«La fascinazione per l'Islàm, nella variante dell'islamismo sciita rivoluzionario, pervade la Comunità Politica di Avanguardia, un piccolo gruppo guidato da Gino Scanu, Paolo Rada e Manuel Negri, fautore di un'alleanza "spirituale e tradizionale" tra l'Europa e l'Islàm, che guarda al radicalismo Hezbollah, iraniano e libanese. La repubblica islamica iraniana è vista, infatti, come il fulcro geopolitico essenziale per la "lotta all'imperialismo americano e israeliano". Avanguardia sostiene un progetto politico "rivoluzionario, antioccidentale e antisistemico", nel quale l'Islàm svolge "una funzione vitale" nella contrapposizione al "sistema giudaico-mondialista". Avanguardia ritiene che vi siano "affinità metafisiche e trascendenti" tra Islàm e movimenti nazionalsocialisti sui temi come la dottrina dello stato, il primato dell'ordine dei credenti e dei combattenti, la rivolta contro il potere empio e corrotto, la concezione della vita, la teologia politica dell'Occidente come figura del Nemico"».
Interessante ci appare anche la ricognizione sul pensiero del medievista Franco Cardini, il quale si dichiara al fianco dell'Islàm, contro gli Stati Uniti e l'Occidente americanizzato, come antidoto alla crisi dei valori.
«Cardini non nasconde la sua simpatia verso l'Islàm».
[Per Cardini]«l'Islàm è, per le sue irriducibili caratteristiche olistiche e solidaristiche, un punto di resistenza alla globalizzazione e alla sua azione livellatrice. Cardini non fa mistero di preferire la moschea ai McDonalds: opponendosi al mondo unico liberista e globale, l'Islàm è schierato dalla parte degli ultimi. Agli italiani che vedono minacciata la loro identità dall'immigrazione islamica, Cardini obietta che il vero pericolo è costituito dall'omologazione delle culture prodotte dall'espansione del mondo unito in versione americanizzata. È la globalizzazione, il mondialismo, che minaccia l'identità europea, non l'islam».