Originariamente Scritto da
FalcoConservatore
Forse è vero che gli uomini migliori di questo Paese finiscono regolarmente per essere massacrati e distrutti da indegne gogne mediatiche, scatenate da gruppi giornalistici-giudiziari pronti a tutto pur di dar sfogo ad una malsana ed irrefrenabile rabbia giustizialista e giacobina. Basse insinuazioni e vere calunnie si mescolano fino a formare una fanghiglia appiccicosa e scura, che ricopre e sporca in modo irrimediabile le vittime della cieca furia annientatrice alimentata dal dilagare di intercettazioni, avvisi, presunte rivelazioni, ipotesi di reato. Dove è finita la presunzione di innocenza tutelata dalla Costituzione? Perchè nessuno ha tratto lezione da vicende incredibili e tristemente famose, come quella di Enzo Tortora, perseguitato, diffamato, colpito nella sua libertà personale e nella sua reputazione da falsità e menzogne?
I crimini che vengono addebitati al Capo della Protezione Civile, e Sottosegretario della Presidenza del Consiglio Guido Bertolaso, sono in effetti gravi. Lasciano senza parole, di stucco. Rovinano la credibilità di una persona che fino a questo momento si è indiscutibilmente adoperata per la salvaguardia della sicurezza e della vita dei cittadini, che si è impegnata per la risoluzione positiva ed encomiabile di svariate emergenze - la crisi dei rifiuti in Campania ed il terremoto abruzzese in primis. Ma possiamo davvero permetterci di accendere il rogo della suprema punizione, prima di aver approfondito e studiato con attenzione la questione?
Bertolaso, uomo onesto e probo fino a prova contraria, ovvero fino a sentenza definitiva, ha ogni diritto di pretendere la fine di una gogna pubblica che anticipa giudizi e fa a pugni con la presunzione di innocenza. Le intercettazioni che lo riguardano, pubblicate senza ritegno dai soliti quotidiani, in realtà sono tutte da interpretare. L'accusa, rappresentata dai Pubblici Ministeri, ha da parte sua il dovere di indicare le parti più discutibili e dubbie, che tendono a comprovare l'esistenza di cattivi comportamenti. Ma la difesa ha il sacrosanto diritto di replicare e di spiegare come effettivamente stanno le cose.
In questi ultimi giorni, come volevasi dimostrare, Guido Bertolaso ha saputo respingere le insinuazioni più infamanti, ancora una volta legate agli aspetti bassi e sessuali. Pochi e mirati riscontri hanno scardinato la teoria iniziale del giro di prostituzione in cambio di favori e trattamenti particolari. Le cosiddette prostitute hanno respinto ogni addebito ed esibito diplomi in fisioterapia. Bertolaso ha replicato con una lettera allo spocchioso Eugenio Scalfari, ha sostenuto la sua versione con forza e vigore in varie trasmissioni televisive. A breve si presenterà direttamente ai magistrati. Magari finirà tutto in una bolla di sapone, prima di quanto si pensi.
Nel frattempo, però, la sua onorabilità ne esce comunque scalfita. Titoli capziosi e calunniosi, inchieste giornalistiche infamanti, squallide insinuazioni hanno già tirato fango in abbondanza. Anche in caso di completa assoluzione, Bertolaso si poterà dietro, almeno per alcuni (chi proprio non fa a meno di scorgere il peggio nelle persone innocenti), un'ombra di sospetto. Resta ovviamente un'altra possibilità: che Bertolaso sia riconosciuto alla fine colpevole dei delitti che oggi gli vengono attribuiti. Ebbene, in tal caso la punizione dovrà essere severa, esemplare. Gli uomini infedeli, se riconosciuti tali, sono un cancro che va estirpato dal tessuto dello Stato e della Pubblica Amministrazione. Ma in ogni caso si pone l'eterna domanda: perchè non siamo capaci di attendere con serenità il giudizio finale, specie se mancano prove inoppugnabili e riscontri certi? Perchè dobbiamo sempre fare a pezzi, al primo venticello giudiziario, gli uomini migliori che hanno lavorato per il bene della Comunità?
A Bertolaso vanno senz'altro i nostri auguri per una soluzione rapida e chiarificatrice della vicenda che lo ha coinvolto, e la nostra solidarietà per gli eccessi scandalistici che lo hanno travolto nell'onore, in tempi assolutamente prematuri ed in assenza di una verità comprovata. Il suo impegno indefesso per la Campania e l'Abruzzo vale molto di più di intercettazioni dubbie e di articoli di giornale costruiti a d'arte col solo scopo di danneggiarlo, a prescindere dalla realtà e da quanto svolto finora.
In difesa di Bertolaso, fino a sentenza definitiva Anduril