Non sono un militante, ma mi pare sensato riportare, da http://www.an-pd.com/

AN, ASCIERTO LA SPUNTA SU DRAGO E DIVENTA PRESIDENTE PROVINCIALE
Il congresso. Lo stato maggiore del partito riunito a Padova elegge l'ex commissario
Uno scarto di 250 voti a dividere i due candidati, sostenuti anche da diverse “sponde”
Il Padova del 05.03.2007 - Sebastiano Canetta

È Filippo Ascierto il nuovo presidente provinciale di Alleanza nazionale.
Con 250 voti di scarto l'ex “commissario” lascia al palo l'altro candidato: l'attuale presidente dell'Arpav Andrea Drago. «Ho vinto anche se contro di me avevano schierato tutta l'armata imperiale al gran completo», il metaforico commento a caldo di Ascierto.
Convinto che alla base delle 920 preferenze ricevute (contro le 670 del siciliano Drago) abbiano contribuito soprattutto le parole d'ordine da lui scelte per la battaglia congressuale alla sala Carraresi della Fiera: «Fin dall'inizio ho voluto chiarire quali erano i due comandamenti legati al mio mandato: giovani e passione politica», specifica il neo presidente provinciale. Che non risparmia critiche ai perdenti, la corrente dei cosiddetti “amminis tratori”.
«Al contrario di loro ho capito l'importanza di un approccio politico e non di stampo amministrativo - spiega il deputato del centrodestra - ovvero ha pagato non solo il mio radicamento sul territorio, ma anche l'attività politica che svolgo ogni giorno, cioè il mio stare in mezzo alla gente e ai loro problemi».
L'elezione del parlamentare campano pone fine al lungo commissariamento dell'universo padovano di Alleanza nazionale. Una mossa che era stata caldeggiata personalmente dal presidente nazionale Gianfranco Fini la scorsa primavera, quando il numero uno di An aveva “solle vato” dall' incarico l'ex presidente provinciale, l'attuale consigliere comunale Gabriele Zanon (precedentemente sfiduciato alla fine di aprile).
Ma la nomina di Ascierto chiude anche gli accesi scambi di battute al vetriolo tra i due candidati alla carica provinciale. Screzi e schermaglie di ogni tipo, avvenuti nel pomeriggio di sabato scorso, durante la seduta di esordio del congresso dell'ala destra della Cdl. Quando ripetute allusioni alle “sponde” politiche dei concorrenti alla carica provinciale (soprattutto all'appoggio dell'assessore regionale ai Lavori pubblici Massimo Giorgetti al “finiano” Drago, e all'opposto sostegno fornito dal consigliere regionale Raffaele Zanon al più populista Ascierto) hanno preso il sopravvento rispetto al dibattito sulle linee programmatiche delle anime locali del partito. E la significativa partecipazione di ieri fatto tirare un sospiro di sollievo (stavolta bipartisan) all'intero stato maggiore padovano di An. Preoccupato per una partenza in sordina, dato evidenziato dalla quasi totale assenza dei 3mila iscritti “padovani ” di An.
A sentire Ascierto la sua vittoria ha il sapore doppio. «Quando tutti gli amici hanno deciso di coalizzarsi potevo scegliere di accodarmi a loro oppure no - racconta Ascierto - ho scelto la seconda opzione, e i risultati mi hanno dato ragione».
Dichiarazione che ad alcuni colleghi di partito suona come un'autocelebrazione, ma di difficile smentita: lo zoccolo duro degli iscritti di An ha convogliato il grosso delle preferenze attorno al suo nome. Preferendo lui all'ex presidente dell'Ater Drago. Un uomo di provata fede alla causa di An, spiegano. Ma forse un po' troppo legato alla giunta di palazzo Balbi.
CONGRESSO AN, È ASCIERTO IL PRESIDENTE
Largo successo contro Drago «Ma è la vittoria della base»
Raffaele Zanon: Adesso Giorgetti rifletta sui motivi che hanno portato anche Padova a voltargli le spalle
Mattino di Padova del 05.03.2007 - di Leandro Barsotti

Filippo Ascierto è presidente provinciale di Alleanza Nazionale.
Il congresso di ieri in Fiera si è concluso con un voto che lascia pochi margini alle recriminazioni: 907 schede per Ascierto, 660 per Andrea Drago. Un successo più ampio delle previsioni e maturato dopo un congresso di scontri verbali accesi tra correnti storicamente avverse nel padovano: quella legata a Maurizio Saia (vicino a Urso) che ha candidato Drago; e quella legata ai fratelli Zanon (vicini a Gasparri) che hanno stretto l’accordo con Ascierto.
Ed è un risultato che adesso potrebbe aprire nuovi scenari regionali poiché il veronese Alberto Giorgetti, coordinatore del partito nel Veneto, in questa disputa tra Drago e Ascierto era sceso in campo appoggiando in modo netto il candidato risultato sconfitto. «Treviso e Rovigo non sono con lui, Vicenza sta per girargli le spalle, Padova lo ha fatto oggi e dunque una riflessione sul segretario regionale va fatta», ha detto Raffaele Zanon, consigliere regionale alleato ad Ascierto e, adesso, tra i candidati alla prossima poltrona del coordinamento veneto.
Zanon, come il fratello Gabriele (a sua volta presidente provinciale del partito fino all’estate scorsa) è gasparriano. La prima telefonata ricevuta da Ascierto ad elezione avvenuta, è stata proprio quella di Gasparri. Che a Padova ha un seguito importante soprattutto tra i giovani: Azione Giovani, il movimento che raccoglie studenti e universitari, ha lavorato per l’elezione di Ascierto in modo evidente, ottenendo in cambio la vicepresidenza (che andrà ad Enrico Pavanetto). Il perché del successo è riassunto da Gabriele Zanon, che ha retto il partito a Padova fino a quando l’estate scorsa si è dimesso lasciando spazio ad un commissariamento voluto da Roma: «E’ stato un congresso di svolta», ha detto Gabriele Zanon, «in cui si sono confrontate due anime del partito. C’è chi crede nella politica militante e di base e chi invece crede in un partito istituzionale. Per me la destra deve essere popolare, vicino alla gente senza diventare un partito televisivo, perché quello c’è già e non è il nostro».
Ma su come è andato il congresso ci sono posizioni diverse. Critico Baldo Licata: «E’ stato un flop, solo 50 partecipanti al dibattito di sabato, poi più di 1500 persone a votare domenica su chiamata, senza sapere cosa. Avrei voluto un dibattito più costruttivo». E Mario Verza: «Non c’è stata partecipazione, troppo schiacciato su personalismi». Stefano Grigoletto: «Non si è voluto trovare un candidato unitario e si sarebbe potuto lavorando meglio in questi mesi. Ci si attendeva un volto nuovo, un personaggio di seconda fila magari, da far conoscere». Paola Bucci: «Ho portato al congresso il tema del coinvolgimento del mondo femminile nelle grandi scelte di partito, ma si è pensato solo allo scontro tra componenti».
Maurizio Saia, che esce sconfitto da questo congresso, denuncia episodi poco chiari: «Ci sono state troppe iscrizioni al partito dell’ultimo minuto, gente presa dalle discoteche e portata a votare. E’ ridicolo: sabato ci sono cinquanta persone a discutere, e la domenica arrivano decine e decine di nuovi iscritti che non ho mai visto. Questo è stato un congresso senza regole, di nessun valore politico. Avremmo dovuto fare tutti un passo indietro per riordinare il partito a Padova, dopo anni di conflitti intestinali. Eravamo d’accordo fino a due mesi fa. Poi Ascierto e Zanon hanno fatto di testa loro».