Voglio esprimere al Presidente della Repubblica, nonostante io sia persona che proviene da una storia politica assai diversa da quella di Giorgio Napolitano, tutto il mio personale apprezzamento per il suo operato sino ad ora e per l'elenganza e l'equilibrio con cui sta interpretando i doveri connessi al proprio ruolo istituzionale.
Confesso che io, proprio perché di destra, non gioii per la sua elezione. Ma all'onestà intellettuale e politica ci ho sempre creduto. Così come credo nel dovere di obiettività che fa capo a ciascuno di noi. E quindi non ho alcun timore a riconoscere che il Presidente Napolitano ha, sino ad oggi, non solo smentito i timori di faziosità che magari ab initio erano sorti, ma è arrivato a carpire la fiducia di buona parte della popolazione italiana.
Popolazione che oggi guarda al Quirinale come sede che sta gestendo in maniera ineccepibile questa complessa crisi di Governo. Che, come ho ripetuto più volte, è molto molto più complessa di quello che potrebbe sembrare ad un'analisi frettolosa.
Sono certo che il Presidente Napolitano saprà interpretare il ruolo di Capo dello Stato in maniera ineccepibile. E sono altrettanto certo che dimostrerà che ha avuto davvero il coraggio, ora che è Capo dello Stato e Presidente di tutti gli italiani, di mettere da parte la propria tessera politica e, anche se con sforzo, parte delle proprie idee di partito.
Giorgio Napolitano sarà anche stato un comunista, nel passato. Ora è il Presidente della Repubblica. Ed è anche il mio Presidente.