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  1. #191
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    Pri/Domani a Roma si riunisce il Consiglio nazionale
    Discute se convocare congresso straordinario

    Roma, 28 nov. (Apcom) - Il Consiglio nazionale del Pri è convocato per domani a Roma, alle ore 9.30, presso il Centro Congressi Cavour (via Cavour 50/a - Roma). All'ordine del giorno dei lavori, l'eventuale convocazione del congresso straordinario. Lo riferisce una nota del partito.

    tratto da http://notizie.alice.it/notizie/poli...,17025798.html

  2. #192
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    Pdl/Pri verso congresso: dopo europee in Eldr, non ci sciogliamo
    Alleanze con centrodestra ok ma alle nostre condizioni

    Roma, 29 nov. (Apcom) - Scioglimento mai, nel prossimo Europarlamento non con il Ppe come il resto del Pdl ma con l'Eldr. Il Consiglio Nazionale del Pri, riunitosi oggi a Roma, pone precisi paletti per la partecipazione dell'Edera al Pdl e si avvia a un Congresso straordinario per dibatterne e definire la questione.

    "Nel ribadire la sua volontà di contribuire alla costituzione di una forza liberaldemocratica che faccia riferimento nel piano europeo all'ELDR - si legge nel documento apporovato dal Cn del Pri - si decide, ove ne ricorressero le condizioni tecnicamente necessarie, la presentazione di autonome liste con le altre forze liberaldemocratiche, liberalsocialiste e riformiste che abbiano analogo riferimento per le elezioni europee".

    Inoltre,"si stabilisce che analoghe liste vengano presentate ovunque sia possibile, per le prossime elezioni comunali e provinciali, in alleanza - salvo casi particolari - con la coalizione di centro destra". Infine "con riferimento al processo di costituzione del PDL, di cui non sono ancora chiari né i tempi, né la struttura associativa, il Consiglio Nazionale rimette il giudizio alle decisioni del Congresso, ribadendo sin d'ora che non si può in alcun modo ipotizzare lo scioglimento del PRI, anche nel caso in cui il problema della partecipazione o meno all'Assemblea Costituente del PDL dovesse essere affrontato dalla Direzione prima del Congresso".

    tratto da http://notizie.alice.it/notizie/poli...,17041232.html

  3. #193
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    Il documento del Consiglio Nazionale

    Il Consiglio Nazionale del PRI, nel ribadire la sua volontà di contribuire alla costituzione di una forza liberaldemocratica che faccia riferimento sul piano europeo all'Eldr, decide - ove ne ricorressero le condizioni tecnicamente necessarie - la presentazione di autonome liste con le altre forze liberaldemocratiche, liberalsocialiste e riformiste che abbiano analogo riferimento per le elezioni europee.

    Stabilisce, altresì, che analoghe liste vengano presentate ovunque sia possibile, per le prossime elezioni comunali e provinciali, in alleanza - salvo casi particolari - con la coalizione di centro destra.

    Con riferimento al processo di costituzione del Pdl, di cui non sono ancora chiari né i tempi, né la struttura associativa, il Consiglio Nazionale rimette il giudizio alle decisioni del Congresso, ribadendo sin d'ora che non si può in alcun modo ipotizzare lo scioglimento del Pri, anche nel caso in cui il problema della partecipazione o meno all'Assemblea Costituente del Pdl dovesse essere affrontato dalla Direzione prima del Congresso.

    Roma, 29 novembre 2008

    tratto da http://www.pri.it/new/Cn%2029%20Nove...29Novembre.htm

  4. #194
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    Verso il 46° Congresso

    La Direzione Nazionale è convocata a Roma per martedì 23 dicembre 2008 alle ore 10,00 presso la sede del Pri in Corso Vittorio Emanuele II 326, con il seguente ordine del giorno:
    • 1) Adempimenti congressuali, sulla base della delega del Consiglio nazionale del 29 novembre 2008;
    • 2) Impostazione della relazione congressuale;
    • 3) Varie ed eventuali.


    tratto da http://www.pri.it/new/

  5. #195
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    Verso il congresso
    I repubblicani forza di progresso a cui non si può rinunciare

    Sarà un congresso a decidere il futuro del Partito repubblicano nell'ultima settimana di febbraio del prossimo anno. C'è un'ipoteca forte sull'esistenza del Pri di fronte alla richiesta di partecipare alla fondazione di un nuovo soggetto politico che aiuti quel processo di semplificazione che molti ritengono opportuno per rinnovare la politica italiana. Altresì è evidente, anche dal dibattito che si è svolto in Consiglio nazionale e prima ancora su questo quotidiano, l'istanza di chi ritiene il Pri una componente irrinunciabile della vita politica nazionale, a qualunque condizione, anche a costi altissimi. La ragione non è dovuta a motivi nostalgici e sentimentali. Abbiamo tutti nostalgia e sentimenti per la storia del nostro partito, ma abbiamo imparato, in questa casa, a guardare avanti. E proprio guardando avanti non vediamo oggi una reale forza di progresso nel paese, quale quella noi abbiamo avuto sempre l'ambizione di rappresentare. E sempre abbiamo provato a farlo, sapendo che avremmo avuto in ogni caso un elemento capace di legarci all'opinione pubblica.

    Certo, ora tutto è più difficile. E' cambiato il sistema politico, la legge elettorale, alcune grandi personalità repubblicane sono mancate e non siamo stati capaci di sostituirle. Ma, lo stesso, una forza di progresso, ad esempio come quella che si è affermata negli Usa nelle ultime presidenziali, continua a mancare. Questa forza non è il Pd, preoccupato di coagulare tutti i possibili consensi contro la maggioranza. Un Pd che appare paralizzato. Ma questa forza non sarà neppure il Pdl, se non sa togliere alcuni vizi sostanziali a suoi esponenti di rilievo che nulla hanno a che fare con il progresso e poco anche con la libertà. Il comportamento del governo e della maggioranza sul caso Englaro è sintomatico al riguardo.

    E' vero che sul fronte economico, dove bisogna dimostrare di poter superare la crisi e rilanciare il Paese, il ministro Tremonti sembra incarnare competenza e tenacia. Ma se poi non si aboliranno le province e si pensa di varare al contempo un federalismo fiscale, si corrono rischi enormi. E sinceramente non si capisce la ragione di far conoscere pubblicamente gli eventuali dissensi fra il ministro dell'Economia e il governatore della Banca d'Italia. Una forza di progresso sa anche essere capace di salvaguardare gli equilibri istituzionali e si preoccupa di non forzare quelli precari. Ma a volte abbiamo l'impressione che all'interno dello stesso governo tali equilibri vengano forzati: se il premier, ad esempio, annuncia un'iniziativa e una parte della coalizione se ne dissocia, come è avvenuto sul presidenzialismo; o addirittura quando è successo che il presidente della Commissione Giustizia della Camera ha preso le distanze dal ministro Guardasigilli. Una forza di progresso evita simili polemiche interne. L'Unione di Prodi, ad un determinato momento, è parsa un'armata Brancaleone. Non vorremmo che anche l'esperienza attuale del centrodestra subisse una deriva simile.

    Il Partito repubblicano ha saputo svolgere negli anni un compito di responsabilità e di tutela delle libertà nei confronti del paese che non tutte le altre forze politiche sono state capaci di esercitare. Prima di metterlo da parte, occorrerebbe vedere la nascita di un partito capace di ereditare quelle stesse nostre caratteristiche che hanno saputo far vivere le grandi democrazie.

    Roma, 23 dicembre 2008

    tratto da http://www.pri.it/new/23%20Dicembre%...oCongresso.htm

  6. #196
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    Un buon 2009 per l'Edera
    Il Pri: orientamento nella mortificante fase attuale

    di Francesco Nucara

    Tra i tanti regali inutili di queste feste mi è capitato di riceverne uno apprezzabile, per il quale non posso non esprimere gioia e gratitudine: cento numeri originali de "La Voce Repubblicana" del 1946.

    Un bagno nelle memorie repubblicane che mi ha tolto ogni dubbio, qualora ne avessi mai avuto (ogni tanto è possibile per limiti nostri) sulla mia "esistenza politica".

    In questa rilettura quasi gioiosa mi sembra che nulla sia cambiato nella storia del Partito repubblicano.

    In un servizio a centro pagina del nostro quotidiano datato 11 aprile 1946 trovo un titolone: "Nuove vittorie dei partiti repubblicani" (sic!) Allora come oggi, magari con tanti partiti repubblicani, ma nessuno vittorioso sulla scena politica nazionale.

    Il giorno dopo, 12 aprile, trovo la lettera di adesione al PRI di Carlo Sforza, sia pure come indipendente. Il fondo, non firmato, titolava "Un partito repubblicano solo" e concludeva così: "Repubblicani uniamoci. Sotto il segno dell'Edera. Per un solo Partito Repubblicano". Caso vuole che su quella stessa prima pagina ci sia la nomina del reggino Francesco Perri a direttore del nostro giornale.

    Anche noi facciamo un appello a tutti i repubblicani della diaspora, come impropriamente viene chiamata la gens repubblicana, che per motivi personali, prima ancora che politici, si è allontanata dal PRI.

    Il processo per l'unificazione di un solo Partito repubblicano è già stato avviato, e bene ha fatto Italico Santoro a ricordarlo ai componenti della Direzione Nazionale.

    Non si tratta di accorpamenti o inglobamenti, si tratta invece di capire e di sapere se su alcuni contenuti la gente cresciuta politicamente nel PRI voglia continuare una storica battaglia, senza badare agli schieramenti che, caso mai, verranno dopo.

    Ci rivolgiamo in primis ai repubblicani rimasti con l'Edera nella mente e nel cuore, sia essa una o un tralcio, o più edere messe insieme, ma anche a coloro che sono andati via pensando di contaminare altri partiti, e si sono ritrovati contaminati da culture che non appartengono alle nostre tradizioni.

    La nostra aspirazione, senza alcuna nostalgia, è che quanti hanno scelto, sbagliando a parer nostro, altre strade vengano al nostro Congresso e ci spieghino i motivi delle loro scelte. Noi, da buoni laici, li ascolteremo sforzandoci di capire le loro ragioni e per loro sarà forse più facile capire le nostre.

    Per il 1° Congresso Nazionale del dopoguerra, 9-10-11 febbraio 1946, Pacciardi scriveva: "Tutti corriamo il pericolo di non dare, nelle nostre discussioni, uno spettacolo di compostezza, di serenità, di comprensione, di rispetto delle opinioni altrui, in una parola, di educazione democratica".

    Ci auguriamo, come Egli stesso auspicava, di smentire questo timore.

    I tempi sono difficili, la cultura pervasiva dei media lascia poco spazio alla ragione e alle idee. Bisogna perseverare con spirito mazziniano come hanno fatto i nostri padri.

    A chi arriva o intende arrivare nel nostro partito noi non possiamo e non vogliamo promettere niente. Non abbiamo posti da spartire, ma battaglie da combattere e idee da realizzare sulla scia della dottrina repubblicana continuamente aggiornata dal divenire delle cose.

    Il prossimo 1° gennaio ricorrerà l'anniversario della nascita di Pacciardi (1899). Lo onoreremo con un numero speciale del nostro giornale. La Direzione Nazionale ha già fissato la data del Congresso che, salvo motivi di opportunità politica (elezioni regionali in Sardegna) si dovrebbe tenere a fine febbraio.

    Concludiamo proprio con le parole di Randolfo Pacciardi: "Abbiamo il diritto di credere che il nostro Congresso sarà un grande Congresso: un elemento di orientamento per gli italiani nella mortificante stasi attuale".

    Auguri a tutti di buon anno, ai repubblicani andati via, a quelli rimasti con lo spirito e con il corpo, e a quelli che sono rimasti pur senza spirito. A tutti, buon 2009.

    Roma, 30 dicembre 2008

    tratto da http://www.pri.it/new/30%20Dicembre%...n2009Edera.htm

 

 
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