Il tavolo degli zebedei
di Orso Di Pietra

Antonio Polito e Nicola Rossi hanno scritto al “Corriere della Sera” per chiedere a Marco Follini di partecipare con il suo movimento dell'”Italia di mezzo” al processo di costruzione del Partito Democratico. I due dicono che c'è bisogno di Kadima, cioè di un partito nuovo che nasca da un bisogno nazionale e da un progetto di modernizzazione del paese. Ma a parte che Kadima in ebraico significa “avanti” e che in Israele non ha portato bene ad Olmert e decisamente peggio a Sharon, non si capisce bene perché mai per comunicare con Follini Polito e Rossi si siano rivolti al Corriere della Sera. E' vero che in tempi di bipolarismo l'”Italia di mezzo” è angusta e derelitta. Ma Follini, la cui moglie gestisce l'intero demanio nazionale, avrà pure un telefono, un indirizzo, una casella postale. Che bisogno c'era di trattarlo da poveraccio quando, se proprio si voleva, bastava andare al Senato e dare ai commessi una busta con la lettera per il senatore che dopo aver fatto da passerella tra Udc e Berlusconi vuole fare il ponte tra centro e sinistra?

Nella faccenda, quindi, c'è qualche retroscena oscuro. Magari, come si dice, il fatto che Follini abbia come tutore Luca Cordero di Montezemolo e come badante Paolo Mieli. Oppure che, avendo perso Polito il “Riformista” e Rossi “L'Unità”, i due abbiano ripiegato su via Solferino per non disturbare Ezio Mauro, impegnato in queste ore in bel altre faccende. Comunque sia, è certo che la faccenda abbia fatto imbufalire Pierferdinando Casini che nei giorni scorsi ha voluto prendere le distanze dall'ex gemello affermando significativamente che “c'è chi lo è e chi li ha”. "Prima – pare abbia sibilato con cadenza bolognese l'ex presidente della Camera – lo era. Ed adesso, con Rossi e Polito, li ha pure”. Ovvero, dal tavolo dei volenterosi a quello dei coglioni!