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  1. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da Bastiacciu vivu Visualizza Messaggio
    La retorica è una cosa la realtà un' altra. La realtà è che il fascismo è il nemico giurato della massoneria, chiesa o non chiesa, ed il nazismo, che non era certo filocattolico, lo dimostra appieno. Inoltre c'è da ricordare che la memoria del risorgimento era una memoria di prima mano ma più spesso di seconda, più o meno comme è la seconda guerra mondiale per i giovano d'oggi che sanno cosa sia per averlo appreso dagli adulti , dalle istituzioni e dai mass media. Molto ma molto spesso ci sono state raccontate balle sull' ultima guerra e lo stesso è stato fatto prima e durante il fascismo sulla memoria risorgimentale. Non si poteva, giustamente, mettere in dubbio l' unità della patria, di conseguenza era necessario che venissero ufficialmente esaltate le gesta dei garibaldini, dei mazziniani e delle varie guerre d'indipendenza. Era necessario perchè era una storia troppo recente e considerata troppo sacra perchè potesse essere violata mettendo in dubbio i veri scopi per cui il risorgimento fu; ma fu anche utile dal punto di vista politico, infatti il fascismo poteva, ricordando le gesta dei valorosi combattenti che avevano fatto l'unità, accumunare quest'ultime al sacrificio che il popolo italiano di allora stava sopportando più o meno (ancora quel un paio d' anni) patriottisticamente. La realtà è che Garibaldi e mazzini erano dei massoni, il regno di Sardegna era, come l' Italia di oggi, governato dalla massoneria, che con la scusa dell' unità patria si è sfruttato il sacrificio di quei patrioti (quelli si veri) che per l' Italia sarebbero d'avvero morti, la buona fede dei contadini meridionali, che vedevano nelle promesse garibaldine della terra per tutti un miraggio a cui era facile dir di si, pagando mercenari e comprando a suon di milioni vari ufficiali dell' esercito siciliano. Lo stesso Mussolini scrisse che la storia del risorgimnto era da riscrivere.

    P.S.: I vari filorisorgimentalisti di questo forum potrebero spiegarmi come mai in cambio del nordest i mano agli austriaci invasori si rinunciava contemporaneamente a rivendicare la Corsica, italiana quanto la Lombardia, e si cedevano alla stessa Francia l' italianissima contea di Nizza e la Savoia? Cosa stavano facendo? Smontavano a sinistra per montare a destra? Giocavano a domino o a risiko? E perchè, visto che la massoneria, secondo il vostro parere, in tutto ciò non c'entra nulla, il massonico piemonte riceveva aiuto dalla massonica Francia contro l' impero antimassonico d' Austria? Forse che forse gli scopi erano ben altri?

    Mazzini (che non era massone) e Garibaldi (che era massone, ma la cosa non mi scandalizza: massone era stato anche Pellegrini Giampietro, l'ottimo ministro della RSI) non vollero mai, da convinti sostenitori “fondamentalisti” dell’unità nazionale, la politica “scambista” della rinuncia o della cessione di terre considerate italiane: questa politica fu la politica di Cavour, e fu una politica che lo stesso Cavour impose a Vittorio Emanuele II, che certo non ebbe affatto piacere a disfarsi della Savoia.
    Esistono comunque due cose che qui molto spesso si ignorano (anche parlando del presente, di Iran per es.): la geopolitica e la realpolitik, che hanno pressochè sempre un peso molto più forte, nella vita degli Stati (spesso e volentieri a spese dei popoli), rispetto alle ideologie ufficiali dei regimi politici.
    Se si critica il Regno di Sardegna per la sua alleanza con Napoleone III contro l’Austria, ci si dovrebbe anche ricordare degli stretti legami stretti più tardi, in funzione anti-italiana nel mentre l’Italia era triplicista, tra il papa Leone XIII e la III Repubblica francese, che era quanto di più massonico esistesse nell’Europa dell’epoca.

  2. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da Paul Atreides Visualizza Messaggio
    A quanto ottimamente scritto da Sanco, aggiungerei qualcosa.

    Indubbiamente l'interpretazione crociana del fascismo come ''calata degli hyksos'' ha contribuito alla scissione tra Risorgimento e fascismo. Ma io ci aggiungerei Gobetti e poi Giustizia e Libertà, che hanno addirittura finito per attribuire al fascismo il ruolo di ''catalizzatore'' di tutto ciò che il Risorgimento NON era riuscito a realizzare. In pratica, il fascismo come continuazione dei fallimenti del Risorgimento.

    Il disfacimento del Partito d'Azione alle elezioni del '46 conferma che tale lettura era meramente funzionale all'antifascismo ''resistenziale'' e destinata ad esaurirsi. D'altronde, DC e PCI erano forze di per sé ''antinazionali'', mentre il PRI e il PLI dal '48 in poi furono relegati al ruolo di ''ruota di scorta'' del centrismo democristiano.

    L'unico punto su cui non concordo è il discorso ''prussiano''. Per me era una buona e realistica soluzione per l'Italia.
    Bene, Paul. Ma tu pensi che a me non sarebbe piaciuta una soluzione prussiana? E però del papa che si faceva? Il problema non è mai stato il cattolicesimo (che c'era e c'è anche altrove) ma il papa. Senza il papa anche quella dei Borbone sarebbe stata tutta un'altra storia, migliore. Per non dire del Fascismo...

  3. #13
    Paul Atreides
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    Citazione Originariamente Scritto da sanco Visualizza Messaggio
    Bene, Paul. Ma tu pensi che a me non sarebbe piaciuta una soluzione prussiana? E però del papa che si faceva? Il problema non è mai stato il cattolicesimo (che c'era e c'è anche altrove) ma il papa. Senza il papa anche quella dei Borbone sarebbe stata tutta un'altra storia, migliore. Per non dire del Fascismo...
    Dissoluzione del dominio temporale dei papi. Anche con la forza. Meglio se per via diplomatica. Non penso ci potesse essere un'altra soluzione. D'altronde lo stesso Pio IX aveva provveduto ad affossare il neoguelfismo giobertiano.

  4. #14
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    Intervengo nella discussione...forse a sproposito, ma ho visto che dalla repubblica Romana, anche sull'altra discussione, il discorso si è decisamente allargato.

    Premessa: a me sembra che la questione più che posta su di un indirizzo squisitamente "storico-politico" andrebbe spostata su di un discorso "culturale" ed "ideale".

    Aldilà delle molteplici etichette che il fascismo potè assumere "strumentalmente" in funzione di un ben consolidato potere acquisito(in senso non solo materiale), oggi poter pensare di difendere/attaccare il fascismo stesso per le sue molteplici, e a volte "contraddittorie", scelte è errato. Per il semplice fatto che non possiamo, per ovvi motivi storico-anagrafici, pensare di parlare per conto del fascismo (sia a favore, che contro, intendiamoci), nell'ambito di scelte storiche e contingenti. Pensare di potersi immergere in quel che il fascismo fù, al punto tale da poterne fare le veci, è paradossale.
    Il fascismo fu un fenomeno storico, assai importante, ma poichè vincolato alla caducità della storia stessa, finito. Non nell'essenza, badate bene, ma nella forma. Forma che fu particolare, legata alla situazione contingente italiana e storica riguardo al particolare periodo in cui potè "nascere", che metto tra virgolette per il semplice fatto che il concetto stesso di nascita implicherebbe una creazione, cosa che il fascismo non fece che su di un piano politico-sociale ma, che nella sua totalità ed essenza, non fu che l'espressione stessa d'una concezione sacra della vita, come espresso nella "Dottrina del Fascismo".
    Pensare dunque che formule, mi viene in mente il concetto della socializzazione ad esempio, possano essere confuse con l'essenza del fascismo, e quindi delle formule ad oggi valide, per una qualche loro validità meta-storica, è utopico. Per motivi storici contingenti, ma soprattutto perchè denotano un errore di fondo, assai grave a mio avviso: confondere l'effetto con la causa.
    Quello che il fascismo "produsse" fu l'espressione di un'aderenza ad una realtà altra, che di questo mondo non è. Il fatto che il fascismo fosse innanzitutto un movimento spirituale non lo affermo certo io.

    Premesso questo, quindi avendo mutato l'impostazione stessa dell'approccio alla cosa, leggere anche amicizie o continuità, più o meno sentite o esclusivamente propagandistiche, che il fascismo ebbe nei suoi 20 (circa) "mutevolissimi" anni di vita, riesce più facile.
    Confondere il particolare con l'essenziale è invece un errore della mentalità tipicamente moderna di cui siamo tutti informati. Evitare di rimanervi intrappolati è un buon inizio.


    Se Mussolini (o il fascismo) "sostenne" la Repubblica Romana, non significa che fu massone, etc.

    Se Mussonili (o il fascismo) fece i Patti Lateranensi non significa che fù un "clericale".

    ma al contempo...

    Se Mussolini (o il fascismo) sostenne la R.R. non significa che ci fosse piena coincidenza tra quelle che fece e quello che fecero anni prima Mazzini e co.

    Se Mussolini (o il fascismo) fece i Patti, non significa che li fece per "frodare" la fede genuina del 99% del popolo italiano che a quel tempo si riconosceva nella chiesa cattolica.

    (Ho usato questi 2 esempi perchè mi sembrano i "motivi" più utilizzati all'interno della discussione, tra detrattori/accusatori/sostenitori etc etc)


    Usare strumentalemnte queste "amicizie" estrapolandole dall'affermazione sovrana che sottende a tutto il fascismo, e cioè che fu un movimento spirituale (strana analogia col NS!...), significa voler modellare quell'esperienza storica, ai propri fini, in maniera più o meno consapevole.
    E ciò mi sembra chiaro sia perlomeno, scorretto.
    Poi se si vuole dire quel che si pensa, si abbia il "buongusto" di non dirle in nome di persone/cose/situazioni chiuse, finite, che non hanno "diritto di replica". Lo si faccia a titolo personale. Il fascismo non ha bisogno di avvocati, nè di pubblici magistrati, credo. Tantomeno ne sono stati nominati alla sua morte, "storica".


    Come affermato all'inizio del mio post, se si riesce a mutare la prospettiva d'indagine, allora sarà possibile trarne una discussione proficua. Di fronte a citazioni, fonti, testimonianze "storiche", che non investano il piano veramente ideale che supera la dimensione politica e/o contingente, c'è poco da dire. La testimonianza (in senso esclusivamente storico) è testimonianza, e lì resta, punto, e questo vale per tutte le "parti" in causa...


    ...Spero di non essere andato troppo OT, ma il distacco non è ancora il mio forte.

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da sanco Visualizza Messaggio
    Mazzini (che non era massone) e Garibaldi (che era massone, ma la cosa non mi scandalizza: massone era stato anche Pellegrini Giampietro, l'ottimo ministro della RSI) non vollero mai, da convinti sostenitori “fondamentalisti” dell’unità nazionale, la politica “scambista” della rinuncia o della cessione di terre considerate italiane: questa politica fu la politica di Cavour, e fu una politica che lo stesso Cavour impose a Vittorio Emanuele II, che certo non ebbe affatto piacere a disfarsi della Savoia.
    Esistono comunque due cose che qui molto spesso si ignorano (anche parlando del presente, di Iran per es.): la geopolitica e la realpolitik, che hanno pressochè sempre un peso molto più forte, nella vita degli Stati (spesso e volentieri a spese dei popoli), rispetto alle ideologie ufficiali dei regimi politici.
    Se si critica il Regno di Sardegna per la sua alleanza con Napoleone III contro l’Austria, ci si dovrebbe anche ricordare degli stretti legami stretti più tardi, in funzione anti-italiana nel mentre l’Italia era triplicista, tra il papa Leone XIII e la III Repubblica francese, che era quanto di più massonico esistesse nell’Europa dell’epoca.
    ma cosa dici????
    non lo sai che cavour, mazzini, i savoia, la massoneria, i sionisti, gli ebrei, gli americani, i ricchi, i pubblicitari, i ragionieri, i preti postconciliari, gli islamicic sono tutti una sola cosa?
    anzi, è il mondo stesso che è tutto un solo, grandissimo, complotto demoplutogiudomassonico.

  6. #16
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    Bellissimo!!!
    W il Risorgimento!
    Il Fascismo è Rivoluzione non vandea..è Popolo non casta..è Lavoro non denaro!(Berto Ricci)

  7. #17
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    Citazione Originariamente Scritto da Brondi Visualizza Messaggio
    oggi poter pensare di difendere/attaccare il fascismo stesso per le sue molteplici, e a volte "contraddittorie", scelte è errato. Per il semplice fatto che non possiamo, per ovvi motivi storico-anagrafici, pensare di parlare per conto del fascismo (sia a favore, che contro, intendiamoci), nell'ambito di scelte storiche e contingenti. Pensare di potersi immergere in quel che il fascismo fù, al punto tale da poterne fare le veci, è paradossale.
    Certamente. È però importante coglierne rigorosamente lo spirito e la genesi e non favorire le riletture di parte che lo mutilano, lo trasformano e fuorviano


    Citazione Originariamente Scritto da Brondi Visualizza Messaggio
    Il fascismo fu un fenomeno storico, assai importante, ma poichè vincolato alla caducità della storia stessa, finito.
    Non sono affatto d'accordo. Il fascismo per la sua stessa impostazione antidogmatica è sempre ripetibile. Semmai mancano le condizioni sociopolitiche, ma questo è un altro discorso.

    Citazione Originariamente Scritto da Brondi Visualizza Messaggio
    Pensare dunque che formule, mi viene in mente il concetto della socializzazione ad esempio, possano essere confuse con l'essenza del fascismo, e quindi delle formule ad oggi valide, per una qualche loro validità meta-storica, è utopico.
    Vero. Anzi vero e falso al tempo stesso perché l'idea di Socializzazione risponde ad un modo di sentire i rapporti umani, politici ed economici che non è affatto marginale.


    Citazione Originariamente Scritto da Brondi Visualizza Messaggio
    Per motivi storici contingenti, ma soprattutto perchè denotano un errore di fondo, assai grave a mio avviso: confondere l'effetto con la causa.
    Concorderei se questo non comportasse una presunzione notevole, chi determina esattamente le cause scegliendone alcune al posto di altre? Gli interpreti (specie se ideologizzati) sono molto molto pericolosi... e molto diseducativi perché plasmano a piacimento la materia vergine di coloro che approdano a questi lidi per ragioni, ovviamente, irrazionali e sono disposti a credere a qualunque cosa si dica loro.

    Citazione Originariamente Scritto da Brondi Visualizza Messaggio
    Quello che il fascismo "produsse" fu l'espressione di un'aderenza ad una realtà altra, che di questo mondo non è. Il fatto che il fascismo fosse innanzitutto un movimento spirituale non lo affermo certo io. .
    Indubbiamente. Ma spirituale non significa astratto o intellettuale: è spirito che modella la materia. E non a casaccio.


    Citazione Originariamente Scritto da Brondi Visualizza Messaggio
    Poi se si vuole dire quel che si pensa, si abbia il "buongusto" di non dirle in nome di persone/cose/situazioni chiuse, finite, che non hanno "diritto di replica". Lo si faccia a titolo personale. Il fascismo non ha bisogno di avvocati, nè di pubblici magistrati, credo. .
    Mi sembra che fosse esattamente il senso del mio intervento. Se qualcuno è reazionario o controrivoluzionario sono affari suoi: l'importante è che non contrabbandi il fascismo per qualcosa di diverso da quello che è (stato).
    Il che, ovviamente, vale anche per le frange materialiste ma queste, perlomeno, sono meno attive nell'opera di contraffazione storico/ideologica di quanto lo siano i nosferatu della Controrivoluzione

  8. #18
    legione muti
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    Predefinito a proposito di Staglieno

    Staglieno scrisse un libro bellissimo su Nino Bixio, forse il più bello sul personaggio.
    Prezzolini, recensenso il saggio, stabili' una continuità spirituale (ancor prima che storica) tra squadristi in camicia rossa - GARIBALDINI - e squadristi in camicia nera....

  9. #19
    legione muti
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    Predefinito Risorgimento in camicia nera

    E' un libro di Massimo Baioni, che consiglio, soprattutto nelle parti ove traccia anche lui un quadro della storiografia fascista anti-liberale rispetto al fenomeno garibaldino. Nel cinquantenario della commemorazione dell'EROE e della proclamazione da parte del Duce dell'"anno garibaldino" spiccava la Scuola di Mistica Fascista quanto ad iniziative per onorare la memoria di Giuseppe Garibaldi.

  10. #20
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    C'è una raccolta di filmati, Istituto Luce, dei discorsi del DUCE tenuti nell'anno della celebrazione del Decennale dell' Era Fascista.
    Proprio in quel periodo Mussolini inaugurò la statua ad Anita Garibaldi al Gianicolo a Roma.
    E' un discorso bellissimo, che taglia la testa al toro!

    Questo il Discorso di Benito Mussolini, DUCE d'Italia:


    Roma, 30 maggio 1932

    Il governo fascista ha voluto dedicare alla memoria di Anita, la presenza galoppante, nell’atteggiamento di guerriera che insegue il nemico e di madre che protegge il figlio. L’artista insigne, che ha così dato oltre l’effige lo spirito di Anita, che conciliò sempre, durante la rapida avventurosa sua vita, i doveri alti della madre con quelli della combattente intrepida al fianco di Garibaldi. E’ nel cinquantenario della morte dell’eroe, cinquantenario che vorremmo celebrato come nazionale solennità, che il monumento si inaugura alla vostra augusta presenza, alla presenza dei discendenti di Garibaldi e dei prodi garibaldini, alla presenza ideale di tutto il popolo italiano. Di Garibaldi fu detto prima e dopo la morte, dalla storia, dall’arte, dalla poesia, dalla leggenda che vive nelle anime delle moltitudini più a lungo della storia. Adolescenti, il nome di Garibaldi ci apparve circonfuso dalle luci di questa leggenda. Le camicie nere che seppero lottare e morire negli anni dell’umiliazione, si posero politicamente sulla linea delle camicie rosse e del prode condottiero.

    Durante tutta la sua vita egli ebbe il cuore infiammato da una sola passione: l’unità e l’indipendenza della Patria. Tra i due periodi giganteggia Garibaldi che ha un solo pensiero, un solo programma, un sola fede: l’Italia. Coerente, di una perfetta coerenza, che gli apologeti postumi del suo nome non sempre compresero, fu coerente, e quando offriva la sua spada a Pio IX, e quando vent’anni dopo, lanciava i suoi disperati legionari sulle colline di Mentana. Coerente quando collaborava con Cavour, seguiva Mazzini, serviva Vittorio Emanuele II, osava Aspromonte. La marcia dei Mille, da Marsala al Volturno, guerra e rivoluzione insieme, elemento portentoso che ha dato per sempre l’unità della Patria. Il suono della vita, anche in quella di Garibaldi, le minori e le mediocri cose che accompagnano inevitabilmente l’azione – polemiche, ingratitudine, abbandoni -, un uomo non sarebbe più grande se non fosse uomo fra gli uomini.

    Ma la storia ha già tratto dalle fatali antitesi la sintesi della definitiva giustizia, e Garibaldino è vivo più alto e più possente che mai nella coscienza della nazione e nelle coscienze di libertà.

    Le generazioni del nostro secolo, cariche già di sanguinose esperienze, attraverso la più grande guerra che l’umanità ricordi, ebbero un pregio. Se il cavaliere bronzeo che sorge qui vicino diventasse uomo vivo e aprisse gli occhi mi piace sperare che egli riconoscerebbe la discendenza delle sue camicie rosse nei soldati di Vittorio Veneto e nelle camicie nere che da un decennio continuano sotto forma ancora più popolare e più feconda, il suo volontarismo. E sarebbe lieto di posare il suo sguardo su questa Roma, luminosa, vasta, pacificata, che egli amò di infinito amore e che fin dai primi anni della giovinezza identificò con l’Italia.

    Sire, finchè su questo colle dominerà la statua dell’eroe sicuro e forte sarà il destino della Patria
    Il Fascismo è Rivoluzione non vandea..è Popolo non casta..è Lavoro non denaro!(Berto Ricci)

 

 
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