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Discussione: Piemonte, nuove competenze e quota canone
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22-02-07, 20:21 #1
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Piemonte, nuove competenze e quota canone
Disegno legge regionale prevede supporto informazione locale
TORINO - La Regione Piemonte chiederà la restituzione di una parte del canone Rai pagato dai suoi cittadini e l’autonomia per gestire, almeno in parte, Rai3. lo prevede un nuovo disegno di legge regionale sulla Comunicazione voluto dalla presidente Mercedes Bresso e approvata oggi pomeriggio dalla giunta. Il disegno di legge è destinato alla disciplina e al sostegno delle attività di comunicazione e informazione locale.
Fra i punti salienti della norma che è articolata in 7 titoli vi sono la formazione di un sistema integrato di pubblica utilità; l’introduzione delle innovazioni tecnologiche, il sostegno alle imprese editoriali piemontesi per uno sviluppo equilibrato del mercato; la promozione dei temi di grande rilevanza civile e sociale, la conoscenza del Piemonte a livello nazionale ed internazionale; l’informazione sull’Unione Europea; l’interazione con le comunità piemontesi all’estero; la stipula con la Rai di un contratto di servizio che utilizzi una parte del canone corrisposto dai piemontesi per approfondimenti informativi sulla terza rete. La legge, è stato spiegato oggi, lascia poi spazio a decretazioni successive che avranno lo scopo di specificare, attraverso appositi bandi, gli eventuali requisito aggiuntivi necessari per accedere alle agevolazioni e le procedure da seguire.
«Lo strumento per procurarsi le nuove competenze - ha spiegato la presidente Bresso - sarà la trattativa con il governo per ottenere l’applicazione dell’ultimo comma dell’art 116 della Costituzione, in base al quale le Regioni possono negoziare con lo stato nuovi ambiti di autonomia». Per l’attuazione della legge è stata autorizzata, nell’anno finanziario 2007, la spesa complessiva (e aggiuntiva) di 1.500.000 euro.
Federalismo, Bresso all'attacco
"Subito le competenze su comunicazione, energia e scuola"
La nuova sfida di Mercedes Bresso è il federalismo: vuole essere la capofila, tra i «governatori» di centrosinistra, nel processo che deve portare a una maggiore autonomia delle Regioni. E ieri, alla vigilia dell'incontro che a Roma vedrà confrontarsi con il governo i presidenti di tutte le regioni italiane proprio sul tema del federalismo fiscale, ha lanciato un affondo, nel suo classico stile, quello del «chi mi ama mi segua». Prima ha illustrato le sue idee autonomiste nella commissione affari istituzionali del Consiglio regionale. Poi ha fatto approvare dalla giunta la nuova legge regionale sulla comunicazione. Una legge importante, perché parte dal presupposto, come ha spiegato poi in una conferenza stampa Bresso, che la comunicazione locale sia appunto competenza delle Regioni. E chiede quindi a Roma di lasciare in Piemonte almeno una parte del canone Rai di 140 milioni che viene pagato dai piemontesi, perché la Regione possa gestire in prima persona l´informazione pubblica locale.
La comunicazione non è però che uno dei temi cosiddetti «a competenza concorrente» tra Stato e Regioni in base alle modifiche del Titolo V della Costituzione. Potrebbero diventare regionali anche altri ambiti come l´istruzione, l´energia, mentre altri come il turismo, la tutela dei beni culturali, i trasporti, lo sono già, almeno in parte. E l´iter che sta avviando Bresso è appunto quello di chiedere allo Stato, sulla base di quanto stabilito dalla Carta Costituzionale, maggiori competenze e allo stesso tempo maggiori risorse per il Piemonte.
Un tema però che ribalta i tradizionali schieramenti politici, trova consensi, sia pure prudenti e condizionati nel centrodestra e diffidenza se non proprio opposizione in una parte, la solita area radicale, della centrosinistra. Perplessità che per i Comunisti Italiani illustra il consigliere Vincenzo Chieppa: «La proposta di avviare su tutti questi temi una vertenza con il governo nazionale ci vede contrari e lo abbiamo detto a Bresso. Un conto è chiedere che l´Anas assegni alle regioni la residua rete di strade, per permetterci di gestirne meglio la manutenzione: questo non è federalismo, è semplicemente buonsenso. Altro conto è che su materie strategiche per lo sviluppo del Paese quali l´istruzione, i trasporti, la ricerca, l´energia, i beni culturali si pensi di riprodurre tanti piccoli sistemi regionali». Simile la posizione del capogruppo di Rifondazione Sergio Dalmasso: «Siamo da sempre preoccupati per le spinte federaliste che si sono manifestate prima con la modifica costituzionale del centrosinistra poi con la devolution. Preoccupati da un federalismo asimmetrico che crea sperequazioni tra le diverse regioni e può favorire nuove spinte alle liberalizzazioni in aree come l´istruzione o al ricerca scientifica».
«Quella di Rifondazione è una opposizione che va avanti da tempo - replica Bresso - I Comunisti Italiani invece devono decidersi. Le modifiche del Titolo V le hanno votate anche loro in Parlamento. E poi il federalismo di cui parliamo oggi è nella Costituzione, non ce lo stiamo inventando».
Già, e in soccorso di Bresso arriva anche la Lega: «Esprimiamo un cauto apprezzamento alla sua relazione in commissione sul federalismo fiscale - dice il capogruppo Tino Rossi - Ora però vogliamo vedere i fatti concreti. Per noi il modello è quello lanciato dal segretario Roberto Cota, che è il modello della Catalogna, una regione che gode di competenze istituzionali e di un forte federalismo fiscale, visto che il 78 per cento delle risorse rimane sul territorio. Il Piemonte potrebbe così ottenere un maggiore introito per 5,9 miliardi di euro, tutti soldi che potremmo destinare all´abolizione dell´Irap». Anche Forza Italia con la consigliera Mariangela Cotto apre una linea di credito a Bresso: «Se la presidente è davvero intenzionata a presentare il "conto" a Roma per ottenere l´attuazione del federalismo, avrà da Forza Italia un sostegno convinto. Ma è la componente massimalista della maggioranza, l´ "opposizione interna", che sia qui che a livello nazionale deve superare perplessità e contrarietà». A fianco di Bresso ci sono ovviamente i Ds, la Margherita («Abbiamo apprezzato il suo intervento - spiega il vicecapogruppo Alessandro Bizjak - »).
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