Prodi: ''La missione in Afghanistan non cambia''

Mastrogiacomo, le condizioni dei Talebani per il rilascio


Un reporter pachistano al Tg1 ha riferito le richieste che i militanti si appresterebbero a presentare: il ritiro delle truppe italiane dall'Afghanistan e la fine dei bombardamenti. Sarebbero riportate in un video. Appello per la liberazione da Veltroni e dall'imam di Roma

document.write("<a href="http://www.adnkronos.com/IGN/Esteri/?id=1.0.773718221" onclick='openRead()' class='ISI_REMOVE' accesskey='L'>");
Bruxelles, 9 mar. (Adnkronos/Aki/Ign) - Il ritiro delle truppe italiane dall'Afghanistan e la fine dei bombardamenti della Nato nella provincia meridionale di Helmand: sono le condizioni che i Talebani si appresterebbero a porre in cambio del rilascio di Daniele Mastrogiacomo, l'inviato di 'Repubblica' nelle loro mani da lunedì scorso. E' quanto ha detto all'inviato del Tg1 a Kabul, Pino Scaccia, il giornalista pachistano di 'The News', Rahimullah Yousefzai. Il reporter straniero, che ieri aveva riferito che Mastrogiacomo "è vivo e sta bene" , sarebbe in contatto con il gruppo talebano che fa capo al mullah Dadullah.

I rapitori avrebbero chiesto anche la scarcerazione dei due portavoce degli 'studenti di teologia', Mohammad Hanif e Abdul Latif Hakimi, arrestati di recente in Afghanistan e in Pakistan, già citati nel messaggio audio recapitato due giorni fa alla France Presse, attribuito a Dadullah. Audio nel quale si affermava che Mastrogiacomo aveva confessato di essere una 'spia'.

Secondo quanto riferisce il sito del 'Corriere della Sera', le richieste dei sequestratori sarebbero contenute in un video in cui non compare Mastrogiacomo ma un afghano che, in lingua pashtun, elenca le condizioni per il rilascio del giornalista: il ritiro delle truppe italiane e lo stop ai raid della Nato nella provincia di Helmand.

Ma era stato lo stesso Yusefzai ad aprire questa mattina qualche spiraglio per una soluzione positiva della vicenda. "Credo che si stiano piano piano accorgendo che non è una spia - ha spiegato il giornalista pachistano alla Dpa -. Io penso che siano disposti a rivedere l'intera situazione".

Non solo. Un sedicente portavoce dei Talebani alla Reuters aveva parlato di liberazione del giornalista ''se dimostrerà di non essere una spia''. A tal proposito il viceministro degli Esteri Ugo Intini ha osservato: "Questo comunicato, se confermato, non può che essere positivo. Anche se bisogna capire quale sia il concetto di 'spia' per i Talebani".

Intanto, il premier Romano Prodi, a Bruxelles per partecipare ai lavori del Consiglio europeo, ha assicurato che per la liberazione del giornalista di 'Repubblica' c'è una "mobilitazione generale". "Vorrei sottolineare - ha affermato il premier, precisando però che al momento non c'è ''nessuna notizia'' - l'impegno continuo di tutto l'apparato dello Stato per risolvere il problema del nostro giornalista rapito".

Oggi è stato lanciato un appello per la liberazione del reporter italiano dal sindaco di Roma Walter Veltroni e dall'imam della moschea di Roma, Ala Eddin Mohammed Ismail el Ghobashy. ''Insieme alla comunità islamica di Roma c'è un rapporto che si è consolidato nel tempo, grazie all'impegno comune per favorire il dialogo e la pace contro ogni forma di terrorismo e violenza, e per il sostegno a favore di ogni prospettiva di cooperazione e di incontro. Insisto sul fatto che Mastrogiacomo è un giornalista - ha detto ancora Veltroni, durante la conferenza stampa presso la moschea - e sulla necessità di garantire una prospettiva di serenità, sicurezza e pace in Afghanistan''.