Il "Non possumus", proclamato dalla Cei rappresenta un clamoroso autogol delle gerarchie vaticane
I Radicali di Sinistra: il Vaticano è rimasto ai tempi di Pio IX




Comunicato stampa

Il "Non possumus", proclamato dalla Cei su Avvenire, riesumando la formula di Pio IX contro quelle che nel 1860 la Chiesa chiamava le "usurpazioni" piemontesi, cioè la riunificazione dell'Italia, rappresenta un clamoroso autogol delle gerarchie vaticane.
Evidentemente, la Chiesa non si è ancora rassegnata a che l'Italia, non solo si sia riunificata, ma che abbia adottato una Costituzione che garantisce eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.
Per i Radicali di Sinistra le violente incursioni del Vaticano, stato estero e ultima monarchia assoluta del pianeta, hanno da tempo valicato la storica dialettica laici-cattolici che ha caratterizzato la storia del Paese. Le minacce al Governo e alla maggioranza hanno ormai assunto contorni di eversione.
Pur rispettando il "Non possumus" della Chiesa, parimenti i Radicali di Sinistra fanno notare come l'attuale maggioranza sia frutto dell'espressione democratica e, in quanto tale, non può che agire nell'interesse generale e non può essere sottoposta ai ricatti delle gerarchie ecclesiastiche.
Troviamo, infatti, scandaloso che una confessione religiosa si permetta di dettare le linee guida di politica interna con metodi a-democratici.
Per giunta facciamo notare come il Governo stia già preparando un decreto che già tiene in considerazione alcune richieste della Chiesa, che sono state, purtroppo, preposte agli stessi indirizzi costituzionali, sminuendo fortemente la portata dei provvedimenti.
La nostra Costituzione, infatti, oltre a garantire l'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità; infine il Codice civile non prescrive in nessun caso "la famiglia fondata sul matrimonio tra donna e uomo", ma si limita a parlare di "coniugi".
La Chiesa cattolica, quindi, farebbe bene a rispettare le istituzioni e l'Ordinamento della Repubblica italiana, dal momento che tutte le ipotesi di riforma in tema di diritti civili non intendono imporre alla Chiesa un riconoscimento, attraverso i suoi sacramenti, delle coppie di fatto e di quelle omosessuali.
Di certo, riportare il dibattito a Pio IX non è che un segno di debolezza storica e culturale della Chiesa, la quale, evidentemente, pretende di esercitare un ruolo tutelare sull'Italia, sostituendosi alle istituzioni democratiche.

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