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  1. #11
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    L'opinione di Giulietto Chiesa:
    Approvate risoluzioni su Ossezia e Transnistria - 26-10-06

    (822 parole totali contate in questo testo)
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    Strasburgo, 26 ottobre 2006

    Il Parlamento europeo ha approvato oggi, a grande maggioranza, due risoluzioni: una sull' Ossezia del sud (Gergia) l'altra sulla Transnistria (Moldavia). I due testi approvati dalla Plenaria sono il frutto della negoziazione tra i diversi Gruppi politici, i quali, precedentemente, hanno elaborato la propria posizione attraverso un dibattito tra i propri membri. Qui di seguito il contributo di Giulietto Chiesa alla discussione su Ossezia e Transnistria svoltasi all'interno del Partito Socialista Europeo.

    Cari amici,

    leggo la vostra proposta di risoluzione su Transdnistria e Ossetia e vi scrivo per manifestarvi il mio diverso parere.

    Nel mio intervento alla riunione del gruppo avevo già manifestato opinioni sostanzialmente differenti rispetto a quelle che in questa risoluzione sono contenute. Ribadisco qui le mie opinioni.

    In primo luogo ritengo che il contenuto e il tono di una tale presa di posizione siano tali da produrre un risultato opposto a quello che credo ci stiamo proponendo. Se l'obiettivo è quello di raggiungere soluzioni pacifiche e negoziate, allora questo tipo di argomentazione non solo è tale da produrre una reazione di rigetto, ma soprattutto quello di rendere impossibile una qualunque posizione mediatrice dell'Europa. Essendo evidente che non può fare da mediatore chi si schiera da una parte contro l'altra.

    In secondo luogo rilevo che l'intera argomentazione, parola per parola, che viene usata per destituire di ogni fondamento il referendum della Transdnistria, potrebbe , a stretto rigore dei termini, essere usata a proposito delle elezioni in Russia, di tutte le elezioni in Russia che si sono tenute a partire dal gennaio 1992 fino ad oggi. Purtroppo noi, e l'Europa, non abbiamo mai detto queste cose alla Russia e, anzi, abbiamo sonoramente applaudito tutte le elezioni dell'era Eltsin e anche le prime dell'era Putin. Ora, alla luce di questo record, risulta difficile pensare che una nostra così drastica posizione contro Tiraspol sia giustificabile, se non adottando la ben nota pratica dei "due pesi e due misure", cioè uno per i nostri amici e l'altro per i nostri nemici. Io vorrei solo far rilevare che è proprio questa pratica, da molti anni adottata dall'Europa, è quella che ci ha largamente screditato di fronte a ampi, maggioritari settori dell'opinione pubblica russa, cioè non solo dei dirigenti, ma della gente in generale.

    Inoltre, in un caso come nell'altro, in Transdnistria come in Ossetia, siamo di fronte a popolazioni essenzialmente (in larga maggioranza sicuramente) di lingua russa e, nel caso della Transdnistria di etnia russa, che compattamente vogliono ritornare sotto il governo russo, cioè sotto la protezione russa. Per quanto si possa affermare che i due referendum siano stati e saranno manipolati, dovrebbe essere chiaro a tutti noi (se non vogliamo mettere la testa sotto la sabbia) che proprio quella è la realtà della volontà popolare. Così come lo sarebbe quella del Nagorno Karabakh nel chiedere l'annessione formale all'Armenia se si dovesse giungere a un referendum.

    Esiste ancora il principio dell'autodeterminazione dei popoli, che non è stato abolito e che noi europei ci apprestiamo ad applicare nel caso del Kosovo. Non si vede perchè dovremmo escluderlo nel caso dell'Ossetia del Sud e della Transdnistria. Tanto più che, in nessuno dei due casi, siamo di fronte a una tremenda pulizia etnica quale quella che le popolazioni albanesi del Kosovo stanno commettendo nei confronti della minoranza serba.

    Ciò vale particolarmente per l'Ossetia del Sud. Ciò che è accaduto in Georgia, dopo l'indipendenza, durante il regime di Zviad Gamsakhurdia, lo sterminio cui la popolazione osseta è stata sottoposta e di cui sono stato testimone diretto, escludono categoricamente ogni possibilità di un ritorno di quella piccola popolazione sotto controllo georgiano. Quali che siano le motivazioni che si vogliono utilizzare, le critiche nei confronti della Russia (di Eltsin e di Putin), è un fatto inammissibili quello di spingere gli osseti a ritornare alla situazione precedente. La gente di Transdinistria, di Ossetia, ha visto e ben compreso, in questi anni, quale è la sorte delle popolazioni di lingua russa che rimangono tagliate fuori dalla madrepatria: quale che sia l'azione propagandistica di Mosca nei loro riguardi, si deve tenere conto che la gente non è così cieca come talvolta amiamo raccontarci. Sanno assai bene che l'Europa è più ricca e più democratica, ma i legami storici e le paure attuali sono molto più forti delle lontane aspettative. Il fatto che preferiscano installarsi in un sistema autoritario piuttosto che nella libera Europa, in un lontano futuro, dovrebbe farci riflettere invece che condurci a lanciare anatemi nei loro confronti.

    Ritengo dunque un errore, anzi un grave errore, procedere su una tale linea, che non solo non è motivata e motivabile secondo criteri di giustizia, ma che è insostenibile giuridicamente e che, infine, recherà pregiudizio ai rapporti tra Russia ed Europa e agl'interessi europei più in generale.

    Ricevete i miei rispettosi saluti,

    Giulietto Chiesa

  2. #12
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    Putin si è rotto i coglioni dei Principi universali che valgono solo per gli amici degli USA e di Israele;

    Russia: Putin Calls For 'Universal Principles' To Settle Frozen Conflicts


    (CTK)
    PRAGUE, 1 February 2006 (RFE/RL) -- President Putin said during his 31 January press conference broadcast live on Russian state television that there is a need for "universal principles" to settle "frozen" conflicts such as the one in Kosova or those in Abkhazia and South Ossetia, Russian news agencies reported.

    "We need common principles to find a fair solution to these problems for the benefit of all people living in conflict-stricken territories.... If people believe that Kosovo can be granted full independence, why then should we deny it to Abkhazia and South Ossetia?" he said.

    "I am not speaking about how Russia will act. However, we know that Turkey, for instance, has recognized the Republic of Northern Cyprus," Putin added. "I do not want to say that Russia will immediately recognize Abkhazia and South Ossetia as independent states, but such precedent does exist."

    South Ossetia And Abkhazia React

    Eduard Kokoity, president of the unrecognized Republic of South Ossetia, hailed Putin's call for the application of universal principles.

    Kokoity said the same day that Putin's "new approach" signals a break with "double standards" that ignore the universally accepted right of peoples to self-determination and divide peoples into "good and bad," of whom the "good" are considered "more equal."

    Also on 31 January, Boris Chochiev, first deputy prime minister of the unrecognized Republic of South Ossetia, told regnum.ru that Putin's statement is a "timely" signal "to those countries that continue to ignore the will of states that have exercised the right to self-determination."

    Sergei Shamba, foreign minister of the unrecognized Republic of Abkhazia, told regnum.ru that Abkhazia has even weightier arguments to bolster its claims to independence than does Kosova.

    Georgian Rejection

    Speaking to journalists in Tbilisi on 31 January, Georgian Foreign Minister Gela Bezhuashvili claimed that "most" of the states engaged in mediating a settlement of the Kosova conflict do not agree with the Putin's argument.

    Bezhuashvili said the Kosova settlement requires "a very delicate, very cautious approach" that cannot be applied universally to other conflicts.

    Georgian Prime Minister Zurab Noghaideli similarly argued that "the Kosova solution cannot be applied to Georgia" because solutions to the Abkhaz and South Ossetian conflicts must preserve Georgia's territorial integrity, Caucasus Press reported on 31 January.

    Nagorno-Karabakh And Transdniester React

    Vahram Atanesian, who heads the parliament commission on foreign relations of the unrecognized Nagorno-Karabakh Republic, was cautious in his response to Putin's comments.

    He told regnum.ru that while Karabakh hails Moscow's "active interest" in resolving the Karabakh conflict, it will hardly prove possible to find a universal principle applicable to all conflicts, given that "each conflict has its own ethno-political and religious history." He said the Karabakh conflict requires "a unique approach."

    Yevgeny Shevchuk, chairman of the Supreme Soviet of Moldova's breakaway Transdniester Republic, told regnum.ru that the international community's proposed solution for Kosova "will serve as an algorithm" for solving the Transdniester conflict. He added that there are numerous analogies between the two. LF

    Skepticism

    Sergei Markov, director of the Institute of Political Studies that has close ties to the Kremlin, pointed out on 31 January that while Russia opposes independence for Kosova because Serbia is Russia's ally, it is prepared to agree to independence for Kosova provided that the precedent becomes universal and is then extended to the four deadlocked CIS conflicts, regnum.ru reported.

    Markov predicted that the international community will try to impose independence on Kosova "from a position of force," and likewise from a position of force similarly will seek to prevent the unrecognized states from achieving independence.

    He warned that failure to extend the Kosova precedent to post-Soviet conflicts would only destabilize the situation in the regions in question. Serbian observers have adduced the same argument when rejecting independent status for Kosova.

    Institute of the Countries of the CIS Director Konstantin Zatulin similarly predicted on 31 January that while the international community, in particular the United States, has all but signed off on independence for Kosova, it will not agree to extending the same principle to post-Soviet conflicts, regnum.ru reported.

  3. #13
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    La situazione ucraina è un po' complicata dal fatto che oggi c'è al governo il filo-russo Janikovich, mentre alla presidenza c'è l'arancione Jushenko. Quest'ultimo è assai impopolare, i sondaggi lo danno sotto il 6%. Janikovich è sostenuto da socialisti e comunisti che non vogliono la NATO.
    Inoltre durante la discussione sul cosidetto Holodomor anche il Donetz, ossia la regione orientale, molto industrializzata, ha minacciato la secessione.
    Il problema è che il "nazionalismo" ucraino filoeuropeo non prende piede tra la gente se non in Galizia. Gli ucraini, a dispetto di ciò che si pensa in Occidente si sentono e si sono sempre sentiti fondamentalmente dei "malorossij" cioè appartenenti alla Piccola Russia di Kiev che non è contrapposta ma complementare alla Grande Russia di Moskva.
    Anche Hitler credeva che gli ucraini fossero nemici dei russi. Ma a parte il collaborazionismo dei galiziani dovette ricredersi quando la Wermacht dovette misurarsi coi 500 mila partigiani ucraini pro-sovietici.

  4. #14
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    Guarda caso, ogni nuova occasione di conflitti e la probabile causa scatenante di un futuro massacro etnico, è l'America ...

  5. #15
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    La Norimberga che i popoli de-americanizzati del XXI secolo dovranno approntare contro washington, sarà implacabile. Sequestreremo tutte le riserve d'oro di Fort Knox e venderemo tutti i loro averi per risarcire i popoli angariati in un secolo e mezzo di banditismo geopolitico.

  6. #16
    Breiner252
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    Citazione Originariamente Scritto da Breiner252 Visualizza Messaggio
    Mi chiedo:
    1) se la Georgia entra, ci sarà una nuova Cecenia? Se si, allora gli Usa faranno con le mani e coi piedi, la vita umana per loro non vale nulla, specie quella dei popoli più poveri (magari si ricordano dell'illustre georgiano di tanti anni fa ), e pur di creare fastidi alla Russia si inventerebbero di tutto. Dopotutto, dietro i ceceni...si sa chi c'è...

    2) Che forza ha la Crimea, rispetto al resto dell'Ucraina? Credo poca. Possibile altro conflitto? La Russia che farebbe? Bloccherebbe il gas? Se ne starebbe a guardare? Fomenterebbe gli scontri (Russia da una parte e Usa dall'altra)?

    Ma a me non risponde mai nessuno?

    Aggiungo, per dimenticanza precedente, che il bacino del Donez, potentissima area industriale, sta nella parte di Ucraina che pende per la Russia. Senza quella componente, che cosa resta all'Ucraina? I granai forse...

  7. #17
    Ridendo castigo mores
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    Citazione Originariamente Scritto da Breiner252 Visualizza Messaggio
    Ma a me non risponde mai nessuno?

    Aggiungo, per dimenticanza precedente, che il bacino del Donez, potentissima area industriale, sta nella parte di Ucraina che pende per la Russia. Senza quella componente, che cosa resta all'Ucraina?
    le rimesse di badanti e puttane .. "l' economia" che la lega all'occidente ..
    "dammi i soldi, e al diavolo tutto il resto "
    Marx


    (graucho..:-))

  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da larth Visualizza Messaggio
    le rimesse di badanti e puttane .. "l' economia" che la lega all'occidente ..
    Vero...aggiungo che i cosidetti granai sono nella parte sudorientale filo-russa dell'Ucraina. Ad esempio le provincie di Odessa e Dnieperpetrovsk sono tradizionalmente a maggioranza di russi etnici, come lo è la Transnistria fino all guerra parte dell'Ucraina. In ogni caso l'agricoltura ucraina è crollata assieme all'URSS. E tuttora nonostante una certa ripresa è solo all'80% di quella sovietica. Segno che la tanto deprecata agricoltura sovietica non era poi niente male.
    L'agricoltura ucraina come quella russa è stata rovinata dagli aiuti CEE. E qui arriviamo al paradosso. Le eccedenze prodotte in Europa venivano regalate ai paesi ex-sovietici. Ciò ha fatto sì che non fosse più remunerativo per i contadini produrre in loco. E fu così che l'agriocoltura assistenzialista europea in nome del liberismo distrusse la liberista (perchè non più assitita dallo stato) agricoltura sovietica. Insomma un'altra vittoria del comunismo!!!
    Noi sorridiamo ma in Ucraina dove la mortalità infantile, che era una delle più basse del mondo, balzò al 288 per mille, cioè una delle più alte aò mondo, non hanno riso affatto. Oggi la stragrande maggioranza degli ucraini ritornerebbe senza se e senza ma alla vecchia Unione sovietica (sondaggio di un mese fà).

  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da Ormriauga Visualizza Messaggio
    La Norimberga che i popoli de-americanizzati del XXI secolo dovranno approntare contro washington, sarà implacabile. Sequestreremo tutte le riserve d'oro di Fort Knox e venderemo tutti i loro averi per risarcire i popoli angariati in un secolo e mezzo di banditismo geopolitico.
    Sequestreremo? Venderemo? Se mai quel giorno verrà, noi europei saremo sul banco degli imputati quanto gli Usa

  10. #20
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    Citazione Originariamente Scritto da larth Visualizza Messaggio
    le rimesse di badanti e puttane .. "l' economia" che la lega all'occidente ..
    Le badanti e le puttane ucraine sono pilastri fondamentali dell'assistenza privata dell'Europa occidentale

 

 
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