Originariamente Scritto da
Emiliano
Relativismo e Pensiero Assoluto
di Luca Amorello
L’inasprimento degli scontri politici sulle tematiche odierne sta portando alla ribalta quello che si profila essere come il vero protagonista delle battaglie tra destra e sinistra nel nuovo millennio. Più precisamente quello che oggi dovrebbe distinguerci da quella massa informe di laicisti e progressisti è la fredda e radicale presa di posizione sul tema del relativismo. Da sempre nella storia, prima ancora della sua formulazione filosofica avvenuta con Popper e Gadamer, il pensiero si è sostanzialmente diviso tra assoluto e relativo e se vogliamo tra spiritualista e materialista. Se da una parte Eraclito e Platone sostanziavano la loro ricerca filosofica nell’identificazione dell’Uno come verità assoluta, dall’altra parte la sofistica e lo scetticismo cercavano di attentare alle verità costituite delle società tradizionali. Così come nel 500’ il neoplatonismo e tutta la tradizione filosofica cristiana sostenevano l’eticità metafisica dello Stato, così si adombrava nelle coscienze collettive il pericolo dell’empirismo e del criticismo. Non è un caso che oggi temi quali aborto, pacs, eutanasia e stato laico, siano il prodotto di uno scontro ideologico secolare che pare giungere ad una negativa conclusione. Il pensiero debole si sta insinuando in maniera sempre più consistente nelle mentalità giovanili, che assuefatte ad una società che si fonda sulle libertà etiche dello Stato, stanno degenerando nel “caos organizzato” dell’omologazione culturale che ogni giorno media, politici e ciarlatani di ogni genere tentano di imporre. Ma perché è così importante preservare il pensiero assoluto? E perché oggi combattere la deriva relativista è un dovere tassativo?
Specifichiamo che laddove vige il relativismo, non esiste morale in quanto non vi è più la necessità di formulare un programma di valori che regoli la condotta personale dell’individuo. Diventa il bisogno, ad intervenire per enunciare regole di comportamento del singolo. Una vera e propria follia che porterebbe l’uomo ad agire secondo necessità e non secondo giustizia. In secondo luogo verrebbe a mancare il valore specifico dello Stato che non avrebbe più significato in quanto se non vi fossero cardini assoluti, allora tutto diventerebbe legittimo e tollerato. Ed è proprio qui che si innestano le tematiche odierne che tanto fanno blaterare quei disgregatori sociali chiamati Pannella, Bonino, ecc.
Facciamo un esempio concreto di quello che accadrà se non si blocca questo fenomeno minaccioso: ammettiamo che fra dieci anni dopo aver liberalizzato le coppie gay , dopo aver sterminato milioni di innocenti negli uteri materni, dopo aver declericalizzato pure il Vaticano, si inizi a parlare di pedofilia. Ecco che il pensiero relativista interviene sostenendo che, poiché esistono in natura persone(?) che hanno alcune particolari attenzioni erotiche verso i minorenni e poiché una ragazzina di 14 anni è già in grado di sviluppare una minima coscienza critica non si capisce come mai si debba prevaricare la libertà a tali persone di avere rapporti sessuali con tale minorenne. La parola libertà farebbe crollare ogni tabù, dato che è proprio in nome della libertà (falsa e illegittima) che il pensiero debole si sviluppa. Solo una fantasia? Magari, eppur la dimostrazione l’abbiamo vista in Olanda con il partito dei pedofili, che per quanto non sia riuscito (e ringraziamo Iddio) ad ottenere le trecento firme necessarie per presentarsi alle elezioni, è anche vero che ha avuto la “libertà” di organizzarsi e la potenzialità di crescere. Questo è il primo prodotto della modernità: la mancanza di una metafisica che governi la morale e il risultato di questo libero pensiero sarà la tanto discussa disintegrazione del sistema. Perché se pur vi saranno regole relative di convivenza sociale, a dominare le comunità umane sarà l’anarchia morale degenerata. Il pensiero assoluto deve dunque guerreggiare e sopprimere questa bestia feroce che sta avvelenando le coscienze degli individui, i quali ormai sembrano aver perso nel miraggio di fantomatiche libertà (che comunque restano e resteranno relative) la coscienza di un ordine superiore costituito da leggi sacre e imprescindibili. Perché se è la natura ad averci dato la vita, non vi può esser nessun individuo inferiore legittimato a toglierla, perché se è la natura ad aver costituito due sessi per la sopravvivenza della specie, non è utile legittimare unioni che non siano potenzialmente atte a questo scopo. E’ dunque necessario rigenerare anche nelle coscienze degli uomini e delle donne che si considerino appartenenti ad una visione del mondo spiritualista (quindi secondo una definizione di Romualdi, di destra) quella consapevolezza necessaria a combattere in ogni luogo e in ogni momento con tutta la tenacia e la rabbia possibile, questa forza degeneratrice che presto dominerà la società. E’ lo scontro decisivo e se perderemo non vi sarà più alcun motivo per definirsi di destra. Ne va dunque della nostra stessa sopravvivenza.
Luca Amorello
da novopress