LA DENUNCIA Accusa dell’antiracket «Il governo è assente»


Sos a Prodi dai gruppi antiracket


L’accusa viene lanciata senza giri di parole da Silvana Fucito, nel corso dell’assemblea regionale delle associazioni antiracket della Campania. «Il governo è poco attento alle associazioni che combattono il pizzo. Dopo la campagna elettorale siamo stati oscurati» ha detto la coraggiosa imprenditrice napoletana che denunciò i suoi estorsori. E le ha fatto eco il coordinatore della Fai, Luigi Cuomo: «I massimi livelli dello Stato devono devono incoraggiare il nostro movimento». Dal presidente della commissione parlamentare antimafia, Francesco Forgione, l’impegno è stato immediato: «Interverrò sul ministro Amato in merito al sostegno delle attività delle associazioni antiracket. Se la politica non è in connessione con la parte migliore del popolo ha fallito il suo ruolo». Ed ha aggiunto: «Il governo non può più perdere tempo anche sui beni confiscati, che devono essere seguiti fino al momento dell’assegnazione». Inoltre, secondo il presidente della commissione antimafia «va fatta una verifica sui certificati antimafia, spesso aggirati dal meccanismo dei subappalti». Forgione è ritornato poi sulle accuse della Fucito. «Quando le associazioni antiracket lanciano l’allarme di uno scarso ascolto da parte del governo, in merito alle istanze di chi combatte la criminalità organizzata in prima linea, la commissione parlamentare antimafia può stare solo da una parte, con l’associazionismo antiracket». Ed ha aggiunto: «Chiedo al governo di rendere palpabile un’iniziativa radicale e diffusa a sostegno di chi denuncia e di chi chiede trasparenza nell’economia e libertà di impresa. Le associazioni chiedono al governo il riconoscimento della loro soggettività sui territori e il sostegno alla attività della magistratura, alla capacità investigativa delle forze dell’ordine e soprattutto un sostegno all’associazionismo, senza cui non esiste la possibilità di denuncia». Secondo Forgione a Napoli si è creato un modello, ispirato a quello di Capo d'Orlando, che si sta estendendo a tutta la Campania, perchè le istituzioni locali hanno riconosciuto le associazioni fatte dai commercianti che denunciano e si associano. «Il governo deve riconoscerli», ha ribadito Forgione. Poi ha criticato le associazioni di categoria dei commercianti e degli imprenditori: «C'è ancora lo scarso coraggio delle associazioni di categoria, quelle dei commercianti e quelle degli imprenditori, che non hanno la forza di rompere con un sistema nel quale troppo spesso convivono». Dal canto suo Tano Grasso, presidente della federazione delle associazioni antiracket e antiusura, ha commentato: «Prodi deve dare un segnale perchè sul terreno della lotta all'usura e al racket c'è un vuoto strategico del governo. Nè un segnale, nè una parola verso il nostro operato. Già si è arrecato un grave danno con l'indulto, ma se continua così il governo fa un danno al Paese». La risposta è arrivata nel pomeriggio dal sottosegretario all’Interno Ettore Rosato. «Mai dividere il fronte dell'Antimafia e aprire fratture tra istituzioni e associazioni impegnate nella lotta al racket e all'usura che, invece, oggi collaborano e cooperano: è un errore che non va commesso» ha dichiarato Rosato. E, sempre sul fronte legalità, il presidente della Regione, Antonio Bassolino propone un marchio che contraddistingua i beni realizzati con i beni confiscati - oltre 150 milioni di euro - alla criminalità organizzata. «Un marchio, un logo, un simbolo - ha spiegato Bassolino nel corso di una conferenza stampa, alla presenza di don Luigi Ciotti - da realizzare, perchè no, anche con l'ausilio di stilisti e che serva proprio a sottolineare il fatto che la legalità può arrivare, deve arrivare dove si consolida la criminalità». Il governatore Bassolino ha sottolineato che «l'obiettivo è colpire al cuore la camorra, è colpire la ricchezza e il potere della camorra». Di lotta al crimine organizzato ha parlato anche da don Ciotti, presidente dell'associazione Libera. «Una lotta che ha bisogno soprattutto «di coerenza, credibilità, continuità».



Il Mattino, 24-01-2007



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