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  1. #1
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    Predefinito PACS - Ai conviventi negata l'assistenza in ospedale? FALSO!!!

    E' uno dei cavalli di battaglia di coloro che combattono per avere una legge sul
    riconoscimento delle coppie di fatto: l'impossibilità di assistere in ospedale il partner
    malato o in fin di vita...

    Ebbene, non esiste in Italia alcuna legge, norma o regolamento che neghi ad alcuno il
    sacrosanto diritto di essere assistiti da chi si vuole
    .
    Bastava chiedere agli ospedali, come ha fatto

    QUI
    un giornalista di Avvenire, intervistando i Direttori sanitari dell'ospedale Le Molinette di
    Torino e del Niguarda di Milano), per rendersi conto dell'inesitenza del problema.

    Al contrario, invece, esistono leggi che già garantiscono ai conviventi alcuni diritti in
    materia di privacy e di tutela del paziente, dell'incapace o di chi ha subito infermità o
    menomazioni.

    Sul consenso all'espianto degli organi ( Legge
    91/99
    , vedi art.1, comma 2), sulla nomina del tutore per il paziente non cosciente,
    sulla nomina dell'amministratore di sostegno
    (Legge 6/2004,
    art.408c.c.), i responsabili delle nomine devono preferire (in ordine di preferenza) i
    seguenti soggetti:
    il coniuge non legalmente separato, la persona stabilmente convivente (o convivente more
    uxorio), i figli maggiorenni, i genitori, il legale rappresentante.

    In caso di lutto o grave danno, l'articolo 4 della
    Legge 53/200 garantisce che "la
    lavoratrice o il lavoratore hanno diritto ad un permesso retribuito di tre giorni lavorativi
    all'anno in caso di decesso o di documentata grave infermità del coniuge o di un parente entro
    il secondo grado o del convivente, purché la stabile convivenza con il lavoratore o la
    lavoratrice risulti da certificazione anagrafica. In alternativa, nei casi di documentata
    grave infermità, il lavoratore e la lavoratrice possono concordare con il datore di lavoro
    diverse modalità di espletamento dell'attività lavorativa"
    .

    E come non ricordare la tanto spesso vituperata
    Legge 40/2005, che garantisce
    l'accesso alle tecniche di procreazione assistita alle "coppie di maggiorenni di sesso
    diverso, coniugate o conviventi"
    ?


    Insomma, tanti diritti che nessuno si sognerebbe mai di negare, in quanto naturalissimi
    assistenza in ospedale), o che già sono stati sanciti...
    Tanti motivi in meno per reclamare una legge di scarsa utilità (almeno secondo le motivazioni
    ufficiali... l'utilità è forse solo nelle motivazioni che vengono volontariamente fatte
    passare in secondo piano).

    Buon pomeriggio!
    Pier

  2. #2
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    Certo che ciascheduno può farsi assistere da chicchessia, ma determinate decisioni (autorizzazione ad un intervento chirurgico in caso di incoscienza, o similari, tanto per fare un esempio) non le può prendere di certo un convivente.

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da Scipione Visualizza Messaggio
    Certo che ciascheduno può farsi assistere da chicchessia, ma determinate decisioni (autorizzazione ad un intervento chirurgico in caso di incoscienza, o similari, tanto per fare un esempio) non le può prendere di certo un convivente.
    Ehm...
    Citazione Originariamente Scritto da Pierluigi
    sulla nomina del tutore per il paziente non cosciente
    [...]
    i responsabili delle nomine devono preferire (in ordine di preferenza) i
    seguenti soggetti:
    il coniuge non legalmente separato, la persona stabilmente convivente (o convivente more
    uxorio), i figli maggiorenni, i genitori, il legale rappresentante
    ...ovvero, la nomina del referente responsabile per i pazienti non coscienti (proprio colui che deve prendere le decisioni in vece del paziente) spetta a un giudice tutelare, il quale deve rivolgersi, in ordine di preferenza, alle persone suddette. In caso di persone non coniugate, dunque, la prima scelta è appunto la persona stabilmente convivente.


    Leggere prima di parlare, grazie

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Pierluigi Visualizza Messaggio
    Ehm...


    ...ovvero, la nomina del referente responsabile per i pazienti non coscienti (proprio colui che deve prendere le decisioni in vece del paziente) spetta a un giudice tutelare, il quale deve rivolgersi, in ordine di preferenza, alle persone suddette. In caso di persone non coniugate, dunque, la prima scelta è appunto la persona stabilmente convivente.


    Leggere prima di parlare, grazie
    Hai ragione, avevo letto un po' affrettatamente. Non conoscevo, comunque, l'esistenza di questa recente legge, che trovo alquanto opportuna. La dizione "persona stabilmente convivente", dovrebbe garantire anche le situazioni omosessuali, mi auguro.

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Pierluigi Visualizza Messaggio
    Ehm...


    ...ovvero, la nomina del referente responsabile per i pazienti non coscienti (proprio colui che deve prendere le decisioni in vece del paziente) spetta a un giudice tutelare, il quale deve rivolgersi, in ordine di preferenza, alle persone suddette. In caso di persone non coniugate, dunque, la prima scelta è appunto la persona stabilmente convivente.


    Leggere prima di parlare, grazie
    Quindi mentre nel caso di un coniuge è possibile ottenere subito il consenso in condizioni di urgenza nel caso di un convivente aspettiamo il pronunciamento di un giudice. Invece di 15 minuti basta aspettare un mese. Intanto si chiede al malato di temporeggiare e risparmiare il fiato, sempre che una sorella o un fratello non debbano decidere chi di loro precede il convivente o chi sia il convivente.



    A parte gli scherzi bisogna accettare che esista un istituto giuridico che metta le persone in condizione di essere immediatamente, all'istante e senza problemi d'interpretazione riconosciute come conviventi. L'unico istituto che lo consente è il PACS, comunque venga chiamato.

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Pierluigi Visualizza Messaggio
    Ebbene, non esiste in Italia alcuna legge, norma o regolamento che neghi ad alcuno il
    sacrosanto diritto di essere assistiti da chi si vuole
    .
    Bastava chiedere agli ospedali, come ha fatto
    QUI
    un giornalista di Avvenire, intervistando i Direttori sanitari dell'ospedale Le Molinette di
    Torino e del Niguarda di Milano), per rendersi conto dell'inesitenza del problema.
    Che cavolata quella che scrivi, se c'è qualcosa di "FALSO" come dice il titolo è quello che ha scritto Avvenire e che tu ti bevi...
    Se pure i medici di cui parli sono disponibili a venire incontro ai conviventi, non basta questa "pietà" dei medici in questione, ci vuole una legge.

    Leggi bene quello che sta scritto nell'intervista:
    C’è poi da fare una distinzione importante: una cosa sono le visite, un’altra è l’assistenza che è fra i compiti primari dell’ospedale. In alcuni casi, una parte dell’assistenza – come aiutare il malato a mangiare – può essere affidata a un familiare». E in questi casi come agite: controllate i documenti, chiedete un certificato di matrimonio? «Figuriamoci... – ride il dottor Arione –. Nessun controllo. In realtà è il malato a decidere chi vuole che gli stia accanto: la moglie, il marito, il convivente, il figlio, anche un vicino di casa, non ci sono preclusioni. Lo stesso vale per le informazioni: è sempre il malato a designare la persona alla quale possono essere indirizzate».


    Insomma: l'intervistato non fa altro che confermare: secondo la legge vigente è un familiare che può prestare assistenza; loro poi sono indulgenti e non controllano, ma chi garantisce che tutti i medici italiani chiudano un occhio allo stesso modo?
    Informati: un familiare ha la possibilità di far allontanare l'"estraneo" (magari il convivente del figlio con cui non corrono buoni rapporti) dal malato.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Nelson Visualizza Messaggio
    A parte gli scherzi bisogna accettare che esista un istituto giuridico che metta le persone in condizione di essere immediatamente, all'istante e senza problemi d'interpretazione riconosciute come conviventi. L'unico istituto che lo consente è il PACS, comunque venga chiamato.
    'stocazzo.
    Gente che non vuole essere riconosciuta dalla legge non venga riconosciuta dalla legge.
    Non vogliono vincoli?
    Bene, liberi di farlo, ma non scassino la uallera agli altri perché "tutelino" (hahahahahah) le loro "scelte".

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da azerty Visualizza Messaggio
    'stocazzo.
    Gente che non vuole essere riconosciuta dalla legge non venga riconosciuta dalla legge.
    Non vogliono vincoli?
    Bene, liberi di farlo, ma non scassino la uallera agli altri perché "tutelino" (hahahahahah) le loro "scelte".

    Quoto al 100% per quanto riguarda le coppie eterosessuali.
    Per quanto invece riguarda le coppie omosessuali, obiettivamente loro non possono assumersi dei vincoli neppure se lo vogliono

  9. #9
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    in pratica il servizio dimostra che in italia si fanno le cose alla cazzo e dato che molti non rispettano le norme e si riesce cmq a ottenere ciò che si vuole, va bene così.....questo è di quanto peggio ci possa essere....

    cmq sono veramente schifato....sapevo che l'italia era un paese ostaggio della cehisa, ma questo continuo martellamento e questa continua campagna diffamatoria sul tema dei pacs non pensavo che potesse essere così massiccia......

    le mie convinzioni che avevo prima era troppo blande e ottimistiche...


    cmq bisogna ricordare che la chiesa è razzista pure perchè la compagna di uno degli "eroi" di nassyria la buttarono fuori a calci dalla cerchia dei parenti o meglio delle persone "vicine" alle vittime

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Pierluigi Visualizza Messaggio
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    Bastava chiedere agli ospedali, come ha fatto

    QUI
    un giornalista di Avvenire, intervistando i Direttori sanitari dell'ospedale Le Molinette di
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    Link aggiornato allo stesso articolo: QUI

 

 

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