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  1. #21
    Pascendi
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    Citazione Originariamente Scritto da Spartaco Visualizza Messaggio
    per operare in ogni singolo ambito produttivo, dal tessile allo smaltimento dei rifiuti, sono necessari ingenti capitali iniziali, e nella stragrande maggioranza dei casi, questi capitali iniziali sono derivati dal narcotraffico, che è proprio il mezzo più eficace e veloce per procurarsi grandi capitali in poco tempo.
    LA mafia siciliana, storicamente è sempre stata molto più infiltrata nello stato rispetto alla camorra, ed ha sempre ricevuto moltissime copoerture dallo stato, tanto che negli anni cinquanta e sessanta c'erano addirittura importanti magistrati che ne sostenevano l'inesistenza, arrivando ad afffermare che la mafia era un argomento di discussione da salotto e non qualcosa che riguardasse i tribunali, quando la mafia si arricchiva con il sacco di palermo, con la compiacenza delle amministrazioni locali, la camorra campava essenzialmente con il traffico delle sigarette ed i taglieggiamenti ai commercianti, naturalmente da quei tempi le cose sono cambiete di molto, soprattutto dopo l'entrata in scena di raffaele cutolo, ma comunque tra la forma mentis dei mafiosi e quella dei camorristi esiste un enorme divario, il mafioso ha come principale scopo nella vita il potere, ed a trasformare la mafia in stato, i camorristi pur avendo un forte senso della gerarchia, sono interessati soprattutto ad arricchirsi, e non gli interessa nulla di sostituirsi allo stato, naturalmente siccome serve ai loro interessi spesso si infiltrano o tentano di infiltrarsi nelle istituzioni locali o nazionali, ma per loro questo è un mezzo per raggiungere i loro scopi, non lo sopo principale della loro vita, questo si può notare anche dal differente stile di vita dei boss della mafia e quelli della camorra, i primi conducono una vita spartana, generalmente sono fedelissimi alle proprie mogli, ed in molti casi sono arrivati a passare lunghi periodi di latitanza chiusi in scantinati, o in condizioni non invidiabili neppure da pensionati che vivono con il minimo della pensione, i camorristi conducono una vita basata sull'ostentazione della ricchezza, amano tutto ciò che è lusso, vivono in case costosissime, tavolta arredate in maniera chitch come quelle della famiglia giuggliano, famose per la vasche da bagno a forma di ostrica, per le finte colonne romane, il cui pessimo gusto stile las vegas parebbe impallidire il più cafone degli arricchiti teani, e tavolta con ottimo gusto come nel caso di carmine alfieri, che nella sua casa amava anche trascorrere il tempo on buone letture ed ascoltando musica classica
    ripeto... la droga si può battere come è stato battuto il contrabbando di sigarette : distruggendo la rete della piccola distribuzione. Non avremo debellato la Camorra, ma almeno non avremo legalizzato la droga. Tu invece che preferisci? La Camorra più la droga libera?

  2. #22
    Pascendi
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    per operare in ogni singolo ambito produttivo, dal tessile allo smaltimento dei rifiuti, sono necessari ingenti capitali iniziali, e nella stragrande maggioranza dei casi, questi capitali iniziali sono derivati dal narcotraffico, che è proprio il mezzo più eficace e veloce per procurarsi grandi capitali in poco tempo.
    LA mafia siciliana, storicamente è sempre stata molto più infiltrata nello stato rispetto alla camorra, ed ha sempre ricevuto moltissime copoerture dallo stato, tanto che negli anni cinquanta e sessanta c'erano addirittura importanti magistrati che ne sostenevano l'inesistenza, arrivando ad afffermare che la mafia era un argomento di discussione da salotto e non qualcosa che riguardasse i tribunali, quando la mafia si arricchiva con il sacco di palermo, con la compiacenza delle amministrazioni locali, la camorra campava essenzialmente con il traffico delle sigarette ed i taglieggiamenti ai commercianti, naturalmente da quei tempi le cose sono cambiete di molto, soprattutto dopo l'entrata in scena di raffaele cutolo, ma comunque tra la forma mentis dei mafiosi e quella dei camorristi esiste un enorme divario, il mafioso ha come principale scopo nella vita il potere, ed a trasformare la mafia in stato, i camorristi pur avendo un forte senso della gerarchia, sono interessati soprattutto ad arricchirsi, e non gli interessa nulla di sostituirsi allo stato, naturalmente siccome serve ai loro interessi spesso si infiltrano o tentano di infiltrarsi nelle istituzioni locali o nazionali, ma per loro questo è un mezzo per raggiungere i loro scopi, non lo sopo principale della loro vita, questo si può notare anche dal differente stile di vita dei boss della mafia e quelli della camorra, i primi conducono una vita spartana, generalmente sono fedelissimi alle proprie mogli, ed in molti casi sono arrivati a passare lunghi periodi di latitanza chiusi in scantinati, o in condizioni non invidiabili neppure da pensionati che vivono con il minimo della pensione, i camorristi conducono una vita basata sull'ostentazione della ricchezza, amano tutto ciò che è lusso, vivono in case costosissime, tavolta arredate in maniera chitch come quelle della famiglia giuggliano, famose per la vasche da bagno a forma di ostrica, per le finte colonne romane, il cui pessimo gusto stile las vegas parebbe impallidire il più cafone degli arricchiti teani, e tavolta con ottimo gusto come nel caso di carmine alfieri, che nella sua casa amava anche trascorrere il tempo on buone letture ed ascoltando musica classica
    ripeto... la droga si può battere come è stato battuto il contrabbando di sigarette : distruggendo la rete della piccola distribuzione. Non avremo debellato la Camorra, ma almeno non avremo legalizzato la droga. Tu invece che preferisci? La Camorra più la droga libera?

  3. #23
    Pascendi
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    Citazione Originariamente Scritto da Spartaco Visualizza Messaggio
    per operare in ogni singolo ambito produttivo, dal tessile allo smaltimento dei rifiuti, sono necessari ingenti capitali iniziali, e nella stragrande maggioranza dei casi, questi capitali iniziali sono derivati dal narcotraffico, che è proprio il mezzo più eficace e veloce per procurarsi grandi capitali in poco tempo.
    LA mafia siciliana, storicamente è sempre stata molto più infiltrata nello stato rispetto alla camorra, ed ha sempre ricevuto moltissime copoerture dallo stato, tanto che negli anni cinquanta e sessanta c'erano addirittura importanti magistrati che ne sostenevano l'inesistenza, arrivando ad afffermare che la mafia era un argomento di discussione da salotto e non qualcosa che riguardasse i tribunali, quando la mafia si arricchiva con il sacco di palermo, con la compiacenza delle amministrazioni locali, la camorra campava essenzialmente con il traffico delle sigarette ed i taglieggiamenti ai commercianti, naturalmente da quei tempi le cose sono cambiete di molto, soprattutto dopo l'entrata in scena di raffaele cutolo, ma comunque tra la forma mentis dei mafiosi e quella dei camorristi esiste un enorme divario, il mafioso ha come principale scopo nella vita il potere, ed a trasformare la mafia in stato, i camorristi pur avendo un forte senso della gerarchia, sono interessati soprattutto ad arricchirsi, e non gli interessa nulla di sostituirsi allo stato, naturalmente siccome serve ai loro interessi spesso si infiltrano o tentano di infiltrarsi nelle istituzioni locali o nazionali, ma per loro questo è un mezzo per raggiungere i loro scopi, non lo sopo principale della loro vita, questo si può notare anche dal differente stile di vita dei boss della mafia e quelli della camorra, i primi conducono una vita spartana, generalmente sono fedelissimi alle proprie mogli, ed in molti casi sono arrivati a passare lunghi periodi di latitanza chiusi in scantinati, o in condizioni non invidiabili neppure da pensionati che vivono con il minimo della pensione, i camorristi conducono una vita basata sull'ostentazione della ricchezza, amano tutto ciò che è lusso, vivono in case costosissime, tavolta arredate in maniera chitch come quelle della famiglia giuggliano, famose per la vasche da bagno a forma di ostrica, per le finte colonne romane, il cui pessimo gusto stile las vegas parebbe impallidire il più cafone degli arricchiti teani, e tavolta con ottimo gusto come nel caso di carmine alfieri, che nella sua casa amava anche trascorrere il tempo on buone letture ed ascoltando musica classica
    ripeto... la droga si può battere come è stato battuto il contrabbando di sigarette : distruggendo la rete della piccola distribuzione. Non avremo debellato la Camorra, ma almeno non avremo legalizzato la droga. Tu invece che preferisci? La Camorra più la droga libera?

  4. #24
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    Sostanzialmente corretto il pezzo scritto dopo il "bold", dato che i camorristi hanno piu' interesse a definirsi veri e propri "imprenditori" pur senza tanta ortodossia.

    Vero pero' (e ora parlo del "bold") che i traffici intrapresi dalle famiglie partono ANCHE dal narcotraffico,ma sempre piu' spesso si assiste a vere e proprie uscite di scena sia di Boss, che delle famiglie e dei sistemi ad esso relativi.
    Anche i delfini uccidono i loro boss. Ergo: sì, per iniziare una "impresa" (o meglio un sistema) è importante anche il narcotraffico, una volta che pero' il sistema viene avviato, capita spesso che sistemi nuovi si sostituiscano tramite, per l'appunto, gli assassini e le faide.

  5. #25
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    Predefinito che risposta del cazzo!

    Citazione Originariamente Scritto da Ianuario Visualizza Messaggio
    ripeto... la droga si può battere come è stato battuto il contrabbando di sigarette : distruggendo la rete della piccola distribuzione. Non avremo debellato la Camorra, ma almeno non avremo legalizzato la droga. Tu invece che preferisci? La Camorra più la droga libera?

    è stato possibile sconfiggere il contrbbando, poiché esistendo un mercato libero della droga tabacco, non esiste una grandissima convenienza a comprare sigarette di contrabbando piuttosto che quelle vendute legalmente, inoltre a napoli il contrabando di cui un tempo era la capitale, ha cominciato ad entrare in crisi proprio alla fine degli anni settanta, con l'entrta alla grande della camorra nel molto più redditizio narcotraffico, che permette di vendere la prpria merce a prezzi molto superiori all'investimento iniziale.
    E' un dato di fatto che il proibizionismo ha fallito in tutto il mondo, causando solo enormi profitti alla criminalità organizzata, e ti invito a segnalarmi un solo caso dove questo abbia funzionato, e non parlo solo della droga ma anche dell'alcol, dato che nei paesi islamici dove è vietata la vendita, l'alcol clandestino scorre a fiumi, malgrado chi gestisce il traffico di alcol, rischi pene che vanno dalla punizioni corpolali ed dal carcere duro fino alla condanna a morte, dato che ci sarà sempre un grande numero di persone, che per arrichirsi facilmente, vendendo prodotti che essedno vietati hanno prezzi di decine o addirittura centiania di volte il loro valore.
    Io non voglio nè la droga e nè la camorra, ma è un dato di fatto che uno dei motivi principali per cui la camorra prospera è proprio il proibizionismo, e che il proibizionismo sia fallito in tutto il mondo, causando gli effetti opposti di ciò che i suoi sostenitori dicono di volee ottenere, se vuoi ancora sognare con la tue proposte demagogiche per otterere la moglie ubriaca e la botte piena, debellando contemporaneamente la camorra e l'uso di droga fai pure, ma le scelte da te proposte hanno sempre fallito

  6. #26
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    Attenzione poi, che se la coca prima era la droga dei ricchi, ora tutti possono comprarla.
    La fanno provare ai tossici, per sapere i limiti massimi di topicida con cui tagliarla, per poi pestarli a calci nello sterno per evitare che urlino.

    Non è piu' neanche un discorso di convenienza.

    Certo, qualcuno puo' obiettare che la maria o la coca venduta dallo Stato sarà soggetta a controlli... ma veramente volete lo Stato che vi lascia senza soldi, ma con la possibilità di rincoglionirvi come piu' vi piace?

    (stiamo comunque andando OT)

  7. #27
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    De Lucia era il padre del presunto assassino di Gelsomina Verde
    Il delitto potrebbe riaccendere la guerra con i scissionisti

    Napoli, nuovo agguato di camorra
    ucciso esponente del clan Di Lauro




    NAPOLI - Un esponente di spicco del clan Di Lauro, Lucio De Lucia, di 55 anni, è stato ucciso stasera in un agguato avvenuto nel quartiere Secondigliano, alla periferia nord di Napoli. L'uomo è stato raggiunto da numerosi colpi di arma da fuoco.

    Il boss ucciso è il padre di Ugo De Lucia, arrestato negli anni scorsi con l'accusa di essere l'assassino di Gelsomina Verde, la giovane vittima innocente della cosiddetta faida di Scampia che fu sequestrata e seviziata perchè rivelasse il nascondiglio di un suo ex fidanzato, affiliato al clan rivale degli scissionisti.

    Sul luogo del delitto, in piazza Zanardelli, sono intervenuti i carabinieri. Al momento non è nota la dinamica dell'agguato, comunque di chiara matrice camorristica. Il delitto potrebbe riaccendere la faida, tra i membri del clan Di Lauro e gli scissionisti, che ha fatto registrare nel corso degli ultimi anni decine di omicidi.

    (21 marzo 2007)


    http://www.repubblica.it/2007/03/sez...-de-lucia.html

  8. #28
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    Predefinito Indulto: per non dimenticare

    Nel luglio dello scorso anno è stato approvato l'indulto - il condono penale di tre anni per i colpevoli di crimini i più disparati ed odiosi, quali omicidio, tentato omicidio, sequestro di persona, associazione per delinquere, truffa, estorsione, voto di scambio mafioso, rapina, lesioni, molestie sessuali, disastro ambientale, delitti contro la pubblica amministrazione e molti altri ancora.



    Per effetto di questa legge, sono stati scarcerati quasi trentamila criminali: hanno beneficiato del provvedimento un numero rilevantissimo di boss ed appartenenti ad organizzazioni mafiose (tra i quali il cognato di Bernardo Provenzano), un numero elevatissimo di camorristi (i quali, una volta liberi, hanno riacceso le faide con decine di morti nel napoletano), alcuni terroristi (rossi ed islamici) e perfino pluriassassini pedofili (Luigi Chiatti, il mostro di Foligno).


    Per effetto di questa legge - approvata con i voti del centrosinistra tutto (eccezion fatta per il movimento di Antonio Di Pietro, l'Italia dei Valori), di Forza Italia e dell'UDC; unici partiti ad essersi opposti Alleanza Nazionale e Lega Nord - è stato inferto il colpo fatale al già debole residuo di senso della legalità che ancora sopravviveva, miracolosamente, nel nostro Paese.


    Per effetto di questa legge, tre cittadini onesti sono stati uccisi: Salvatore Buglione, Antonio Pizza e Luigia Polloni, vittime della ferocia di delinquenti liberati anzitempo e della scelta sciagurata delle forze politiche sopra elencate.


    Per effetto di questa legge, quasi il 90 per cento dei processi, nei prossimi cinque anni - secondo le stime del Consiglio Superiore della Magistratura - si concluderà con una pena totalmente amnistiata, garantendo l'impunità all'intera platea dei condannati.


    Per effetto di questa legge, hanno goduto della clemenza insperata i criminali più ricchi e potenti: i corrotti e corruttori, i politici collusi con la mafia, gli affaristi d'assalto (Ricucci, Cragnotti, etc.) e i grandi truffatori (Callisto Tanzi, Wanna Marchi), le multinazionali coinvolte in processi su morti bianche e danni all'ambiente (Eternit), addirittura gli schiavisti (la trafficante di esseri umani Madame Gennet).


    Per effetto di questa legge - alla quale era e resta contrario il 70 % degli italiani - enormi e difficilmente calcolabili sofferenze sono state create a danno di persone innocenti, e la più vasta, intollerabile, assurda ingiustizia legislativa degli ultimi venti anni si è compiuta.







    "Sono più il ministro vostro che non dei magistrati; questa è un’occasione per sentirsi più solidali. So che aspettate da me parole, ho visto un cartello con su scritto: «Amnistia, indulto»; vi prometto che promuoverò il provvedimento.", Clemente Mastella, ministro della giustizia, rivolgendosi ai detenuti riuniti del carcere romano di Regina Coeli, 2 giugno 2006.


    "Si tratta di un provvedimento necessario, che non avrà ricadute sulla sicurezza dei cittadini.", Massimo Brutti, responsabile politiche della giustizia dei DS, 26 luglio 2006.


    "Oggi è una bella giornata per le istituzioni.", Fausto Bertinotti, nel giorno dell'approvazione dell'indulto alla Camera, 27 luglio 2006.


    "Vedrete che l'indulto passerà anche al Senato: se non passa, il governo cade.", Clemente Mastella, nel giorno della votazione finale sul provvedimento di clemenza, 30 luglio 2006.


    "Nessun mafioso uscirà per l'indulto!", Francesco Forgione, presidente della commissione antimafia, 1 agosto 2006.



    "Ho votato l'indulto con gioia.", Massimo D'Alema, ministro degli esteri, 12 settembre 2006.


    "Era indispensabile approvare l'indulto: bisognava mantenere la promessa fatta.", Anna Finocchiaro, capogruppo Ulivo al Senato, 9 novembre 2006.


    "Mi assumo, a nome del governo e del ministero della giustizia, tutta la responsabilità politica dell'indulto.", Romano Prodi, presidente del consiglio dei ministri, 1 Dicembre 2006.



  9. #29
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    Calcolando che l'Indulto ha dimostrato il suo fallimento e come sua diretta conseguenza delle persone sono more, è ora davvero che qualcuno si prenda la responsabilità non solo politica di quello che è successo.

  10. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da NIHIL Visualizza Messaggio
    Nel luglio dello scorso anno è stato approvato l'indulto - il condono penale di tre anni per i colpevoli di crimini i più disparati ed odiosi, quali omicidio, tentato omicidio, sequestro di persona, associazione per delinquere, truffa, estorsione, voto di scambio mafioso, rapina, lesioni, molestie sessuali, disastro ambientale, delitti contro la pubblica amministrazione e molti altri ancora.



    Per effetto di questa legge, sono stati scarcerati quasi trentamila criminali: hanno beneficiato del provvedimento un numero rilevantissimo di boss ed appartenenti ad organizzazioni mafiose (tra i quali il cognato di Bernardo Provenzano), un numero elevatissimo di camorristi (i quali, una volta liberi, hanno riacceso le faide con decine di morti nel napoletano), alcuni terroristi (rossi ed islamici) e perfino pluriassassini pedofili (Luigi Chiatti, il mostro di Foligno).


    Per effetto di questa legge - approvata con i voti del centrosinistra tutto (eccezion fatta per il movimento di Antonio Di Pietro, l'Italia dei Valori), di Forza Italia e dell'UDC; unici partiti ad essersi opposti Alleanza Nazionale e Lega Nord - è stato inferto il colpo fatale al già debole residuo di senso della legalità che ancora sopravviveva, miracolosamente, nel nostro Paese.


    Per effetto di questa legge, tre cittadini onesti sono stati uccisi: Salvatore Buglione, Antonio Pizza e Luigia Polloni, vittime della ferocia di delinquenti liberati anzitempo e della scelta sciagurata delle forze politiche sopra elencate.


    Per effetto di questa legge, quasi il 90 per cento dei processi, nei prossimi cinque anni - secondo le stime del Consiglio Superiore della Magistratura - si concluderà con una pena totalmente amnistiata, garantendo l'impunità all'intera platea dei condannati.


    Per effetto di questa legge, hanno goduto della clemenza insperata i criminali più ricchi e potenti: i corrotti e corruttori, i politici collusi con la mafia, gli affaristi d'assalto (Ricucci, Cragnotti, etc.) e i grandi truffatori (Callisto Tanzi, Wanna Marchi), le multinazionali coinvolte in processi su morti bianche e danni all'ambiente (Eternit), addirittura gli schiavisti (la trafficante di esseri umani Madame Gennet).


    Per effetto di questa legge - alla quale era e resta contrario il 70 % degli italiani - enormi e difficilmente calcolabili sofferenze sono state create a danno di persone innocenti, e la più vasta, intollerabile, assurda ingiustizia legislativa degli ultimi venti anni si è compiuta.







    "Sono più il ministro vostro che non dei magistrati; questa è un’occasione per sentirsi più solidali. So che aspettate da me parole, ho visto un cartello con su scritto: «Amnistia, indulto»; vi prometto che promuoverò il provvedimento.", Clemente Mastella, ministro della giustizia, rivolgendosi ai detenuti riuniti del carcere romano di Regina Coeli, 2 giugno 2006.


    "Si tratta di un provvedimento necessario, che non avrà ricadute sulla sicurezza dei cittadini.", Massimo Brutti, responsabile politiche della giustizia dei DS, 26 luglio 2006.


    "Oggi è una bella giornata per le istituzioni.", Fausto Bertinotti, nel giorno dell'approvazione dell'indulto alla Camera, 27 luglio 2006.


    "Vedrete che l'indulto passerà anche al Senato: se non passa, il governo cade.", Clemente Mastella, nel giorno della votazione finale sul provvedimento di clemenza, 30 luglio 2006.


    "Nessun mafioso uscirà per l'indulto!", Francesco Forgione, presidente della commissione antimafia, 1 agosto 2006.



    "Ho votato l'indulto con gioia.", Massimo D'Alema, ministro degli esteri, 12 settembre 2006.


    "Era indispensabile approvare l'indulto: bisognava mantenere la promessa fatta.", Anna Finocchiaro, capogruppo Ulivo al Senato, 9 novembre 2006.


    "Mi assumo, a nome del governo e del ministero della giustizia, tutta la responsabilità politica dell'indulto.", Romano Prodi, presidente del consiglio dei ministri, 1 Dicembre 2006.



    perchè ricordarmi simili fatti?????!!!!!!!!!!!!!!
    Bella la frase in neretto...era indispensabile solo per aver fatto una promessa...(diciamo che gli indultati sapranno essere riconoscenti alle prossime votazioni....)

 

 
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