Sapete cosa diceva Shakespeare
La fortuna guida dentro il porto anche navi senza pilota
Sapete cosa diceva Shakespeare
La fortuna guida dentro il porto anche navi senza pilota
<<( ...)le parole forgiate dalla critica rivoluzionaria sono come armi dei partigiani, abbandonate su un campo di battaglia: esse passano alla controrivoluzione; e come i prigionieri di guerra, esse sono sottomesse al regime dei lavori forzati.... Gli ideologi, cani da guardia dello spettacolo dominante...fanno sì che i concetti più corrosivi siano svuotati dei loro contenuti, rimessi in circolazione al servizio dell'alienazione....essi diventano slogans pubblicitari. >> M. Khayati
C'è ben poco altro da aggiungere, credo. Un caro saluto a tutti.
PRO SA REPUBRICA DEMOCRATICA SARDA
FINTZAS A SA BINCHIDA, SEMPER!
Ho acceso il cero!!!
Comunque cercando di essere un po' più serio....Pietro ha ragione nella sua analisi della cultura della sinistra "radicale". E' quella e ci sono pochissimi segni di cambiamento.
Io sono un pessimista totale e conseguente, non penso che possa nascere una forza politica comunista nazionalitaria entro breve. Il sistema politico italiano è un duopolio con altissime barriere all'entrata e non ci sono ancora le condizioni storiche.
Per usare una metafora religiosa, tutte le forze politiche si trovano di fronte al problema di predicare la cosa giusta, di predicare bene e di avere la chiesa piena di fedeli.
I comunisti nazionalitari sono sulla buona strada per sapere che cosa dire perché ruotano attorno ad almeno tre idee forza (interpretazione personale): il nesso comunità-individuo, l'idea che il ciclo del comunismo novecentesco sia finito e la rivalutazione dell'idea di Nazione (prospettiva nazionalitaria).
Come comunicare ciò? Difficilissimo sia per la cronica mancanza di mezzi, che per la differenza culturale che ci separa dalle altre forze politiche. Parlando una lingua troppo diversa si rischia di non essere compresi e demonizzati.
Infine, manca un soggetto sociale interessato a un messaggio comunista nazionalitario, almeno è ancora in formazione.
In pratica come predicare con voce flebile in proto-ittita a una chiesa deserta e un po' cadente.
Forse esagero con il pessimismo....però per ora si può solo agire localmente e fare un certosino lavoro culturale.
Sono d'accordo con quello che dici a parte per il fatto che l'organizzazione dal basso non rientri nella pratica operaista. Almeno per quanto riguarda la mia esigua esperienza ho potuto constatare il contrario. Almeno in linea teorica si è sempre parlato di organizzazione dal basso, poi nella pratica magari si è andato incontro ad alcuni problemi, ma questo è un altro discorso...