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Risultati da 1 a 7 di 7
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    Predefinito da "Il Giornale": CENTRO-DESTRA. PERCHE’ AI PACS IO DICO SI’

    CENTRO-DESTRA. PERCHE’ AI PACS IO DICO SI’

    di Massimo Teodori

    Coppie di fatto: vorrei rivolgermi in particolare alle donne e agli uomini di centrodestra che leggono il Giornale. Vorrei chiedere loro se i Paesi che hanno legiferato sui Pacs, o comunque li si voglia chiamare, sono caduti in quella disgregazione della famiglia o, peggio ancora, in quell\'abisso di amoralità che viene pretestuosamente agitato. Si consideri che gli Stati «con Pacs» coprono quasi tutta l\'Unione Europea, con in prima linea le grandi democrazie: Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Benelux, Scandinavia; mentre, al contrario, i Paesi «senza Pacs» non brillano certo per livello civile: se si eccettua l\'Austria si tratta di Albania, Bielorussia, Bulgaria, Russia, Turchia... Non si equivochi: non sto parlando del «matrimonio gay» introdotto solo in Olanda, Spagna e Inghilterra, ma solo delle normali legislazioni che riconoscono le unioni di fatto, omosessuali o eterosessuali, di cui la proposta italiana è solo una pallida versione.

    Nel grido di allarme del segretario generale della Cei, monsignor Betori, c\'è qualcosa che politicamente non ha alcun senso.

    Sabato, 03 Febbraio 2007

  2. #2
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    Ha senso invece, se per allarme si intende quello generato dalla perdita della chiesa del suo monopolio riguardo alle unioni tra due persone.
    ..Perchè i giudici invece di applicare la legge la interpretano

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da Eyes Only Visualizza Messaggio
    Ha senso invece, se per allarme si intende quello generato dalla perdita della chiesa del suo monopolio riguardo alle unioni tra due persone.
    è vero anche questo... oltre al matrimonio civile, ci sarebbero anche le unioni civili che sostituirebbero il matrimonio cattolico... ... sai che crollo???... ... ma a mio avviso quello che allontanerà maggiormente le persone dalla chiesa cattolica, saranno queste predicozze bigotte che la maggiorparte della gerarchia cattolica dispensa di continuo attraverso i media... per non parlare dell'ingerenza nella politica italiana!!... andassero a rompere i coglioni, con la stessa tenacia, nelgi stati uniti per far abolire la pena di morte, invece di fracassarci gli zebedei con la storia della "distruzione della famiglia"...

  4. #4
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    Rotondi (leader della nuova Democrazia Cristiana) ha dichiarato in queste settimane:
    -''La Dc non voterà le mozioni di Udc e Forza Italia contro i Pacs. Le posizioni dell'Udc e di gran parte del centro-destra sui diritti civili non appartengono al Dna dei cattolici democratici. Sono robaccia da destra cattolica americana, robaccia messa al bando dalla vecchia Dc e tanto meno considerata dalla nuova.''
    -''il Santo Padre richiama la politica alla difesa della famiglia tradizionale e censura, giustamente dal suo punto di vista, convivenze contrarie alla morale della Chiesa. Il legislatore, anche cristiano, ha tuttavia il compito di disciplinare i comportamenti sociali, non di giudicarli. Di qui il sì del nostro partito alla bozza Pollastrini.''
    -''La Democrazia cristiana si riconosce nel modello di famiglia naturale difesa dal Santo Padre e consacrata dalla nostra Costituzione. Cio' non toglie che vi sono altre forme di convivenza egualmente fondate su affetto e valori condivisi. Esse fanno lievitare diritti privati e pubblici che l'ordinamento non può e non deve ignorare. Fa parte dell'ipocrisia di un certo cattolicesimo di praticare a mani basse il divorzio, tollerare e praticare l'aborto e, poi, presentare sui pacs la patente perfetta dell'integralismo. Sta scritto di diffidare dei sepolcri imbiancati, e la Democrazia Cristiana si attiene al consiglio.''
    -"Proprio non comprendo l'indignazione sui pacs nella versione proposta dalla Pollastrini. Per noi cattolici il matrimonio è indissolubile, ma accettiamo una legge che disciplina i diritti di chi non lo ritiene tale; per noi osservanti è vietato mangiare carne di venerdì Santo, ma nessun cattolico si indigna se il vicino di casa in quel giorno la consuma."

  5. #5
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    Favorevole, molto favorevole, ai Pacs anche l'ex sottosegretario Margherita Boniver. Oggi deputato di Forza Italia, la Boniver spiega che la sua è una "convinzione storica e fortemente laica". Pure Margherita Boniver sostiene che quello di votare con la maggioranza a favore dei Pacs non è certo un problema. Dice, invece: "Il problema sarà più che altro che la maggioranza riesca a partorire una buona proposta di legge. Il nostro leader, Berlusconi, su questi temi ci ha sempre lasciato una grande libertà di coscienza".

  6. #6
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    Benedetto Della Vedova (leader dei Riformatori Liberali della CDL ):

    Una premessa e una considerazione.
    La premessa. Un libertario “conseguente” spiegherebbe che diritti e doveri, anche in ambito familiare, dovrebbero dipendere dalla libera contrattazione tra individui e lo Stato non dovrebbe interferire riconoscendo “la famiglia” in quanto tale come soggetto giuridico. Per capirci: la reversibilità della pensione dovrebbe scaturire da un sistema previdenziale a capitalizzazione che la preveda per privato contratto, a favore del coniuge o di altri. Idem per la reversibilità del contratto di affitto, l’assistenza e le disposizioni in caso di grave malattia, la visita in carcere. Così anche per l’eredità, escludendo la “quota legittima”. E’ una logica coerente, che si farebbe bene a prendere sempre in seria considerazione. Ma è un fatto che la famiglia come la conosciamo e nella quale si riconoscono miliardi di donne e uomini non è un artificiale prodotto della normativa - nel nostro caso, del Codice Civile – bensì il portato di una lenta e consapevole evoluzione della tradizione e del costume. Non si tratta di un detestabile costruttivismo statalista, ostile alla libertà degli individui. Morale: ad oggi, per di più nell’Italia ipercorporativa e statalista, smontare le prerogative pubblicistiche della famiglia non mi pare una strategia praticabile né opportuna. Da qui si parte.
    E ora una considerazione, anzi due.
    Salvo eccezioni marginali – le persone in attesa di divorzio, ad esempio – le coppie di fatto eterosessuali scelgono liberamente di vivere la propria condizione familiare al di fuori di un riconoscimento formale. Preferiscono gestire in piena libertà i propri rapporti, rifuggendo tanto l’onerosità, sociale e non solo, del vincolo matrimoniale, quanto i benefici che ne derivano. Proprio per rispetto di questa scelta lo Stato dovrebbe restarne fuori dicendo: se cambi idea in una settimana regoli la pratica in comune e, voilà, reversibilità, affitto, ospedale, eredità non saranno più un problema. Altrimenti, sono fatti tuoi. E invece no: lo stato paternalista vuole una forma di famiglia ad hoc. Un po’ meno famiglia, come ha spiegato il Ministro Pollastrini: gli alimenti al coniuge in caso di separazione, ma solo “per alcuni anni”. Magari la reversibilità della pensione, ma solo dopo cinque anni.
    Ma, anche dopo i Pacs, resteranno centinaia di migliaia di coppie di fatto “libere”. E dunque, coerentemente, ci si dovrà occupare anche di loro: che ne so, alimenti per un solo anno e reversibilità dopo dieci anni. Di questo passo, sempre in nome della reversibilità senza discriminazioni, arriveremmo all’obbligo di accedere ad una qualche regolamentazione pubblica dopo una settimana di convivenza “more uxorio”, con tanto di visite ispettive dei vigili urbani e punizione per chi si ostinasse a non ufficializzare la propria unione. Non la voglio buttare in burla, giacché la questione è seria, ma non riesco a fare dei pacs per le coppie eterosessuali una priorità. Tanto più che le tutele per i figli sono ormai acquisite e che la giurisprudenza ha già posto rimedio ad alcune questioni delicate (sulla pensione di reversibilità in generale, sull’uso e l’abuso, andrebbe aperta la discussione).
    Assai diversamente la questione si pone per le coppie omosessuali. Parlo ovviamente di quelle coppie che scelgono di vivere secondo un patto duraturo di reciproca solidarietà ed assistenza. Queste situazioni, almeno nell’occidente libero ancorato alle radici giudaico-cristiane, sono un fatto sempre più socialmente accettato. Sono entrate nella nostra “tradizione”. Queste centinaia di migliaia di italiani non hanno oggi alcuno strumento per vedere riconosciuta pubblicamente la propria unione, contrarre reciprocamente obbligazioni vincolanti e in cambio vedersi riconosciute alcune prerogative: eredità, pensione, assistenza e responsabilità di scelta della cura in caso di incoscienza del partner, visita in carcere, onoreficienze alla memoria, subentro nell’affitto. Qui siamo effettivamente alla discriminazione ed è doveroso colmare la lacuna, con un intelligente mix di “registrazione” pubblica e interventi sul Codice Civile. Non parlo di matrimonio, giacché occorre trattare e chiamare in modo diverso realtà differenti, ma il riconoscimento giuridico per quelle coppie omosessuali che lo richiedano è doveroso. E io, pronto a discutere sul “come”, lo appoggio senza se e senza ma.

  7. #7
    Senzapadrone
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    La CdL fa un errore madornale a farsi dettare la linea politica dalla Santa Sede ... è chiaro che, di questo passo, ritornerà ad essere etichettata come clerico-fascista, come nel '74 ...

 

 

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