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Alle radici dell'Europa
Di Stefano Vaj - Numero 9 del 01/01/1982
L'ideologia tripartita degli indoeuropei
Il più grande contributo di Dumézil al campo di ricerca di cui ci occupiamo resta comunque la scoperta della tripartizione funzionale come caratteristica identificante dell'ideologia indoeuropea. La scoperta, cioè, del fatto che non solo e non tanto i nostri progenitori praticassero una «divisione del lavoro» in tre ordini, o ripartissero la società e il loro pantheon in tre classi, ma che più in generale avevano definito, teorizzato questa divisione facendone un'ideologia, ovvero, secondo il senso già chiarito con cui lo studioso usa questo termine, una concezione globale dell'universo e dell'uomo e delle forze e tendenze che li creano e li sottendono, una riflessione sugli equilibri, le tensioni e i conflitti necessari al buon funzionamento del mondo come della città. del popolo degli dèi come di quello degli uomini. L'ideologia tripartita si staglia infatti nell'opera duméziliana come il mito principale e centrale, la trama stessa della cultura (indo)europea (21).
La definizione delle «tre funzioni» è lineare. La prima è posta sotto il segno della sovranità, regale e sacerdotale. con tutto ciò che questo comporta. Innanzitutto la potenza, quindi la conoscenza, la saggezza, la magia, la guida dei popoli e la loro «messa in forma»; e di conseguenza la politica e il diritto, la «rappresentanza» religiosa ed esteriore della comunità. Essa mostra due aspetti fondamentali, tra loro intuitivamente legati: l'aspetto «giuridico», amministrativo, garante dell'ordine (universale e sociale), della continuità e del rispetto delle leggi e dei patti, della conservazione della comunità; nonchè l'aspetto «terribile», espansionistico, magico, decisionista e «politico» nel senso schmittiano del termine, che è rappresentabile come potenza risvegliata, in atto. Questi due estremi sono ben raffigurati in campo mitologico dalle diadi Mithra-Varuna, Dius Fidius-Juppiter, Tyr-Odino (22); o anche ad esempio da Numa Pompilio e Romolo. La sapienza e la giustizia sono i valori principali di questa funzione.
La seconda funzione è riconducibile alla guerra, alla lotta, allo sforzo e alla forza fisica in tutti i suoi aspetti pacifici e militari, alle esigenze della difesa, allo sport e all'energia comunque impiegata. Incarna infatti l'eroismo, cioè il coraggio personale e lo spirito di sacrificio alla comunità, la prestanza, la bravura, l'agire valoroso. Marte, Ares, Indra, Thor, la maggior parte degli eroi delle letterature indoeuropee corrispondono a questo modello.
Quanto alla terza, che può anche essere desunta negativamente dalle altre due, trova probabilmente il suo principio centrale ed originario nell'idea di fecondità, umana ed animale, cui si si è poi legato da un lato l'amore, la voluttà, i piaceri, dall'altro la fertilità (quindi l'agricoltura), la produzione, la ricchezza. La terza funzione viene ad essere così in relazione con l'idea stessa di quantità, di gran numero, e trova la sua regola nell'idea di temperanza, di moderazione, di limitazione. Non a caso gli dei che la rappresentano non sono mai singoli: vedi i gemelli Nàsatya o la triade Niòrdhr, Freyja, Freyr.
Le tre funzioni, presenti nell'uomo come nell'ordine cosmico. sono legate a una quantità innumerevole di fatti e di nozioni, certo non ultimo il campo sociale. La questione della tripartizione della comunità è stata oggetto di ampie trattazioni riguardanti le sue realizzazioni ed echi storici anche tardissimi (per arrivare sino agli oratores, bellatores e laboratores medievali ed ad ai tre Stati della Francia prerivoluzionaria). E' d'altronde soprattutto in area indiana che la tripartizione ha un'espressione sociale estremamente netta. Il sistema delle caste. che arriva fino ad oggi in forma fossile sotto l'aspetto di una serie di tabù e di usanze vagamente ereditarie, trae origine dalla divisione degli invasori indoeuropei nelle classi dei brahmini, degli kshatrya, dei vaiçia, ai quali si aggiunge quella dei çudra, formata dalle popolazioni autoctone, che non ha altra funzione, secondo quanto ci dice il Rig-Veda, che quella di « servire gli ariani».
In Iran, malgrado la riforma zoroastriana (23)_ I'Avesta lascia intendere il carattere originariamente tripartito della società indoiranica; e il poeta persiano Firdusi racconta ancora, verso il Mille, come il re leggendario Jamsed abbia istituito le classi degli arâsvan, arteshtar, vâstryôsh, confidando ad esse compiti e privilegi secondo il modello consueto (24).
La società celtica, da quanto ne sappiamo attraverso le notizie di origine irlandese e le note di Cesare nel De bello gallico, era divisa in druidi, flaith (aristocrazia militare) e bo airig (uomini liberi possessori di buoi).
Nel mondo latino, anche se è discussa l'esistenza storica di una tripartizione sociale, ritroviamo cenni di questa struttura nella tradizione delle tre tribù che hanno originato Roma: i Ramnes, i compagni di Romolo. i Luceres, i guerrieri etruschi di Lucumone. i Titienses. ovvero i sabini di Tito Tazio, ricchi allevatori di bestiame e vittime del ratto delle Sabine: ancora all'epoca della stesura dell'Eneide, d'altra parte, Virgilio dà un significato trifunzionale abbastanza trasparente ai popoli che si uniranno nella fondazione di Alba, assegnando ad Enea e al nucleo troiano la prima funzione, agli etruschi la seconda, ai latini la terza. Non c'è bisogno poi di ricordare come in Grecia l'ideologia tripartita, ben presente nei miti, trovi una delle più esplicite teorizzazioni etiche, politiche e psicologiche nell'opera di Platone.
L'esempio greco. esempio di un mondo in cui una vera e propria strutturazione sociale secondo questa teoria è probabilmente scomparsa presto, mostra bene come sia fuorviante restringere il campo dell'ideologia tripartita alla sfera sociale. Essa assume invece l'aspetto di uno strumento di uso generalissimo, in vista dell'esplorazione della realtà etica e materiale. di un mezzo per mettere ordine nelle nozioni acquisite dalla comunità. A parte le applicazioni cosmogoniche, cosmologiche e religiose. alle tre funzioni si lega una teoria antropologica (uomini d'oro e d'argento, di ferro e di bronzo in Platone), una teoria fisiologica (cervello, cuore e sistema digerente), una teoria dei colori (bianco, rosso e nero), una teoria psicologica improntata alla dottrina delle "tre anime" (25).
Parimenti, le calamità da cui Dario chiede ad Ahura-Mazda che sia protetto il suo impero, sono parimenti triplici: il tradimento, l'esercito nemico e la carestia. Esistono inoltre indizi che la medicina indoeuropea si dividesse originariamente in terapia magico-psicologica, terapia chirurgica e terapia farmacologica.
Recentemente sono state dimostrate le influenze della tripartizione funzionale persino in campo giuridico: il diritto romano, che è per eccellenza creazione originale e particolare della latinità. contiene più di un'eco di questa struttura, come Lucien Gerschel ha brillantemente messo in luce. Chiunque si sia avvicinato alla romanistica ricorda ad esempio la particolarità dei tre testamenti: davanti ai comizi curiati. presieduti dal pontifex, davanti all'esercito in armi, o calatis comitiis; o tramite una vendita fittizia universale ad un emptor familiae (26). Si trovano infine spesso in Irlanda e presso gli Sciti talismani simboleggianti le tre funzioni in modo molto esplicito.
Una domanda ci si è posti di fronte all'univocità di questi dati e riguarda l'originalità del sistema, il fatto cioè se la tripartizione non possa essere in realtà la struttura di ogni società umana e se essa non venga «scoperta» tanto più facilmente in quanto universale e « ovvia». Non sono, si dice, le tre esigenze fondamentali di ogni popolo quelle di essere governato, difeso e nutrito? Georges Dumezil ha risposto più volte e in modo estremamente chiaro a questa obiezione: «Nel mondo antico. né gli Egizi, prima dei contatti avuti con il Popolo del mare. né gli Asianici, nè gli Hurriti, popoli condotti essi stessi da aristocrazie indoeuropee o marcati dall'influenza degli indoeuropei; né i mesopotamici prima della dominazione dei Cassiti, altro popolo a componente indoeuropea; né più in generale i semiti. i siberiani o i cinesi, o qualunque altro popolo che non sia indoeuropeo o che non sia stato esposto a un'azione indoeuropea storicamente dimostrata e databile, ha mai messo una tale struttura come sostegno e spina dorsale nella sua ideologia o nella sua vita sociale» (27). E ancora: «Invano si sono ricercate. agli schemi concordanti di tripartizione sociale, repliche indipendenti nella pratica o nelle tradizioni delle società agro-finniche o siberiane. presso i cinesi o gli ebrei biblici, in Fenicia o nella Mesopotamia sumera e semita (...); ciò che si osserva, invece. sono sia organizzazioni indifferenziate di nomadi, ove ciascuno è nello stesso tempo combattente e pastore; sia organizzazioni teocratiche di sedentari, in cui un re-sacerdote. un imperatore divino è equilibrato da una massa frazionata all'infinito ma omogenea nella sua umiltà; sia ancora società in cui lo stregone non è che uno specialista tra molti altri. malgrado il timore che ispira la sua specialità. Né da vicino né da lontano. niente di tutto questo ricorda la struttura delle tre classi funzionali gerarchizzate. Non ci sono eccezioni » (28)
(21) Per una sintesi degli studi duméziliani su questo tema rimandiamo a Georges Dumézil, L'idéologie tripartie des Indo-Européens, Latomus, Bruxelles 1958, cui fa in gran parte riferimento la parte del presente articolo dedicata alla tripartizione funzionale.
(22) Tenuto conto dei problemi particolari che si legano alla figura "indebolita" di Tvr: cfr. Georges DuméziI, Gli dèi dei Germani, Adelphi, Milano 1980.
(23) Sull'Iran e la riforma zoroastriana, cfr. il testo di Jean Varenne Zarathustra et la tradition mazdéenne, Seuil, Parigi 1966. Varenne, professore di sanscritto e civiltà indiana presso l'Università di Provenza e allievo di Dunézil, già presidente del GRECE, è stato uno dei maggiori specialisti degli «indoeuropei dell'est», ed un propugnatore del ricongiungimento del neopaganesimo europeo con l'induismo, di cui si è occupato tra l'altro in Le Tantrisme : mythes, rites, métaphysique, Albin Michel, Parigi 1997, e in Cosmogonies védiques, Arché, Milano 1982. Sempre in tema indoiranico ha pubblicato in italiano due saggi, "La religione vedica" e "L'induismo moderno" compresi nella Storia delle religioni a cura di Henri-Charles Puesch (Laterza. Bari 1977). E' animatore con Jean Haudrv di un neocostituito Institut des Etudes Indoeuropéens presso l'Università di Lione. che pubblica la rivista Etudes Indoeuropéennes [dopo la scomparsa di Jean Varenne e il pensionamento di Jean Haudry, quest'ultimo si è trasformato nella Société Internationale des Etudes Indo-Européens].
(24) L'idéologie tripartie des Indo-Européens, op. cit.
(25) Anima razionale, irascibile e concupiscibile, che del resto corripondono a dharma, kâma e artha.
(26) Cfr. per tutti Carlo Alberto Maschi, Storia del diritto romano, Vita e Pensiero, Milano 1979. Ugualmente meritano di essere ricordate le tre forme del matrimonio (per confarreatio, tramite l'usus seguito ad una adprehensio di fatto della sposa, e mediante un gestum per aes et libram) o di affrancamento dello schiavo.
(27) Georges Dumézil, Les dieux des Indo-Européens, PUF, Paris 1952. Si discute soltanto su alcuni aspetti della mitologia giapponese: vedi "La mythologie japonaise. Essai d'interpretation structurale" di Atsuhiko Yoshida, in Revuc d'Histoire des Réligions, n. 160, Parigi 1961; "Some Parallel between Greek and Japanese Myths", dello stesso autore, in Bulletin of the Faculty ed Humanities, Sei-Kei University: Taryo Obayashi, Nihon Shinwa no Kozu ("Struttura della mitologia giapponese"), Tokio 1974; e ancora di Atsuhiko Yoshida, Hikaku-Shinwagaku no Genzai (Bilancio della mitologia comparata), Tokio 1975.
(28) L'idéologie tripartie des Indo-Européens, op. cit. [Tra le opere facilmente reperibili in italiano di Georges Dumézil all'atto della pubblicazione sul Web del presente articolo, oltre a quelle già citate: Riti e leggende del mondo egeo. Il crimine delle donne di Lemno (Sellerio); La religione romana arcaica. Miti, leggende, realtà della vita religiosa romana. Con un'appendice sulla religione degli etruschi. (Rizzoli); La saga di Hadingus. Dal mito al romanzo (Edizioni Mediterranee); Il monaco nero in grigio dentro Varennes. Sotie nostradamica-Divertimento sulle ultime parole di Socrate (Adelphi); Matrimoni indoeuropei (Adelphi); Il libro degli eroi (Adelphi).]