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  1. #21
    l'occasione fa l'uomo italiano
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    forza ragazzi, tessiamo la tela. Grazie Enzo!

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da Enzo Trentin Visualizza Messaggio
    La prova?
    A nessuno dei due Consiglieri regionali, passa per la mente di fare una proposta di delibera consigliare atta a modificare lo Statuto Regionale mediante l’introduzione dei referendum di «d'iniziativa» e «di revisione» tra la popolazione regionale, su materie di sua esclusiva competenza.
    Per «iniziativa», s'intendono azioni tese ad imporre a Presidente, Giunta e Consiglio regionale, deliberazioni su argomenti che interessano l'intera comunità. Per «revisione», s'intendono quelle deliberazioni che, già assunte dalla Amministrazione regionale, si vogliono, eventualmente, prese con differenti norme.

    Eppure, del PNE fanno parte alcuni politici in SPE (Servizio Permanente Effettivo) che si autodefiniscono federalisti, e che ben dovrebbero – in quanto tali – sapere che simili referendum sono in essere (E FUNZIONANO!) nella Confederazione Elvetica sin dal 1848 (milleottocentoquarantotto).
    Purtroppo hai ragione, il dilettantismo avanza. Però non devi dimenticare la Legge Costituzionale 1/2000, quella che consente ai Consigli Regionali di approvare i nuovi statuti. In forza di questa novellazione è stata sottratta tale competenza al parlamento italiano che li approvava con legge ordinaria nel caso di regioni a statuto ordinario, e con legge costituzionale nel caso di regioni a statuto speciale. Bene, la LC1/2000 impone che la revisione degli statuti regionali porti ad un nuovo statuto, intendendo in tal senso una revisione parziale o totale dello statuto vigente. In questo modo, e la cassazione dello statuto approvato dalla Regione Calabria fa purtroppo giurisprudenza, viene impedita la revisione degli statuti "per parti". Quindi è come dire: "Care Regioni, avete una sola cartuccia...sparatevela bene"
    Sono convinto invece che la previsione dell'impiego dello strumento referendaro (non solo consultivo e d'iniziativa, ma anche revisionale) deve essere introdotto dal nuovo statuto che il CR del Veneto si accinge (speriamo presto) ad approvare

  3. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da Paolo Sarpi II Visualizza Messaggio
    Caro Enzo

    ti ringrazio per il tuo instancabile lavoro e per il tuo esempio di dignità e di coerenza.
    Non ti sei mai venduto a chichessia!
    Il massimo rispetto per uomini come te che fanno moralmente grande il Popolo Veneto.
    Abituato alle analisi, ed alla critica, non ho dimestichezza con le risposte agli apprezzamenti.
    Ho, quindi, cercato nel dizionario le parole adatte, e non ho trovato di meglio che questa:
    Grazie!

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da marcagioiosa Visualizza Messaggio
    Purtroppo hai ragione, il dilettantismo avanza. Però non devi dimenticare la Legge Costituzionale 1/2000, quella che consente ai Consigli Regionali di approvare i nuovi statuti. In forza di questa novellazione è stata sottratta tale competenza al parlamento italiano che li approvava con legge ordinaria nel caso di regioni a statuto ordinario, e con legge costituzionale nel caso di regioni a statuto speciale. Bene, la LC1/2000 impone che la revisione degli statuti regionali porti ad un nuovo statuto, intendendo in tal senso una revisione parziale o totale dello statuto vigente. In questo modo, e la cassazione dello statuto approvato dalla Regione Calabria fa purtroppo giurisprudenza, viene impedita la revisione degli statuti "per parti". Quindi è come dire: "Care Regioni, avete una sola cartuccia...sparatevela bene"
    Sono convinto invece che la previsione dell'impiego dello strumento referendaro (non solo consultivo e d'iniziativa, ma anche revisionale) deve essere introdotto dal nuovo statuto che il CR del Veneto si accinge (speriamo presto) ad approvare

    Mi par di ricordare che nel 2000, i Consiglieri regionali Massimo Cacciari e Achille Variati, proposero una loro bozza di Statuto regionale veneto, sedicente federalista.
    Naturalmente non andò da nessuna parte!

    In quel periodo, al secondo dei due, in occasione di un pubblico dibattito, “feci le pulci” a quella loro proposta, smontandola completamente sulla parte che riguardava la «sovranità popolare», comprendente le ridicole “quote rosa”.

    Non è che l’interlocutore non capisse, anzi, conservo da qualche parte un messaggio di apprezzamento per il mio “insistere” a non voler accettare quella che loro chiamano “democrazia rappresentativa”, che non esiste. Esiste, invece, la democrazia e basta, che noi siamo costretti ad aggettivare in: “democrazia diretta”.

    Anche da questa piccola esperienza, è riconfermata la mia opinione che con questo personale politico, e con il sedicente “nuovo” (Sic!), non si andrà mai da nessuna parte. Loro sono convinti d’essere la “classe dirigente”; in realtà sono una deprecabile “classe dominante”.

    Gli sperperi di pubblico denaro, le inefficienze, e l’impunità che questa classe politica produce giorno per giorno, non faranno che depauperare sempre di più le risorse di questo paese, e di quella parte produttiva (soprattutto il nord) che ne sostiene le spese.

    Le associazioni di categoria (tutte), come i sindacati sono strutturali a questo regime.
    Non è da lì che verranno novità, o significative riforme.
    Né costoro ignorano che non c’è solo l’inefficienza dello Stato centrale, dove malgrado il gettito fiscale insospettabimente superiore alle previsioni, rimane un debito pubblico in crescita.

    C’è anche un debito incredibilmente in crescita, ed in parte sconosciuto, formato dagli Enti locali. Comuni, Province, Regioni, dove la proliferazione di aziende, consorzi, autorità di bacino e quant’altro affine, altro non servono che a “riciclare” politici trombati alle elezioni, o che alle elezioni nemmeno pensano di presentarsi, perché nei consigli d’amministrazione di quelle strutture le prebende sono laute, le responsabilità nulle, la soggezione delle persone semplici: elevatissima.

    E’, quindi, mia convinzione che non sarà un nuovo partito a risolvere i mali di questo paese. Forse potranno essere le persone di buona volontà, se sapranno emarginare gli opportunisti e i disinvolti (ben riconoscibili del resto), e lottare per l’ottenimento di quegli strumenti di democrazia diretta che pur ci sono nella legislazione, perché voluti dagli accordi internazionali.

    P.S. quando ci fossero i referendum di «iniziativa» e di «revisione», a cosa mai servirebbe il referendum «consultivo» che è un broglio istituzionale?

  5. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da Enzo Trentin Visualizza Messaggio
    P.S. quando ci fossero i referendum di «iniziativa» e di «revisione», a cosa mai servirebbe il referendum «consultivo» che è un broglio istituzionale?
    E' solo uno strumento in più. Peraltro quelli di "iniziativa" e di "revisione" sono necessariamente rivolti al popolo, mentre quello "consultivo" è attivato dal legislatore e serve a quello che serve. Nulla più che una richiesta di indirizzo su temi per i quali il legislatore non volesse assumere decisioni senza preventivamente raccogliere la volontà del popolo, giusto perchè non può formalmente avvalersi dei sondaggi di opinione.

  6. #26
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    Un referendum anche se consultivo è pur sempre l'espressione di un popolo, il popolo Veneto! che unito alla richiesta di modifica dell'art. 116 della costituzione può avere voce in capitolo a livello europeo visto che Roma non è neanche da prendere in considerazione! non è questione di merito, a livello italiano c'è già stato un referendum che ha bocciato di netto la devolution, il federalismo fiscale sarebbe una ottima cosa ma visto che lo stato non lo vuole, la mia regione,il Veneto ha tutto il diritto di chiedere e ottenere la propria autonomia!

  7. #27
    l'occasione fa l'uomo italiano
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    Citazione Originariamente Scritto da MirkoPNE Visualizza Messaggio
    Un referendum anche se consultivo è pur sempre l'espressione di un popolo, il popolo Veneto! che unito alla richiesta di modifica dell'art. 116 della costituzione può avere voce in capitolo a livello europeo visto che Roma non è neanche da prendere in considerazione! non è questione di merito, a livello italiano c'è già stato un referendum che ha bocciato di netto la devolution, il federalismo fiscale sarebbe una ottima cosa ma visto che lo stato non lo vuole, la mia regione,il Veneto ha tutto il diritto di chiedere e ottenere la propria autonomia!
    Sì, Mirko, ma se vuoi ascoltare un consiglio extraveneto, invitate Enzo e parlate fuori dai denti. Mal che vada vi mandate in mona, se no chiudete la discussione con una stretta di mano di quelle vere. Parlatevi, please.

  8. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da MirkoPNE Visualizza Messaggio
    Un referendum anche se consultivo è pur sempre l'espressione di un popolo, il popolo Veneto! che unito alla richiesta di modifica dell'art. 116 della costituzione può avere voce in capitolo a livello europeo visto che Roma non è neanche da prendere in considerazione! non è questione di merito, a livello italiano c'è già stato un referendum che ha bocciato di netto la devolution, il federalismo fiscale sarebbe una ottima cosa ma visto che lo stato non lo vuole, la mia regione,il Veneto ha tutto il diritto di chiedere e ottenere la propria autonomia!
    Tu parli di un referendum consultivo indetto per sostenere una proposta di riforma costituzionale da presentare alla camere. Non è possibile perchè le camere devono poter approvare le leggi senza essere sottoposte a forzature esterne. Un referendum popolare, seppur consultivo, lo sarebbe.
    Non è la strada giusta. Troppo facile bloccarla. A Roma non sono scemi!
    E poi scusa cosa c'entra l'Europa? La pdl costituzionale va presentata al parlamento romano, mica a quello di Strasburgo...

  9. #29
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    ma a Roma fin ora hanno sempre bloccato tutto e la lega ne fa parte! se parto con il principio che a Roma bloccano tutto, non faccio più niente e non ha più senso che esista lega pne, liga ecc....sei d'accordo?

  10. #30
    Rifondazione Leghista
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    Citazione Originariamente Scritto da MirkoPNE Visualizza Messaggio
    ma a Roma fin ora hanno sempre bloccato tutto e la lega ne fa parte! se parto con il principio che a Roma bloccano tutto, non faccio più niente e non ha più senso che esista lega pne, liga ecc....sei d'accordo?
    Senti, se si decide che la strada è quella dei pali della luce, allora sono d'accordo che l'importante è fare e non serve andare tanto per il sottile. Ma se scegli il percorso legislativo, allora ti addentri in un campo che devi conoscere bene e saper praticare, oppure affondi nelle sabbie mobili. Credimi, non lo dico per smontarti o per svilire l'iniziativa del PNE che probabilmente, (forse ma forse), è spontanea e non dettata dalla voglia di prendere visibilità in prossimità delle elezioni amministrative (ne più ne meno di quello che fa la Lega con le ronde). Dico solo che preferisco credere che sia proprio così, ovvero un'iniziativa legittima per acquisire visibilità nell'imminenza delle elezioni. Perchè in caso contrario sarebbe veramente preoccupante. Della serie: dilettanti allo sbaraglio

 

 
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