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Discussione: Mibtel contro oro

  1. #1
    A raccattà i'cotone
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    Lightbulb Mibtel contro oro

    Il Cardinale raccomanda al suo gregge di non leggere la stampa economica quotidiana se non per esercitarsi nello scetticismo. Ieri (17/02/2010) un articolo del Sole titolava: “Oro mai così costoso in euro”. Vero! A che serve l’articolo? A fissare nella mente del lettore l’aggettivo costoso, perché lo sanno anche le pecorelle lettrici che non si comprano le cose quando sono appunto “costose”. Si comprano quando sono poco costose, non è vero? Andiamo allora a ricercare gli articoli di quando, nel 2005, l’oro in euro cominciava a rialzare la testa, puntando a 400 euro l’oncia, meno della metà di adesso. Com’era allora l’oro, secondo la stampa quotidiana italica e non solo? Fate la ricerca: scoprirete che era “costoso”. Com’è che questo oro è sempre costoso, qualunque ne sia il prezzo?


    I media sono progettati da chi li finanzia per mantenere il pensiero del gregge entro certi schemi predeterminati, schemi che non creino problemi ai gestori del sistema, i quali sono anche i controllori dei media. Il sistema imperiale post-bellico si regge su una precisa filosofia economica. Una traccia di questa filosofia la trovate nel libro di Elemire Zolla “La nube e il telaio”, nel punto in cui l’industriale spiega al filosofo negli anni ’60 che si può ripagare l’inflazione monetaria (credito ex-nihilo) tramite lo sviluppo consumistico. Non è così, purtroppo (per fortuna?). Dagli anni ’80 e in poi, e chiarissimamente dall’era Rubin-Summers sotto l’Impero Clinton, solo l’inflazione degli asset, non correlata alla crescita dei prezzi del supermercato e delle bollette, poteva mantenere in funzione il sistema della moneta imperiale e dell’esplosione del debito, pubblico e privato. Fu però necessaria la quasi distruzione del potere d’acquisto del salario. Il catalizzatore dell’alchimia è stata l’industrializzazione della Cina (ma che vogliono questi operai? Delocalizziamo!). Globalizzazione, delocalizzazione, cosa significano per la classe media d’Occidente? Bassi salari, ma robaccia da comprare a poco al supermarket. Per un po’ ne hanno goduto gli importatori, i delocalizzatori e i detentori di asset finanziari, a cui l’esplosione greenspaniana della moneta gonfiava i portafogli senza che tale gonfiamento venisse percepito nullo, una volta sottratta la cosiddetta inflazione dei prezzi. Della serie: gennaio 1990, il Dow Jones è a 2700, gennaio 2000, il Dow Jones è a 11000. Inflazione prezzi nel periodo (CPI): 100 dollari del 1990 valevano 130 del 2000. Grande, grandissimo regalo greenspaniano ai detentori degli asset finanziari.


    Ma perchè il giochetto riuscisse, occorreva che il prezzo dell’oro, tradizionale misuratore della qualità della moneta statale, non salisse. Affinché il termometro non segnalasse la febbre monetaria, la cricca Rubin-Summers decise di… rompere il termometro. La manipolazione del prezzo dell’oro al ribasso (che continua tutt’oggi) ha permesso il grande rialzo delle borse negli ultimi dieci anni del ‘900, e il grande rialzo dei bond governativi a lunga scadenza (che continua tutt’oggi). A tutti piacciono bassi tassi d’interesse, così come a tutti piacciono le mogli, le cugine delle mogli, le figlie delle cugine delle mogli, le amiche delle figlie delle cugine delle mogli, ecc. Ah, se solo non esistesse la realtà, la maledetta Ananke…


    La manipolazione al ribasso del prezzo dell’oro, ottenuta tramite vendite mascherate da parte delle banche centrali e altri giochetti di cui ho scritto in passato, ha creato una colossale distorsione percettiva, facendo prezzare troppo alti azioni e bond e troppo bassi energia e oro e materie prime, negli ultimi 10 anni del secolo sterminatore. Ma dopotutto le greggi d’occidente cosa avevano in portafoglio? Rame, oro, barili di petrolio? No, avevano BTP e azioni, santa pazienza, mi direbbe Rubin, e si spaccerebbe lui come vero democratico. Tu, Cardinale, mi direbbe, vuoi crocifiggere l’umanità su una croce d’oro. Guarda cosa ha fatto il nostro inflazionismo alle masse di Cina, India, Est Europa? Li ha avviati allo sviluppo! Ed ecco tornare il fantasma dell’industriale amico di Zolla che dice: “Bravo! L’inflazione monetaria mondiale verrà ripagata dallo sviluppo dei BRIC!” Cosa vuoi tu, Cardinale? Impedire il progresso? No credit from nothin’, no party!


    E già! Così va il mondo, o almeno così andava dieci anni fa… Il risparmio è crimine contro l’umanità, il credito vien dall’espansione dei bilanci delle banche, la produttività si prenderà cura di tutto. Quasi quasi si convince pure il Cardinale che sotto sotto ha sempre amato le atmosfere multietniche, i suq, il meticciato, le migrazioni epocali…


    Cosa posso fare se ormai però mi si è radicato dentro Leopardi, il Qohelet, se ho letto la storia delle follie monetarie? Se sento la voce di Nestroy sussurrare: “Überhaupt hat der Fortschritt das an sich, daß er viel größer ausschaut, als er wirklich ist”.


    Osservate, mie pecorelle il grafico del mibtel contro oro degli ultimi sei anni. Dal 2008 il progresso e l’oro si fanno bye bye. Ed è un bene. Il consumismo inflazionistico avvelena l’anima. Ed è un bene che finisca. Rimpiangeremo per sempre le siheyuan, le case tradizionali con cortile quadrato di Pechino, sostituite dai palazzoni stile americano con annesso shopping center. L’Italia tornerà povera e onesta, con le donne al fuso, le gonne lunghe, ma con l’erotismo della fertilità (la felicità nuova), le coloniche piene di bambini nell’aia e i giovani nei campi… Il crollo dei sistemi di welfare basato sul debito statale ridurranno la popolazione dei vecchi, ma dal dopoguerra hanno troppo avuto e poco meritato: non è un male la loro sparizione dalla scena del mondo.


    Il Truffone dǜra minga, dǜra non, marchesino Condorcet!

    Queste mie note riepilogative mancano dei primi dieci anni del XXI secolo, e che diranno i futuri se non annoto nulla? Il Truffone stava venendo giù già allo scoppio della tecnologica bolla del 2000. L’undici settembre 2001 il diavolo si è rivelato per quel che è, omicida dall’inizio. Greenspan ha giocato l’ultima carta, la bolla sulla casa, tirandoci dentro le masse dell’orbe terracqueo. I pianificatori cinesi ci marciano ancora sulla bolla mattonaria. Durò fino all’agosto del 2007, una mattina in cui il Cardinale stava pregando per i dolori che a Goli Otok ancora mandano un’eco. Nel 2008 the hell broke loose. Esplosione deficit mondiale, debito, moneta. Greenspan al cubo. Goldman Sachs record profit, a spese del governo e del frequency trader. C’è un nucleo di male al cuore della ragione. Non guarisce Thanatos. L’attuale relativa quiete è apparente. Comprate oro, pecorelle, di nascosto, e non ditelo a nessuno. Comprate terra. Fate bambini. Gettate il televisore. Vestite le donne. Vi piaceranno di nuovo.
    Ultima modifica di Cristo; 18-02-10 alle 21:16
    Credere che la prima cellula si sia formata per caso è come credere che un tornado, infuriando su un deposito di sfasciacarrozze, abbia messo insieme un boeing.

  2. #2
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    Predefinito Mibtel contro oro, e altre perle cardinalizie

    Un giorno lo faranno Papa... un giorno....


    Mibtel contro oro, e altre perle cardinalizie
    Cardinale Gardel

    Osservatorio monetario di Cardinale Gardel

    www.usemlab.com

    Il Cardinale raccomanda al suo gregge di non leggere la stampa economica quotidiana se non per esercitarsi nello scetticismo. Ieri (17/02/2010) un articolo del Sole titolava: “Oro mai così costoso in euro”. Vero! A che serve l’articolo? A fissare nella mente del lettore l’aggettivo costoso, perché lo sanno anche le pecorelle lettrici che non si comprano le cose quando sono appunto “costose”. Si comprano quando sono poco costose, non è vero? Andiamo allora a ricercare gli articoli di quando, nel 2005, l’oro in euro cominciava a rialzare la testa, puntando a 400 euro l’oncia, meno della metà di adesso. Com’era allora l’oro, secondo la stampa quotidiana italica e non solo? Fate la ricerca: scoprirete che era “costoso”. Com’è che questo oro è sempre costoso, qualunque ne sia il prezzo?

    I media sono progettati da chi li finanzia per mantenere il pensiero del gregge entro certi schemi predeterminati, schemi che non creino problemi ai gestori del sistema, i quali sono anche i controllori dei media. Il sistema imperiale post-bellico si regge su una precisa filosofia economica. Una traccia di questa filosofia la trovate nel libro di Elemire Zolla “La nube e il telaio”, nel punto in cui l’industriale spiega al filosofo negli anni ’60 che si può ripagare l’inflazione monetaria (credito ex-nihilo) tramite lo sviluppo consumistico. Non è così, purtroppo (per fortuna?). Dagli anni ’80 e in poi, e chiarissimamente dall’era Rubin-Summers sotto l’Impero Clinton, solo l’inflazione degli asset, non correlata alla crescita dei prezzi del supermercato e delle bollette, poteva mantenere in funzione il sistema della moneta imperiale e dell’esplosione del debito, pubblico e privato. Fu però necessaria la quasi distruzione del potere d’acquisto del salario. Il catalizzatore dell’alchimia è stata l’industrializzazione della Cina (ma che vogliono questi operai? Delocalizziamo!). Globalizzazione, delocalizzazione, cosa significano per la classe media d’Occidente? Bassi salari, ma robaccia da comprare a poco al supermarket. Per un po’ ne hanno goduto gli importatori, i delocalizzatori e i detentori di asset finanziari, a cui l’esplosione greenspaniana della moneta gonfiava i portafogli senza che tale gonfiamento venisse percepito nullo, una volta sottratta la cosiddetta inflazione dei prezzi. Della serie: gennaio 1990, il Dow Jones è a 2700, gennaio 2000, il Dow Jones è a 11000. Inflazione prezzi nel periodo (CPI): 100 dollari del 1990 valevano 130 del 2000. Grande, grandissimo regalo greenspaniano ai detentori degli asset finanziari.

    Ma perchè il giochetto riuscisse, occorreva che il prezzo dell’oro, tradizionale misuratore della qualità della moneta statale, non salisse. Affinché il termometro non segnalasse la febbre monetaria, la cricca Rubin-Summers decise di… rompere il termometro. La manipolazione del prezzo dell’oro al ribasso (che continua tutt’oggi) ha permesso il grande rialzo delle borse negli ultimi dieci anni del ‘900, e il grande rialzo dei bond governativi a lunga scadenza (che continua tutt’oggi). A tutti piacciono bassi tassi d’interesse, così come a tutti piacciono le mogli, le cugine delle mogli, le figlie delle cugine delle mogli, le amiche delle figlie delle cugine delle mogli, ecc. Ah, se solo non esistesse la realtà, la maledetta Ananke…

    La manipolazione al ribasso del prezzo dell’oro, ottenuta tramite vendite mascherate da parte delle banche centrali e altri giochetti di cui ho scritto in passato, ha creato una colossale distorsione percettiva, facendo prezzare troppo alti azioni e bond e troppo bassi energia e oro e materie prime, negli ultimi 10 anni del secolo sterminatore. Ma dopotutto le greggi d’occidente cosa avevano in portafoglio? Rame, oro, barili di petrolio? No, avevano BTP e azioni, santa pazienza, mi direbbe Rubin, e si spaccerebbe lui come vero democratico. Tu, Cardinale, mi direbbe, vuoi crocifiggere l’umanità su una croce d’oro. Guarda cosa ha fatto il nostro inflazionismo alle masse di Cina, India, Est Europa? Li ha avviati allo sviluppo! Ed ecco tornare il fantasma dell’industriale amico di Zolla che dice: “Bravo! L’inflazione monetaria mondiale verrà ripagata dallo sviluppo dei BRIC!” Cosa vuoi tu, Cardinale? Impedire il progresso? No credit from nothin’, no party!

    E già! Così va il mondo, o almeno così andava dieci anni fa… Il risparmio è crimine contro l’umanità, il credito vien dall’espansione dei bilanci delle banche, la produttività si prenderà cura di tutto. Quasi quasi si convince pure il Cardinale che sotto sotto ha sempre amato le atmosfere multietniche, i suq, il meticciato, le migrazioni epocali…

    Cosa posso fare se ormai però mi si è radicato dentro Leopardi, il Qohelet, se ho letto la storia delle follie monetarie? Se sento la voce di Nestroy sussurrare: “Überhaupt hat der Fortschritt das an sich, daß er viel größer ausschaut, als er wirklich ist”.

    Osservate, mie pecorelle il grafico del mibtel contro oro degli ultimi sei anni. Dal 2008 il progresso e l’oro si fanno bye bye. Ed è un bene. Il consumismo inflazionistico avvelena l’anima. Ed è un bene che finisca. Rimpiangeremo per sempre le siheyuan, le case tradizionali con cortile quadrato di Pechino, sostituite dai palazzoni stile americano con annesso shopping center. L’Italia tornerà povera e onesta, con le donne al fuso, le gonne lunghe, ma con l’erotismo della fertilità (la felicità nuova), le coloniche piene di bambini nell’aia e i giovani nei campi… Il crollo dei sistemi di welfare basato sul debito statale ridurranno la popolazione dei vecchi, ma dal dopoguerra hanno troppo avuto e poco meritato: non è un male la loro sparizione dalla scena del mondo.

    Il Truffone dǜra minga, dǜra non, marchesino Condorcet!



    Queste mie note riepilogative mancano dei primi dieci anni del XXI secolo, e che diranno i futuri se non annoto nulla? Il Truffone stava venendo giù già allo scoppio della tecnologica bolla del 2000. L’undici settembre 2001 il diavolo si è rivelato per quel che è, omicida dall’inizio. Greenspan ha giocato l’ultima carta, la bolla sulla casa, tirandoci dentro le masse dell’orbe terracqueo. I pianificatori cinesi ci marciano ancora sulla bolla mattonaria. Durò fino all’agosto del 2007, una mattina in cui il Cardinale stava pregando per i dolori che a Goli Otok ancora mandano un’eco. Nel 2008 the hell broke loose. Esplosione deficit mondiale, debito, moneta. Greenspan al cubo. Goldman Sachs record profit, a spese del governo e del frequency trader. C’è un nucleo di male al cuore della ragione. Non guarisce Thanatos. L’attuale relativa quiete è apparente. Comprate oro, pecorelle, di nascosto, e non ditelo a nessuno. Comprate terra. Fate bambini. Gettate il televisore. Vestite le donne. Vi piaceranno di nuovo.

  3. #3
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    Predefinito Rif: Mibtel contro oro

    che siamo sincronizzati??

  4. #4
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    Predefinito Rif: Mibtel contro oro

    Libertari pallosi...


 

 

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