Lo sostiene Mihai Pacepa, ex generale dei servizi segreti rumeni
Complotto sovietico contro Pio XII
Il Kgb avrebbe falsificato documenti vaticani per farlo apparire vicino ai nazisti e silente sullo sterminio degli ebrei
MILANO - Per decenni gli storici hanno dibattuto sul comportamento di Pio XII durante la seconda guerra mondiale e il ruolo della Chiesa cattolica rispetto al regime di Hitler. Nel corso degli ultimi 50 anni alcune opere letterarie e cinematografiche come il film del 2002 «Amen» del regista greco Costa Gravas hanno apertamente accusato Papa Pacelli di antisemitismo. Secondo le rivelazioni di Mihai Pacepa, ex generale dei servizi segreti rumeni ora cittadino americano, il Kgb avrebbe organizzato un complotto per far apparire Pio XII come un antisemita e sostenitore di Hitler.
RIVELAZIONI - Le rivelazioni di Pacepa, che fu a capo dei servizi segreti romeni fino al 1978, sono state pubblicate sul «National Review Online», una rivista di storia statunitense. Il piano, nome in codice «Seat13», fu lanciato nel 1960 e aveva come scopo dimostrare che Pio XII era «un forte simpatizzante nazista». Il piano partì due anni dopo la morte del pontefice perché, secondo Pacepa «un uomo morto non poteva difendersi». Agli occhi degli occidentali il Papa poteva apparire facilmente un simpatizzante nazista: Pio XII fu nominato nel 1920 nunzio apostolico prima a Monaco e poi a Berlino «proprio quando il nazismo cominciò la sua scalata al potere». Il Kgb dipinse Papa Pacelli come «un antisemita che aveva incoraggiato l'Olocausto di Hitler», ha dichiarato Pacepa alla National Review.
OPERA - Nel 1963 poi fu presentata l'opera teatrale di Rolf Hochhuth «Il vicario», che sosteneva queste teorie ed era una vera e propria campagna di calunnie nei confronti di Papa Pacelli. Per ottenere documenti originali del Vaticano e fare in modo che le calunnie contro il Papa fossero credute, il Kgb si servì del servizio segreto romeno: questi doveva fingere di voler riallacciare i rapporti diplomatici con il Vaticano, ma invece doveva in qualche modo ottenere documenti vaticani e falsificarli. Secondo Pacepa, egli stesso ebbe accesso agli archivi segreti vaticani grazie al cardinale Agostino Casaroli, che in cambio sperava di riallacciare i rapporti con il mondo comunista. Pacepa persuase Casaroli, in un incontro che avvenne in un hotel di Ginevra, che egli aveva bisogno di trovare fonti storiche che potessero aiutare la Romania a giustificare pubblicamente il cambiamento della sua poltica diplomatica a favore del Vaticano. Per due anni tre spie, vestite da preti, rubarono documenti dagli Archivi vaticani e li falsificarono per portare avanti il complotto contro Pio XII.
DOCUMENTAZIONE - Da questa documentazione falsificata nacque l'opera «Il vicario». Durante una visita a Bucarest, il generale Ivan Agayants, capo del dipartimento dei servizi segrei del Kgb, disse a Pacepa che il programma Seat12 si «era materializzato in una potente opera teatrale che attaccava apertamente Pio XII, intitolata Il vicario». L'opera tradotta in venti lingue fu presentata con un'appendice che veniva descritta come «documentazione storica».
DICHIARAZIONI - «Oggi, anche le molte persone che non hanno mai sentito parlare di questa opera, sono convinti che Pio XII fu un uomo freddo e diabolico che odiava gli ebrei e aiuto Hitler a sterminarli», ha dichiarato Pacepa alla rivista storica. Padre Peter Gumpel, relatore della causa di beatificazione di Pio XII, dice delle confessioni di Pacepa: «Noi già sapevamo della grande ostilità dell'Unione Sovietica nei confronti di Pio XII e che aveva fatto una lunga campagna contro il Papa».
Francesco Tortora
18 febbraio 2007
http://www.corriere.it/Primo_Piano/E...omplotto.shtml