Risultati da 1 a 3 di 3
  1. #1
    Forumista assiduo
    Data Registrazione
    15 Jan 2007
    Località
    O Hitler a Mosca, o Stalin a Lisbona! Fuori gli yankee!!
    Messaggi
    8,542
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Il Partito Radicale Serbo si afferma come prima forza del paese

    Le elezioni legislative serbe svoltesi domenica 21 gennaio hanno
    messo in luce le seguenti tendenze: una partecipazione degli elettori
    del 60,4%, considerata forte in rapporto all'elezione precedente
    (referendum costituzionale). Le liste che emergono sono da una parte
    quelle pagate dalle mazzette e dai furti di imprese e più o meno
    finanziate dalle democrazie occidentali (i cosiddetti partiti del «
    Blocco democratico ») e, dall'altra parte, il Partito Radicale Serbo
    (SRS), la cui integrità è riconosciuta da tutti, anche dai suoi
    nemici, e che aveva mobilitato tutti i suoi mezzi materiali ed umani
    per raggiungere il primo posto. Vi è riuscito.

    I grandi perdenti di questo scrutinio sono incontestabilmente per
    primo Vuk Draskovic e la sua lista Movimento del Rinnovo Serbo (SPO)
    che, con il 3,3%, non arriva a superare lo sbarramento del 5%.
    Indebolito da una scissione (SDPO) che si è ritrovata su una lista
    rivale, l'incoerente ministro degli esteri è pronto per la pensione.
    A proposito di pensioni, neanche il Partito dei pensionati, che si
    era apparentato con l'ex sindaco di Belgrado Covic nella lista PUPS-
    SDP, supera il fatidico sbarramento. Infine, cocente fallimento per
    la lista Forza Serbia (PSS) di colui che si voleva il Berlusconi
    serbo e che, malgrado un'orgia di spot pubblicitari, non arriva oltre
    l'1,7%. Ricercato per furto e truffa, privato della sua televisione
    (BK) e della sua compagnia di telefonia mobile (Mobtel) Bogoljub
    Karic, che aveva lasciato alla moglie l'incombenza di tenere la sua
    campagna elettorale, resterà ancora un po' nel suo confortevole
    esilio di Mosca.

    Dunque, la prima forza politica è incontestabilmente il Partito
    radicale serbo (SRS) che si colloca in testa alle 20 liste, con il
    28,6% (81 seggi). Seguono il Partito Democratico (DS), 22,7% (64), la
    coalizione del primo ministro DSS-Nuova Serbia, 16,5% (46), il G17
    Plus, 6,8% (19), il Partito Socialista SPS, 5,6% (16) e, infine, la
    coalizione Partito Liberale Democratico, Alleanza Civica, Unione
    Social-Democratica, Lega Social-Democratica di Vojvodina (LCP-GSS-SDU-
    LSV), ultima a passare lo sbarramento del 5%, con il 5,3% (15).
    Privilegiate dalla legge elettorale, le minoranze nazionali, che non
    subiscono tale barriera, inviano 8 deputati al nuovo parlamento. Si
    tratta di 3 Ungheresi, di 2 Musulmani del Sangiaccato di Novi Pazar
    (Raska), di 2 Rom e di un Albanese della Valle di Presevo (2).

    I Radicali in testa a Belgrado
    I risultati ingannano e non possono essere analizzati secondo i
    criteri superficiali della stampa occidentale. Se il SRS perde 1
    deputati in rapporto alla legislatura precedente (ne aveva 102), in
    compenso aumenta di oltre 100.000 il numero dei suoi suffragi e, per
    la prima volta, arriva in testa nella capitale Belgrado, una città
    finora considerata per esso difficile. Il SRS arriva in testa anche a
    Novi Sad, di cui controlla il comune (33%), e nella Vojvodina. In
    questa regione, a torto considerata « separatisti » (1), precede
    tutte le altre liste, in particolare a Zrenjanin (32,1%), Sid
    (34,3%), Sombor (34%) e Pancevo (33,4%). Il SRS ottiene il primo
    posto anche nelle città industriali di Smederevo (37,4%) e di
    Kragujevac (26,7) come a Krupanj (29%) e Loznica (26,8%).

    Questa volta nel Kossovo il Partito radicale serbo non arriva che in
    seconda posizione, dietro la coalizione governativa del primo
    ministro Kostunica che presentava una particolarità, quella di avere
    come terza componente il gruppo di un ex stretto collaboratore di
    Arkan, Markovic Palma, l'uomo forte di Jagodina (Serbia centrale). La
    stessa vedova di Arkan, la celebre Ceca, ha cantato a Belgrado per la
    lista conservatrice. Inoltre, Kostunica alcuni giorni prima del voto,
    aveva effettuato un viaggio a Kosovska Mitrovica. Il crescendo
    patriottardo della « lista n°5 » non ha tuttavia dato i risultati
    scontati. Malgrado una forte ascesa in Shumaija (Serbia centrale) la
    lista di Kostunica e del ministro degli investimenti Ilic (ex sindaco
    di Cacak), appoggiata dagli scagnozzi di Jagodina non è giunta che in
    terza posizione e ben distanziata dal SRS. Politico conservatore,
    Kostunica paga il suo immobilismo politico e la sua pusillanimità di
    fronte alle pretese occidentali. Con lui in carica, Slobodan
    Milosevic fu sequestrato e deportato a l'Aia. Con lui in carica, il
    Montenegro si è distaccato dalla Serbia. Con lui in carica, infine,
    le principali imprese del paese sono state svendute e consegnate alle
    grandi compagnie straniere. Dopo il colpo di Stato filo-occidentale
    dell'ottobre 2000, i ricchi si sono ancor più arricchiti ed i poveri
    si sono ulteriormente impoveriti. Kostunica è incapace di resistere
    alle pressioni e all'arroganza occidentali.

    Sempre più Serbi pensano che il primo ministro debba andarsene e non
    dedicarsi più che ai suoi studi di diritto.

    Il Partito Democratico (DS) mostra di rallegrarsi per il suo « buon
    risultato », ma constatiamo che tra questo partito di destra liberale
    (che si dà l'etichetta di « social-democratico ») e il Partito
    Radicale il distacco auumenta. A vantaggio di quest'ultimo. Tra due
    anni, alle comunali, il SRS avrà una grande occasione di vincere a
    Belgrado.
    Il Partito democratico ristagna. I conservatori (Kostunica e
    compagnia) non cessano di perdere terreno. Quanto al Partito
    Socialista (SPS), esso vegeta al limite della marginalizzazione.
    Attraversato da una contestazione interna che gli rimprovera di aver
    scambiato il suo sostegno senza partecipazione al governo Kostunica
    contro posti di direttivi di imprese commerciali, il SPS sopravvive
    solo mantenendo alcune forti posizioni municipali nell'Est e nel Sud
    del paese. Il suo presidente, Ivica Dacic, si è costruito un «look»
    che ricorda Slobodan Milosevic all'inizio della sua ascesa politica.
    Ma la vecchia guardia socialista si è tenuta al di fuori (in
    particolare gli animatori di Sloboda, i comitati di sostegno a
    Milosevic) oppure si è unita al manifesto dell'ex numero due del
    partito, Mihajlo Markovic, che apporta il suo sostegno critico al
    SRS.

    Washington dietro i separatisti della Vojvodina
    L'ultimo gruppo ad aver superato (di misura) lo sbarramento del 5% ha
    una particolarità: il finanziamento della sua campagna è stato
    interamente effettuato dagli Americani attraverso la Fondazione
    Soros, l'USAID e il National Endowment for Democracy (NED), una
    copertura della CIA. Da questo esempio, si vede benissimo chi sono i
    preferiti degli Stati Uniti : il capo del Partito Liberal-Democratico
    (LDP), Cedomir Jovanovic, è noto per la sua dipendenza dalla droga
    (cocaina). È stato escluso dal Partito Democratico in parte per
    questo motivo. Presente nella coalizione del LDP, animatore del
    gruppuscolo social-democratico SDU, Zarko Korac, molto apprezzato dai
    giornali occidentali, è noto per il suo accanimento nel garantire la
    difesa degli omosessuali e degli Ebrei. In questa lista, troviamo
    anche l'animatrice di Alleanza Civica (GSS), un gruppo in declino che
    ha avuto il suo « momento di gloria » mediatica alcuni anni fa
    durante la contestazione del « regime de Milosevic ». Gruppo,
    all'epoca, pagato interamente da Soros e composto da ex comunisti
    riciclati nell'ultra-liberismo.

    I rampolli di questi ex comunisti riciclati avevano formato Otpor che
    si è riprodotto in Georgia e in Ucraina, ma non esiste più in Serbia.
    Questa gioventù da McDonald's e questi comunisti rinnegati addestrati
    da Washington si ritrovano, in tale lista, con il «democratico-
    cristiano» Batic, ex ministro della giustizia che non rappresenta
    niente, e con il separatista della Vojvodina, Canac. Quest'ultimo,
    che passa per uno squilibrato mentale, ritorna dopo uno stage di un
    anno negli Stati Uniti. Ha come missione lo sviluppo del movimento
    separatista. Ancor più del suo semplice risultato, la natura stessa
    di questo gruppo svela il tipo di società voluto dagli Stati Uniti in
    Europa. Una società balcanizzata, malata, fatta di marginali, di
    invertiti e di squilibrati. Una società dimentica, tagliata dalle sue
    radici, che coltiva l'odio di sé (xenomania e panmixia planetaria),
    una società abbrutita dall'americanizzazione culturale e mediatica,
    facile da manipolare e interamente alla mercé del piccolo gruppo che
    vuole dominare l'universo. Questo si chiama « società aperta », «
    nation building » e « democrazia ». Il Partito Radicale Serbo (3) è
    il solo a poter impedire che il veleno esportato dagli Stati Uniti
    divenga, qui come altrove, il modello dominante.



    (1) Contrariamente a ciò che molti all'estero credono, il movimento
    autonomista o separatista in Vojvodina non è un'esclusiva ungherese.
    Lì i Magiari non sono che 300.000 su una popolazione globale di oltre
    2 milioni di abitanti. Le altre piccole minoranze etniche, gli
    Slovacchi, i Ruteni, i Valacchi, sono piuttosto filo-serbe. Se esiste
    uno specifico movimento separatista ungherese (o magiaro), questo è
    limitato alla regione di Subotica. Lì, il movimento di Josef Kasa,
    sindaco di Subotica, ottiene l'essenziale dei suoi voti. Cosa
    abbastanza paradossale, il grosso del movimento autonomista e
    separatista della Vojvodina è…serbo. Si tratta di Serbi un tantino
    nostalgici dell'Impero Austro-Ungarico e che si credono superiori a «
    quelli del Sud ». Granaio e terra di agricoltura intensiva, la
    Vojvodina trae la sua ricchezza dalla sua vasta pianura,
    prolungamento geografico della Putsza ungherese. Lo stato d'animo di
    alcuni, che si traduce in tendenze separatiste, dovrebbe ricordare
    agli Italiani alcune cose. Nei Balcani, gli Americani, che vogliono
    la totale frammentazione della regione, alimentano le tendenze
    separatiste.
    (2) Queste elezioni danno un'indicazione interessante sul rapporto
    tra le forze etniche nelle tre piazze cosiddette « albanesi » della
    Serbia meridionale, Medveja, Bujanovac, Presevo. A Medveja, con il
    21,4%, è il SRS ad essere in testa, seguito dalla lista albanese che
    ottiene solo il 16,7% , senza contare le altre liste serbe che
    anch'esse ottengono voti. A Bujanovac, se la lista albanese arriva in
    testa con il 39,7%, è seguita dal SRS che ottiene il 25,3%. Solo a
    Presevo gli Albanesi dominano elettoralmente, con l'82,4% dei voti
    contro il 6,3% del Partito Radicale.
    (3) Il SRS è interamente diretto dal carcere di Scheveningen in
    Olanda da Vojislav Seselj che, contrariamente alle insinuazioni di
    una certa stampa americana, ha il sostegno della totalità del
    Partito. Il SRS avrebbe la possibilità di allearsi con la coalizione
    conservatrice di Kostunica e di partecipare al nuovo governo. Ma ha
    già detto di volere tutto il potere per applicare il suo programma. A
    riprova che Seselj dirige il Partito, Toma Nikolic, numero due del
    SRS, si è recato a L'Aia dopo le elezioni per chiedere il parere
    del « Vojvoda », Vojislav Seselj. La direzione del SRS non prenderà
    la sua decisione che dopo aver sentito il pensiero di quest'ultimo.
    Se non sarà possibile mettere insieme una maggioranza, la Serbia
    tornerà a votare quest'anno, che è anche l'anno delle presidenziali.

    http://www.eurasia-rivista.org/

  2. #2
    Forumista assiduo
    Data Registrazione
    18 Jul 2009
    Messaggi
    8,907
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Sabotaggio Visualizza Messaggio
    Privilegiate dalla legge elettorale, le minoranze nazionali, che non
    subiscono tale barriera,
    inviano 8 deputati al nuovo parlamento. Si
    tratta di 3 Ungheresi, di 2 Musulmani del Sangiaccato di Novi Pazar
    (Raska), di 2 Rom e di un Albanese della Valle di Presevo (2).
    PER LE MINORANZE ETNICHE E RELIGIOSE NON VALE LO SBARRAMENTO DEL 5% VALIDO PER TUTTI GLI ALTRI???
    MA SIAMO PAZZI???

  3. #3
    Forumista senior
    Data Registrazione
    06 Mar 2002
    Località
    Casamento Municipale 18/A Zona Nord - Laghi
    Messaggi
    3,282
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    splendido contributo.
    Complimenti vivissimi ad Eurasia

 

 

Discussioni Simili

  1. partito radicale SERBO
    Di DarkoBL nel forum Politica Estera
    Risposte: 27
    Ultimo Messaggio: 01-11-08, 09:51
  2. La svolta del Partito Radicale Serbo.
    Di DaBak nel forum Destra Radicale
    Risposte: 155
    Ultimo Messaggio: 02-11-07, 15:09
  3. Risposte: 4
    Ultimo Messaggio: 07-12-06, 19:43
  4. Sostegno Al Presidente Del Partito Radicale Serbo, Seselj
    Di DaBak nel forum Etnonazionalismo
    Risposte: 6
    Ultimo Messaggio: 07-12-06, 02:01

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito