RAI, I NON CATTOLICI: ESISTIAMO ANCHE NOI
Roma, 23 gennaio 2007
I tg e i programmi di approfondimento della Rai negli ultimi tre anni hanno dedicato il 99% di spazio alla Chiesa cattolica, il restante 1% è stato spartito tra ebrei e musulmani, e in minima parte alle realtà protestanti. Lo dimostra una ricerca del Centro d'Ascolto dell'Informazione Radiotelevisiva, presentata alla Camera insieme a un esposto all'Autorità Garante per le Comunicazioni, in cui le minoranze religiose lamentano il mancato rispetto del pluralismo del servizio pubblico.
Secondo la ricerca, riguardo gli interventi in voce, il Tg1 nel 2006 ne ha mandati in onda 843 per una durata di oltre 10 ore (97,61%) alla Chiesa cattolica, 41 interventi e 14 minuti 2,43%) agli altri; il Tg2, 638 interventi e 7 ore (96,26%) alla Chiesa cattolica contro 35 e 18 minuti (3,74%); il Tg3, 507 e circa 6 ore (95,44%) alla Chiesa cattolica, contro 39 e circa 17 minuti (4,56%) alle altre confessioni.
Riguardo alle notizie date dai tg Rai dal gennaio 2004 al dicembre 2006, il Tg1 ha dedicato alla Chiesa cattolica circa 7 ore (98,74%), contro i circa 5 minuti (1,26%) agli altri; per il Tg2 siamo a circa 5 ore (98,09%) contro circa 6 minuti (1,91%), per il Tg3, 4 ore (97,85%) contro 6 minuti (2,15%) dedicati alle altre confessioni religiose. Notevole il gap anche nei programmi di approfondimento: Unomattina ha offerto 24 ore ad esponenti della Chiesa cattolica, contro un'ora a rappresentanti di altre confessioni. La vita in diretta, quasi 4 ore contro circa 9 minuti; Speciale Tg1, 4 ore contro 6 minuti. Il piu' 'equilibrato' è Primo Piano (Raitre): 3 ore contro 16 minuti.
"Non c'è nessun intento ostile verso la Chiesa cattolica e la Rai - osserva Domenico Maselli, presidente delle Chiese evangeliche in Italia - Se si estendesse l'analisi ad altre tv e alla stampa, i risultati sarebbero gli stessi. I dati testimoniano un provincialismo religioso allarmante. Ringrazio i Radicali che ci danno un punto di appoggio per iniziare senza strepiti una piccola rivoluzione culturale". "Mettiamo a disposizione i dati di monitoraggio - afferma Rita Bernardini, segretaria dei Radicali - e il know how giuridico acquisito in anni di lotta per affermare il diritto di conoscere per deliberare". Per Marco Pannella, "c'è una coltre di silenzio, e ancora più grave credo sia quella dei credenti cattolici".
Anna Maffei, presidente dell'Unione cristiana evangelica battista, chiede che si
"superi la pigrizia italiana che porta a cercare sempre gli stessi interlocutori. Sui Pacs per esempio abbiamo una posizione, se n'è accorto qualcuno? E alla famiglia Welby abbiamo dato la disponibilità di celebrare i funerali: notizia-meteora trasmessa credo solo dal Tg3". "La Chiesa e il Vaticano - dice Marco Cappato dell'Ass. Luca Coscioni - sono protagonisti di un'informazione omologata di regime. Questo fa male soprattutto alla Chiesa, al Papa e alla Cei, privandoli di un confronto fondamentale con la società”