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Risultati da 1 a 3 di 3
  1. #1
    28 de Abrili - Juventudi Sarda
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    Casteddu - SRDN - «Custa pòpulos est s'ora de estirpare sos abusos! A terra sos malos usos, a terra su dispotismu! Gherra gherra a s'egoismu e gherra a sos opressores! Custos tirannos minores est pretzisu umiliare!»
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    Predefinito Il presidente della Croazia attacca Napolitano per le dichiarazioni sulle foibe

    Foibe. Dal Presidente della Croazia duro attacco a Napolitano: "Aperto razzismo, revisionismo e revanscismo"

    Zagabria, 12 febbraio 2007
    Il presidente della Croazia Stipe Mesic si è detto oggi "costernato" dalle dichiarazioni del presidente Giorgio Napolitano in occasione della Giornata del Ricordo delle Foibe e dell'Esodo "nelle quali è impossibile non intravedere elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico". Lo si legge in un comunicato dell'Ufficio della presidenza della Repubblica di Croazia.

    http://www.rai.it/news/articolornews...481974,00.html
    SOTZIALISMU! INDIPENDENTZIA!

  2. #2
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    Foibe e centrosinistra

    A Napoli, l'assessore di centrosinistra leva la parola al vecchio partigiano e fiancheggia le destre. Se il "giorno del ricordo" diventa "giorno del silenzio".
    di Gennaro Carotenuto

    Giuseppe Aragno
    : L'amministrazione comunale di Napoli, nella persona dell'assessore all'Educazione, Giuseppe Gambale, in occasione del giorno della "memoria" per le foibe, ha organizzato una manifestazione annunciata alla stampa, cui ha invitato studenti, docenti e rappresentanti dei profughi istriani.

    Presentando i relatori, l'assessore ha comunicato l'assenza della sindaca Rosa Russo Iervolino, ed ha poi dato la parola a Francesco Soverina, dell'Istituto Campano per la Storia della Resistenza, che ha posto l'accento sulle gravissime responsabilità del fascismo nella tragedia istriana. Dopo l'intervento del prof. Soverina, il presidente della locale sezione dell'Anpi, Antonio Amoretti, combattente delle Quattro Giornate, ha chiesto di leggere un documento ufficiale dell'associazione che esprimeva solidarietà per i profughi, ma anche ferma condanna del sempre più evidente uso politico di una drammatica vicenda storica. Aveva appena iniziato a leggere, quando alcuni rappresentanti dei profughi hanno inscenato una inspiegabile protesta, minacciando di andarsene: ciò che chiedevano era un'acritica condanna della resistenza jugoslava.

    L'assessore Gambale, che si era nel frattempo allontanato, e che non aveva ascoltato nemmeno una parola del comunicato, è tornato al suo posto, ha arbitrariamente tolto la parola al vecchio partigiano, strappandogli letteralmente il microfono dalle mani, e come fosse il padrone di casa, ha dichiarato arbitrariamente chiusa la manifestazione. Suo malgrado, però, ha dovuto poi lasciarmi parlare, dal momento che mi aveva invitato ufficialmente alla manifestazione. Più volte interrotto da alcuni estremisti di destra, fiancheggiati dall'assessore che interveniva di continuo per invitarmi a "non parlare di politica", ho condotto a termine il mio intervento con pacata amarezza, senza lasciarmi intimidire. Appena ho terminato, la manifestazione si è chiusa e l'assessore Gambale è andato via infuriato e senza salutare.

    Napoli, medaglia d'oro al valor militare per l'eroica lotta condotta strada per strada contro gli occupanti nazisti e i loro complici fascisti, ha un'amministrazione di centrosinistra di cui fa parte la sedicente "sinistra estrema". Giuseppe Gambale è un esponente della "Margherita". Penso che basti.

    Gennaro Carotenuto: Caro Giuseppe, nell'esprimere a te e ai rappresentanti dell'ANPI e dell'Istituto Campano, personale e sentita solidarietà, sottolineo solo che quello che descrivi è l'ennesimo esempio dell'appeasement (come Chamberlain a Monaco) tra il centrosinistra e i tempi moderni post-ideologici che viviamo.

    Nel contesto foibe, quello che non capiscono o non sono intellettualmente onesti da ammettere, sia la sinistra (incluso spesso la cosiddetta estrema o radicale) sia alcuni rappresentanti dei profughi istriani e dalmati, è che a far passare i partigiani jugoslavi per "marziani comunisti" venuti dal nulla, ci si presta alla vulgata grossolanamente antiresistenziale e all'uso pubblico della storia voluto da Alleanza Nazionale in complicità con la destra estrema politica e mediatica.

    Permettendo di non contestualizzare né la realtà storica di vent'anni di italianizzazione forzata né il terrorismo dell'occupazione nazifascista (Il Si ammazza troppo poco, Oliva, Mondadori, 2005), si offende proprio la memoria degli italiani non fascisti morti nelle foibe e dei profughi giuliano dalmati vittime, prima che dei titini della guerra fascista e delle decisioni prese per loro e per decine di milioni di altri profughi, da Churchill, Roosevelt e Stalin a Yalta.

    Per i fascisti, postfascisti ed anti-partigiani a prescindere, è necessario che i "marziani comunisti infoibatori" vengano dal nulla, perché solo venendo dal nulla si può ottenere l'effetto desiderato, quello di un nuovo arco incostituzionale che va da Forza Nuova e Giampaolo Pansa fino ad infettare le sinistre, per seppellire definitivamente i valori della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza. Tra i valori base della nostra Costituzione -sarebbe pleonastico in questa sede spiegare perché- vi è l'antifascismo.

    Purtroppo da anni, ma con più forza negli ultimi 18 anni, nella società italiana oramai invale la sinonimizzazione tra antifascismo e comunismo. Il corollario di questa è la presa di equidistanza tra fascismo e antifascismo da parte di quasi tutto il sistema politico e mediatico del paese. Oggi i valori dell'antifascismo sono messi sotto attacco, soprattutto per motivi strumentali, contingenti, spiccioli, da un gran numero di soggetti. Tale attacco andrebbe denunciato sistematicamente, se l'oramai pallido antifascismo italiano non fosse così pieno di Don Abbondio.

    Purtroppo quel grande arco democratico che dovrebbe continuare a difendere e rivendicare l’antifascismo come valore positivo, unificante e motore del progresso civile del paese, lo considera invece un valore in crisi, scomodo e inopportuno da difendere proprio per la sinonimizzazione di cui sopra, della quale è troppo comodo dare la colpa al Partito Comunista Italiano, che pure in altra epoca cercò di capitalizzarlo.

    Il terzismo tra fascismo e antifascismo, che è consustanziale al "giorno del ricordo", finisce per mettere arbitrariamente in stato d’accusa il secondo. Soprattutto però si presta al silenzio e alla sostanziale quiescenza verso il fascismo. Tale quiescenza, come l’episodio di Napoli testimonia, è una colpa imperdonabile ed un rischio severo che il centrosinistra accetta con leggerezza.
    Quel che è peggio -e più pericoloso- è che non lo accetta per semplice opportunismo politico, ma per il diluirsi delle proprie ragioni ideali, per il proprio mero vivere alla giornata e, soprattutto, per l'avvilirsi ed avvizzirsi del proprio patrimonio culturale e valoriale.

    Oggi, l'onnipresenza mediatica della teoria dei totalitarismi, esposta in una versione ulteriormente semplificata dell'equiparazione già semplicistica fatta da questa tra fascismo e comunismo -che nella vulgata odierna si reinterpreta in equiparazione tra fascismo e antifascismo- è un contributo essenziale ed esiziale all'atrofizzazione del pensiero critico delle nuove generazioni. Temo che sia proprio ciò che vogliano.

    http://www.gennarocarotenuto.it

  3. #3
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    D'Alema: «Parole che addolorano. Passi formali? Valuteramo»
    Foibe: presidente croato attacca Napolitano
    Mesic: «È impossibile non intravvedere elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico»



    Il presidente della Croazia Stipe Mesic (Ansa)

    ZAGABRIA
    - Il presidente della Croazia, Stipe Mesic, si è detto «costernato» dalle dichiarazioni di sabato scorso del presidente italiano Giorgio Napolitano in occasione della Giornata del ricordo delle foibe e dell'esodo «nelle quali è impossibile non intravvedere elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico». Lo si legge in un comunicato dell'Ufficio di presidenza della Croazia. Mesic si è anche detto «spiacevolmente sorpreso dal contenuto e dal tono» di Napolitano. Mesic ha affermato inoltre che «la Croazia ritiene che ogni tentativo di mettere in questione il trattato di pace del 1947 e gli accordi di Osimo (che regolarono definitivamente la frontiera fra Italia e l’allora Jugoslavia), ereditati dalla Croazia come uno dei successori della Jugoslavia, è inaccettabile». La nota dice che il presidente croato «si è adoperato a favore di una visione più ampia del contesto storico e si è detto contrario a tacere i fatti e trasformare i perdenti storici in vincitori».

    D'ALEMA: «PAROLE IMMOTIVATE» - Pronta la replica del ministro degli Esteri italiano Massimo D'Alema: «Le parole del presidente croato sono immotivate, stupiscono e addolorano». E da Bruxelles, D'Alema non esclude la possibilità di passi formali. Ai cronisti risponde infatti: «Non appena prenderemo visione in modo dettagliato di queste dichiarazioni, valuteremo il da farsi consultando anche il presidente del Consiglio Romano Prodi e il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano».
    Secondo D’Alema le parole di Napolitano «vanno innanzitutto nel senso del riconoscimento della verità storica che è il fondamento per ogni processo ulteriore di avanzamento e riconciliazione». Proprio per ciò, ha proseguito D’Alema, «appare tanto più sorprendente una reazione che a mio giudizio non coglie il significato vero delle parole di Napolitano». Il ministro degli Esteri ha ricordato che «l’Italia democratica ha più volte riconosciuto quanto sia stato grave quello che ha fatto il fascismo nei Balcani, un grande Paese, il nostro, certamente non ha mancato di denunciare gli orrori fascisti nei Balcani e di condannare l’occupazione fascista dell’ex Jugoslavia». Allo stesso modo, «come dovrebbe sapere anche il presidente croato, molti degli uomini che poi hanno dato vita alle forze politiche democratiche del nostro Paese hanno combattuto a fianco dei partigiani jugoslavi contro l’occupazione nazifascista». D’Alema ha insistito su questo punto: «Mesic dovrebbe sapere che si rivolge al presidente dell’Italia democratica e antifascista, che quindi da questo punto di vista ha fatto i conti con il passato fascista del Paese e allo stesso tempo sente però il bisogno di dire la verità storica anche sulle vittime innocenti italiane che vi furono in quel tragico momento conclusivo della guerra e dell’immediato dopoguerra: il riconoscimento di questa verità storica è una condizione per un processo pieno di riconciliazione come quello che noi auspichiamo, per cui auspichiamo anche che si possano svolgere gli atti simbolici di cui si era parlato». In definitiva, per il titolare della Farnesina, «le parole di Napolitano non si prestano ad equivoci da questo punto di vista», e perciò «le parole di Mesic stupiscono ed addolorano in quanto sono del tutto immotivate».
    NAPOLITANO - A quanto si apprende negli ambienti del Quirinale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha pienamente condiviso le valutazioni espresse dal ministro degli Esteri Massimo D'Alema a proposito delle parole del presidente croato Stipe Mesic.
    PULIZIA ETNICA - La parte del discorso di Napolitano che ha acceso più polemiche in Croazia è quella in cui il capo dello Stato ha parlato dei fiumani e dei dalmati come vittime di un «moto di odio e di furia sanguinaria e di un disegno annessionistico slavo che prevalse nel Trattato di pace del 1947 e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica». La replica di Mesic è un colpo all'incontro di riconciliazione e riappacificazione tra Italia-Slovenia-Croazia al quale sta lavorando la diplomazia italiana.

    COMMENTI IN CROAZIA - Alcuni in Croazia hanno voluto vedere un'indiretta replica di Napolitano a Mesic che, in una precedente intervista alla Rai, aveva definito l'eccidio delle foibe «una reazione ai crimini fascisti». Secondo Damir Kajin, deputato della Dieta democratica istriana (partito regionalista croato di sinistra), «preoccupa che un simile commento sia arrivato da un presidente che proviene dalla sinistra. L'esodo degli italiani dall'Istria è senz'altro l'ultimo capitolo della politica imperialista del fascismo, ma nessun crimine può essere amnistiato da un altro crimine commesso prima».
    Toni Tadic, deputato del Partito del diritto (destra), sostiene che «tenendo conto di tutto ciò che hanno fatto in Croazia e in altri Paesi, gli italiani sono gli ultimi che possono dare lezioni su genocidi e pulizie etniche».
    Il rappresentante del gruppo nazionale italiano in Croazia al Parlamento di Zagabria, Furio Radin, si è detto perplesso dal tono della polemica «che non è nello spirito di tolleranza che noi abbiamo costruito in Istria».
    COMMENTI IN ITALIA - «La Croazia deve entrare in Europa, ma non può avere una memoria a intermittenza», ha ribattuto Pierferdinando Casini. Mesic «sbaglia» a interpretare come ha fatto le parole di Napolitano sulle foibe, ha dichiarato il senatore a vita Giulio Andreotti che invita però a chiudere polemiche che considera ormai «fuori della storia. I comunisti italiani con quelle vicende non c'entrano».
    «Occorre leggere tutte le pagine della storia, anche quelle per noi più dolorose perché è l'unico modo per costruire il futuro del nostro Paese e dell'Europa», ha aggiunto Gavino Angius, diessino vice presidente del Senato, sottoscrivendo le parole di Napolitano.
    «Le parole di Mesic sono preoccupanti e inquietanti», ha detto Maurizio Gasparri (An). « Napolitano ha parlato giustamente di genocidio».
    «Le foibe sono state un dramma incredibile, ma occorre indagare sulle radici dell'odio e sugli eccidi della popolazione civile», ha affermato il capogruppo dei senatori di Rifondazione comunista, Giovanni Russo Spena.
    «Piena solidarietá» da parte del capogruppo leghista all'Europarlamento Mario Borghezio al presidente Napolitano.

    12 febbraio 2007

 

 

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