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Discussione: Al Qaeda critica Hamas

  1. #21
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    Predefinito alcune risposte a Mujahid Jihad

    - Il Wahhabismo è ritenuto unanimemente, sia dai sapienti sunniti che dai sapienti sciiti, una setta eretica, i cui insegnamenti sono in netto contrasto con gli insegnamenti del Nobile Corano e della Sunna del Profeta (S). L'attribuzione di una difesa del "wahhabismo" (ovvero di un movimento sorto decine di secoli dopo) al Profeta (S) è qualcosa di ridicolo ed al contempo blasfemo. Non ci soffermiamo qui, visto che è un fatto noto, a parlare del ruolo svolto dall'allora impero britannico (il padre del "Grande Satana" americano), nella divulgazione e presa del potere da parte dei wahhabiti.

    - La persecuzione degli "sciiti" non solo in Arabia Saudita, ma praticamente in tutto il mondo arabo (e non solo) è un dato di fatto, incontovertibile. La situazione dei seguaci della scuola di "Ahl-al-Bayt" (AS) in paesi come la Tunisia, l'Egitto, la Giordania, il Marocco, lo Yemen, per citarne solo alcuni, è davvero triste.

    - Definire "sommosse scatenate dai fedeli sciiti recatisi in Arabia Saudita per il pellegrinaggio" i fatti avvenuti durante il Hajj dell'anno 1988 è qualcosa di vergognoso, e riproporre la versione propagandistica saudita - sbugiardata dalle immagini, dai documenti e da centinaia di migliaia di testimonianze dirette - è dimostrazione di ignoranza pura o malafede palese. Nello stato di "ihram" (condizione per la validità del pellegrinaggio) è vietato uccidere anche un moschino, ma il regime saudita - con il supporto di servizi segreti occidentali, come dimostrato - è arrivato ad uccidere, proprio a Makka-al-muqarram, 300 fedeli che adempivano ai riti dell'Islam. Sai quale era la colpa di quei nobili martiri? Che la maledizione di Dio ricada sugli esecutori e ispiratori di tale diabolico atto. Anche molti fratelli sunniti rimasero coinvolti nell'attacco premeditato ed ingiustificato degli agenti sauditi. Uno di essi ha scritto un libro in inglese dove racconta ciò di cui fu testimone personalmente: "The Makkah massacre and future of the haramain", cfr. http://www.freewebtown.com/shiaofahl...%20Bangash.htm

    - il sign. Qaradawi farrebbe bene a operare realmente per l'"unità dell'Ummah" (cosa che, in verità, sembrava fare fino a qualche tempo fa) piuttosto che rilasciare dichiarazioni colme di menzogna o appelli infantili (si veda il recente incontro a Doha tra sapienti islamici). Lo stesso personaggio - che alcuni studiosi sunniti come il dr. Ahmad Ghorab accusano di essere uno dei firmatari, insieme a personaggi come Bin Baz, Syed Abul Hasan Nadwi e Manna' al-Qattan, del "Documento di Makkah" del 10 ottobre 1990 che autorizzava la presenza militare statunitense nella regione medio-orientale e nella stessa penisola arabica (cfr. "Saudi treachery, Court scholars and American military occupation" di dr. Ahmad Ghorab) - ha partecipato recentemente ad un dibattito televisivo, sul canale satellitare "Al-Jazira", con l'Hojjatulislam Hashemi Rafsanjani, dove ha continuato a sfornare 'cibo per i nemici'....

    - I paesi citati da Mujahid_Jihad come esempi di lotta islamica e anti-imperialista da parte di "Al-Qaeda" rientrano invero in un progetto statunitense di disgregazione e destabilizzazione delle ex repubbliche sovietiche volto a nuocere gli interessi di Mosca, allontanando questi i paesi dall'influenza russa per portarli sotto quella occidentale.

    - L'Iran non ha mai gioito per l'occupazione dell'Afghanistan. E' stato anzi uno dei pochissimi paesi della regione a non aver fornito le proprie basi per l'aggressione anglo-americana.

    - Che l'invasione dell'Iraq sia stata applaudita da "tutti gli sciiti" è un'altra menzogna palese. Ricordo solo come l'Ayatollah Khamenei, massima autorità della Repubblica Islamica dell'Iran, definì quell'aggressione "un piano satanico". Identiche denunce erano venute dalle maggiori autorità sciite viventi, come l'Ayatollah Fadlallah, l'Ayatollah Makarem Shirazi, l'Ayatollah Fazel Lankarani, Seyyed Nasrallah, l'Ayatollah Ha'iri, solo per citarne alcuni.

    - Il presunto progetto di "conquista del mondo sunnita" da parte sciita e persiana è uno dei trucchi utilizzati dai nemici dell'Islam per spaventare i regimi arabi e allinearli contro l'Iran. Non è un caso che i primi a lanciare simili 'allarmi' furono il reuccio inglese di Giordania ed il presidente 'pebliscitario' d'Egitto.

    - L'utilizzo del termine dispregiativo "rafidi" per indicare gli sciiiti da parte di Mujahid_Jihad, che evidentemente ne ignora l'origine, la storia e l'essenza, dimostra l'atteggiamento prevenuto - ma senza fondamenti - dello stesso. Non vorrei aprire dispute di tipo teologico, ma la persona in questione non ha alcuna conoscenza dell'ABC dell'Islam, altrimenti non avrebbe fatto simile 'uscita'. Ignora che narratori "rafidi" di ahadith sono presenti nelle raccolte "Sahih" (secondo gli 'standard' sunniti) dell'Imam Bukhari e Muslim, o cosa disse l'Imam Abu Hanifa (uno dei fondatori delle quattro scuole giuridiche sunnite) sui "rafidi"....

    - Mujahid_Jihad arriva a dichiarare che il progetto dell'Imam Khomeyni era quello di diffondere lo sciismo nel mondo islamico, ma fu fermato da Saddam Husayn....

    - E' possibile sapere in base a quali informazioni, prove e dimostrazioni la "Shia moderna" sarebbe un'eresia dell'Islam?

    - Mujahid_jihad, che afferma di "non sbavare" per l'Imam Khomeyni, cita persone come Hassan al-Banna e Abu Ala Mawdudi come veri rivoluzionari, in quanto sunniti, e quindi baluardi contro la diffusione dello sciismo. Evidentemente ignora che Shahid Ustad Hassan al-Banna (a cui è dedicata una delle maggiori vie di Tehran) fu l'artefice della creazione di un'organizzazione, con sede in Egitto ma operante in tutto il mondo islamico, per la cooperazione e l'avvicinamento tra le scuole sunnite e sciite, e teneva la Shia in grande considerazione (era tra l'altro un iniziato ad una tariqah sufi, quanto di peggiore per i difensori dei wahhabiti). O che Abu Ala Madwudi (autore di un libro, "Al-Khalifa wal Mulk", "Il califfato ed il regno", in cui emerge una immagina non proprio positiva del terzo califfo e soprattutto dei maledetti Banu Ummaya) fu l'autore di una fatwa, pubblicata sulla rivista “Al-Da’wa” (agosto 1979), in risposta ad una domanda riguardo la Rivoluzione Islamica in Iran. In questa "fatwa", il sapiente e mujtahid al-Mawdudi, considerato come uno dei precursori del movimento islamico in questo secolo, scrive: “La Rivoluzione di Khomeyni è una Rivoluzione Islamica. I suoi responsabili sono un gruppo islamico ed i suoi giovani sono stati educati in seno ai movimenti islamici. Tutti i musulmani in generale ed i movimenti islamici in particolare, devono appoggiare, per tanto, questa Rivoluzione e collaborare con essa su tutti i terreni”.

  2. #22
    Mujâhid_Jihâd
    Ospite

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    'Allora',

    -gli insegnamenti basati sul Corano e la Sunnah, cioè sull'Islam, di shaykh Abd al-Wahhab, sono ritenuti ''eretici'' principalmente da sunniti seguaci del sufismo (una minoranza tra i sunniti) e da tutte le altre componenti eterodosse del mondo islamico.

    -io sono d'accordo con shaykh al-Qaradawi sul proibire agli sciiti di fare da'wa sui sunniti.

    -resta il fatto che l'Ayatollah Khomeyni in quegli anni aveva dichiarato apertamente di voler rovesciare il regime saudita. I fatti dell'88 dal tuo punto di vista comunque non mi convincono proprio: per quale assurda ragione i sauditi avrebbero dovuto attaccare dei pellegrini dopo avergli permesso l'ingresso nel paese ?! Suvvia...

    -shaykh al-Qaradawi, uno degli shaykh più autorevoli e rispettabili dell'Islam Sunnita, evidentemente si sta accorgendo della taqiya di molti sciiti, probabilmente i fatti dell'Iraq gli han fatto capire molte cose... Stragi e terrorismo contro i sunniti, propaganda martellante per convertire i sunniti alla ''Shia'' (perfino con audiocassette che hanno messo in giro per l'Iraq dove dei sunniti passati alla moderna Shia spiegano perché bisogna fare la stessa cosa...), et cetera, et cetera... Se considerate i sunniti musulmani tali e quali a voi, fratelli, perché questi tentativi di farli passare alla Shia ?! E se fate ciò, come potete pretendere che i sunniti non incomincino a pensare che... li state un pochino prendendo in giro ?!

    -ah, sì certo, allora lasciamo che i russi et similia sterminio i nostri fratelli in quei luoghi, senno facciamo il gioco degli americani ! Complimenti ! Un 'discorso' che potrebbe accettare solo un miscredente. La tua ultima esternazione poi non vale neanche la pena commentarla, i mujahideen vorrebbero portare la Cecenia o Mindanao sotto l'orbita occidentale, ahahah, ma il governo filippino non è già filo-americano ?! E poi non parliamo di quel criminale assassino di Putin, solo un miscredente può sostenere un uomo simile, le cui mani grondano di sangue di fratelli uccisi. Ma forse all'Iran va bene così...

    -Khatami ha però detto che per l'Iran l'invasione crociata dell'Afghanistan è stato un favore, idem per l'Iraq.

    -d'accordo, ma alcuni ministri e Khatami hanno detto diversamente, come credo tu ben sappia, mah...

    -quindi affermi che non c'è mai stata una strategia dell'Iran post-shah volta a ''esportare'' la propria ''rivoluzione'' nel mondo arabo e islamico !?!?

    -''rafidi'' è un termine utilizzato molto nel mondo islamico sunnita in riferimento, dispregiativo o meno, verso i seguaci della moderna Shia; visto che mi ritieni ignorante per via dell'uso di questa parola ti posso anche segnalare degli scritti non certo miei, ma di sapienti sunniti che spiegano molto bene perché questo vocabolo è più idoneo di ''sciiti'', che in realtà sarebbero tutt'altra cosa..

    -ma oggettivamente non andò così ? Se Saddam Husayn - di cui disprezzo l'ideologia pan-araba e socialista - non avesse fermato l'avanzata del khomeinismo, probabilmente oggi la Shia avrebbe molti più seguaci nel mondo arabo, o no ? Ne avrebbe risentito soprattutto l'Islam Sunnita.

    -sì, se ti interessa ti mando un PVT

    -infatti a me non dispiace di certo la rivoluzione iraniana, ma mi preoccupa il sub-imperialismo rafida-iraniano... E comunque se proprio ti interessa ho letto sciiti scrivere che i salafiti ''vanno eliminati'' e l'Arabia Saudita bombardata e i wahhabiti sterminati... spero davvero che il fratello(???) sciita che scrisse queste cose avesse bevuto troppi caffé quel giorno , perché se questi sono i vostri intenti allora che dialogo ci può essere ?... Ovviamente non voglio dire che questi sono gli intenti 'oggettivi' del mondo sciita, ma comunque la martellante propaganda per convertire i sunniti, in Iraq e altrove, è un dato di fatto. Per non parlare della continua diffamazione del ''Wahhabismo'', che vi colloca volenti o nolenti nella stessa barricata di ipocriti del calibro di Massimo Palazzi, quello che ha parlato al Sinedrio ebraico in Israele di ''guerra per distruggere il Wahhabismo''...

  3. #23
    antimperialista
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    Predefinito

    Mujahid, la tua posizione sulla guerra irachena contro l'Iran mi pare un
    pochettino "reazionaria", cioé tu per impedire la diffusione dell'Islam
    Sci'ita nel mondo arabo, avresti appoggiato Saddam Hussein assieme a:
    - Rumsfeld
    - tutto l'Occidente
    - le monarchie del golfo
    - re Hussein di Giordania
    nella carneficina del popolo iraniano!?

    E tieni conto che l'Iraq era pure uno stato secolare, non uno islamico.

  4. #24
    Mujâhid_Jihâd
    Ospite

    Predefinito

    No no, io non appoggio Saddam e la sua guerra contro l'Iran, né lo stato secolare baatista, ma alla luce dell'orrenda pulizia etnica antisunnita ad opera della milizia ''Badr'' incomincio a sospettare che sin dalla fine degli anni '70 l'Iran volesse davvero esportare la sua ''rivoluzione'' e la Shia in tutto il mondo islamico (a sfavore dell'Islam Sunnita) come affermavano taluni... Io sarei il primo a vedere positivamente l'unità della Comunità dei Credenti se fosse un obiettivo fattibile e ragionevole... Ma se gli sciiti - o rafiditi che dir si voglia - vogliono solo convertire i sunniti con la loro apertura al dialogo, allora sarebbe opportuno prendere le distanze sin dall'inizio.

  5. #25
    Mujâhid_Jihâd
    Ospite

    Post Un'importante testimonianza di un mujahid sunnita

    La Resistenza Irachena: “Perchè combattiamo”
    http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/HE19Ak03.html

    Asia Times
    19 Maggio, 2006

    La Resistenza Irachena: “Perchè combattiamo”
    Di Brian Conley e Muhammad Zaher

    Tradotto dall’inglese in italiano da Andrea Lazzaro, membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica. Questa traduzione è in copyleft.

    BAGHDAD – Chiamateli terroristi, chiamateli combattenri della resistenza; comunque li definiate, hanno i loro motivi per combattere gli statunitensi in Iraq. Abu Ayoub, un trentacinquenne che vive a Baghdad, è un membro dell’Esercito Islamico. Ha parlato nelle vicinanze di Adhamiya delle ragioni per cui si è unito alla lotta.

    “Quando le forze di occupazione hanno fatto ingresso a Baghdad, hanno ucciso mio fratello di fronte a me. Era ferito e sanguinante, ma le forze di occupazione non mi hanno permesso di salvarlo. Quando ho provato a soccorrerlo hanno iniziato a spararmi, e dopo pochi minuti mio fratello è morto. Dopo questo ho giurato di combatterli fino alla morte”.

    Molti gruppi della resistenza sono stati identificati sin dall’inizio della guerra nel Marzo 2003. Abbiamo dal famoso Ansar Al Sunna, inizialmente localizzato nel nord dell’Iraq dopo che i suoi membri abbandonarono l’Afghanistan, a gruppi più piccoli come la Brigata Vendetta, coinvolta nel rapimento di Jill Carroll, corrispondente del “Christian Science Monitor”.

    “Credo che l’80% dei gruppi provenga dalla Resistenza Islamica, poiché l’Islam prescrive ai Musulmani di combattere contro i nemici e contro chiunque venga ad occupare la nostra terra”, ha detto Ayoub.

    Dopo l’uccisione di suo fratello, degli amici si fecero avanti ad aiutarlo nella sua lotta di resistenza, ha detto. “All’inizio combattevo in un piccolo gruppo, perché non credevamo che molte persone si unissero a noi. Ma ora, dopo tre anni di combattimento, siamo diventati parte dell’Esercito Islamico. Ora ogni cosa viene pianificata – prepariamo validi piani prima di ogni attacco”.

    Ci sono alcuni gruppi, sia sunniti che sciiti, che credono che sia passato il tempo della resistenza violenta, ha detto Ayoub. Gruppi sunniti come il Fronte Iracheno dell’Accordo, il Partito Iracheno Islamico e l’Associazione degli Studiosi Musulmani sembrano premere per un processo politico, ed hanno partecipato alle elezioni del Dicembre scorso.

    Ma l’Esercito Islamico non negozierà mai con gli Stati Uniti od il governo Iracheno, ha detto Abu Ayoub. Crede che i negoziatori con la coalizione e con il governo Iracheno siano solo combattenti della resistenza ba’athista. “La resistenza ba’athista combatte per Saddam, non per l’Islam o per l’Iraq. Noi siamo contro questo. Loro non sono rappresentativi della resistenza Irachena”.

    Abu Ayoub crede che l’occupazione non potrà essere conclusa né con un processo politico né con altri mezzi pacifici. Solo il ritorno al combattimento degli Iracheni può liberare l’Iraq, ha detto. “Le forze di occupazione scopriranno che dopo questi negoziati non sarà cambiato nulla. La resistenza continuerà a crescere fino alla fine dell’occupazione. Sono venuti con la forza, e non se ne andranno via se non con la forza.

    Ayoub ha detto che non gli è concesso dire come si è unito all’Esercito Islamico. Ma ha voluto dire qualcosa sulla sua organizzazione. “L’Esercito Islamico è molto esteso, e combattiamo in tutto l’Iraq. Abbiamo cellule ovunque in Iraq, ma io non ho collegamenti con altre cellule. Solo i nostri comandanti hanno legami con ognuna; questo per la nostra sicurezza”.

    Abu Ayoub ha detto che dopo essersi unito all’Esercito Islamico è stato molto più semplice ricevere sostegno come pistole. Ha detto che ci sono “persone speciali” il cui compito è rifornire di armi. Il suo compito è usarle per combattere i nemici, ha detto.

    Alla domanda del perché stesse combattendo le forze statunitensi, ha detto: “Dovreste fare questa domanda a loro, non a me. Sono loro che sono venuti qui dall’altra parte del mondo ed hanno attraversato l’oceano per occupare il mio paese. Bush e Blair hanno mentito a tutto il mondo quando parlavano di armi di distruzione di massa. Tutto il mondo sapeva bene che i loro governi stavano mentendo, ma nessun paese ha detto “no”. La maggior parte del mondo li ha aiutati ad occupare il mio paese”.

    Ayoub ha respinto le pretese del presidente statunitense George W. Bush – pappagallescamente ripetute dal Primo Ministro Britannico Tony Blair, che il loro scopo in Iraq fosse quello di stabilire la democrazia e liberare il popolo Iracheno.

    “Non hanno alcuna credibilità. Sono venuti in Iraq per molte ragioni: distruggere l’Islam, rubare il petrolio, salvare il fronte orientale di Israele, avere il controllo del Medio Oriente e stabilire basi vicino all’Iran e alla Russia. Voglio chiedere loro: “dov’è la democrazia?” Tre anni di occupazione e le condizioni dell’Iraq sono passate di male in peggio”.

    Ayoub non è arrabbiato solo con le forze della coalizione. Crede che sia sbagliato per gli Iracheni unirsi al nuovo esercito o alla polizia. “Non sono un vero esercito come lo era l’esercito iracheno prima dell’occupazione. Le forze di occupazione hanno costruito questo nuovo esercito per proteggersi dalla resistenza. Io credo che ogni Iracheno onesto non dovrebbe unirsi a questo falso esercito”.

    L’esercito sta agendo contro il popolo, ha detto. “Basti vedere cos’hanno fatto a Fallujah. Erano come un braccio dell’occupazione. Hanno ucciso molte persone innocenti lì, e hanno fatto lo stesso in molte altre città il Iraq, come Ramadi, Tal Afar, Hit, Rawa e Haditha. Andate lì a vedere quanti bambini, anziani e donne sono stati uccisi per mano dell’esercito Iracheno”.

    Abu Ayoub crede che la polizia dovrebbe essere chiamata una milizia. “Il 95% di loro sono sciiti e lavorano con la milizia Badr, per gli interessi dell’Iran. Hanno ucciso molti sunniti solo perché erano tali, per creare tensioni tra sunniti e sciiti, e provocare una guerra civile”.

    Ma Ayoub crede che tuttavia non sia giusto attaccare membri dell’esercito Iracheno e della polizia. “Prima dobbiamo liberare l’Iraq dalle forze di occupazione, e poi potremo giudicare ognuno di coloro che hano commesso dei crimini.

    Non ci sarà guerra civile in Iraq se gli occupanti si ritirano, ha detto Abu Ayoub. “Controlleremo l’Iraq e cacceremo via tutte le milizie ed i politici iracheni arrivati sui carri armati americani. Poi troveremo molti politici onesti per governare l’Iraq. Ma per ora vedete come il popolo Iracheno sia tra l’“incudine” dell’occupazione e il “martello” delle milizie – o meglio del governo Iracheno, dato che le supporta”.

    (Inter Press Service)
    Tradotto dall’inglese in italiano da Andrea Lazzaro, membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica. Questa traduzione è in copyleft.


    antiamericanista.splinder.com

  6. #26
    Mujâhid_Jihâd
    Ospite

    Arrow Badr

    Dietro gli squadroni della morte e la pulizia etnica ci sono gli alleati degli Usa

    (28 aprile 2006)

    Molto inchiostro, nonché indignazione, sta venendo speso a chiedersi se l'Iraq sia sull'orlo della guerra civile, nel mezzo, oppure neanche lontanamente vicino. Dovunque ci si collochi in questa discussione per lo più semantica, l'unica certezza è che il terreno di coltura per l'autodistruzione del paese è la pletora di milizie in Iraq. Secondo la frase adatta di Zalmay Khalilzad, l'ambasciatore Usa a Baghdad, esse sono l' "infrastruttura della guerra civile".

    Egli non è il primo padrone Usa in Iraq a individuare il pericolo. Poco prima del trasferimento formale di sovranità agli iracheni, l'allora massimo funzionario dell'America, Paul Bremer, ordinò a tutte le milizie di sciogliersi. Alcuni membri avrebbero potuto entrare nel nuovo esercito. Altri avrebbero dovuto cercarsi un lavoro civile.

    Il suo decreto non venne attuato, e adesso, due anni dopo, questa omissione è tornata a perseguitare l'Iraq.

    "Stanno morendo più iracheni a causa della violenza delle milizie che a causa dei terroristi", ha detto Khalilzad di recente. "Le milizie devono essere sotto controllo".

    Il suo commento diretto è arrivato sulla scia di oltre 1.000 rapimenti e omicidi in un solo mese, di cui sono state incolpate per la maggior parte le milizie sciite. Gli abitanti terrorizzati delle zone in prevalenza sunnite di Baghdad parlano di automobili che arrivano con fragore dopo che fa buio, senza venire bloccate dalla polizia nonostante il coprifuoco. Entrano nelle case e portano via le persone, i cui corpi vengono scoperti in seguito, spesso strangolati o con i segni di buchi fatti con il trapano elettrico - prova di torture fatte prima che venissero assassinati.

    La denuncia delle milizie da parte di Khalilzad è stata un voltafaccia straordinario, dato che il focus dell'attività delle forze armate Usa dalla caduta di Saddam Hussein è stata la battaglia contro i jihadisti stranieri e una rivolta nazionalista a guida sunnita. Improvvisamente gli Usa di trovano ad affrontare un maggiore "nemico interno" - le milizie composte dalla comunità sciita, una volta vista dagli Usa come alleata, e gestite da ministri del governo.

    La nuova linea, se verrà mantenuta, segna una fine dell'ambiguità precedente. Sotto Bremer c'era una tendenza a considerare alcune milizie come buone, ovvero dalla parte degli Usa, come i combattenti Peshmerga che appartengono ai due grandi partiti kurdi, e altre come cattive, come l'Esercito del Mahdi dell'esponente religioso sciita Moqtada al-Sadr, che si oppone all'occupazione.

    Anche una terza milizia, la Badr Organisation, veniva tollerata. Essa è l'ala armata del Consiglio Supremo per la rivoluzione islamica in Iraq, un influente partito politico sciita che aveva appoggiato l'invasione, ed è il principale interlocutore di Washington all'interno della coalizione sciita.

    I funzionari Usa parlavano formalmentedella necessità di sciogliere le milizie, ma non hanno mai mostrato alcuna sensazione di urgenza. Per dirla con un rapporto del Pentagono al Congresso lo scorso anno: "Le realtà del paesaggio politico e di sicurezza iracheno lavorano contro il portare a termine la transizione e il reintegro di tutte le milizie irachene a breve termine".

    I leader iracheni lodavano le milizie, sostenendo che erano soggette ai ministeri della difesa e degli interni, e quindi assolutamente non un elemento fuorilegge. Alla Badr Organisation era persino stata affidata la responsabilità di difendere l'abitazione del leader religioso venerato dagli sciiti, il Grande Ayatollah Ali al-Sistani.

    Il Primo Ministro, Ibrahim Ja'afari, definiva la Badr Organisation l'estate scorsa uno "scudo" che difende l'Iraq, mentre il presidente, Jalal Talabani, sosteneva che la Badr Organisation e i Peshmerga erano patrioti che "sono importanti per portare a termine questo compito sacro, creare un Iraq democratico, federale, e indipendente".

    Il difetto nel quadro era che mentre i kurdi e gli sciiti avevano due milizie ciascuno, i sunniti non ne avevano nessuna. I capi sunniti erano in grado di mettere insieme alcuni uomini armati dalle fila della famiglia allargata, in caso di necessità, come era stato fatto per secoli, ma non c'era nulla delle dimensioni della Badr, del Mahdi, o dei Peshmerga. Molti sunniti videro con favore i ribelli che combattevano l'occupazione come un tipo di milizia surrogata.

    La rabbia dei sunniti aumentò con la prova di prigioni segrete, gestite dal ministero degli interni, nelle quali centinaia di uomini e ragazzi, in maggioranza sunniti, venivano torturati, e di "squadroni della morte" che agiscono contro i sunniti. Come reazione, i quartieri sunniti di Baghdad hanno iniziato a formare gruppi di vigilanti per difendere il loro territorio.

    I funzionari Usa ora vedono le milizie in modo diverso. Eliminarle gradualmente integrandone i membri nelle forze ufficiali di ordine pubblico è considerato rischioso, a meno che la leadership non cambi. A febbraio di quest'anno, la nuova linea del Pentagono era che l'integrazione potrebbe avere come esito forze di sicurezza che "potrebbero essere più leali all'organizzazione politica che le sostiene che al governo centrale iracheno", secondo un nuovo studio, Iraq's Evolving Insurgency and the Risk of Civil War, di Anthony Cordesman, un esperto di Iraq del Centre for Strategic and International Studies di Washington. Ora gli Usa stanno cercando di garantire che il controllo politico sui ministeri degli interni e della difesa sia gestito in modo congiunto da un consiglio di sicurezza composto da tutti i partiti.

    I segni incoraggianti sono che i leader iracheni stanno denunciando la violenza di tipo confessionale. Provocazioni come l'attacco suicida della settimana scorsa contro una moschea sciita a Baghdad sembrano essere opera di "outsider". Nessuno ne ha rivendicato la responsibilità, ma esse sono stati probabilmente pianificate da agitatori, stranieri o iracheni, che vogliono spaccare la fragile società irachena per i propri fini politici. Conforta anche il fatto che gli omicidi di strada confessionali hanno origine da milizie che sono controllabili piuttosto che da folle non organizzate.

    Proprio come fanno i generali, diplomatici e giornalisti tendono a combattere di nuovo l'ultima guerra. Formati in Bosnia e in Kosovo, i funzionari di Washington sono arrivati in Iraq con l'idea che siccome alcuni iracheni erano sciiti e altri sunniti, queste identità erano destinate a scontrarsi. Questa semplificazione è stata accettata da gran parte dei media, influenzati dalle proprie esperienze nei Balcani. Essa ha acquistato peso quando la gente ha osservato il comportamento settario dei leader religiosi iracheni, in particolare fra gli sciiti. Essi avevano guidato la resistenza contro Saddam e non vedevano alcuna ragione per ritirarsi dalla politica una volta che lui era andato via.

    In realtà l'Iraq non ha alcuna storia di pogrom in stile Balcani, dove i vicini si rivoltano contro i vicini, dando fuoco a case e negozi. Ma adesso potrebbe svilupparsi. La violenza distruttiva da parte delle milizie sciite e l'aumento dei vigilanti sunniti con funzioni di difesa hanno lanciato una pulizia etnica a bassa intensità. Fino a 30.000 persone hanno abbandonato le loro case nelle ultime settimane.

    La questione cruciale è se le milizie possano essere fatte ritirare in questa fase tardiva. Avendo permesso loro di sfidare gli ordini che inizialmente le vietavano, nonché la nuova costituzione irachena, che le ha messe fuori legge, possono gli Usa convincere o costringere i loro alleati iracheni a scioglierle? Affrontate la rivolta sunnita significa, in termini crudi, affrontare un nemico. Affrontare le milizie maggiori, la Badr e i Peshmerga kurdi, significa che gli Usa devono affrontare i loro amici.

    Traduzione di Ornella Sangiovanni ("Tlaxcala")
    articolo originale: The Guardian, 14 aprile 2006

    da Baghdad

    *
    **

    GLI SQUADRONI DELLA MORTE GOVERNATIVI DEVASTANO BAGHDAD

    DI ALI AL-FADHILY & DAHR JAMAIL
    Inter Press Service

    Le prove che emergono dimostrano come gli squadroni della morte del ministero degli interni, in qualità di agenti della polizia irachena, stiano uccidendo più persone che mai nella capitale

    Il numero delle vittime è alto - in tutto 1.546 corpi sono stati portati all'obitorio di Baghdad a settembre. Lo scorso mese il ministero della sanità ha annunciato che avrebbe costruito due nuovi obitori a Baghdad per portare la loro capienza a 250 corpi al giorno.

    Molti temono una mano governativa in altri omicidi a venire. L'esercito Usa ha rivelato che l'ottava unità della polizia irachena era responsabile per il rapimento di 26 sunniti che lavoravano nel settore alimentare, presso il quartiere Amil della Baghdad sud-occidentale. I corpi di dieci di loro furono trovati in seguito nel distretto Abu Chir della capitale.

    Il ministro degli interni Jawad al-Bolani ha annunciato che sospenderà l'unità della polizia da compiti ufficiali, e la confinerà nella base finché non sia ultimata un'indagine.

    Ma sezioni del ministero sembrano responsabili di rapimenti e uccisioni. In questo caso, ad essere usati per i rapimenti, erano veicoli del Ministero degli Interni, e la maggior parte degli uomini che conducevano i raid erano in uniformi della polizia irachena, tranne pochi che indossavano le 'uniformi' nere degli squadroni della morte, hanno detto i testimoni all'IPS.

    Il leader dell'unità della polizia è agli arresti domiciliari e sotto interrogatorio per questo ed altri crimini, secondo un annuncio ufficiale.

    "E' certo che siano stati loro", ha detto all'IPS in condizione di anonimato uno dei vicini delle vittime. "I corpi torturati furono trovati il secondo giorno. Vennero nelle loro auto ufficiali della polizia; non è la prima volta che fanno qualcosa del genere. Lo fanno in tutta Baghdad, e speriamo che saranno adeguatamente puniti questa volta".

    Nel frattempo gli uomini dell'unità non rischiamo una punizione imminente. "Saranno riabilitati e riportati in servizio", ha detto all'IPS il direttore generale della polizia irachena, Adnan Thabit.

    Il Partito Islamico Iracheno, il maggior partito sunnita, ha accusato le milizie per i loro legami con il governo e l'esercito degli Stati Uniti.

    "Il Partito Islamico Iracheno chiede come potrebbero 26 persone, tra le quali delle donne, essere state trasportate da Amil ad Abu Chir mediante tutti quei checkpoint e le pattuglie irachene e statunitensi", ha annunciato in una dichiarazione.

    L'esercito Usa ha negato ogni coinvolgimento negli omicidi.

    Il generale Yassin al-Dulaimi, vice ministro degli interni, ha detto molte volte alla TV irachena che gli squadroni della morte sono composti principalmente dalla polizia irachena e da unità dell'esercito. I suoi commenti riflettono differenti fedeltà e agende persino all'interno del blocco sciita.

    Il generale Dulaimi ha cercato a lungo di denunciare le bande criminali organizzate che hanno controllato il ministero a partire dalla sua formazione - una formazione che è stata supervisionata dalle autorità statunitensi. Dulaimi dice di non credere che la sciita Organizzazione Badr, una milizia grande, bene armata e finanziata, abbia il pieno controllo sul ministero. Ma la maggior parte dei residenti di Baghdad crede che la Badr abbia un completo controllo sulla forza di polizia a Baghdad, e usi questa forza per perpetrare omicidi settari. Questa forza è solo una delle molte squadre ufficiali di sicurezza a Baghdad. Essa è guidata da Mehdi al-Gharrawi, che guidò anche simili unità di sicurezza durante l'attacco statunitense a Fallujah nel novembre 2004. "Tutti i criminali che sopravvissero alla crisi di Fallujah dopo aver commesso genocidio ed altri crimini di guerra ebbero dei gradi maggiori garantiti", ha detto il maggiore Amir Jassim del ministero della difesa all'IPS. "Io e molti dei miei colleghi non fummo premiati perché disobbedimmo agli ordini di dare fuoco alle case della gente (a Fallujah) dopo che altri le avevano depredate".

    Jassim ha detto che gli incendi e i furti nella case a Fallujah durante l'assedio di novembre furono ordinati dai ministeri degli interni e della difesa. "Ora vogliono fare le stesse cose che fecero a Fallujah in tutte le aree sunnite in modo che scatenino una guerra civile in Iraq", ha detto Jassim, riferendosi ai ministeri dominati dalla parte sciita. "Una guerra civile è la loro unica garanzia per rimanere al potere, rubando una tale incredibile quantità di denaro".

    Un altro funzionario del ministero della difesa, Muntather al-Samarraii, ha detto all'IPS che sia l'Iran che i "collaboratori" nel ministero degli interni sono da accusare per i diffusi omicidi settari. "Ho liste di migliaia di casi di corruzione dall'interno del ministero, e altri docuementi da esporre al mondo", ha detto, "ma il mondo non sta ascoltando. Quando lo farà, temo sarà troppo tardi".

    Un agente di polizia nell'ufficio di Samarraii, parlando in condizione di anonimato, ha detto all'IPS di credere che gli assassini non sarebbero stati puniti per i loro crimini. "Li premieranno, credetemi e conferiranno loro gradi più alti", ha detto. "Questo è un paese che non si reggerà mai sui propri piedi finché questi assassini sono al potere. E gli Statunitensi li stanno sostenendo permettendo ai loro convogli di muoversi durante le ore di coprifuoco".

    Mentre ci sono poche prove di un diretto coinvolgimento statunitense, sono state sollevate domande su cosa abbiano fatto - o non fatto - le forze Usa per incoraggiare tali omicidi.

    Un rapporto sui diritti umani delle Nazioni Unite, rilasciato nel settembre dello scorso anno, riteneva le forze del ministero degli interni responsabili per una campagna organizzata di detenzioni, torture e uccisioni. Riportava che le unità speciali dei commando della polizia erano accusate di perpetrare gli omicidi dove i membri venivano reclutati dalle milizie sciite Badr e Mehdi, e addestrati dalle forze Usa. Il colonnello in pensione James Steele, che prestò servizio come consigliere alle forze di sicurezza irachene all'allora ambasciatore statunitense John Negroponte supervisionò l'addestramento di queste forze.

    Steele era a capo del gruppo di consigliere militari statunitensi in El Salvador tra il 1984 e il 1986, mentre Negroponte era ambasciatore Usa nel vicino Honduras tra il 1981 e il 1985. Negroponte fu accusato di diffuse violazioni dei diritti umani dalla Commissione sui Diritti Umani dello Honduras nel 1994. La Commissione riportò la tortura e la scomparsa di almeno 184 attivisti politici.

    Secondo un gruppo di lavoro della CIA istituito nel 1996 per indagare sul ruolo degli Stati Uniti in Honduras, le violazioni che Negroponte supervisionò in Honduras furono perpetrate da agenti addestrati dalla CIA.

    I registri della CIA documentano che le sue "unità speciali di spionaggio", meglio note come "squadroni della morte", comprese le unità armate in Honduras addestrate della CIA, torturarono e uccisero migliaia di persone sospettate di supportare i guerriglieri di sinistra.

    Dahr Jamail e Ali Al-Fadhily
    Fonte: http://ipsnews.net/
    Link: http://ipsnews.net/news.asp?idnews=35167
    19.10.2006

    Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO MARTINI

  7. #27
    Mujâhid_Jihâd
    Ospite

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    Iraq, se l'ordine viene dai palazzi


    Arrivano 50 corpi al giorno, dice il direttore dell'obitorio di Baghdad. In azione i fanatici della guerra sporca e i loro legami con il potere


    di Sabah Ali
    Baghdad


    Il Manifesto, 14 settembre 2006

    "Sunniti e sciiti, siamo tutti fratelli e non svenderemo questa terra". Nell'aprile 2003, i giorni immediatamente successivi all'occupazione americana, questo era lo slogan degli iracheni di Baghdad e dintorni.

    Oggi, la morte su basi confessionali è la più quotidiana delle realtà. Le famiglie sono troppo spaventate persino per andare all'obitorio a reclamare il corpo di un figlio, per il terrore di trovare un miliziano ad attenderli appostato dietro qualche angolo. E le teste mozzate dei giovani sequestrati dietro le moschee rotolano per le strade come meloni. Secondo il direttore dell'obitorio di Baghdad, dr.Qais Hassan, a partire dai primi 5 mesi del 2006, dopo l'attentato al santuario di Samarra e le elezioni che avrebbero dovuto fermare i massacri, i corpi affluiscono nel numero di 35-50 al giorno. A Bassora, rimasta relativamente tranquilla fino alle elezioni, in cinque mesi vi sono stati più di mille morti e si dice che ci sia almeno un omicidio l'ora.

    All'ufficio passaporti di Baghdad, che in genere comincia a ricevere dalle 9, adesso la gente fa la fila dalle 5 di mattina, e chi arriva alle 6 viene rispedito a casa. Le famiglie scappano dagli omicidi e dalle lettere intimidatorie. Quello dei passaporti è diventato un business per gli impiegati dell'ufficio. Con la scusa che non possono compilare più di trenta richieste al giorno, arrivano a chiedere 500 dollari per un passaporto. Coloro che non si possono permettere una tale cifra non possono che restare ed andare incontro al proprio destino.

    Che cosa sono questi squadroni della morte? E' ormai cosa risaputa che il ministero degli interni iracheno e l'esercito iracheno sono direttamente coinvolti negli squadroni della morte. Ci sono fiumi di testimonianze, documenti, prove e filmati in merito.

    Le forme di omicidio tipiche degli squadroni hanno fatto la loro comparsa intorno al 2005, per mano dei commando della polizia irachena. Ma vale la pena di menzionare alcuni punti: che il primo governo iracheno è stato eletto nel 2005 ed era quasi del tutto a maggioranza sciita (il governo Ja'afari) e fu allora che vennero formati gli squadroni, composti quasi esclusivamente da gruppi sciiti, quasi tutti del Badr (il braccio armato del Consiglio Supremo della rivoluzione islamica in Iraq) e dell'Esercito mahdista (la milizia del movimento di Muqtada al-Sadr).

    Quindi gli squadroni armati sarebbero milizie sciite in seno alle forze di sicurezza del ministero degli interni? Non esattamente. E' vero che un convoglio di uomini pesantemente armati, mascherati, vestiti di nero,che girano con macchinoni e blindati urlando contro i sunniti e sparando in aria, che attaccano singoli, negozi, che sequestrano la gente, picchiando a morte i passanti o portandoli via nei camion, non possono sembrare altro che una milizia confessionale. Eppure tutto ciò è soltanto una parte della storia.

    Per tutto il 2005 centinaia di giovani sunniti sono stati arrestati dai mughawir, i commando della polizia irachena. I loro corpi poi venivano trovati per tutto l'Iraq. I commando venivano creati, allenati, armati e diretti da ufficiali di intelligence americani ed israeliani ben noti per i servigi resi in America centrale e meridionale.

    I mughawir sono dal canto loro talmente brutali che un prominente personaggio della vita politica irachena ha dichiarato che al confronto con quelle irachene, è raccomandabile di finire in una prigione americana.
    I prigionieri sopravvissuti alla detenzione raccontano le torture perpetrate nelle carceri del ministero degli interni iracheno; storie orrende che ricordano i tipici segni rinvenuti sui cadaveri lasciati fra la spazzatura di Baghdad, o nei condotti delle fogne. Teste, piedi e mani forati col trapano, sono un ben noto marchio degli squadroni. Ma anche ossa rotte, teste spaccate, pelle bruciata o scuoiata.

    Dopo la vittoria della coalizione sciita alle elezioni del dicembre 2005 e dopo l'attentato al santuario di Samarra, gli omicidi sono cambiati sia nel numero che nelle tecniche impiegate. Il momento peggiore è stato fra l'ultima settimana di febbraio ed il mese di marzo: migliaia di sunniti sono stati massacrati da miliziani vestiti di nero che giravano con le armi ed i veicoli della polizia governativa.

    E' noto che il complesso militare Rashid, un tempo il più grande di tutto l'Iraq, è adesso un covo di bande criminali. Ce lo riferisce ad esempio Mohammed, uno dei tanti giovani provenienti da al-Madain rapiti e detenuti insieme a donne (a volte rapite come punizione per non aver portato il velo) e bambini. Ma non solo: varie associazioni di diritti umani irachene denunciano altri crimini perpetrati all'interno di Rashid, come ad esempio minorenni costretti alla schiavitù, mercato nero e traffico di droga. Soltanto alcuni di queste migliaia di rapimenti ed omicidi sono di matrice politica. Gli altri hanno ragioni oscure.

    Perché il governo non sta facendo niente contro tutto questo? Ci sono stati casi isolati, ad esempio ad Amara, dove squadroni di miliziani sorpresi ad assassinare civili e bruciare moschee sono stati arrestati dalla polizia locale. Ma non appena le truppe americane ne venivano a conoscenza, questi venivano subito rilasciati.

    Ma la questione rimane una, e cioè: il semplice fatto che i commando di polizia siano principalmente composti da sciiti non implica che qualsiasi crimine da essi commesso sia perpetrato soltanto in base a motivi confessionali. In realtà, la loro composizione sciita è stata usata appunto per suggerire ed istigare una guerra civile fra le diverse confessioni.

    E' stato il governatore americano in Iraq, Paul Bremer, ad accorpare le milizie sciite alle forze di sicurezza irachene in base all'articolo 91 del Codice amministrativo transitorio da lui stesso elaborato per far domare l'insurrezione sunnita direttamente dagli iracheni. E così gli squadroni della morte sono unità di polizia popolate non tanto da fanatici religiosi, quanto piuttosto manovrate da precisi disegni dell'intelligence straniera, maggiormente quella americana, israeliana ed iraniana.

    Non soltanto: ci sono dentro anche quegli iracheni addestrati all'estero e reintrodotti nel paese sia prima che subito dopo l'occupazione americana. Il loro compito sarebbe quello d'istigare il conflitto religioso per portare il paese ad un assetto federale su base confessionale. Quindi il braccio di tutto questo è iracheno ma la mente e soprattutto i finanziamenti non lo sono.

    Ed è anche vero che alcune milizie religiose sono coinvolte, soprattutto quelle che portano avanti qualche progetto iraniano per l'Iraq. Ma è comunque degno di nota come i principali media e lo stesso governo iracheno continuino a coltivare l'idea che i massacri su base religiosa vengano commessi dalla resistenza sunnita e dall'esercito mahdista di Sadr. Qualsiasi altro gruppo responsabile viene accantonato.

    Infine, chi sarebbero questi iracheni incaricati di istigare la guerra civile?

    Molti di noi ricordano ancora le centinaia di militari iracheni che hanno accompagnato Ahmad Chalabi (l'uomo del Pentagono a capo del Congresso nazionale) in Iraq all'inizio dell'occupazione. Tutti ben addestrati da ufficiali americani, israeliani e sudafricani.

    Subito dopo la caduta di Saddam, ci fu qualche omicidio mirato ai danni di esponenti baathisti, inizialmente nella zona di A'adhamiya. Allora la stampa riferì di un disarmo delle milizie di Chalabi portato avanti dagli americani. Ma in realtà tutte le famiglie irachene le cui case sono state saccheggiate in quel 2003 si ricordano bene dei soldati americani accompagnati da uomini dal volto coperto e dall'accento iracheno.

    Ultimamente un ex-componente di quelle unità ha diffuso un comunicato sull'accaduto, riferendo dell'assassinio di sunniti e sciiti con l'obiettivo deliberato di creare tensioni confessionali. Dopo aver spiegato come fu arruolato e addestrato, l'uomo dice che i suoi commilitoni vennero smistati ed integrati nell'esercito iracheno, nella Guardia Nazionale, nella polizia e nei mughawir. Tuttora non sono connessi ad alcun corpo di sicurezza iracheno, ma vengono supervisionati da ufficiali americani ed israeliani ed hanno un quartier generale a parte vicino all'aereoporto di Baghdad.

    Niente di tutto questo ci è nuovo, ma ormai molti iracheni cominciano a credere che questa sia una guerra civile su base religiosa ma in realtà lo è solo in parte.

  8. #28
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    Ti dico solo che questi messaggi chilometrici lasciano cadere la discussione, nessuno ha la pazienza di leggerli.
    Giampaolo Cufino

  9. #29
    Mujâhid_Jihâd
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    Citazione Originariamente Scritto da cornelio Visualizza Messaggio
    Ti dico solo che questi messaggi chilometrici lasciano cadere la discussione, nessuno ha la pazienza di leggerli.
    Non sono chilometrici, se li inizi in meno di 1/4 d'ora li hai letti, e avrai anche capito il perché delle mie 'perplessità'...

  10. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da Mujahid_Jihâd Visualizza Messaggio
    Non sono chilometrici, se li inizi in meno di 1/4 d'ora li hai letti, e avrai anche capito il perché delle mie 'perplessità'...
    Sto a lavoro, fammi un sunto dai...
    Giampaolo Cufino

 

 
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