali (molto variabili da persona a persona e in alcuni casi volontarie) per la cassa malattie e indennità per un totale vicino al 7-9%.
In Italia si versa il 32,70% del lordo, fate un po' voi.