«Pigrizia da potere, così si sono rovinati i socialisti»

di Tommaso Di Francesco

su Il Manifesto del 09/03/2007

Intervista a Ditero Agolli, con Kadaré lo scrittore più amato
d'Albania: «Fatos Nano è diventato un uomo mondano, il suo governo ha
dissipato ogni simpatia e gli albanesi hanno scelto di dimenticare»

Dieci anni fa, in questi giorni, divampò la rivolta della popolazione
albanese contro le Piramidi finanziarie e contro il presidente della
repubblica Sali Berisha che ben rappresentava quel sistema corrotto.
Al fallimento delle prime, piccole finanziarie, seguì la corsa dei
risparmiatore alle banche e contro il governo di destra che le aveva
favorite per riavere il danaro frodato; questo determinò il collasso e
il crollo poi delle piramidi finanziarie più grandi e la rivolta di
intere regioni. Il sud si armò contro il potere centrale prendendo
d'assalto le caserme. L'Europa, dopo l'appena conclusa guerra in
Bosnia Erzegovina con la pace di Dayton, si riscopriva vulnerabile nel
sud est europeo balcanico. Ne sarebbero seguite scelte rilevanti e
nuove crisi nell'area. Fu inviata una missione militare italiana,
riprese la fuga in mare dei disperati, una immensa quantità di armi
usata nella rivolta diventarono il deposito franco delle milizie
albanesi del Kosovo e della Macedonia. A dieci anni da quegli
avvenimenti abbiamo rivolto alcune domande allo scrittore albanese
Dritero Agolli (75 anni), dopo Ismail Kadaré che vive ormai a Parigi,
è sicuramente lo scrittore più famoso e amato in Albania.

Che cosa accade a dieci anni dalla rivolta contro le Piramidi
finanziarie e il primo ministro Sali Berisha che sconvolse l'Albania
nel marzo del 1997?
Accade che l'Albania è ancora governata da Sali Berisha che un anno fa
ha nuovamente vinto le elezioni.il motivo è presto detto: la divisione
dei socialisti che si sono spaccati in due tronconi. Hanno avuto un
lungo conflitto sul rinnovamento o no, in senso europeo, della
formazione socialista. Siamo come Albania tra i primi paesi balcanici
coinvolti ormai in pieno nella prossima adesione all'Unione europea.
Questa è la spiegazione principale.

Ma la gente poi è tornata a votare per Berisha?
E' questo il fatto grave. E non è solo perché i socialisti si sono
divisi. Il fatto è che il governo di Fatos Nano precedente era molto
corrotto e ha commesso molti errori nel rapporto con la popolazione.
Il primo ministro era diventato più un uomo mondano internazionale che
un leader del paese. Il suo modo di governare più che rivolto agli
interessi dell'Albania si è caratterizzato per una sorta di «pigrizia»
da potere. I socialisti hanno dissipato tutte le simpatie popolari e
le aspettative positive. Così alla fine gli albanesi si sono detti:
meglio Berisha.

Che memoria c'è adesso di quei fatti drammatici di dieci anni fa? la
rivolta verrà ricordata in qualche modo?
Nessuno potrà mai davvero dimenticarla. Ma temo che, come accade nei
Balcani, il popolo dimentica quello che vuole dimenticare. Credo che
qui vogliono addirittura scordarsi che in quei giorni Berisha aveva
deciso di massacrare il suo popolo e che, un anno dopo, nell'ottobre
del 1998, con un assalto alla sede del governo e del Parlamento aveva
nuovamente cercato di prendere il potere, stavolta con un colpo di
stato armato insieme al sedicente re Leka. Siamo alla farsa, perché
nel partito socialista c'è perfino stata una discussione aspra sulle
presunte responsabilità dei socialisti che ha coinvolto perfino il
nuovo presidente della repubblica, Rexhep Mejdani. Berisha aveva
accusato i rivoltosi di essere "comunisti", invece era la popolazione
che si era stufata di essere presa in giro. E' l'assurdo dei Balcani.
Così, su questo e su molte altre questioni, si è definita una sorta di
vicinanza tra Fatos Nano e Sali Berisha. Piano piano hanno voluto
azzerare anche la storia. Dimenticando che lo stesso Fatos Nano in
quei giorni era in carcere a Tepelene e che venne liberato proprio
dalla protesta armata degli albanesi. E non fuggito in Macedonia come
hanno voluto raccontare. Per tutte queste menzogne, non credo che ora
a Tirana ci saranno ricordi pubblici. La gente ricorderà in privato.

Il mese scorso i socialisti hanno vinto le elezioni amministrative e
il leader socialista, già sindaco di Tirana, ha riconquistato la
capitale albanese...
Sì, è vero, c'è stata una ripresa importante nelle grandi città come
Tirana, Durazzo, Elbasan, Valona, Korca, Argirocastro, Fieri, Lushnja,
Lesha. Solo nel nord, in particolare a Scutari, dove esistono ancora
molti clan, ha vinto il partito di Berisha.

Qualcuno ricorderà la tragedia di quanti fuggivano in mare dalla
guerra civile, e il dramma della Kater I Rades che venne affondata
dalla Marina militare italiana?
Certo, non potremo mai dimenticarli, insieme a tutte le famiglie e ai
parenti di quelle vittime. Come potremo dimenticarli?

http://www.lernesto.it/index.aspx?m=...Articolo=14491