Varallo - Valsesia Martedì 20 febbraio 2007
Questa settimana si è svolta una delle riunioni più serie e più terribilmente vere del nostro movimento.
In un momento dove lo "stato" italiano, grazie ad un non meglio precisato "pericolo brigatista" può giustamente ( visto dalla loro parte) attaccare a testa bassa tutto ciò che potrebbe minare l’integrità del proprio status centrale, sono da rivedere la posizione e la metodologia di lotta autonomista ed indipendentista del movimento.
Non sto a tediare sul perchè di queste prese di posizione, si dovrebbe velatamente parlare di richieste di nomi dei militanti ( che non abbiamo ) o di sostenitori ( che non abbiamo ) o di precisazioni sulle somme versate per il tesseramento (che non abbiamo ) e per finire, delle insistenze su fatto del perchè NON ABBIAMO tutte queste cose.
Quello che m’interessa portare a conoscenza di alcuni giovani "politicanti locali " (giovani in quanto della mia stessa generazione) e dei loro sgherri statali è che già alla RI-nascita nel '99 del nostro Movimento, avevamo deciso di abrogare questo tipo d’appartenenza ad un movimento, ma di lasciarlo libero e senza nessun obbligo di pagamento, ne di militanza, e sopratutto libero a tutte le ideologie politiche ancora esistenti ( che io personalmente considero obsolete e completamente inutili, se non dannose, per i popoli e per le loro culture).
Certo questo tipo di situazione non può che far paura a TUTTI i politici di mestiere, in quanto non è possibile una quantificazione e quindi una probabile manipolazione di nomi e cognomi che per loro equivalgono a voti, non certo a volti o a persone fisiche con una loro vita e propri pensieri; quindi si trattava di decidere se portare il Movimento in una situazione di controllo da parte delle forze stataliste o di continuare a rischiare, mantenendo il grosso del Movimento nell’ombra.
Certo uscendo allo scoperto e uniformando la militanza a quella dei partiti centralisti, scopriremmo la nostra vera portata ( usare il termine forza sarebbe un eufemismo se non una banfata che lasciamo tranquillamente ai politici locali ) e Vi posso assicurare (essendo stato per alcuni anni segretario di una locale sezione di un ex movimento indipendentista) che i numeri non stonerebbero, ma avendo anche la fortuna di poter contare non solo sulla mia ben poca esperienza politica ma anche su quella di chi la politica la faceva già ben prima della mia nascita, sono altrettanto sicuro che con questa visibilità perderemmo ( bisogna innanzi tutto essere onesti ) un buon 20% di “sostenitori”.
Rimanendo nell’ombra invece siamo attaccabili anche se in maniera, diciamo, solamente molesta proprio per la massiccia difesa che lo stato centralista oppone a chi tenta di destabilizzarlo anche solo a livello locale e, più beffardamente, proprio com’è stato per questi anni, sul fatto che, come dice un giovane ex segretario di sezione: “ siete solo in due”.
Questo non mi può che far piacere in quanto la storia ci ricorda che nel '92 un certo movimento ex indipendentista era definito proprio dai partiti che poi avrebbero formato la CdL, “quattro gatti “ e che lo stesso farà poi nel '94 cadere il governo……avessimo la stessa sorte.
La decisione è quella di continuare con la linea prefissata nel '99 o, più precisamente e coerentemente, se si vuole stravolgere e finalmente pulire l’amministrazione ( intesa come politica) della Comunità Valsesiana, non ci si può appoggiare a metodi e linee imposti da uno stato rivelatosi oppressore, stato incapace di comunicare con i cittadini o per meglio intenderci con i “contribuenti”, in quanto non li ritiene più soggetti ma solamente assoggettati.
In quanto al “brigatismo” la storia della Valsesia dal XI secolo in avanti ha sempre insegnato che i Valsesiani per quanto beceri o mùntagnìn (come un direttore di un giornale locale li aveva indicati ponendoli su una bilancia insieme ad un popolo meridionale a suo avviso più “culturalmente elevato e di pensiero più aperto”), si sono sempre e solo difesi, nel loro territorio e solo per la loro terra, e questo fino al 1848, dove sfortunatamente sono diventati,senza richiederlo, italiani.
Giabardo Marco
M.A.V.
MOVIMENTO AUTONOMISTA VALSESIANO
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