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Curioso
Telefonini, Wind fa retromarcia
Via i costi per tutte le ricariche Minacce di esposti, si muove l’Authority. E le società si adeguano Bersani: slegate le mani ai consumatori, vincerà l’offerta migliore
MILANO—Wind ha tenuto duro fino all’ultimo. Ieri mattina, nel giorno di entrata in vigore delle norme che aboliscono i «costi fissi» di ricarica per le schede prepagate dei cellulari, la società che fa capo all’imprenditore egiziano Naguib Sawiris ha ribadito la sua sfida: il «contributo » sulle carte sotto i 50 euro rimarrà, a dispetto di quanto previsto dal decreto Bersani. Immediata la risposta dell’Authority delle Comunicazioni, che ha sollecitato Wind a «riflettere » sulla propria decisione. Poi si sono mosse le associazioni dei consumatori, pronte ad avviare una causa legale. E anche dal ministero per lo Sviluppo Economico sarebbero partite sollecitazioni verso l’operatore ex Enel. Alla fine, il dietrofront. Anche Wind ha dovuto adeguarsi. Ed è andata così ad aggiungersi a 3 Italia, che ha azzerato i costi di ricarica già dal 2 marzo, a Vodafone, dal 4 marzo, e a Tim, alla scadenza di ieri.
Niente più «balzelli » per gli utenti: chi acquista una scheda da 10 euro ora disporrà di 10 euro effettivi di traffico telefonico, e così via. «Abbiamo slegato le mani al consumatore — è il primo commento espresso dal ministro Pierluigi Bersani —. Da oggi (ieri, ndr) si paga solo quel che si consuma. E le imprese sanno che vincerà l’offerta migliore». Resta però da vedere come le compagnie di telecomunicazioni faranno fronte a una perdita di introiti pari a 1,7 miliardi di euro l’anno, dei quali 945 milioni rappresentavano guadagni netti. Il rischio è che si vada verso aumenti di tariffe. Non a caso le associazioni dei consumatori hanno promesso azioni di «monitoraggio ».È certo però che gli aumenti non potranno essere decisi subito, visto che l’articolo 70 (comma 4) del Codice per le comunicazioni elettroniche obbliga gli operatori ad annunciare ai clienti eventuali ritocchi con un mese di anticipo.
E sia Tim che Vodafone, Wind e 3 Italia utilizzeranno con tutta probabilità quest’arco di tempo per verificare l’atteggiamento della propria clientela dopo l’abolizione dei costi fissi di ricarica. Solo fra 30 giorni, dunque, si vedranno le vere strategie delle aziende. Ma i primi segnali vanno già nel senso dei rincari. Mentre Tim e 3 Italia hanno per ora confermato tutti i loro attuali «piani tariffari », Wind ne ha lanciati tre nuovi, che prevedono prezzi più elevati, e Vodafone ha annunciato un piano tariffario in cui aumenta lo scatto alla risposta da 15 a 19 centesimi. Al di là dell’abolizione dei «costi» di ricarica, l’entrata in vigore del decreto Bersani lascia comunque aperti molti problemi. Innanzitutto l’obbligo per gli operatori di restituire ai clienti (senza limiti di tempo) il credito acquistato e non utilizzato. L’unica a decidere le modalità di restituzione è stata finora Vodafone, che rimborserà gli utenti in contanti, ma tratterrà 8 euro (più 3,50 euro di lettera raccomandata) per ammortizzare i costi sostenuti per l’operazione. E proprio per questo l’Authority ha annunciato ieri una verifica nei confronti di Vodafone, per accertare la «congruità» di quegli 8 euro di spese.
L’intero problema della restituzione del credito resta comunque aperto. Dovrà essere la stessa Authority a definirne i criteri di pagamento. Ma ieri un suo portavoce ha richiesto esplicitamente «indicazioni» da parte del governo.
Giancarlo Radice
06 marzo 2007