Maurizio Blondet
21/02/2007

Qualche lettore mi chiede: perché non ha commentato il corteo di Vicenza
contro l'ampliamento della base americana?
Rispondo: perché ogni commento era superfluo.
Commentava già tutto, quella sera, la faccia del . Emilio Fede.
Quella sera, Fede s'era spostato nella sala di regia del suo TG da comica,
come suol fare nelle grandi occasioni, tipo bombardamento di Baghdad.
Come allora, voleva lui commentare gli eventi minuto per minuto.
Perché a Vicenza si aspettava i disordini, le BR scese in piazza a bruciare
auto, le cariche della polizia, sperabilmente il morto.
Era la speranza di tutto il polo berlusconiano: se ci scappava il morto, coi
ministri e vice-ministri di sinistra, cadeva (secondo loro) il governo
Prodi, e si sarebbe fatta la grande coalizione voluta dai poteri forti allo
shampoo.
La «destra» sarebbe tornata al governo, senza sforzo, con la cosiddetta
«sinistra» bancaria e spoliatrice, a fare le «riforme» insieme.
Era questo il loro progetto, o meglio, sogno: non far nulla, contando che la
sinistra si spaccasse da sé.
La faccia di Fede quella sera esprimeva tutto questo: delusione e rabbia,
dispetto, sgomento che non si fosse realizzata la realtà virtuale sognata.
La faccia di Fede, essendo quella di un semi -., non è in grado di
nascondere nulla.
Ma non era il solo a sognare.
La «7» di Ferrara aveva annunciato uno «speciale Otto e mezzo», tutto su
Vicenza: ci fosse scappato lo sperato morto, sarebbe durato ore, fin nella
notte.
Non c'è scappato il morto, e lo speciale è stato cancellato.
Non valeva più la pena, sarebbe stato il resoconto di un trionfo della
«sinistra».
Berlusconi, anche lui, non sapeva che balbettare: triste, un corteo
anti-americano. non sa dire altro.
Delusione stampata sul fondotinta.
La manifestazione era stata colossale ed anche pacifica.

Dopo settimane che i media (e Amato) annunciavano catastrofi e guerre di
strada, terroristi in piazza, Bin Laden con le bombe, non s'è visto nemmeno
un black bloc (non si vedono più i black bloc: sono stati pagati solo per il
G-8 di Genova).
Addio sogno di tornare al governo con la coalizione.
Hanno creduto alla loro stessa propaganda.
Questo pone un problema per il quale vale la pena di aprire una parentesi:
quanti sono i gruppi in Italia che vivono in un mondo di loro fantasia,
senza alcun contatto con la realtà?
I neo-brigatisti, nei loro documenti, continuavano a parlare delle «masse»
da mobilitare o per cui battersi: fossero i marxisti che credono, saprebbero
la prima lezione di Marx, che bisogna anzitutto osservare la realtà
effettiva e concreta, le «forze reali».
Se c'è una cosa che manca, oggi, sono le «masse»: al loro posto ci sono solo
nugoli di individualismi micro-edonistici, sediziosi e incazzati
dall'impoverimento, ma incapaci di mantenere un progetto qualsiasi, per la
brevità del loro «attention span».
Ma d'altra parte, conosco una quantità di cattolici che vivono l'attuale
aggressione USA ai musulmani come se fossero tornati i tempi di Lepanto,
anzi delle Crociate: le Crociate cui loro partecipano in qualità di Hobbitt,
se non di Harry Potter, confondendo la tradizione con le invenzioni della
fantasy.
E' una malattia mentale?
E' incapacità di rimodernare le vecchie categorie di pseudo-pensiero cui
ciascuno è affezionato nei tempi nuovi e senza precedenti?
E' il rifugio regressivo contro la dissonanza cognitiva nell'ignoranza e
nell'onirico?
Mondi di fantasia, e nella fantasia inetta vive oggi il Polo: non fare
niente, non dire niente, tanto questa sinistra si distrugge da sé.
Figurarsi!
Una sinistra unita nel succhiare alla grande poppa fiscale, se si distrugge
per una manifestazione di piazza.

A Vicenza, c'era il servizio d'ordine della CGIL a vegliare.
E nemmeno il più focoso «estremista no-global» è tanto stupido da regalare
una vittoria a Berlusconi e ai suoi cretini.
Ma c'è qualcosa di peggio del sogno ad occhi aperti.
E' che il Polo, e anche la Lega che a Vicenza dovrebbe avere qualche polso
dell'umore popolare, si sono giocati simpatie ed elettori.
Hanno descritto i manifestanti di Vicenza come terroristi, comunisti,
«anti-americani» (perché non anche anti-semiti?), quando era evidente che
c'erano lì a migliaia membri della classe media, della popolazione moderata.
Questa popolazione ormai capisce che le guerre americane durano troppo,
portano caos, e ci trascinano nel caos.
Nemmeno il più moderato ormai sente il «terrorismo islamico» come un motivo
buono per mettere a soqquadro il pianeta intero.
Non è questione di essere antiamericani, ma semplicemente sensati e
prudenti.
Ormai è percezione comune che l'alleanza NATO è diventata un servaggio sotto
un padrone crudele, imprevedibile e forse demente.
Invece, Berlusconi, Fini e Lega (col suo handicappato alla testa, deciso a
far morire il leghismo con lui) hanno ancora le stesse ricette: non
abbandonare le nostre truppe, l'alleato americano. ripetono una lezione che
gli è stata impartita, evidentemente altrove, una volta per tutte.
E a cui ubbidiscono, fino al punto di suicidarsi.
Perché se il loro sogno è quello di far cadere Prodi e formare coi «moderati
delle due parti» (Mastella, Rutelli e Cossiga con Casini e Fini e Visco,
immagina che gaudio per l'elettorato), hanno il modo di ottenerlo
immediatamente: facciano mancare i loro voti per la continuazione della
guerra in Afghanistan.
Il governo Prodi andrebbe sotto.
Perché gli «estremisti di sinistra», furbetti, si astengono o votano contro
proprio perché sanno che la «destra» gli salverà capra e cavoli, votando con
la sinistra «moderata».
Sarebbe facilissimo.

Invece il Polo ha già annunciato che «non farà mancare i mezzi ai nostri
soldati», come se i nostri soldati ardessero dalla voglia di morire per
Kabul.
No, naturalmente lo fanno per l'alleato israelo-americano.
Così tengono su il governo Prodi, la NATO e il nostro servaggio.
La grande coalizione per le «riforme», è rimandata.

Maurizio Blondet