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  1. #11
    Amore vince la morte
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    Citazione Originariamente Scritto da Eymerich Visualizza Messaggio
    Nessun "totalitarismo" è compatibile con la fede cattolica, mi sembra palese.
    Tra l'altro se si andassero a vedere le origini occulte dei totalitarismi del XX secolo si farebbero scoperte molto interessanti.
    Ovvio che quando si parla di "totalitarismo" si parla anche di "tirannia", ovverosia di una persona che usurpa un ruolo che non gli spetta: una legittima monarchia, pertanto, non è nè totalitarismo nè tirannia. Mentre ogni governo democratico risulta difficilmente conciliabile con la fede cattolica.
    La discussione di Caterina, però, non mi sembrava volesse vertere su questo, ma sul mostrare come, mutatis mutandis (ovverosia le forme politiche) certe idee (anticattoliche) rimangano le stesse. E questo non lo si può negare.
    Questo vale però, ovviamente, oltre che per le ideologie sinistroidi anche per il capitalismo, il liberalismo ed altre dottrine politiche ugualmente inconciliabili con il cattolicesimo.
    Se no la critica alle sinistre di oggi (critica più che legittima e doverosa) diventa solo un manto (bucato) per un filoberlusconismo, o un filofinismo o un filo-che-so-io ugualmente difficilmente conciliabili con la fede cattolica: non dimentichiamoci che nei programmi degli attuali grandi partiti o movimenti politici italiani che amano definirsi (o essere definiti) di "destra" (o di "centro-destra") vi si trovano molte di quelle dottrine già condannate a suo tempo dal Sillabo.
    Certo, poi quando è questione di decidere per chi votare (sempre che si sia deciso di votare) si sceglie per il male minore: ma anzitutto anche se minore è sempre un male; in secondo luogo all'atto del giudizio pratico su quale sia il male minore si può incorrere in errori (in buona fede sia chiaro).
    Se ci fanno scegliere fra due strade che portano entrambe al patibolo la scelta è solo illusoria: resta da decidere se si preferisce morire impiccati o lapidati (la nostra scelta, tra l'altro, ricade anche sul resto d'Italia....).
    E non contiamo che esistono strumenti per dirigere le scelte della gente grazie agli "specchietti per allodole" il cui più diffuso è quello del "nemico comune": ci sono tanti asini che corrono dietro alle carote.
    up!

    endlich

    ganz gut gesagt eymerich


  2. #12
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    Come mai democrazia e fede cattolica sarebbero inconciliabili?

  3. #13
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    Una forma di capitalismo moderato non è incompatibile con la Dottrina Cattolica. Il comunismo, socialismo invece sono incompatibili anche nella forma più "soft".
    Il capitalismo è condannato quando si accompagna all'individualismo, al primato della legge del mercato sul lavoro umano; quando le scelte economiche vanno contro il valore e la dignità umana. L'oppressione dei poveri è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio.
    Una democrazia assoluta dominata dal relativismo, indifferentismo non è conciliabile con la Dottrina Cattolica. Quando la democrazia ha come fondamento il rispetto della Legge morale naturale allora e solo allora è pienamente cattolica.

    CIAO

  4. #14
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    Una forma di capitalismo moderato non è incompatibile con la Dottrina Cattolica. Il comunismo, socialismo invece sono incompatibili anche nella forma più "soft".
    Il capitalismo è condannato quando si accompagna all'individualismo, al primato della legge del mercato sul lavoro umano; quando le scelte economiche vanno contro il valore e la dignità umana. L'oppressione dei poveri è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio.
    Una democrazia assoluta dominata dal relativismo, indifferentismo non è conciliabile con la Dottrina Cattolica. Quando la democrazia ha come fondamento il rispetto della Legge morale naturale allora e solo allora è pienamente cattolica.

    CIAO

  5. #15
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    Allora non sono inconciliabili...

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da Eugenius Visualizza Messaggio
    Una forma di capitalismo moderato non è incompatibile con la Dottrina Cattolica. Il comunismo, socialismo invece sono incompatibili anche nella forma più "soft".
    Il capitalismo è condannato quando si accompagna all'individualismo, al primato della legge del mercato sul lavoro umano; quando le scelte economiche vanno contro il valore e la dignità umana. L'oppressione dei poveri è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio.
    Una democrazia assoluta dominata dal relativismo, indifferentismo non è conciliabile con la Dottrina Cattolica. Quando la democrazia ha come fondamento il rispetto della Legge morale naturale allora e solo allora è pienamente cattolica.

    CIAO
    Non mi sembra il caso adesso di cominciare un'analisi semantica o storico-politica sulle differenti accezioni e sfumature dei termini "capitalismo" e "socialismo" che sono ciascuno intesi in maniere molto differenti sia dai sostenitori che dai detrattori di essi.
    Certo, se prendiamo questi termini alla larga (capitalismo come dottrina che afferma che i beni capitali appartengono ai privati; socialismo come dottrina che vuole promuovere l'uguaglianza socio-giuridica dei cittadini), prendendoli così alla larga -dicevo- in maniera "soft", non si vede a prima vista l'inconciliabilità con la dottrina cattolica.
    Basti tenere presente che sono dottrine che pongono le loro radici in epoche in cui lo spirito anticristiano aveva già intaccato le istituzioni e la politica, in cui la società presentava già i germi del disfacimento attuale, in cui la peste rinascimentale e "protestante" era già presente.
    L'albero cattivo non può dare buoni frutti: è inutile darsi la pena di vedere quale frutto sia meno velenoso di un altro, quale ci faccia morire più lentamente o quale con minor dolore.
    Queste dottrine sono dottrine "malate" nate in epoche in cui l'ordinamento sacrale della società non era già più cristiano, in cui il Sacro Romano Impero era, di fatto, già defunto. Il resto è stato solo un avviarsi, più o meno veloce, verso la disgregazione totale, il tutto diretto magistralmente facendo salterellare la storia e la società fra schieramenti apparentemente opposti, ma che conducevano al medesimo fine.
    La democrazia ha come fondamento il volere delle masse: masse che sono stupide e vòlte solo al soddisfacimento degli istinti più triviali, istinti che i governanti abilmente sfruttano per i loro interessi (già qualcuno diceva che la democrazia sfocia nella demagogia....); i risultati della "democrazia" sono sotto gli occhi di tutti, e non dimentichiamo il sangue di quanti cristiani è stato versato per imporla nel mondo.
    Noi nel guazzabuglio politico (italiano ed internazionale) di oggi (di ieri e di ieri l'altro) non vi vediamo nulla (ma proprio nulla) di interessante nè di buono, ed attendiamo con pazienza il... "Veltro".
    Liberi gil altri di correre dietro alle proprie.... carote.
    "In girum imus nocte et consumimur igni"

  7. #17
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    Articolo interessante. Iil Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa afferma:
    http://www.vatican.va/roman_curia/po...tt-soc_it.html

    IV. IL SISTEMA DELLA DEMOCRAZIA

    406 Un giudizio esplicito e articolato sulla democrazia è contenuto nell'enciclica « Centesimus annus »: « La Chiesa apprezza il sistema della democrazia, in quanto assicura la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche e garantisce ai governati la possibilità sia di eleggere e controllare i propri governanti, sia di sostituirli in modo pacifico, ove ciò risulti opportuno. Essa, pertanto, non può favorire la formazione di gruppi dirigenti ristretti, i quali per interessi particolari o per fini ideologici usurpano il potere dello Stato. Un'autentica democrazia è possibile soltanto in uno Stato di diritto e sulla base di una retta concezione della persona umana. Essa esige che si verifichino le condizioni necessarie per la promozione sia delle singole persone mediante l'educazione e la formazione ai veri ideali, sia della “soggettività” della società mediante la creazione di strutture di partecipazione e di corresponsabilità ».837

    a) I valori e la democrazia

    407 Un'autentica democrazia non è solo il risultato di un rispetto formale di regole, ma è il frutto della convinta accettazione dei valori che ispirano le procedure democratiche: la dignità di ogni persona umana, il rispetto dei diritti dell'uomo, l'assunzione del « bene comune » come fine e criterio regolativo della vita politica. Se non vi è un consenso generale su tali valori, si smarrisce il significato della democrazia e si compromette la sua stabilità.

    La dottrina sociale individua uno dei rischi maggiori per le attuali democrazie nel relativismo etico, che induce a ritenere inesistente un criterio oggettivo e universale per stabilire il fondamento e la corretta gerarchia dei valori: « Oggi si tende ad affermare che l'agnosticismo e il relativismo scettico sono la filosofia e l'atteggiamento fondamentale rispondenti alle forme politiche democratiche, e che quanti sono convinti di conoscere la verità e aderiscono con fermezza ad essa non sono affidabili dal punto di vista democratico, perché non accettano che la verità sia determinata dalla maggioranza o sia variabile a seconda dei diversi equilibri politici. A questo proposito, bisogna osservare che, se non esiste nessuna verità ultima la quale guida ed orienta l'azione politica, allora le idee e le convinzioni possono esser facilmente strumentalizzate per fini di potere. Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia ».838 La democrazia è fondamentalmente « un “ordinamento” e, come tale, uno strumento e non un fine. Il suo carattere “morale” non è automatico, ma dipende dalla conformità alla legge morale a cui, come ogni altro comportamento umano, deve sottostare: dipende cioè dalla moralità dei fini che persegue e dei mezzi di cui si serve ».839

    b) Istituzioni e democrazia

    408 Il Magistero riconosce la validità del principio relativo alla divisione dei poteri in uno Stato: « È preferibile che ogni potere sia bilanciato da altri poteri e da altre sfere di competenza, che lo mantengano nel suo giusto limite. È, questo, il principio dello “Stato di diritto”, nel quale è sovrana la legge, e non la volontà arbitraria degli uomini ».840

    Nel sistema democratico, l'autorità politica è responsabile di fronte al popolo. Gli organismi rappresentativi devono essere sottoposti ad un effettivo controllo da parte del corpo sociale. Questo controllo è possibile innanzi tutto tramite libere elezioni, che permettono la scelta nonché la sostituzione dei rappresentanti. L'obbligo, da parte degli eletti, di rendere conto del loro operato, garantito dal rispetto delle scadenze elettorali, è elemento costitutivo della rappresentanza democratica.

    409 Nel loro campo specifico (elaborazione delle leggi, attività di governo e controllo su di essa), gli eletti devono impegnarsi nella ricerca e nell'attuazione di ciò che può giovare al buon andamento della convivenza civile nel suo complesso.841 L'obbligo dei governanti di rispondere ai governati non implica affatto che i rappresentanti siano semplici agenti passivi degli elettori. Il controllo esercitato dai cittadini, infatti, non esclude la necessaria libertà di cui gli eletti devono godere nello svolgimento del loro mandato in relazione agli obiettivi da perseguire: questi non dipendono esclusivamente da interessi di parte, ma in misura molto maggiore dalla funzione di sintesi e di mediazione in vista del bene comune, che costituisce una delle finalità essenziali e irrinunciabili dell'autorità politica.

    c) Le componenti morali della rappresentanza politica

    410 Coloro che hanno responsabilità politiche non devono dimenticare o sottovalutare la dimensione morale della rappresentanza, che consiste nell'impegno di condividere le sorti del popolo e nel cercare la soluzione dei problemi sociali. In questa prospettiva, autorità responsabile significa anche autorità esercitata mediante il ricorso alle virtù che favoriscono la pratica del potere con spirito di servizio 842 (pazienza, modestia, moderazione, carità, sforzo di condivisione); un'autorità esercitata da persone in grado di assumere autenticamente come finalità del proprio operare il bene comune e non il prestigio o l'acquisizione di vantaggi personali.

    411 Tra le deformazioni del sistema democratico, la corruzione politica è una delle più gravi,843 perché tradisce al tempo stesso i principi della morale e le norme della giustizia sociale; compromette il corretto funzionamento dello Stato, influendo negativamente sul rapporto tra governanti e governati; introduce una crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche, causando una progressiva disaffezione dei cittadini nei confronti della politica e dei suoi rappresentanti, con il conseguente indebolimento delle istituzioni. La corruzione distorce alla radice il ruolo delle istituzioni rappresentative, perché le usa come terreno di scambio politico tra richieste clientelari e prestazioni dei governanti. In tal modo, le scelte politiche favoriscono gli obiettivi ristretti di quanti possiedono i mezzi per influenzarle e impediscono la realizzazione del bene comune di tutti i cittadini.

    412 La pubblica amministrazione, a qualsiasi livello — nazionale, regionale, comunale —, quale strumento dello Stato, ha come finalità quella di servire i cittadini: « Posto al servizio dei cittadini, lo Stato è il gestore del bene del popolo, che deve amministrare in vista del bene comune ».844 Contrasta con questa prospettiva l'eccesso di burocratizzazione, che si verifica quando « le istituzioni, diventando complesse nell'organizzazione e pretendendo di gestire ogni spazio disponibile, finiscono per essere rovinate dal funzionalismo impersonale, dall'esagerata burocrazia, dagli ingiusti interessi privati, dal disimpegno facile e generalizzato ».845 Il ruolo di chi lavora nella pubblica amministrazione non va concepito come qualcosa di impersonale e di burocratico, bensì come un aiuto premuroso per i cittadini, esercitato con spirito di servizio.

    d) Strumenti di partecipazione politica

    413 I partiti politici hanno il compito di favorire una partecipazione diffusa e l'accesso di tutti a pubbliche responsabilità. I partiti sono chiamati ad interpretare le aspirazioni della società civile orientandole al bene comune,846 offrendo ai cittadini la possibilità effettiva di concorrere alla formazione delle scelte politiche. I partiti devono essere democratici al loro interno, capaci di sintesi politica e di progettualità.

    Strumento di partecipazione politica è anche il referendum, in cui si realizza una forma diretta di accesso alle scelte politiche. L'istituto della rappresentanza non esclude, infatti, che i cittadini possano essere interpellati direttamente per le scelte di maggiore rilievo della vita sociale.

    e) Informazione e democrazia


    414 L'informazione è tra i principali strumenti di partecipazione democratica. Non è pensabile alcuna partecipazione senza la conoscenza dei problemi della comunità politica, dei dati di fatto e delle varie proposte di soluzione. Occorre assicurare un reale pluralismo in questo delicato ambito della vita sociale, garantendo una molteplicità di forme e strumenti nel campo dell'informazione e della comunicazione e agevolando condizioni di uguaglianza nel possesso e nell'uso di tali strumenti mediante leggi appropriate. Tra gli ostacoli che si frappongono alla piena realizzazione del diritto all'obiettività nell'informazione,847 merita attenzione particolare il fenomeno delle concentrazioni editoriali e televisive, con pericolosi effetti per l'intero sistema democratico quando a tale fenomeno corrispondono legami sempre più stretti tra l'attività governativa, i poteri finanziari e l'informazione.

    415 I mezzi di comunicazione sociale si devono utilizzare per edificare e sostenere la comunità umana, nei vari settori, economico, politico, culturale, educativo, religioso: 848 « L'informazione attraverso i mass-media è al servizio del bene comune. La società ha diritto ad un'informazione fondata sulla verità, la libertà, la giustizia e la solidarietà ».849

    La questione essenziale relativa all'attuale sistema informativo è se esso contribuisca a rendere la persona umana veramente migliore, cioè più matura spiritualmente, più cosciente della dignità della sua umanità, più responsabile, più aperta agli altri, in particolare verso i più bisognosi e i più deboli. Un altro aspetto di grande importanza è la necessità che le nuove tecnologie rispettino le legittime differenze culturali.

    416 Nel mondo dei mezzi di comunicazione sociale le difficoltà intrinseche della comunicazione spesso vengono ingigantite dall'ideologia, dal desiderio di profitto e di controllo politico, da rivalità e conflitti fra gruppi, e da altri mali sociali. I valori e i principi morali valgono anche per il settore delle comunicazioni sociali: « La dimensione etica tocca non solo il contenuto della comunicazione (il messaggio) e il processo di comunicazione (come viene fatta la comunicazione), ma anche questioni fondamentali strutturali e sistemiche, che spesso coinvolgono temi relativi alle politiche di distribuzione delle tecnologie e dei prodotti sofisticati (chi sarà ricco e chi povero di informazioni?) ».850

    In tutte e tre le aree — del messaggio, del processo, delle questioni strutturali — è sempre valido un principio morale fondamentale: la persona e la comunità umana sono il fine e la misura dell'uso dei mezzi di comunicazione sociale. Un secondo principio è complementare al primo: il bene delle persone non si può realizzare indipendentemente dal bene comune delle comunità alle quali le persone appartengono.851 È necessaria una partecipazione al processo decisionale riguardante la politica delle comunicazioni. Tale partecipazione, di forma pubblica, deve essere autenticamente rappresentativa e non volta a favorire gruppi particolari, quando i mezzi di comunicazione sociale perseguono scopi di lucro.852
    L'importante è il rispetto della Legge morale naturale. Sulle questioni secondarie i cattolici possono avere opinioni discordanti, il fine deve essere quello del raggiungimento del bene comune.
    Democrazia, oligarchia e monarchia hanno ciascuno vantaggi e svantaggi.
    Una vera democrazia deve avere come base la Legge morale naturale, sulle questioni secondarie i cittadini, detentori della sovranità, possono votare come credono per il raggiungimento del bene comune. Se una democrazia pone come criterio ultimo la volontà della maggiornaza (50%+1) è destinata a degenerare e a produrre aberrazioni. Stessa cosa per l'oligarchia o la monarchia quando il criterio ultimo è l'arbitrio di un gruppo di persone o di una persona.

    CIAO

  8. #18
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    Sì, ma la democrazia non ha come base la "Legge morale naturale" (e anche qui....) ma -per definizione e prassi politica- il volere della maggioranza. Non può che condurre al baratro...
    Anche la monarchia ha rischi, e pure l'oligarchia (che è una forma politica già degenerata): è l'Imperatore consacrato (dal Papa e ad esso sottomesso) l'unico a garantire l'ordine sociale.
    "In girum imus nocte et consumimur igni"

  9. #19
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    La dottrina sociale individua uno dei rischi maggiori per le attuali democrazie nel relativismo etico, che induce a ritenere inesistente un criterio oggettivo e universale per stabilire il fondamento e la corretta gerarchia dei valori: « Oggi si tende ad affermare che l'agnosticismo e il relativismo scettico sono la filosofia e l'atteggiamento fondamentale rispondenti alle forme politiche democratiche, e che quanti sono convinti di conoscere la verità e aderiscono con fermezza ad essa non sono affidabili dal punto di vista democratico, perché non accettano che la verità sia determinata dalla maggioranza o sia variabile a seconda dei diversi equilibri politici. A questo proposito, bisogna osservare che, se non esiste nessuna verità ultima la quale guida ed orienta l'azione politica, allora le idee e le convinzioni possono esser facilmente strumentalizzate per fini di potere. Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia ».838 La democrazia è fondamentalmente « un “ordinamento” e, come tale, uno strumento e non un fine. Il suo carattere “morale” non è automatico, ma dipende dalla conformità alla legge morale a cui, come ogni altro comportamento umano, deve sottostare: dipende cioè dalla moralità dei fini che persegue e dei mezzi di cui si serve ».839
    Bella questa parte; credo che un dibattito politico serio verta proprio sulla ricerca di quale sia il giusto criterio oggettivo e universale per stabilire il fondamento e la corretta gerarchia dei valori, quale possa essere questa verità "sociale".

    Siamo sicuri, poi, che la democrazia non sia anche un valore in sè stessa, inquanto conferisce ad ogni uomo, inerentemente la cività, la medesima dignità ed il medesimo valore?

    Non è forse un valore che ciascun uomo conti per uno, e tutti gli uomini contino ugualmente, civilmente parlando?

    Forse, invece, ciò riguarda maggiormente il concetto di repubblica?

    Le domocrazie sono davvero così in balia del volere del popolo, qualsiasi esso sia, oppure esistono anche le costituzioni? I patti sociali fondamentali?

  10. #20
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    Il popolo in teoria può combiare la costituzione.
    Anche un imperatore consacrato dal Papa può governare male; anche il Papa stesso può governare male, non è invece possibile che insegni eresie.
    Forse, invece, ciò riguarda maggiormente il concetto di repubblica?
    No esistono anche monarchie democratiche come in Inghilterra ad esempio.

    CIAO

 

 
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