L’iniziativa fascista della Fiamma tricolore domani a Poggio Bustone, è una inutile provocazione.
Così non si sancisce alcuna pace, ma, al contrario, si alimenta un conflitto che ha provocato laceranti ferite in tanti casi tutt’ora aperte.
E’ una provocazione perché i fatti da ricordare sono altri come testimoniano i dati che possono essere tratti dagli archivi tedeschi recentemente resi noti che conservano rapporti e documenti che provengono dalla fredda burocrazia delle SS e della Wermacht, quindi speriamo attendibili anche per i neofascisti di casa nostra tanto affamati di revisionismo. Tra i mesi di marzo e aprile 1944, si tenne una operazione di rastrellamento nell'area, Leonessa, Poggio Bustone, Rivodutri, Norcia, Morro Reatino. Il risultato? 296 persone massacrate e 698 prigionieri tra partigiani, civili, donne, bambini e sacerdoti.
La storia è cosa seria, e i morti sono sempre tutti uguali, ma diverse, sempre diverse, sono le idee per cui sono morti.
I fatti della storia sono altri.
Il 10 marzo 1944 non vi fu alcuna strage, ma l’azione di 24 giovani Partigiani della brigata Gramsci che insieme a gran parte della popolazione, comprese tante donne, scacciò da Poggio Bustone 200 fascisti inviati dal famigerato prefetto Marciano a compiere una rappresaglia uccidendo diverse persone del paese.
Partigiani e abitanti di Poggio Bustone bruciarono camion e mezzi fascisti. I morti furono 14 e non 13.
C’è un dato che non può essere sottaciuto. Quei 24 giovani partigiani e la gente di Poggio Bustone, lottarono per costruire l’attuale democrazia e libertà. Quei 200 fascisti stavano a Poggio Bustone per negarla.
I Verdi invitano i cittadini di Poggio Bustone a non raccogliere questa ennesima provocazione.
La Resistenza è stata fatta anche per la libertà di tutti, anche per neofascisti che domani vorrebbero riscrivere la storia, e per quelli che volevano dedicare una strada al gerarca Pavolini.
E’ stata anche fatta per consentire a noi di poter dire che in entrambi i casi si tratta di inutili e volgari pagliacciate, delle quali avremmo fatto volentieri a meno.
Roberto Lorenzetti, Presidente provinciale dei Verdi
9/03/2007