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Risultati da 1 a 2 di 2
  1. #1
    Germanicus_II
    Ospite

    Predefinito A proposito di "rigurgiti".....

    "- Ma... sei antisemita, brutto mio! Male! E' un pregiudizio!- Eh, no!..Io non ho nulla di speciale contro gli Ebrei in quanto Ebrei, voglio dire in quanto poveri diavoli come noi, tutti, alla ricerca di un pezzo di pane...Non mi danno alcun fastidio. Un Ebreo vale forse un Brettone, in parita', un Alverniate, un Francocanacco, un tipo qualunque...
    Puo' darsi.. ma è contro il razzismo Ebreo che mi rivolto, che divento cattivo, che ribollisco fino in fondo all'anima..Io grido! Io urlo! Urlano anche loro contro i razzisti! Non la smettono mai! Urlano contro gli abominevoli pogroms! Contro le persecuzioni secolari! E' il loro gigantesco alibi! La gran torta alla crema!
    Nessuno mi togliera' mai dalla testa che se le son cercate le loro persecuzioni!
    Se avessero fatto meno le canaglie su tutta la distesa del pianeta, se avessero rotto meno le scatole alla gente, non avrebbero provocato tutto questo! Quelli che li hanno impiccati, un po' dovevano pur averle le loro ragioni!..Si era certo dovuto metterli in guardia, questi youtres! Abusare..stancare le pazienze..Viene da solo un pogrom..E' un grande successo nel suo genere, un pogrom..una manifestazione di qualche cosa...Non è umanamente credibile che gli ALTRI siano tutti unicamente dei mascalzoni...Sarebbe troppo comodo.."


    Si diceva GIA' questo tanto tempo fa(siamo nel 1938) e l'estratto è da: "Bagatelle per un massacro" del grande Louis Ferdinand Céline.....



    Germanicus

  2. #2
    Germanicus_II
    Ospite

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Germanicus_II Visualizza Messaggio
    "- Ma... sei antisemita, brutto mio! Male! E' un pregiudizio!- Eh, no!..Io non ho nulla di speciale contro gli Ebrei in quanto Ebrei, voglio dire in quanto poveri diavoli come noi, tutti, alla ricerca di un pezzo di pane...Non mi danno alcun fastidio. Un Ebreo vale forse un Brettone, in parita', un Alverniate, un Francocanacco, un tipo qualunque...
    Puo' darsi.. ma è contro il razzismo Ebreo che mi rivolto, che divento cattivo, che ribollisco fino in fondo all'anima..Io grido! Io urlo! Urlano anche loro contro i razzisti! Non la smettono mai! Urlano contro gli abominevoli pogroms! Contro le persecuzioni secolari! E' il loro gigantesco alibi! La gran torta alla crema!
    Nessuno mi togliera' mai dalla testa che se le son cercate le loro persecuzioni!
    Se avessero fatto meno le canaglie su tutta la distesa del pianeta, se avessero rotto meno le scatole alla gente, non avrebbero provocato tutto questo! Quelli che li hanno impiccati, un po' dovevano pur averle le loro ragioni!..Si era certo dovuto metterli in guardia, questi youtres! Abusare..stancare le pazienze..Viene da solo un pogrom..E' un grande successo nel suo genere, un pogrom..una manifestazione di qualche cosa...Non è umanamente credibile che gli ALTRI siano tutti unicamente dei mascalzoni...Sarebbe troppo comodo.."


    Si diceva GIA' questo tanto tempo fa(siamo nel 1938) e l'estratto è da: "Bagatelle per un massacro" del grande Louis Ferdinand Céline.....



    Germanicus

    E' interessante, al proposito, completare il quadro con PENSIERI EUROPEI di sessant'anni PRIMA....

    "Gli ebrei sono il popolo più considerevole della storia del mondo, poiché, posti davanti alla questione dell'essere e del non-essere, con una consapevolezza davvero impressionante preferirono l'essere a ogni costo: questo fu la radicale falsificazione di ogni natura, di ogni naturalezza, di ogni realtà di tutto il mondo interiore e di quello esteriore. Si definirono oppositori di tutte le condizioni alle quali a un popolo fino ad allora era possibile, era concesso vivere; crearono da sé un concetto contrario alle condizioni naturali. Progressivamente capovolsero in modo irreparabile la religione, il culto religioso, la morale, la storia e la psicologia nell'opposto dei loro valori naturali. Incontriamo nuovamente lo stesso fenomeno sviluppato in proporzioni indicibili. Tuttavia solo come imitazione. Rispetto alla «nazione dei santi», la Chiesa cristiana non ha alcuna pretesa di originalità. È proprio per questa stessa ragione che gli ebrei sono il popolo più fatale della storia del mondo: attraverso il loro ulteriore effetto hanno falsificato l'umanità a tal punto che ancora oggi il cristiano può avere un modo di sentire antisemita senza comprendere di essere l'ultima derivazione dell'ebraismo.
    Nella mia Genealogia della morale ho presentato per la prima volta psicologicamente il concetto antitetico di una morale nobile e di una morale del ressentiment, quest'ultimo derivante dalla negazione del primo: ma ciò corrisponde totalmente alla morale giudaico-cristiana. Per essere in grado di dire no a tutto ciò che rappresenta il movimento ascendente della vita, la buona riuscita, la potenza, la bellezza, l'affermazione di sé sulla Terra, l'istinto di ressentiment, qui divenuto genio, dovette inventare un altro mondo riguardo al quale quell'affermazione della vita apparisse come il male, il deplorevole in se stesso. Considerato da un punto di vista psicologico, il popolo ebreo è il popolo dalla forza vitale assai tenace, e che, posto in condizioni impossibili, liberamente, con una profondissima intelligenza di autoconservazione, s'allea con tutti gli istinti della décadence, non perché ne sia dominato, ma perché ravvisa in essi una forza grazie alla quale potrà prevalere sul «mondo». Gli ebrei sono l'opposto di tutti i décadents: sono stati costretti a fare i décadents fino all'illusione, hanno saputo porsi, con un non plus ultra del loro genio istrionico, alla testa di tutti i movimenti di décadence (quale nel cristianesimo di Paolo) per farsi più forti di qualsiasi partito della vita che dice di sì. Per quel tipo di uomo che nel giudaismo e nel cristianesimo ambisce giungere alla potenza, il tipo sacerdotale, la décadence è soltanto un mezzo: questo tipo di uomo ha un interesse vitale nel rendere malata l'umanità e nel conferire un senso pericoloso alla vita, un senso denigratorio del mondo, ai concetti di «buono» e «cattivo», «vero» e «falso»".




    Frederich Nietzsche

 

 

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