ROMA: Costretto a girarsi e fischiare...

[T34]

Roma, un abbonato: "Costretto
a voltarmi dai capi della Sud"




Ipotizzata l'istigazione
a delinquere per gli ultrà
GUGLIELMO BUCCHERI
ROMA
L’ora di pranzo è appena passata. I fischi della vergogna sbarcano sulle radio capitoline, da anni umori e megafono della piazza. Rete Sport (105,6 fm), «1927», la trasmissione condotta da Max Leggeri. Tocca a Emanuele aprire il filo diretto, c’è spazio per Lorenzo, Antonietta e Massimo. Una pausa ed entra in scena Ennio. L’identikit è quello di un signore di mezza età, abbonato da una vita in curva Sud e, da qualche anno, allo stadio con il figlio.

Fin qua tutto normale, se non fosse che la voce di Ennio appare rotta, indecisa, traditrice di un certo disagio per quanto è stato costretto a vivere domenica sui gradoni dello stadio. «Ero là con mio figlio - racconta -. Lì comandano 10, 15 persone, i capi. Gli altri fanno tutto quello che ti dicono di fare. E se ti rifiuti finisce male». Ennio torna con il racconto alle 15 e 1’ di domenica pomeriggio: il signor Trefoloni fischia il minuto di silenzio in memoria dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, ucciso a Catania, ma i fischi che fanno rumore sono quelli di parte della curva giallorossa. Lo stadio reagisce con un applauso tanto intenso quanto interminabile, Ennio è fra quelli che voltano le spalle al campo. «Mi hanno fatto girare pure a me. Molti hanno voltato le spalle perché costretti. In passato - continua Ennio - ho rischiato di dover fare a botte per mio figlio. Hanno 15-16 anni e ti mettono le mani addosso con fare arrogante».

«1927» va avanti. Arriva un sms a firma Massimo: «Non provo stima per le forze dell’ordine, tutto questo cordoglio è stato strumentalizzato per colpire gli ultrà», c’è scritto. Il conduttore prende le distanze. «Avete compiuto un clamoroso autogol», così Max rivolto ai fischiatori della curva.

La radio si spegne, le indagini vanno avanti senza sosta. Istigazione a delinquere potrebbe essere il capo d’accusa della procura di Roma per i colpevoli dei fatti di domenica pomeriggio all’Olimpico. Gli inquirenti stanno visionando le immagini delle telecamere a circuito chiuso e, allo stesso tempo, la Digos sta passando in rassegna i siti dei gruppi ultrà della Roma. Se infatti il sistema di videosorveglianza interno allo stadio (ben 36 telecamere riunite sotto il Gos, il gruppo operativo speciale) permette anche di ascoltare il sonoro (e quindi i fischi) dei tifosi, più difficile appare ricostruire l’identikit di tutti quelli che si sono voltati nel momento del minuto di silenzio. Sul web si cercano riscontri con foto di altre partite all’Olimpico per decifrare la posizione in curva degli ultrà. Ieri sera, comunque, qualche tifoso giallorosso sarebbe già stato identificato dagli agenti.

I nuovi provvedimenti antiviolenza potrebbero consentire alla questura di ricorrere al Daspo preventivo, una misura in vigore già da anni ma che da mercoledì scorso è svincolata da aspetti penali. Basterà dunque una denuncia o un rapporto di polizia che segnali la pericolosità sociale di un tifoso per impedirgli l’accesso allo stadio: e chi si vedrà chiuse le porte della domenica sarà costretto a svolgere lavori di pubblica utilità, «magari pulire i bagni», come sottolineato dallo stesso ministro dell’Interno, Giuliano Amato. La procura di Roma sta valutando se procedere, con l’imputazione di istigazione a delinquere, contro chi ha fischiato e voltato le spalle al campo. Saranno decisive le prossime ore, quando gli investigatori avranno le idee più chiare dopo aver esaminato i filmati.

«Il momento che attraversa il nostro calcio non mi permette di festeggiare come avrei voluto - ha commentato Totti -. Avrei preferito raggiungere il record di miglior goleador italiano in attività (139 reti, ndr) in un momento più felice».

Il pallone prova a rimettersi in linea di galleggiamento proprio mentre la politica pensa a un nuovo intervento in vista dello sbarco del decreto antiviolenza in Parlamento. «L’atteggiamento repressivo rischia di essere anticostituzionale - ha detto Paolo Cento, sottosegretario all’Economia -. Il minuto di silenzio va rispettato, ma bisogna alimentare la frattura tra alcuni tifosi e il resto del pubblico. Piuttosto bisognerebbe favorire il dialogo».
http://www.lastampa.it/sport/cmsSezi...6295girata.asp

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Roma, un abbonato: "Costretto
a voltarmi dai capi della Sud"




Ipotizzata l'istigazione
a delinquere per gli ultrà
GUGLIELMO BUCCHERI
ROMA
L’ora di pranzo è appena passata. I fischi della vergogna sbarcano sulle radio capitoline, da anni umori e megafono della piazza. Rete Sport (105,6 fm), «1927», la trasmissione condotta da Max Leggeri. Tocca a Emanuele aprire il filo diretto, c’è spazio per Lorenzo, Antonietta e Massimo. Una pausa ed entra in scena Ennio. L’identikit è quello di un signore di mezza età, abbonato da una vita in curva Sud e, da qualche anno, allo stadio con il figlio.

Fin qua tutto normale, se non fosse che la voce di Ennio appare rotta, indecisa, traditrice di un certo disagio per quanto è stato costretto a vivere domenica sui gradoni dello stadio. «Ero là con mio figlio - racconta -. Lì comandano 10, 15 persone, i capi. Gli altri fanno tutto quello che ti dicono di fare. E se ti rifiuti finisce male». Ennio torna con il racconto alle 15 e 1’ di domenica pomeriggio: il signor Trefoloni fischia il minuto di silenzio in memoria dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, ucciso a Catania, ma i fischi che fanno rumore sono quelli di parte della curva giallorossa. Lo stadio reagisce con un applauso tanto intenso quanto interminabile, Ennio è fra quelli che voltano le spalle al campo. «Mi hanno fatto girare pure a me. Molti hanno voltato le spalle perché costretti. In passato - continua Ennio - ho rischiato di dover fare a botte per mio figlio. Hanno 15-16 anni e ti mettono le mani addosso con fare arrogante».

Mi sembrava strano che in una città civile come Roma ci fossero tutti questi teppistelli. Basta con gli ultrà o, almeno, con le loro frange estremiste!

[Zeppola (POL)]

anche i minorenni devono andare in carcere.

[cangaru']

Veramente ridotto male il calcio.

[Medsim]

Mi sembrava strano che in una città civile come Roma ci fossero tutti questi teppistelli. Basta con gli ultrà o, almeno, con le loro frange estremiste!

La tifoseria romanista è abbastanza famosa per alcune becere azioni e di certo non è tra le più tranquille.

Non capisco il tuo stupore, forse perché non sono fascisti? Dove vivi?