IL CASO DI LADY FOLLINI E GLI INCROCI CON VISCO
Il Secolo XIX
2 marxo 2007
Il personaggio chiave della rinascita del governo
Prodi potrebbe non essere MARCO FOLLINI. Ma SUA
MOGLIE. Quella Elisabetta Spitz architetto che ha
lasciato le sue attività professionali quando è
stata nominata DIRETTORE DELL’AGENZIA DEL DEMANIO
dall’allora ministro Vincenzo Visco.
Che ha chiuso il suo ufficio in viale Angelico
163 interno 7, dove oggi ha sede l’associazione
“Nuova Economia e Nuova Società” (Nens) fondata
dal MINISTRO PER LO SVILUPPO ECONOMICO PIER LUIGI
BERSANI (Ds) e dal VICEMINISTRO DELL’ECONOMIA,
VINCENZO VISCO (Ds). Certo, il mondo della
politica è piccolo, ma intorno alla signora
Follini si incrociano molti nomi di tutti gli
schieramenti. Soprattutto del centrosinistra, ultimamente.
Ma chi è Elisabetta Spitz? L’architetto, nata a
Roma il 22 gennaio 1953, ha operato attraverso
diverse società: la Aab Sfera (liquidata il 3
gennaio 1997), il Consorzio Rivo Alto (liquidato
il 29 dicembre 1998) e la Ab.Eco (liquidata il 23
gennaio 2002). Tutte e tre le società avevano
sede a Roma, in viale Angelico 163, un elegante
palazzo in zona Prati. La signora Spitz,
raccontano i bene informati, ha cominciato a
dismettere la sua attività da quando è diventata
direttore dell’Agenzia del demanio. Il 4 aprile
2000 (era in carica il governo D’Alema) l’allora
ministro Visco presenta la sua candidatura.
La nomina muove i primi passi quando Visco
presenta il nome di Elisabetta Spitz alla
Conferenza unificata Stato-Regioni, che deve dare
il via libera perché la pratica passi poi alla
presidenza del Consiglio. Sono le “designazioni
per le nomine ai vertici delle costituende
agenzie fiscali”. L’incarico viene confermato dal
governo di centrodestra: è il 9 gennaio 2004 e la
proposta arriva dal ministro Giulio Tremonti.
FOLLINI A DICEMBRE SAREBBE DIVENTATO VICEPREMIER.
Un passo avanti. Il mandato arriva in scadenza
proprio in queste settimane. È il 2 febbraio 2007
mancano meno di venti giorni alla bocciatura di
Prodi quando nel consiglio dei ministri numero 36
il titolare del dicastero dell’Economia, Tommaso
Padoa Schioppa (di cui Vincenzo Visco è il vice),
PROPONE LA RICONFERMA, ancora una volta, di
Elisabetta Spitz nel suo incarico. IL GOVERNO APPROVA.
E’ sicuro, questa catena di avvenimenti non
c’entra con la scelta di Follini di cambiare
schieramento, di schierarsi con il
centrosinistra. Ma la circostanza ha fatto
gridare allo scandalo il senatore Sergio De
Gregorio, che ha percorso al contrario il cammino
di Follini, lasciando il centrosinistra. La
polemica, durissima, è divampata ieri. Sono le 21
di ieri sera quando il cronista del Secolo XIX
approda in viale Angelico 163 dove avevano sede
le tre società di cui Elisabetta Spitz è stata
liquidatrice. È un palazzo elegante, in zona
Prati. Ecco che si avvicina un inquilino: «Volete
sapere dove erano gli uffici della signora Spitz,
della moglie di Follini? Erano nell’appartamento
che adesso è occupato DALL’ASSOCIAZIONE NUOVA
ECONOMIA E NUOVA SOCIETà, SA QUELLA DI BERSANI E VISCO».
Già, all’interno sette dello stabile ha sede la
Nens, fondata nell’estate del 2001 dai due membri
del governo Prodi insieme con Nicola Rossi,
Giulio Sapelli, Giuseppe Farina e Paolo Ferro
Luzzi. Sul sito internet è scritto: «Lo scopo è
quello di dare vita a un centro di studi,
dibattiti, ricerche e pubblicazioni al quale
liberamente la cultura riformista possa
confrontarsi al suo interno e, all’esterno, con
altre culture sui cambiamenti economico-sociali che si stanno verificando».
Una coincidenza, senza dubbio, ma tornano alla
mente le voci secondo le quali l’architetto
Elisabetta Spitz sarebbe da considerare vicina al
ministro Visco e avrebbe avuto ottimi rapporti
con il centrosinistra. Tant’è vero che in
un’interrogazione parlamentare i deputati Volonté
e Tassone (allora compagni di partito di
Follini!) chiesero: «Se risulti che l’architetto
Elisabetta Spitz, che risulterebbe aver già
progettato LA RISTRUTTURAZIONE DELLA SEDE DEL
PARTITO DEI DEMOCRATICI DI SINISTRA, IN ROMA, VIA
DELLE BOTTEGHE OSCURE, ha sottoscritto il
contratto da direttore dell’istituenda agenzia
del catasto per circa 650.000.000 di lire annue».
Voci secondo le quali proprio l’attuale
maggioranza, di cui adesso fa parte anche il
marito, AVREBBE SCELTO LEI O SOCIETà A LEI VICINE
COME MEMBRO DELL’ENTE EUR E PER LA
RISTRUTTURAZIONE DEL PALAZZO DEI MONOPOLI DI
STATO, nel cuore di Trastevere a Roma. Verità o
calunnie emerse dopo il cambio di campo di Marco
Follini? Risponde la diretta interessata,
raggiunta in tarda serata al suo telefono di casa.
Architetto Spitz è vero che lei fa parte
dell’Ente Eur? «È vero. Sono stata nominata nella
commissione per la stima del patrimonio
dell’Ente», spiega la signora Follini sentita dal
“Secolo XIX”. Chi l’ha nominata? «È stata una
nomina governativa». Da parte di quale esecutivo?
«NON RICORDO». Di centrosinistra o centrodestra?
«NON SAPREI DIRE». Consultando gli atti della
Camera si scopre che la nomina risale al 27
ottobre 1999, all’epoca, quindi, DELL’ESECUTIVO
DI MASSIMO D’ALEMA nel quale Visco era ministro
delle Finanze. Il compenso fissato dal decreto
era di sessanta milioni di lire. E le voci che
indicano una sua società come assegnataria dei
lavori per la ristrutturazione del palazzo dei
Monopoli di Stato? «Non ho nessuna società. NON HO ALTRO DA DIRE in
proposito».
Dottoressa Spitz, scusi, che cosa ha da dire
sull’appartamento di viale Angelico 163 dove
aveva sede il suo ufficio? «L’ho lasciato diversi
anni fa». Era di sua proprietà? «No. Io sono
proprietaria soltanto del cinquanta per cento di
un appartamento sulla collina Fleming, a Roma, e
di un altro appartamento al mare. Tutto qui,
potete controllare gli atti ufficiali». Va bene,
ma l’appartamento è di proprietà di una persona a
lei vicina, un familiare o un amico? SILENZIO.
Vale come silenzio assenso? «Senta, io adesso
devo stare con mia figlia. NON POTETE DISTURBARMI
PER QUESTE COSE». Signora Spitz, scusi, ancora
una domanda: lei conosce la Nens, l’associazione
dei ministri Visco e Bersani? «La conosco, certo,
è molto nota. Ma questo non significa proprio niente».
Architetto, lei sa se la Nens ha preso il posto
del suo studio in viale Angelico 163? Silenzio.
Signora Follini, ci può dire chi ha preso il suo
posto in viale Angelico? «NON POTETE DISTURBARMI
PER QUESTE COSE», taglia corto Elisabetta Spitz.
E aggiunge: «State attenti, perché io ho
querelato altri giornali e ho vinto le cause». A
irritare la signora Follini la notizia, trapelata
negli ultimi giorni, della sua ISCRIZIONE SUL
REGISTRO DEGLI INDAGATI DELLA PROCURA DELLA
REPUBBLICA DI CATANZARO, nella complicata vicenda
che tocca magistrati di un altro distretto
giudiziario, quello della Basilicata.
Lei ha affidato la replica a una nota stampa,
redatta dal suo ufficio. La Spitz si mostra
convinta che si farà «piena luce sulla vicenda
che vede coinvolta la dirigenza dell’Agenzia, per
fatti risalenti ad alcuni anni fa». Ribadisce
quindi «la massima collaborazione ai giudici
impegnati nell’indagine, come del resto è sempre
stato a supporto di altre inchieste», e ricorda
di «aver avviato un’ulteriore azione, finalizzata
alla verifica tecnica di eventuali irregolarità
di utilizzazione dei beni dello Stato». Come
dire: fatti vecchi, io non c’entro. Ma darò una mano a vederci chiaro.
Il 17 gennaio il premier Romano Prodi annuncia il
suo “sì” definitivo all’ampliamento della base
militare Usa a Vicenza, la decisione che passo
dopo passo porterà all’attuale momento di crisi.
Il 19 gennaio, nel Consiglio dei ministri numero
34, Tommaso Padoa Schioppa, ministro
dell’Economia e delle Finanze, propone l’«AVVIO
DELLA PROCEDURA PER IL RINNOVO TRIENNALE DI
DIRETTORE DELL’AGENZIA DEL DEMANIO CONFERITO
ALL’ARCHITETTO ELISABETTA SPITZ», stimatissimo
professionista, nominata nel ruolo nel 2000
dall’allora ministro delle Finanze Vincenzo
Visco. Elisabetta Spitz è la moglie di Marco
Follini, leader dell’”Italia di mezzo”. In
un’interrogazione i parlamentari Udc Tassone e
Volontè parlarono di una retribuzione di 650
milioni di lire l’anno. Quando arrivò al
ministero, l’11 giugno 2001, Giulio Tremonti non
rinunciò alla sua collaborazione e non la
sostituì, come prassi di spoil system, con una
persona di sua fiducia. In quel periodo Marco
Follini era il segretario del Ccd. L’iter della pratica è rapidissimo.
E nel consiglio numero 36 del 2 FEBBRAIO ARRIVA
IL «RINNOVO PER UN TRIENNIO» DELL’INCARICO ALL’ARCHITETTO SPITZ.
Il 3 febbraio Follini parla ai circoli lombardi
dell’ ”Italia di mezzo” e afferma: «Prodi ha
pagato un prezzo alto, troppo alto all’estrema
sinistra. Mi auguro che dia una sterzata verso il
centro». E’ un’occasione da non perdere, ribadisce.
Il 21 febbraio l’esecutivo di Prodi è battuto in
aula, per due voti, sulle linee di politica
estera. Il premier si presenta al Quirinale.
Il 24 FEBBRAIO, CON UN’INTERVISTA AL “CORRIERE
DELLA SERA”, FOLLINI ANNUNCIA DI VOLER SOSTENERE IL GOVERNO PRODI.
Il 25 febbraio dopo le parole del leader di Forza
Italia Silvio Berlusconi («Stanno comprando i
senatori», senza alcun riferimento preciso)
interviene Francesco D’Onofrio, capogruppo Udc al
Senato. Lui, invece, fa un nome ma lo difende:
«Quello di Follini è un grave errore politico ma
sono convinto che dietro non ci sia nient’altro
che una riflessione personale, non credo proprio
che abbia accettato del denaro».
Il 27 febbraio trapela la notizia che Elisabetta
Spitz è indagata dalla procura di Catanzaro
nell’inchiesta che coinvolge anche magistrati della Basilicata.
Il 28 febbraio Marco Follini vota sì al governo.