Leggo in altro thread che i meridionali sarebbero meno intelligenti.
Lo sono molto di più, non c'è che dire.
Ischia, autodemoliscono la casa abusiva Poi traslocano in sala giunta del Comune - Corriere del Mezzogiorno
Ischia, autodemoliscono la casa abusiva
Poi traslocano in sala giunta del Comune
L'abbattimento per evitare spese in danno di 58 mila euro: «Non abbiamo niente, da qua non ci muoviamo»
NAPOLI - È da poco trascorso mezzogiorno quando Francesco Lacerra, idraulico, sale sul tetto della sua casa, 120 metri quadrati abusivi in via Baiola, a Forio, e inizia a sbriciolarlo col martello pneumatico. Intorno almeno 30 persone, i suoi amici. Chi smonta gli infissi, chi porta via i mobili dalle stanze, chi gli igienici. Per questa casa fuorilegge Lacerra, poco meno di 30 anni, una compagna che aspetta un bambino, ha speso almeno 200.000 euro. «Ho aiutato proprio io Checco a tirarla su e ora devo aiutarlo a demolirla», riferisce Luigi. «Ho costruito abusivamente anche io. Per necessità». È il mantra degli ischitani che si risvegliano in un incubo, dopo decenni di impunità e di complicità dei loro stessi amministratori, a caccia di voti e di consensi. «Abusivismo di necessità» ripetono in coro i parenti di Francesco, che assistono con facce tirate all’autodemolizione oppure leniscono il dolore - quasi fosse un evento luttuoso - portando bicchierini di caffè. «Questa casa», racconta Lacerra, «l’ho iniziata a costruire nel 1997 e l’ho finita nel 1999. Cosa avrei dovuto fare? Qui gli affitti costano cari, non c’è piano regolatore che indichi dove costruire e non potevo più vivere con i miei genitori».
LA CASA «LEGALE» - Ha comprato dunque il terreno - «non ricordo quanto l’ho pagato» - ha reclutato gli operai che hanno lavorato di notte a ritmi cinesi, ciascuno in cambio di 500 - 600 euro a notte, ha cominciato a realizzare il suo bell’appartamento. Gli è costato alla fine non meno di 200.000 euro, quanto sarebbe bastato a pagare un affitto per almeno vent’anni o ad acquistare una casa «legale» più piccola, perfino su un’isola cara come Ischia. «Adesso sono costretto ad abbattere con le mie mani, per evitare almeno le spese in danno. Se arriva la ditta esterna, mi addebiteranno 58 mila euro». Con le ruspe ne va in fumo il sogno di una vita. Ce l’ha in particolare col sindaco di Forio, Regine: «Il Comune ha incassato perfino 27.00 euro per il condono, quello del 2003». Quello che mai sarebbe potuto arrivare, perché non prevedeva sanatorie in zone vincolate. Sono le 15.30 quando squilla un cellulare. Dalla biglietteria del porto di Napoli qualcuno avvisa che si sono imbarcati un centinaio di poliziotti, con gli automezzi.
L'«ABUSIVISTA DI NECESSITÀ» - Domani, mercoledì, le ruspe dello stato arriveranno a completare l’opera di Francesco. Resterà in piedi il rustico di fronte, abusivo pure quello e pure quello costruito da Lacerra, ma bloccato allo stato grezzo e non ancora colpito da ordinanza di demolizione. Lui, «abusivista di necessità», va a sistemare il letto matrimoniale in sala giunta. Lungo la via del ritorno verso il porto, mille e più abusi edilizi. Qualche albero, tra anonime palazzine e simil baracche, racconta che quella, un tempo, fu l’isola verde ammirata in tutto il mondo. A Casamicciola ancora i segni della frana di pochi mesi fa, quella che travolse una ragazza.
Fabrizio Geremicca
16 febbraio 2010(ultima modifica: 17 febbraio 2010)