La Cina ha ordinato la chiusura di dodici impianti industriali perché non in regola con gli standard ambientali. Ne dà notizia la Sepa, l'agenzia del governo cinese per la tutela dell'ambiente, informando che altre 70 industrie dovranno invece conformare le strutture alle regole di riduzione dell' inquinamento.
I dodici impianti dell'industria pesante che si avviano alla chiusura - tra i quali un'industria metallurgica in Mongolia, quattro acciaierie a Jiangsu e Hebei ed una fabbrica di legname a Shandong - hanno complessivamente un fatturato di due miliardi di yuan (258 milioni di dollari), si legge nel sito della Sepa.
«Impianti che violano completamente la politica statale industriale ed i limiti del rispetto dell'ambiente devono essere chiusi immediatamente», ha detto Pan Yue vicedirettore della State Environmental Protection Administration.
La Sepa si batte inoltre per estendere la sua influenza sulle autorità locali che spesso antepongono lo sviluppo economico alla tutela ambientale.
L'agenzia per la tutela dell'ambiente ha informato lunedì scorso che la Cina ha fallito l'obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti di 2 punti percentuali rispetto al 2005.
Tra il 2006 ed il 2010 la Cina ha come obiettivo la riduzione del 10% delle emissioni. Affinchè ciò si realizzi il Governo bloccherà i progetti che producono inquinamento e non rispettano gli standard indicati da Pechino. La Cina non ha neanche raggiunto l'obiettivo di ridurre del 4% la quantità di energia necessaria per realizzare un' unità di prodotto.



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