Il potere si gestisce con minore difficoltà se non vi sono molti cambiamenti nella direzione del governo.
Dopo il 1945 fu instaurata una pseudodittatura identificatasi nella Democrazia Cristiana.
Ma essendo inserito nell’immaginario popolare il concetto che la dittatura viene rappresentato dal dominio prolungato di un uomo solo; allora, dopo la nascita della repubblica, si dovette, onde fare credere di essere una democrazia, per oltre 40 anni cambiare ogni pochi mesi il governo.
Era la famosa “““ammuina””” del potere.
Grazie alla legge elettorale votata anche dalla lega nel 1993 si formò la possibilità di creare il concetto di alternanza ossia l’avvento del bipolarismo accettato.
Questo sistema fu pianificato usando la disponibilità della lega al cambiamento di rotta, (fine 1994). I poteri occulti riuscirono in tal modo, in apparente sistema democratico, a sdoganare la sinistra in modo da creare il concetto di alternanza ufficializzata nel turno legislativo 1996- 2001. In tale periodo affinché non sorgesse l’idea che la sinistra avesse le stigmate della dittatura, si dovette alternare, come Presidenti del Consiglio, tre persone di estrazione differente.
Per creare l’alternanza di coloro che devono fingere di avere il potere, ma nel contempo qualunque partito potesse assurgere al giusto desiderio di sedersi alla tavolata, fu inventato il sistema dell’apparentamento.
Più partiti collegati, ed ognuno attraverso un proprio modo di presentarsi politicamente potesse raschiare il fondo del barile dei votanti, assecondando le numerose soluzioni teoriche di come deve svolgersi il potere.
I partiti furono, nel 1996 e nel 2001, obbligarti a cimentarsi nelle circoscrizioni elettorali sotto un simbolo solo lasciando a loro uno spazio in un teorico sistema proporzionale, questo eleggeva in modo partitico tradizionale solo 156 deputati su 630, e permetteva, grazie alla legge elettorale senatoriale, la nomina sotto un simbolo specifico di un partito pochi senatori su 315 ( nel 2001 solo otto)
Nel 2006 è stata applicata una legge elettorale in cui non vi era più l’impegno di gestirsi e confluire in un unico simbolo con altri ma esisteva solo l’apparentamento con gli sbarramenti del caso. Si lasciava la libertà teorica di essere presenti ma con l’obbligo di gestirsi sotto il nome di un solo candidato alla presidenza del consiglio.
Vista però la difficoltà di condurre una politica con l’assemblearismo di diversi partiti, ed essendovi una necessità impellente di concludere i cambiamenti, secondo i dettami dei poteri occulti, diventa necessario che il potere sia in possesso di un solo gruppo parlamentare omogeneo.
Conseguentemente vogliono riformare la legge elettorale parlamentare .
Per eliminare non fisicamente ( per ora) i partiti piccoli ma impedire loro di poter intralciare, per semplici e solite necessità di cassetta o di spazio, il progetto dei veri poteri.