Vittimismo cattolico: la grande stampa è laicista
“Una lettura asfittica della testimonianza cristiana; la convinzione dell’irrilevanza pubblica della fede; l’incapacità a cogliere la rilevanza morale delle questioni sul campo; la deriva emotivistica del bene e del diritto; l’indisponibilità ad entrare nel merito delle questioni”. Così Mauro Cozzoli, docente di teologia alla Lateranense spiega - in una nota per il SIR - quella che chiama “l’omologazione laicista della grande stampa in Italia, incapace di un sussulto di genialità nel riferire e interpretare la presenza dei cattolici e della Chiesa nelle vicende etico-sociali dei nostri giorni” e che vorrebbe la stessa Chiesa “afona” davanti a procreazione artificiale, aborto chimico, pacs, eutanasia. Pena “l’accusa di ingerenza”. “Che lo facciano dei politici - uomini di parte, che si vedono contraddetti - lo si può anche capire, ma non giustificare, – scrive Cozzoli - che lo facciano invece articolisti, columnist, redattori e direttori di giornali, ed in modo così allineato e ripetitivo, è proprio un’anomalia”. Secondo Cozzoli si tratta di “una lettura asfittica, in termini stantii di destra e di sinistra, della testimonianza cristiana, del ministero della Chiesa e persino della fede in Dio come continua a fare un giornale capofila dell’omologazione in pagina”.
SIR - Servizio Informazione Religiosa