ISLAM: CARD. TAURAN, NON DOBBIAMO TEMERLO, DIALOGO E' RICCHEZZA

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(ASCA) - Roma, 18 feb - ''Non dobbiamo temere l'islam, ma direi di piu': cristiani e musulmani, quando professano la propria fede con integrita' e credibilita', quando dialogano e si sforzano di servire la societa', costituiscono una ricchezza per quest'ultima''. Lo ha affermato il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, il Cardinale Jean Louis Tauran, che ha inaugurato il II Congresso di Teologia ''Cristianesimo, Islam e Modernita''', svoltosi presso la Facolta' di Teologia di Granada dal 10 al 12 febbraio, con una conferenza sul tema ''Bisogna avere paura dell'islam'?''.

Il cardinale ha sottolineato che ''in questi cinque anni il clima di dialogo con i musulmani e' migliorato, anche se restano elementi di contrasto'', come la discriminazione della donna e la liberta' di culto assolutamente negata in Arabia Saudita. Per il card. Tauran, ''ciascuno di noi deve affrontare una triplice sfida: quella dell'identita' - avere un'idea chiara del contenuto della propria fede -, quella della differenza - l'altro non e' necessariamente un nemico - e la sfida del pluralismo - Dio sta operando misteriosamente in ciascuna delle sue creature''.


ISLAM CARD TAURAN NON DOBBIAMO TEMERLO DIALOGO E RICCHEZZA - Agenzia di stampa Asca

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ma se i cristiani in medioriente stanno scomparendo a causa di un islam troppo intransigente , come possono venire a dirmi di strare tranquillo?

mi sa che questi sono diventati ciechi e guida di ciechi. Qua si sta per cadere in un fosso. :giagia:

[Popolare]

I cristiani stanno scomparendo perchè tr....no poco.

[UgoDePayens]

Fare discorsi sull'islam presenta sempre qualche problema.
Secondo me il problema principale è che si confonde troppo facilmente il piano teorico/dottrinale con quello storico/oggettivo.

La religione di Maometto infatti contiene elementi talvolta discordanti tra di loro, frutto (se la vediamo in ottica cristiana) sia dello Spirito che soffia dove vuole, che del Maligno, che si infila dove può.

E' quindi secondo me vero che, come dice il Card. Tauran, "cristiani e musulmani, quando professano la propria fede con integrita' e credibilita', quando dialogano e si sforzano di servire la societa', costituiscono una ricchezza per quest'ultima", perché un musulmano che si sforza di vivere la propria fede in modo da dialogare con i cristiani e servire la società nella quale è inserito, non può agire per distruggerla dal di dentro.
Insomma, un musulmano che rispetta le leggi, che lavora onestamente e che vive la sua vita in modo socialmente irreprensibile, preoccupandosi di aiutare nei modi che gli sono possibili al bene comune, effettivamente è una risorsa.

Non dubito che musulmani di tale pasta ci siano e siano oggi sparsi in tutti i continenti (Europa compresa).
Però, guardando alla realtà dei giorni nostri e alla storia degli scorsi secoli, è indubbiamente vero che i popoli musulmani e la società musulmana in senso lato non siano fatti per il bene comune, non siano compatibili con il progetto di società che ha in mente la Chiesa cattolica e anzi siano un pericolo oggettivo per le chiese locali da una parte, e per le Nazioni di tradizione cristiana dall'altra.

Delle due ll'una, concludendo: o si trova un modo per cambiare in modo radicale la tradizione, la cultura e la società delle genti di religione islamica, e si integrano quei singoli e quei gruppi che rispondono ai requisiti sopra descritti, oppure si prende atto che la convivenza è possibile solo a condizioni molto restrittive.