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Risultati da 1 a 4 di 4
  1. #1
    simsalabin
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    Predefinito chiesa e pedofilia: quello che i mass-media non dicono

    Chiesa e pedofilia: quello che i mass-media non dicono
    Costanza Stagetti
    E' vero che tra il clero cattolico ci sono più pedofili che in altri gruppi sociali?
    Falso: Philip Jenkins nel suo libro Pedophiles and Priests: Anatomy of a Contemporary Crisis (Oxford University Press, 1996) offre una visione molto obbiettiva e spassionata del problema. Secondo Jenkins (che non è un cattolico), la vera pedofilia è estremamente rara e non c'è nessuna prova che sia più comune nel clero cattolico che in altre denominazioni religiose o tra i laici. C’è certamente un problema nella Chiesa Cattolica (come in altre chiese), ma non è esattamente quello che viene mostrato dai media.
    Primo, per quanto riguarda la natura del reato: con il termine pedofilia si fa riferimento al desiderio sessuale verso bambini in età prepuberale. Questa è estremamente rara e solo una manciata di casi in vari decenni hanno coinvolto dei sacerdoti effettivamente pedofili.
    Quasi tutti i casi presentati dai media come casi di pedofilia in realtà riguardano un’attrazione verso ragazzi adolescenti sessualmente maturi ma sotto l’età del consenso, che è di 18 anni nella legge civile e di 16 per il diritto canonico. Questo comportamento è una forma di omosessualità chiamata efebofilia.
    Dal 1960 al 1980 circa 150.000 uomini hanno prestato servizio come sacerdoti e religiosi cattolici negli Stati Uniti. Ci sono stati circa 500 casi (non tutti provati) di coinvolgimento sessuale con minori (quindi lo 0.3 % del clero e dei religiosi), e la maggior parte dei casi riguardavano ragazzi tra i 15 e i 17 anni. Poiché non tutte le accuse sono state documentate, Jenkins sostiene che l’evidenza “suggerisce un tasso dello 0.2 %”. L’Arcidiocesi di Chicago ha fatto un’indagine su tutti i suoi archivi dal 1951 al 1991 e ha trovato accuse contro il 2.6 % dei sacerdoti, accuse che sono risultate motivate nel 1.7% dei casi. Nonostante questo, ha trovato un solo caso di vera pedofilia che ha coinvolto un sacerdote e la sua nipotina.
    Secondo, e più importante, l’analisi di Jenkins indica che la vera natura del problema nella Chiesa Cattolica non è la pedofilia ma l’omosessualità che può portare a relazioni sessuali con ragazzi sessualmente maturi ma minorenni. Secondo Jenkins un terzo degli uomini omosessuali è attratto dai teenagers. La seduzione di adolescenti maschi da parte di uomini omosessuali è un fenomeno ben documentato.
    Nè i media nè la Chiesa hanno chiarito al pubblico che la maggioranza degli abusi sessuali riguardano ragazzi adolescenti, perchè questo porterebbe la questione sui problemi dell’omosessualità, un argomento che non è politicamente corretto. Non chiarendo questo punto i media hanno dato l’impressione che la Chiesa Cattolica attragga preti malati cui piacciono i bambini invece che omosessuali cui piacciono i teenager (cosa che è sicuramente riprovevole moralmente, ma sempre meno disgustosa della pedofilia).
    Come sostiene Michael Rose nel suo libro Goodbye! Good Men, c'è un'attiva sub-cultura omosessuale dentro la Chiesa. La confusione della Chiesa sulla scia della rivoluzione sessuale degli anni 60, il tumulto conseguente al Concilio Vaticano II e la maggiore approvazione del comportamento omosessuale nella società hanno creato un ambiente in cui gli omosessuali attivi erano ammessi e tollerati nel sacerdozio. La Chiesa faceva grande affidamento sul parere degli psichiatri per vagliare i candidati e per trattare quei sacerdoti che risultavano problematici. Nel 1973 la American Psychological Association modificò la sua descrizione di omosessualità quale orientamento oggettivamente disordinato e la rimosse dal Diagnostic and Statistic Manual IV (Nicolosi, J., 1991, Reparative Therapy of Male Homosexuality, 1991; Diamond, E., et. al., Homosexuality and Hope, unpublished CMA document). Il trattamento delle deviazioni sessuali cambiò di conseguenza.
    Nessuno sa quale sia la percentuale di religiosi omosessuali. Donald Cozzens, il rettore del seminario cattolico di Cleveland, in The Changing Face of the Priesthood, riporta tassi che vanno dal 23 al 80%. Un altro studioso, Leon J. Podles, ritiene che il tasso sia ben sotto il 20%, sebbene questo sia comunque da 7 a 8 volte maggiore rispetto a quello della popolazione generale.
    L'abolizione del celibato sacerdotale potrebbe risolvere il problema della pedofilia?
    Falso. Non c'è nessuna relazione tra celibato e deviazioni sessuali di qualunque genere inclusa la pedofilia. Nella popolazione generale la maggioranza degli abusi sessuali riguardano uomini eterosessuali che molestano donne. Se da un lato è difficile ottenere statistiche precise riguardo gli abusi sessuali su bambini, dall'altro le caratteristiche dei molestatori di bambini recidivi sono state ben descritte. I profili di coloro che abusano di bambini non comprendono mai normali uomini eterosessuali che diventano pedofili in seguito ad astinenza.(Fred Berlin, "Compulsive Sexual Behaviors" in Addiction and Compulsion Behaviors [Boston: NCBC, 1998]; Patrick J. Carnes, "Sexual Compulsion: Challenge for Church Leaders" in Addiction and Compulsion; Dale O'Leary, "Homosexuality and Abuse").
    Inoltre il matrimonio del clero non è stato una panacea per le chiese protestanti. Non ha impedito che anche loro avessero problemi con il clero omosessuale e con la pedofilia. La vera pedofilia è presente molto più spesso all’interno delle famiglie; il celibato allontana la maggior parte dei preti cattolici da tentazioni di quel tipo Quando si tratta di pedofilia (non efebofilia) il clero delle chiese che non richiedono il celibato ha gli stessi problemi, se non peggiori. La Chiesa Cattolica ha potuto essere presa di mira perché a differenza di altre organizzazioni dispone di archivi, ma la chiesa episcopale ha un problema simile e alcuni dei casi peggiori sono avvenuti nelle chiese fondamentaliste e pentecostali – anche se raramente questi casi vengono portati all’attenzione pubblica.
    Il matrimonio dei preti ha i suoi specifici problemi, che non vengono quasi mai riconosciuti nella discussione sul celibato. Primo, c’è il problema dell’infedeltà e del divorzio. L’opportunità di sposarsi non sembra aver diminuito i peccati sessuali nel clero, persino nelle chiese più conservatrici. Questi hanno effetti particolarmente devastanti sulla chiesa locale a causa della violazione delle promesse coniugali da parte del religioso e da parte della donna coinvolta. Inoltre, che cosa fare del pastore divorziato? Anche qualora fosse innocente (e generalmente c’è una parte di colpa) egli non è più per il suo gregge un modello di matrimonio cristiano. Infine, c’è il problema delle love-story del clero che cerca moglie. Questo include non solo le tentazioni delle avventure, ma l’inevitabile pettegolezzo ed altri scompigli nella vita della chiesa.
    Secondo, ci sono problemi anche per il clero felicemente sposato. Molti matrimoni sono esemplari ed edificanti, ma buona parte del clero sposato non ha vita facile. La moglie e i figli sono sotto stretto controllo. La moglie non si sente padrona della situazione perché deve rendere conto alla chiesa di ogni minimo dettaglio della sua vita, anche di quanti asciugamani dispone. Quando i bambini si comportano male ( e quali bambini non si comportano male? ) essi sono un doppio peso per il padre. Se il pastore ha una famiglia piccola non è un esempio di fiduciosa generosità per quei cristiani che non vogliono figli. Se ha una famiglia grande è condannato a vivere in povertà o a diventare oggetto di critiche da parte di quei parrocchiani che non possono permettersi una famiglia numerosa, quindi perché dovrebbe permettersela il pastore? Il celibato sacerdotale è un'invenzione medievale?
    Falso.Nella Chiesa Cattolica Occidentale il celibato divenne universalmente praticato nel 4° secolo con l'adozione della disciplina monastica da parte di S. Agostino per tutti i suoi sacerdoti. Oltre alle numerose ragioni pratiche (si riteneva che scoraggiasse il nepotismo) il celibato permetteva ai preti di essere più indipendenti e disponibili. La Chiesa non ha modificato le sue direttive sul celibato perché nel corso dei secoli si è resa conto dell'importanza pratica e spirituale di questa disciplina. (Papa Paolo VI Sul celibato sacerdotale - Lettera Enciclica 1967). In realtà anche nella Chiesa Cattolica Orientale - che comprende sacerdoti sposati - i vescovi sono scelti solo fra i sacerdoti celibi.

    Permettere il sacerdozio alle donne potrebbe risolvere il problema della pedofilia?

    Non c'è nessuna logica relazione tra il comportamento deviato di una esigua minoranza di sacerdoti maschi e l'ingresso nel clero delle donne. Se è vero che le statistiche mostrano che la maggior parte degli abusi sessuali su bambini sono compiuti da uomini, non bisogna però dimenticare che tra i molestatori figurano anche delle donne. Nel 1994, il National Opinion Research Center mostrò che la seconda forma più comune di abuso sessuale su minori riguardava donne che avevano molestato ragazzi. Per ogni tre molestatori maschi ce n'è uno di sesso femminile. Le statistiche sugli abusi compiuti da donne sono più difficili da ottenere perché il reato è più nascosto. (Intervista con il Dr. Richard Cross, "A Question of Character,", National Opinion Research Center; cf. Carnes). Inoltre le loro vittime più frequenti, i ragazzi, hanno una minore tendenza a denunciare gli abusi sessuali specialmente quando il colpevole è una donna (O'Leary, "Child Sexual Abuse").
    E' vero che la gerarchia cattolica non ha fatto niente per contrastare la pedofilia?

    Sicuramente la gerarchia non ha fatto abbastanza per impedire gli abusi, tuttavia affermare che la Chiesa non ha fatto niente è sbagliato.
    I vescovi, cominciando da Papa Paolo VI nel 1967, lanciarono un avvertimento ai fedeli cattolici riguardo le conseguenze negative della rivoluzione sessuale. La lettera enciclica "Sul celibato sacerdotale" affrontò la questione del celibato sacerdotale in rapporto ad una cultura che proclamava la necessità di una maggiore "libertà sessuale". Il Papa ratificò il celibato invitando i vescovi a sentirsi " vivamente responsabili nei confronti dei confratelli turbati da difficoltà, che espongono a serio pericolo il dono divino che è in essi". Egli invitò i vescovi a cercare un aiuto appropriato per questi sacerdoti o a dispensare nei casi gravi quei sacerdoti che non potevano essere aiutati. Inoltre li sollecitò ad essere più prudenti nel giudicare l'idoneità dei candidati al sacerdozio.

    Nel 1975 la Chiesa presentò un altro documento denominato Alcune questioni di etica sessuale(Congregazione per la Dottrina della Fede) che affrontava esplicitamente tra gli altri argomenti il problema dell'omosessualità tra i preti. Entrambi i documenti, quello del 1967 e quello del 1975, affrontavano i diversi tipi di deviazione sessuale, inclusa la pedofilia e l'efebofilia.
    Nel 1994 l'Ad Hoc Committee on Sexual Abuse ha presentato le sue linee guida alle 191 diocesi della nazione per aiutarle a sviluppare delle strategie per gestire il problema degli abusi sessuali su minori. Quasi tutte le diocesi hanno risposto e sviluppato delle loro proprie linee di condotta (USCCB document: Guidelines for dealing with Child Sexual Abuse, 1993-1994). In quel periodo la pedofilia è stata riconosciuta come un disordine che non poteva essere curato e come un problema in espansione a causa del diffondersi della pornografia.
    Quando è stato revisionato il Codice di Diritto Canonico nel 1983 fu aggiunto un passaggio importante: "Il religioso che commetta qualsiasi offesa contro il sesto comandamento, se l'offesa è stata compiuta con violenza o minacce, o pubblicamente o con un minore di 16 anni (ora 18 anni) deve essere punito con un'appropriata punizione, non esclusa l'espulsione dallo stato clericale" (CIC 1395:2).
    Ovviamente nessun sistema legale può funzionare se non viene applicato o se non è conosciuto. Secondo Edward Peters, professore di diritto canonico alla Ave Maria University, dopo il Concilio Vaticano II in molti ambienti ecclesiastici c’è stato un generale atteggiamento di “antinomianismo”(1), cioè di sospetto verso la legge stessa. La posizione ufficiale del Concilio fu colta da alcuni come scusa per ridimensionare l’importanza della legge nella vita ecclesiastica, ostacolando la piena accettazione del ruolo che la legge riveste in qualsiasi comunità, inclusa ovviamente la Chiesa. Inoltre molti degli uomini che oggi sono vescovi hanno ricevuto una scarsa formazione in diritto canonico durante gli anni del seminario cosicchè hanno sottovalutato i numerosi aspetti canonici del loro ministero. Come conseguenza non solo non hanno cercato la consulenza di avvocati canonisti nel momento della crisi, ma si sono regolati sul parere di esperti psichiatri i quali ritenevano che la pedofilia potesse essere trattata con successo. I sacerdoti colpevoli di abusi sessuali venivano spediti nelle varie strutture terapeutiche esistenti negli Stati Uniti. I vescovi spesso facevano affidamento sul giudizio di esperti per determinare l'idoneità di un sacerdote al ministero.Questo non giustifica la negligenza di una parte della gerarchia, ma offre una chiave di lettura.
    Come dice Jenkins "Il fatto che il Cardinale Law della Diocesi di Boston (recentemente dimessosi dal ministero) abbia scelto di temporeggiare invece di intervenire per evitare ulteriori abusi non significa che questa sia la prassi in tutte le diocesi cattoliche e ancor meno che la Chiesa sia implicata in una sorta di cospirazione del silenzio per nascondere dei pericolosi pervertiti. Non sono in alcun modo accomodante sull'argomento degli abusi sessuali su minori. Recentemente ho pubblicato uno studio sul commercio della pornografia infantile via internet e ho sostenuto che la polizia e l'FBI devono essere sollecitate ad agire più severamente contro questo crimine. La mia preoccupazione riguardo i "preti pedofili" non è quella di difendere il clero cattivo o una Chiesa peccatrice (non mi si può accusare di essere un apologeta cattolico dato che non sono cattolico). Ma la mia preoccupazione è che la rabbia, giustificata, contro un esiguo numero di casi di abusi possa dar luogo ad accuse infondate contro il clero innocente."

  2. #2
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    Io personalmente sono favorevole all'abolizione del celibato dei preti,ma sono consapevole che non potrà mai risolvere il problema della pedofilia in quanto tutti sanno che sono moltissimi padri di famiglia che vanno a fare le vacanze pedofile.

  3. #3
    simsalabin
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    Citazione Originariamente Scritto da vota DC Visualizza Messaggio
    Io personalmente sono favorevole all'abolizione del celibato dei preti,ma sono consapevole che non potrà mai risolvere il problema della pedofilia in quanto tutti sanno che sono moltissimi padri di famiglia che vanno a fare le vacanze pedofile.

    Appunto.. la pedofilia non è un problema di celibato o no, di prete o no prete... la pedofilia è un problema, più grosso di quello che è nella realtà, quando si parla di Chiesa, per colpa dei media.

  4. #4
    Amalie
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    Citazione Originariamente Scritto da simsalabin Visualizza Messaggio
    Appunto.. la pedofilia non è un problema di celibato o no, di prete o no prete... la pedofilia è un problema, più grosso di quello che è nella realtà, quando si parla di Chiesa, per colpa dei media.
    il problema è che come al solito si cerca di screditare la chiesa con tutte le armi a disposizione!
    Per quanto concerne il celibato credo solo che chi non è in grado di sopportare un tale sacrificio dovrebbe solamente rinunciare alla vita ecclesistica o monastica. Ci sono tanti altri modi per far del bene..... anche senza essere preti o monaci

 

 

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