
Originariamente Scritto da
tolomeo
(Questo intervento mi è stato cancellato dal forum Cattolici perchè "inadatto" e mi è stato suggerito di postarlo altrove. Vorrei sentire il vostro parere. Ho l'impressione che il forum Cattolici dovrebbe chiamarsi "Tettamanziano" o "Margheritiano". )
I vescovi facciano i pastori e non i politici”,
dicono, e per una volta hanno ragione.
Parlando a vanvera può capitare
di centrare casualmente il bersaglio. Sul
quotidiano della Margherita, Europa, Alberto
Monticone, Angelo Bertani e Aldo
Maria Valli cercano di insegnare il mestiere
ai vescovi e indicano, senza volerlo,
la strada da seguire. Che i vescovi facciano
i pastori, giustissimo, e pazienza se
i tre volevano dire tutt’altro. Nessuno di
loro sembra provenire dalle regioni in
cui la pastorizia ha radici più salde:
Abruzzo, Lucania, Sardegna… Nessuno
mostra di sapere che ancora oggi,
nonostante il divieto assoluto
di caccia, i pastori appena vedono
un lupo sparano. Sull’appennino
lucano, inerpicandosi
da Tursi verso il Pollino, non è
difficile vedere pelli di lupi appese
alle porte degli stazzi. Ai
pastori non gliene frega niente
del Wwf, dei Verdi e della legge
968, vedono un lupo e gli sparano,
lo scuoiano e lasciano la carcassa
ai cani e ai corvi. Solo a quel punto
gli chiedono se aveva fame e quali
erano le sue intenzioni. Uomini rudi
per i quali la salvezza delle pecore
viene prima, molto prima, del rispetto
delle buone maniere. Perciò
i cattodemocratici che vogliono
una gerarchia molliccia devono
dire esattamente il contrario: “I vescovi
facciano i politici e non i pastori”. Secondo
Monticone, un mangiaostie a tradimento
che scrive papa minuscolo e Costituzione
maiuscola, la Chiesa non deve
compiere “atti di rilevanza politica”.
Deve essere quindi irrilevante. E proseguire
la “costruttiva tradizione dell’episcopato
italiano degli ultimi anni”,
quelli durante i quali molti pastori si distrassero
e i lupi scesero a valle: divorzio,
aborto, nuove chiese progettate da
architetti anticristiani, declino della domenica…
Bertani dice che Ruini sta
cercando di resuscitare il passato e non
il Vangelo, può darsi, intanto lui sta cercando
di strappare dal Nuovo Testamento
la Lettera ai Romani. Valli intervista
alcuni parroci allo sbando secondo
i quali il vero problema è la mancanza
di lavoro. Il Vaticano invece di prendersela
coi matrimonietti dovrebbe costruire
fabbriche al sud, sembra di capire.
Un prete dice che i suoi parrocchiani
non credono più nell’indissolubilità
del matrimonio e nell’obbligo di andare
a messa però ha trovato una ricetta: l’ascolto.
Insomma il gregge si sta sparpagliando
in ogni direzione e lui si è messo
a registrare i belati. Su Repubblica
c’è l’arcivescovo di Pisa, monsignor
Plotti, che teme la nota vincolante sui
matrimonietti e invoca collegialità. Come
se i pastori del Pollino, quando il
branco di lupi esce dal bosco, chiedessero
la convocazione della conferenza
allevatori lucani per decidere se imbracciare
le doppiette. Ma quando mai.
I vescovi devono appunto tornare a fare
i pastori, senza lasciarsi guidare dal
gregge e meno che meno dai mangiaostie
a tradimento che non sono veri cristiani
ma veri roussoiani (non riconoscono
il peccato originale, pensano che
i lupi siano buoni o forse vittime di una
società ingiusta che li ha resi carnivori).
Camillo Langone