Ecco dunque la ciliegina sulla torta che mette a nudo la realtà della regione Campania, e che smaschera i veri responsabili del disastro amministrativo e finanziario degli ultimi anni.
La degenerazione mafiosa in questa regione non può che essere attribuita a questo personaggio per molti versi oscuro e poco trasparente, ovvero il DS Antonio Bassolino.
Senza contare l'appoggio incondizionato che da sempre gli è stato tributato dal responsabile della "giustizia" italiana Clemete Mastella...
Il dossier della Procura sul ruolo del presidente della Regione
Rifiuti, l´accusa dei pm alla gestione Bassolino
Dario Del Porto | http://espresso.repubblica.it/
Intercettato Facchi: "Ho coperto 9 anni di errori"
Il governatore Antonio Bassolino non può appellarsi al principio di separazione tra attività politica e attività amministrativa per replicare all´ipotesi di truffa che gli viene contesta nell´ambito delle indagini sul ciclo dei rifiuti.
È la tesi della Procura che si sofferma a lungo sul ruolo del presidente della Regione nelle oltre 100 pagine con le quali, nei giorni scorsi, ha chiesto la misura interdittiva delle sei società, fra cui Impregilo, Fibe e Fisia, componenti dell´Associazione temporanea di imprese aggiudicataria dei contratti per lo smaltimento dei rifiuti in Campania.
Il comportamento tenuto da Bassolino nella qualità di commissario straordinario, carica ricoperta fino al febbraio 2004, appare agli occhi degli inquirenti caratterizzato «da un atteggiamento radicalmente diverso da quello dovuto».
Agli atti dell´indagine dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, coordinati dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano, sono richiamate intercettazioni telefoniche e anche un interrogatorio nel quale si parla di un presunto interessamento di Bassolino, tramite la sua segreteria particolare, per raccomandare tre assunzioni in Fibe.
Le ordinanze. La ricostruzione della Procura, non ancora passata al vaglio del giudice, prende in esame il periodo fino al maggio 2004 e ipotizza una serie di inadempienze del contratto, come ad esempio la produzione di cdr (combustibile derivato dai rifiuti) ritenuto non a norma.
La gara d´appalto, ricordano i magistrati, aveva come «obiettivo primario» l´eliminazione della situazione di emergenza nel settore dei rifiuti che si trascina sin dal 1994. Ciò nonostante, secondo gli inquirenti, molti punti dell´accordo non sarebbero stati rispettati e il commissariato straordinario avrebbe posto in essere «comportamenti assolutamente distonici rispetto ai propri doveri e alle proprie prerogative giustificandoli in quella "emergenza" che proprio il puntuale e corretto esercizio dei poteri-doveri era preordinato a fronteggiare».
In altre parole, l´emergenza sarebbe stata utilizzata come paravento per la «mancata attuazione di un progetto», nato invece con l´obiettivo di eliminare proprio quella situazione.
Il commissariato, pur avendo ricevuto «comunicazioni allarmanti» dagli organi delegati per la vigilanza, si sarebbe comportato con inerzia «rispetto al comportamento manifestamente inadempiente» delle imprese oppure addirittura «mediante la redazione di provvedimenti che, lungi dal rivestire un pubblico interesse, hanno direttamente agevolato le inadempienze». Fra questi provvedimenti, vengono citate anche ordinanze firmate da Bassolino.
Attività politica e amministrativa. In due interrogatori sostenuti in Procura, il presidente della Regione si è difeso spiegando di aver sempre impostato la propria attività istituzionale su una rigida separazione fra attività politica e amministrativa. «Mi sono occupato di scelte strategiche quali ad esempio la localizzazione degli impianti», ha ricordato Bassolino, aggiungendo di aver demandato alla struttura commissariale il compito di predisporre gli atti che venivano comunque vistati da un consulente giuridico.
Ma è una versione che non convince la Procura. I pm Noviello e Sirleo sono convinti che «il ruolo amministrativo imponesse a Bassolino di sovrintendere personalmente alla cura della gestione del servizio». E questo perché «ogni eventuale, scellerata, scelta di non occuparsi dei compiti affidatigli per legge lasciandoli alle determinazioni dei suoi collaboratori avrebbe avuto il senso di un consapevole abbandono dei propri doveri».
Alcuni testimoni sentiti dai pm hanno affermato che Bassolino, almeno fino 2003, aveva chiesto ai suoi collaboratori di essere informato «solo delle soluzioni e non dei problemi». Tesi definita dai pm «logicamente singolare» e che in ogni caso, a giudizio degli inquirenti, non esimerebbe «Bassolino dalle sue responsabilità in termini di doloso omesso controllo e quindi di compartecipazione alla truffa».
Le intercettazioni. L´inchiesta si avvale anche di intercettazioni telefoniche. Tutti gli atti (oltre centomila pagine) sono stati depositati dopo la chiusura delle indagini. Alcuni colloqui vengono richiamati nel capitolo della richiesta di misura interdittiva per le società nel quale si fa riferimento a Bassolino. Viene citata una conversazione del maggio 2004 nella quale l´ex subcommissario Giulio Facchi (anche lui indagato nel procedimento) si lamenterebbe dell´obbligo, che gli sarebbe stato imposto da Bassolino, di redigere una relazione finale sul periodo trascorso dal governatore al vertice del commissariato perché, è il resoconto citato nell´istanza, così avrebbe dovuto «coprire 9 anni di cazzate» di Bassolino.
In un´altra conversazione l´ex vicecommissario Raffaele Vanoli (a sua volta indagato) avrebbe parlato con una donna di una «cattiva gestione del commissariato» ad opera del presidente della Regione. La Procura ritiene che le intercettazioni facciano emergere «la attiva partecipazione di Bassolino alla vicenda in esame».
Le assunzioni. Uno degli indagati, l´ingegnere Salvatore Acampora, ha riferito di aver appreso da Vanoli della richiesta di assunzione in Fibe «di tre nominativi» che sarebbe stata avanzata allo stesso Vanoli «dal segretario particolare di Bassolino, tal Boffa». Il quale non è indagato. Acampora ha aggiunto di non conoscere l´esito di questa presunta richiesta. Il particolare viene valutato dai pm come conferma di una «forte contiguità tra commissario di governo e affidataria».
Le tappe del procedimento. L´istanza di interdizione delle società contiene anche la richiesta di sequestro del termovalizzatore di Acerra (impianto ancora in costruzione) e sarà esaminata dal giudice il 26 febbraio prossimo alla presenza dei difensori. Impregilo ha già replicato alle contestazioni assicurando di essere in grado di provare la piena trasparenza del proprio operato. Agli inizi di settembre i pm hanno chiuso l´inchiesta per 28 indagati (fra cui Bassolino) per i quali si attendono, nei prossimi giorni, le richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione. Tutti hanno respinto le accuse.
(06 febbraio 2007)
http://espresso.repubblica.it/dettag...lino/1500920/6