epurazione in Cgil: via gli estremisti

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purazione in Cgil: via gli estremisti
Filippo Tosatto
Ma la Fiom si oppone: «Caccia alle streghe». Lunedì arrivano Epifani, Bonanni e Angeletti

Le infiltrazioni eversive nella Cgil padovana, emerse dopo l’ondata di arresti di presunti militanti del Partito comunista politico-militare, scuotono il sindacato rosso, pur forte, tra capoluogo e provincia, di 65 mila iscritti. Così, al segretario Ilario Simonaggio che annuncia la sospensione di tutti gli elementi «estremisti», si oppone un’ala della Fiom che denuncia una «caccia alle streghe».
La notizia dell’avvio di un’ “epurazione” interna, è trapelata a margine della presentazione della manifestazione unitaria contro il terrorismo prevista lunedì alla Fiera: 6-700 delegati confederali ad ascoltare gli interventi dei leader confederali Gugliemo Epifani, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti. La Cgil, fanno sapere i dirigenti, sta «perfezionando altri provvedimenti di sospensione» verso propri iscritti che potrebbero aver frequentato associazioni e circoli estremisti, come il centro sociale Gramigna, dove si recavano anche molti tra gli arrestati nell’operazione antiterrorismo del 12 febbraio. Ben sei di loro - Amarilli Caprio, Valentino Rossin, Andrea Scantamburlo, i fratelli Alessandro e Massimiliano Toschi, Davide Bortolato, gli ultimi due delegati della federazione metalmeccanici - sono stati già sospesi cautelativamente dalla Camera del Lavoro. «Stiamo valutando le singole posizioni, cercando però di evitare atti indiscriminati», precisa Simonaggio, visibilmente turbato ma convinto della necessità di affrontare il ciclone interno senza cedimenti alla tentazione «minimalista» che qua e là affiora anche tra i quadri di base.
La linea, concordata con i vertici nazionali, è quella di elevare il livello di vigilanza interna per fugare sul nascere ogni sospetto di «debolezza» verso chi teorizza e pratica la violenza adottando la copertura sindacale come un paravento in fabbrica e negli altri luoghi di lavoro. «Abbiamo assunto subito tutte le misure necessarie», replica Emilio Viafora, segretario veneto della Cgil «e stiamo facendo un’ulteriore verifica perché non sappiamo quanti nostri iscritti frequentino luoghi o associazione che teorizzano linee politiche incompatibili col sindacato. Appena fatto tutto questo procederemo di conseguenza, con decisione».
Confermata la volontà di costituirsi parte civile nel processo ai nuovi brigatisti rossi: «Questa vicenda ci ha provocato ferite e lacerazioni, ci sentiamo parte lesa perché il tentativo di infiltrare la Cgil aveva l’obiettivo di minarne la credibilità e di utilizzare l’organizzazione in chiave diversa dalla sua natura, contro gli interessi dei lavoratori», ha commentato Viafora.
Ma non tutti concordano con questa strategia: «E’ un grave errore ricorrere a provvedimenti straordinari, credo che dovremmo evitarlo», dichiara Augustin Breda, del direttivo nazionale della Fiom-Cgil, dichiaratamente vicina alle istanze del movimento No Global «ogni volta che avvengono fatti molto gravi, quali la scoperta d’infiltrati che organizzano il terrorismo, c’è chi chiede che la risposta sia la limitazione delle libertà di tutti. Invece la Cgil deve reagire continuando ad interrogare e a interrogarsi sui perché di quanto accaduto, aprendosi ulteriormente all’insieme della società, evitando i rischi di chiusure e caccia alle streghe».
Sindacato avviato a una resa dei conti interna tutt’altro che indolore, quindi, mentre dalla politica giungono segnali di opposto tenore. Così i diessini, oggi a mezzogiorno, incontreranno i lavoratori davanti alla mensa della zona industriale, invitandoli all’«unità democratica contro l’insidia del terrorismo». Mentre Alleanza Nazionale, col suo capogruppo veneto Piergiorgio Cortelazzo chiede l’immediata chiusura dei centri sociali a Padova e invita l’assemblea regionale a sospendere ogni contributo finanziario alle «amministrazioni comunali canaglia» che «sostengano o coprano le attività di gruppi estremisti».
(22 febbraio 2007)
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I delegati sono votati dai lavoratori.