Scienziati dell'anno mille

[Aganto]

Facevo una valutazione, ultimamente, su coloro che scientificamente parlando son rimasti fermi ad Aristotele, all'anno mille, con la scusa di recuperare il pensiero di qualche teologo, seppur illustre, di quel tempo. Che senso hanno costroro al giorno d'oggi? Ogni tanto se ne legge qualcuno che proprone certe sciocchezze, come quella secondo la quale i risultati delle dissertazioni teologiche sarebbero equiparabili ai risultati delle scienze naturali. Una diceria, perchè di diceria si tratta, che farebbere ridere qualsiasi uomo moderno, nel senso di uomo aggiornato al tempo di oggi.

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La strada è sempre quella e il tentativo è uno solo, in corso, che avanza.

[UgoDePayens]

Eh, pensa che ci sono dei pazzi che credono ancora nelle dicerie di un gruppo di ebrei (la maggior parte pescatori) di duemila anni fa... dei poveri pazzi direi :P

[Aganto]

Eh, pensa che ci sono dei pazzi che credono ancora nelle dicerie di un gruppo di ebrei (la maggior parte pescatori) di duemila anni fa... dei poveri pazzi direi :P

Cosa c'entra, quella è fede, mica scienza.

[UgoDePayens]

Aganto, i Greci erano giunti a pensare che la Terra fosse tonda 2500 anni fa, e osservando la disposizione dei templi in Magna Grecia addirittura capirono il fenomeno della precessione degli equinozi. Pensi sia davvero un'eresia fare scienza a partire anche da queste basi?

Viviamo in un mondo dominato dalal convinzione che il progresso sia tutto, e che l'uomo sia diventato saggio, intelligente e bravo solo dal 1800 in poi.
Non è così...

Mi sembra una polemica molto sterile.

[Aganto]

Scientificamente parlando, credo sia sciocco fermarsi ai risultati ottenuti mille anni fa, risultati in parte anche non completamente falsi, in parte totalmente smentiti, in parte sostanzialmente corretti; le scienze avanzano, non dobbiamo confonderle con la fede oppure con la dottrina (definita).

Non c'è alcun intento polemico in quel che ho scritto, solo la valutazione di come, talvolta, si facciano indebite "estensioni", come quella che vorrebbe far passare come eterne non solo la dottrina, la fede, ma anche quei i contesti filosofici e scientifici nei quali s'è sviluppata qualche definizione dottrinale; in effetti, si tratta di un distinguo.

[UgoDePayens]

Messa così mi pare più chiara la cosa... E decisamente sensata.

[pseudovector]

Ogni tanto se ne legge qualcuno che proprone certe sciocchezze, come quella secondo la quale i risultati delle dissertazioni teologiche sarebbero equiparabili ai risultati delle scienze naturali.

Ma questo significa forse che i risultati delle dissertazioni teologiche non hanno valore conoscitivo?

[Aganto]

Ma questo significa forse che i risultati delle dissertazioni teologiche non hanno valore conoscitivo?

Dovresti specificare meglio cosa intendi per "valore conoscitivo".

[Alëša]

Le scienze naturali ed il metodo scientifico sono chiaramente lo strumento migliore per conoscere i singoli aspetti della realtà in cui viviamo. Ma, appunto, per conoscerne i singoli aspetti. Il grande problema delle scienze e per coloro che le ritengono l'unico strumento in grado di far conoscere la realtà è che esse sfuggono ad ogni tentativo di universalizzazione, non si potrà mai giungere, con esse, ad una visione totalizzante del mondo ma solo - appunto - ad una sicura conoscenza dei suoi aspetti esteriori e materiali, verificabili empiricamente. Ogni tentativo di universalizzazione è miseramente fallito (vedi Locke). La filosofia e la teologia servono ad inserire le conoscenze scientifiche in un sistema, in un Disegno universali. Ed esse non devono essere considerati strumenti conoscitivi meno affidabili delle scienze solo per l'impossibilità di verificarli empiricamente. Non necessitano del dato empirico, è vero, ma il fondarsi sulla Ragione e sulla logica umana sono garanzie di veridicità esattamente come la verifica sperimentale.

[pseudovector]

Le scienze naturali ed il metodo scientifico sono chiaramente lo strumento migliore per conoscere i singoli aspetti della realtà in cui viviamo. Ma, appunto, per conoscerne i singoli aspetti. Il grande problema delle scienze e per coloro che le ritengono l'unico strumento in grado di far conoscere la realtà è che esse sfuggono ad ogni tentativo di universalizzazione, non si potrà mai giungere, con esse, ad una visione totalizzante del mondo ma solo - appunto - ad una sicura conoscenza dei suoi aspetti esteriori e materiali, verificabili empiricamente. Ogni tentativo di universalizzazione è miseramente fallito (vedi Locke). La filosofia e la teologia servono ad inserire le conoscenze scientifiche in un sistema, in un Disegno universali. Ed esse non devono essere considerati strumenti conoscitivi meno affidabili delle scienze solo per l'impossibilità di verificarli empiricamente. Non necessitano del dato empirico, è vero, ma il fondarsi sulla Ragione e sulla logica umana sono garanzie di veridicità esattamente come la verifica sperimentale.

Interessante ma non sono tanto d'accordo.
La filosofia ha spesso cercato di codificare un concetto "standard" di scientificita', con risultati che non sono sicuro che possano dirsi conclusivi.
Per conoscenza intenderei l'insieme delle cose su cui si puo' affermare di sapere qualcosa. Dunque perche' la teologia dovrebbe aver maggiore successo di un metodo di indagine scientifico?
Possiamo dire di sapere qualcosa di "Dio" grazie alla teologia e ai suoi metodi?