Il Professor Abdul Hadi Palazzi, musulmano moderato filo-sionista, filo-americano, atlantista e anti-wahhabita, così commenta le iniziative di Oliver Dupuis, eurodeputato radicale, sulla questione cecena, con particolare riferimento allo sciopero della fame da lui intrapreso su un newsgroup gestito dalla Associazione Amici di Israele.
a cura di Luca Martinelli
Prof. Massimo Palazzi:
“Sono personalmente grato al Presidente Berlusconi per il suo intervento circa la campagna di stampa anti-russa relativa alla guerra di Cecenia. E’ davvero ignobile che qualcuno voglia mettere sul banco degli accusati la Federazione Russa per la “grave colpa” di aver cominciato a combattere al-Qa’ida anni prima che lo facesse l’Occidente (...). In realtà - e tutti possono comprendere quanti mi costi doverlo ribadire - a far passare un intero popolo per terroristi sono proprio Dupuis e quei dirigenti radicali che continuano a scegliersi come interlocutori, e quindi come presunti “rappresentanti del popolo ceceno”, individui come Maskhadov e Akhmadov, fantocci che per anni ha preso ordini e fondi da Bin Laden e che per anni hanno consentito a tagliagola come Basayev e Ibnul Khattab di fregiarsi del grado di “comandanti militari dell’esercito ceceno”.
Nel 1991 vi è stata la richiesta di una maggiore autonomia, cui Eltsin non ha dato seguito. A quel punto Maskhadov, presidente della repubblica autonoma, ha pensato di chiedere l’indipendenza, ed ha pensato di far guidare la sua “guerra di indipendenza” agli uomini di Osama Bin Laden (...). Così, le milizie sanguinarie di Basayev e Ibnul Khattab, forze che a tutti gli effetti facevano parte della coalizione di al-Qa’ida, hanno potuto attuare un piano sistematico di sterminio dei Sufi Naqshbandi, dei capi religiosi locali, noti per la loro moderazione, di quanti optavano per il negoziato con la Federazione Russa, piuttosto che per una folle guerra secessionista che era certamente rispondente ai disegni di al-Qa’ida, ma non agli interessi del popolo ceceno. Data una scelta del genere, la Russia ha avuto tutte le ragioni di dichiarare guerra ad un leader secessionista che aveva scelto l’alleanza con gli uomini di al-Qa’ida
Dapprima schierandosi a fianco dell’Esercito Federale nella lotta contro i miliziani di Bin Laden, quindi eleggendo democraticamente a primo ministro lo Shaykh Akhmad Kadyrov, eroe della resistenza anti-wahhabita, il popolo ceceno ha dimostrato al mondo intero la sua volontà di pace e la sua non disponibilità a diventare ostaggio dei terroristi e dei loro complici. Il Muftì Shaykh Akhmed Kadyrov, massima autorità religiosa cecena, era inizialmente un fautore dell’autonomia da Mosca, ma quando si è reso conto che una Cecenia “indipendente” sarebbe diventata una colonia di al-Qa’ida al pari dell’Afghanistan dei Talebani, non ha avuto nessuna esitazione. Ha detto: “Rimandiamo le trattative sulle modalità dell’autonomia alla fine della guerra, ed ora occupiamoci i combattere assieme, Russi e Ceceni, i terroristi di al-Qa’ida ed il loro presidente-fantoccio Maskhadov.”
Non è certo il popolo ceceno ad aver bisogno di riscatto, ma quanti hanno consentito ad personaggi come il sedicente “Presidente” Maskhadov e il sedicente “Ministro degli Esteri” Akhmadov di passare in un batter d’occhio dal partito di Bin Laden a quello di Marco Pannella. Adesso Dupuis digiuna per ottenere che le Nazioni Unite costringano la Federazione Russa a negoziare con un personaggio come Maskhadov, cioè con un tagliagole che agli ordini di Bin Laden ha compiuto le stragi più efferate. (...) Per quale ragione il Partito Radicale Transnazionale, schierato su tutti i fronti per la democrazia e contro il terrorismo, sul fronte ceceno seguiti indefesso a vomitare fango su Putin e solidarizzare con chi voleva fare della Cecenia un secondo Afghanistan, giuro che ancora non riesco a capirlo. Ho discusso coi dirigenti radicali per ore, e non ne sono venuto a capo. Ancor oggi non riesco in alcun modo ad immaginare quali interessi possano esserci dietro ad una scelta tanto irresponsabile e tanto scellerata.
Se Dupuis ha veramente un’influenza sul boss terrorista Maskhadov, invece di digiunare a suo favore farebbe bene ad indurlo ad ammettere le sue responsabilità e a costituirsi. (...) Se invece Dupuis continua a sognare che i suoi digiuni possano indurre il governo russo a negoziare con un pluriomicida stragista come Maskhadov, allora bisogna fargli capire che si illude su qualcosa di completamente campato in aria. (...) Altro che negoziati con gli stragisti: il terrorismo deve essere sconfitto dalla nazioni democratiche, e questo vale in Iraq, in Israele e in Cecenia.
Malgrado tutto, continuo a sperare che il Partito Radicale Transnazionale un giorno si renda conto dell’abbaglio madornale che ha preso e continua a prendere sulla questione cecena, che si renda conto che non si può solidarizzare con gli Stati Uniti quando combattono al-Qa’ida, e poi condannare la Federazione Russa quando combatte gli emissari di al-Qa’ida in Cecenia. Posso essere pienamente solidale con decine e decine di battaglie radicali, ma il sostegno a un figuro come Maskhadov, le cui mani grondano sangue innocente, proprio non riesco proprio a digerirlo. Mi fa letteralmente ribrezzo.”
LA RISPOSTA DI DUPUIS
A parte l’eccessiva semplificazione della vicenda operata dallo Shaykh Palazzi, che ha posto sullo stesso piano sia Maskhadov (che è stato davvero eletto democraticamente dai ceceni) che Basayef (un terrorista che sembra fare più il gioco di Mosca che non dei ceceni), nel discorso chiaramente filorusso del Professore saltano all’occhio alcuni particolari.
Innanzitutto, Maskhadov è stato eletto democraticamente nel 1997, con elezioni svolte sotto il controllo dell’OSCE. E’ un particolare non di poco conto, visto che lo Shaykh Palazzi fa risalire la sua elezione al 1991, un anno prima dell’elezione del primo Presidente ceceno, Dzukhar Dudayef. Questi è stato un vero “tagliagole” per utilizzare le parole del Professore, mentre Maskhadov è un esponente dell’ala moderata, l’uomo che ha contrattato con il Generale russo Lebed la tregua del 1996.
Inoltre le elezioni che Palazzi chiama “democratiche” e “libere”, cioè quelle del 2002 che hanno visto la vittoria di Akhmed Kadyrov (che non è altro che un fantoccio nelle mani di Putin), non solo non sono state supervisionate da alcun osservatore internazionale, ma hanno visto votare perfino i militari russi presenti sul suolo ceceno. Affermare che tali elezioni siano state “democratiche” è un po’ come dire che è normale concedere il diritto di voto ai soldati statunitensi, inglesi, italiani, polacchi presenti sul territorio iracheno, alle elezioni irachene che si terranno di qui a qualche mese.
Nel suo intervento, lo Shaykh non fa alcun riferimento alle tragiche responsabilità che la Russia ha in tutto questo. Una infiltrazione in Cecenia del network wahabita di Bin Laden è altamente probabile, ma non è stata certo voluta solo da Basayef. Un forte aiuto è stato dato proprio dall’esercito russo, con le orribili violenze perpetrate in due riprese nell’ultimo quindicennio in Cecenia. Come la detenzione di civili ceceni in campi di concentramento, i bombardamenti a tappeto che Grozny ha dovuto subire o, negli ultimi tempi, il coinvolgimento di civili georgiani nel conflitto.
I radicali hanno sempre fatto notare questo alla Comunità Internazionale e alcuni, come Antonio Russo, hanno svolto il proprio lavoro rimettendoci anche la vita. Per tutta risposta, la Russia ha sempre cercato di boicottare le attività del Partito Radicale Transnazionale, arrivando a chiederne l’espulsione dalla Commissione Ecosoc dell’ONU, presso cui il PRT ha lo Status Consultivo Generale di prima categoria.
Che lo Shaykh Palazzi non sia d’accordo con alcuni aspetti della proposta fatta da Ilya Akhmadov, Ministro degli Esteri ceceno, è comprensibile. Quello che non è assolutamente comprensibile è la sua intenzione di presentare all’opinione pubblica una visione mistificata del conflitto russo-ceceno.
REPLICA DI SHAYKH PALAZZI
Il 6 maggio 2004, l'ex Mufti e Presidente della Cecenia Shaykh Akhmed Kadyrov, che Allah ne abbia misericordia, ha ricevuto il martirio per mano dei terroristi di Maskhadov, cioè di colui che Dupuis si ostinava - contro ogni logica - a presentare come esponente di una supposta "ala moderata" dei separatisti. Successivamente, Maskhadov è restato ucciso durante un conflitto a fuoco con le forze federali, ed ha così pagato il fio dei suoi innumerevoli crimini. Spiace davvero che gli amici radicali seguitino imperterriti ad attenersi ad una visione tutta ideologica del conflitto ceceno, e che in base a quella visione preconcetta non abbiano prestato alcun aiuto ad un leader islamico moderato come Shaykh Kadyrov, impegnato in prima persona nella lotta contro il terrorismo wahhabita, ed invece abbia finito per fungere da cassa di risonanza alla propaganda di un personaggio equivoco come Maskhadov. In questo modo, il dirigente di un un partito cui noi tutti tanto dobbiamo per il suo impegno a tutela dei diritti civili, per le sue battaglie di libertà e per il coraggio dei suoi militanti, è di fatto finito per insultare (chiamandolo "fantoccio di Putin") colui che rappresenta un simbolo per tutti i Musulmani moderati impegnati nella lotta contro il terrorismo, e per difendere colui che invece era a tutti gli effetti un fantoccio nelle mani di al-Qa'idah, un terrorista che per la sua bramosia di potere e di denaro ha finito per coinvolgere l'intero popolo ceceno in un inutile massacro.
Che dire poi della pretesa secondo cui le elezioni con cui i ceceni hanno democraticamente eletto Shaykh Kadyrov come loro Presidente sarebbero "invalide" in quanto ad esse avrebbero preso parte anche "i militari russi presenti sul suolo ceceno"? Forse Dupuis dimentica che la Cecenia è una Repubblica autonoma nell'ambito della Federazione Russa, non uno Stato sovrano indipendente dalla Federazione. Che nelle elezioni svoltesi in Cecenia votino anche i militari russi di stanza in Cecenia è tanto normale quanto è normale che alle elezioni sarde votino i militari italiani di stanza in Sardegna. In egual maniera, i cittadini ceceni che risiedono in Russia votano regolarmente nelle elezioni russe, così come i sardi che risiedono in altre regioni d'Italia votano regolarmente nelle elezioni italiane. Il paragone coi "soldati statunitensi, inglesi, italiani, polacchi presenti sul territorio iracheno", proprio non regge, in quanto l'Iraq è invece uno Stato sovrano, che non fa parte né degli Stati Uniti, né dell'Inghilterra, né dell'Italia, né della Polonia.
Purtroppo Dupuis ha talmente assimilato in modo acritico la mentalità dei secessionisti da fare paragoni del tutto privi di senso.